Il Futuro è qui

Campo Stella, 12 marzo 2006

"Rubbio chiusa" recita il cartello a valle ed il "solito positivo" commento ("...e te pareva che la Rubbio non fosse chiusa...") accompagna la salita del "solito" estimatore di Campo Stella.

Verrebbe voglia di rispondere, come sempre, e come sempre mi limito ad "incassare"; addolcisce il boccone amaro il pensiero di quanta amarezza provocano simili apprezzamenti nella mente e nel cuore di chi sta adoperando  per il nostro divertimento.

D'altronde, obietterebbe qualcuno, è il loro lavoro.

Salgo in una fantastica mattinata di sole e di neve come raramente si vede dalle nostre parti; in paese non c'è un filo di neve e se non si sale quassù, si stenta a credere che ciò sia possibile, il 12 marzo. Non posso non chiedere agli amici della stazione di arrivo come mai la Rubbio sia chiusa....

Questo il prologo di una giornata straordinaria, da dedicare con tutto il cuore a cinque miei amici. A cinque nostri amici.

Quando arrivo in cima all'impianto di risalita della Rubbio, il paesaggio è da mozzafiato. Sul costone di fronte fanno bella mostra di se le tracce evidenti di una slavina scivolata nottetempo a valle: al posto del volano di arrivo dell'impianto un muro di nove metri di neve (nove metri non è una cifra tanto per dire: i pali sono da 10 metri, spuntano dalla neve per una metrata, a voi il difficile calcolo...). Tutto intorno i riflessi del sole su quella distesa bianca sono accecanti.

Una slavina ed il vento hanno sepolto la parte finale dell'impianto. Ecco perchè la Rubbio è chiusa. Una disastro, soprattuto per chi ha lavorato fino alle otto della sera prima per preparare le piste.

C'è Pasqua mai troppo lontana, la possibilità di un weekend sulla neve da record. E la Rubbio chiusa.

Vanno di corsa valutati i danni, sperando nel miracolo che non siano irreparabili, almeno per quest'anno: e per valutare i danni, bisogna vedere....

Questa è la storia, semplice ma mai vissuta prima, di cinque uomini, tre pale, un piccone ed una zappa.

E la storia di come Dante, Vincenzo, Giandomenico, Danilo e Vito hanno passato la loro domenica (qualcuno di loro era rientrato all'una di mattina da Teramo per un pezzo di ricambio del gatto delle nevi ), è la storia di un impegno che va oltre qualsiasi considerazione. E che soprattutto merita ammirazione e rispetto.

Pochi fortunati testimoni, ed io tra loro. Non avevo certo bisogno di una tale dimostrazione di passione e di amore per Leonessa; conosco abbastanza bene i miei "polli" per sapere di che razza di imprese sono capaci, ed è assolutamente indispensabile raccontare tutto ciò. Indispensabile perchè deve essere sempre viva e fruibile la memoria di questo che è un autentico miracolo leonessano: quanti avrebbero scommesso qualche anno fa su Leonessa che riconquista la sua neve ?

"Rubbio chiusa" recitava il cartello a valle....

A Dante, Vincenzo, Giandomenico, Danilo e Vito il mio personalissimo ringraziamento per una autentica lezione di vita.

Mister "e te pareva che la Rubbio non fosse chiusa..." spero legga questo articolo.

Grazie ragazzi !!!

giannibolletta@leonessa.org

 

 

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