Modello Censimento Sisma

 

11 Settembre 2016

Possibile non si possa "indirizzare" la scelta di un regista ?

Possibile che i fondi per lo spettacolo della Regione Lazio possano essere (per carità, legittimamente...) utilizzati per finanziare fictions come Montalbano (Sicilia) e la attualissima "Catturandi" Sicilia) e non per la fiction dedicata ad un Santo della nostra Regione ?

L'Appello e per l'Ordine dei Frati Minori Cappuccini e per la nostra Amministrazione.

Diffondete, per favore, diffondete.

La Redazione di leonessa.org

 

 

11 Settembre 2016

Il mese di settembre, come tutti gli anni, si caratterizza per le iniziative che vengono promosse su temi di rilevante importanza per le comunità locali. Tavole rotonde, incontri organizzati con l’obiettivo di elaborare progetti utili e funzionali agli interessi generali dei territori e delle loro comunità.

Le OO.SS. in questo contesto propositivo e con l’evidente obiettivo di dare sostanza a progetti che intervengano per mettere fine allo stato di crisi dell’Umbria, il 15 settembre alla sala dei Notari a Perugia, hanno organizzato un incontro per discutere dell’Italia di Mezzo. Progetto ambizioso che nasce dalla esigenza di abbattere confini regionali per mettere a regime i servizi migliori e costruire opportunità rivolte ai territori alla loro economia e alle tante comuni tradizioni tutte legate alla risorsa culturale, sociale, ambientale.

In questo contesto alcune realtà territoriali come la provincia ternana, area a forte valenza industriale, non potrà mai prescindere dai legami e dagli interessi che le merci e i prodotti industriali in primo luogo orientano. Parlare dell’area ternana e non coinvolgere i naturali porti con cui è strettamente collegata, vedi Civitavecchia, sarebbe un errore imperdonabile.

La storia industriale ternana nel secolo vissuto ha posto sempre con forza il legame con i mari come essenziale per la propria sopravvivenza. Il Mediterraneo, l’Adriatico, i loro porti Civitavecchia e Ancona, la linea ferroviaria di collegamenti insieme a quella stradale sono essenziali per l’economia ternana e non possono essere escluse in un progetto di riorganizzazione istituzionale.

Troppi sono i collegamenti con le province di Rieti e Viterbo nel campo dei servizi, del commercio e della rete formativa e ambientale, sbagliato sarebbe parlare dell’Italia di Mezzo e non coinvolgerli attivamente in un processo che ha l’ambizione di definire nuovi assetti e nuovi sviluppi.Con questo spirito chiediamo alle istituzioni umbre di verificare e costruire tutti i possibili percorsi e le alleanze necessarie.

(CGIL -Terni)

10 Agosto 2016

Il capogruppo regionale del Movimento 5 Stelle, Andrea Liberati fa sapere che “il Movimento 5 Stelle trascorrerà parte del mese di agosto in visita ufficiale alle peggiori sprecopoli del Centro Italia”. L'esponente pentastellato annuncia la realizzazione di un documentario sui collegamenti stradali più improbabili degli ultimi 40 anni tra Umbria, Marche e Lazio”

(Acs) Perugia, 9 agosto 2016 - “'Due mari, quattro sprechi': per una superstrada infine realizzata, la Foligno-Civitanova, altri quattro itinerari rappresentano il trionfo della cementificazione più inutile e dispendiosa”. Il capogruppo regionale del Movimento 5 Stelle Andrea Liberati fa sapere che “il M5S trascorrerà parte del mese di agosto in
visita ufficiale alle peggiori sprecopoli del Centro Italia” e che “insieme agli altri portavoce del Movimento, Tiziana Ciprini e Andrea Taddei ci incontreremo domattina presso la galleria della Guinza (E 78), 6 km di tunnel dimenticato su cui sono stati comunque riversati fin qui quasi 200
milioni di euro”.

“Il secondo appuntamento – scrive il capogruppo pentastellato - sarà venerdì 12 agosto presso il Traforo del Cornello tra Umbria e Marche, 700 metri di galleria incompiuta, ed insieme a me ci sarà il capigruppo delle Marche, Gianni Maggi, nonché la deputata Patrizia Terzoni. Nei giorni successivi saremo poi presso il valico del Fuscello (RI) per testimoniare lo squarcio paesaggistico determinato dal viadotto di Leonessa, brano di un’altra storica incompiuta tra Umbria e Lazio”.

Liberati fa quindi sapere che “questo tour degli orrori si chiuderà proprio nel fu Cuore Verde, tra Todi e Bastardo, laddove il M5S farà conoscere meglio al pubblico la parziale realizzazione di un’improbabile superstrada, con megaviadotti al seguito, altro inconcepibile itinerario che avrebbe dovuto collegare i noti ‘due mari’”.

“Tra una tappa e l’altra – continua Liberati -, il M5S realizzerà un documentario con cui racconterà queste storie, frutto delle scelte più assurde e antieconomiche intraprese negli ultimi 40 anni da governi nazionali e amministrazioni regionali. Scelte ancora difese e caldeggiate – conclude
- da taluni politici di oggi, come se non bastassero le centinaia di milioni di euro dei contribuenti clamorosamente bruciati finora”. RED/as

04 Agosto 2016
 

Infrastrutture, pianificazione settoriale, rapporti con Unione europea, politiche agricole e forestali e aree interne, valorizzazione ruolo piccole e medie imprese, cultura, turismo, integrazione, educazione alla pace e alla legalità, strumenti comuni di valutazione delle politiche pubbliche e impatto su territori. Questi i temi di fondo individuati dai presidenti delle Assemblee legislative di Umbria Donatella Porzi, Marche Antonio Mastrovincenzo e Toscana Eugenio Giani che si sono incontrati stamani a Perugia, nella Sala Carsulae di Palazzo Cesaroni. Prima tappa di un percorso condiviso che porterà alla stipula di di un “Patto di consultazione”.
Presidente Porzi: “Avviato un serio, partecipato e consapevole confronto interistituzionale”.

(Acs) Perugia, 5 agosto 2016 – Infrastrutture, pianificazione settoriale, rapporti con Unione europea, politiche agricole e forestali e aree interne, valorizzazione ruolo piccole e medie imprese, cultura, turismo, integrazione, educazione alla pace e alla legalità, strumenti comuni di valutazione delle politiche pubbliche e impatto su territori. Questi i temi di fondo individuati dai presidenti delle Assemblee legislative di Umbria DonatellaPorzi, Marche Antonio Mastrovincenzo e Toscana Eugenio Giani che si sono incontrati stamani a Perugia, nella Sala Carsulae di Palazzo Cesaroni.

Si è trattato di un primo confronto che avvia di fatto “un percorso condiviso che porti alla stipula di un 'Patto di consultazione' finalizzato all'elaborazione di un documento programmatico di 'cooperazione rafforzata' sulle tematiche di interesse comune. L'obiettivo è costruire un sistema direlazioni interregionali in un 'Appennino che unisce e non separi'”.
Nel corso della riunione, oltre ai temi da porre all'ordine del giorno sono state anche individuate modalità e tempi del percorso istituzionale da seguire da qui al 2017. Prossimo appuntamento entro il mese di settembre per una riunione congiunta degli Uffici di Presidenza delle tre Assemblee legislative per approfondire i contenuti del programma concordato nella riunione odierna.
Il passaggio successivo riguarda la presentazione di una mozione comune da proporre alla discussione delle rispettive Aule entro il mese di ottobre.
Dopo questo primo passaggio politico-istituzionale, saranno commissioni congiunte che affronteranno le singole tematiche individuate, i cui esiti saranno poi discussi in una riunione plenaria delle tre Assemblee da tenere entro il 2017.

“In questo primo incontro – ha detto la presidente Porzi - abbiamo avviato un percorso che porterà alla stipula di un 'Patto di consultazione' attraverso un serio, partecipato e consapevole processo di confronto, all'interno e tra le Assemblee legislative, ponendo l'attenzione su quella che abbiamo definito 'cooperazione rafforzata' sulle tematiche di interesse regionale, con specifico riferimento alle competenze degli organi legislativi, nell'ambito della programmazione interregionale. Abbiamo ribadito – ha aggiunto - il ruolo importante che dovranno giocare le nostre Assemblee nell'attuazione di un percorso comune che, per quanto ci riguarda, dovrà tener conto anche delle ragionevoli istanze che provengono dall'Alto Lazio con cui sussistono storicamente modalità di interscambio a vari livelli, che ben giustificherebbero e renderebbero efficace una seria programmazione integrata. Aldilà della questione riguardante la realizzazione di un nuovo assetto macroregionale – ha concluso Porzi - che richiederà tempi lunghi, ritengo che il valore primario da assegnare a questa nostra prima iniziativa sia costituito dalla grande occasione che abbiamo, da oggi, di contribuire alla crescita e allo sviluppo comune ed
equilibrato dei nostri territori”. RED/tb
 

18 luglio 2016

 Le policies adottate dal motore di ricerca Google in fatto di indicizzazioni porta alla situazione che qui Vi rappresento...

Vengono evidenziati quattro topics, tra cui l'intervista "l'addio di Trancassini", intervista datata 2012.

Mi giunge voce che questo articolo, come scrivono quelli bravi, "è tornato dopo quattro anni agli onori delle cronache".

Non ci trovo nulla di strano.

Tutto il materiale prodotto da www.leonessa.org rimarrà nella sua stesura originale  a disposizione dei nostri affezionati Lettori almeno fino a quando esisteranno queste pagine.

Chiunque (ci mancherebbe) ha il diritto di esprimere la propria opinione, favorevole o contraria che sia.

Purtroppo ho la sensazione che qualcuno, per confutare le proprie rispettabili tesi, si nasconda dietro accounts fittizzi.

Peccato.

Non Vi nascondo invece la mia  profonda gratitudine nei confronti di tutti gli Amici che hanno voluto testimoniarmi, nelle frenetiche giornate del Palio del Velluto 2016, il loro  affetto ed il sincero apprezzamento per www.leonessa.org.

A 16 Anni dalla sua nascita, nonostante l'esplosione dei "socials" le nostre pagine sono ancora nel cuore di moltissimi appassionati Amici di Leonessa.

Nonostante il "novello Bruno Vespa".

Grazie al Signor Walter ed al suo cappuccino !!

Grazie di cuore a Tutti !!!

Felice Vita.

G.B.

 

09 luglio 2016

 

 

08 luglio 2016

L'articolo di Alessandra Lancia qui riportato è datato 7 luglio 2015.

Esattamente un anno fa.

Non è cambiato niente. E la ex Provincia ammette che non ci sono i soldi.

Intanto le altre province accorciano le distanze in vista delle nuove macro regioni.

La Redazione di www.leonessa.org

Pericolo caduta massi, recitano i cartelli della Provincia, ma i jersey posti a chiudere l'accesso sono stati spostati e c'è chi passa a suo rischio e pericolo. E da Leonessa, il sindaco Paolo Trancassini si prepara al blitz per rendere l'apertura ufficiale: «Quella strada ha un solo problema: la definizione, ”panoramica”. In realtà è molto di più: è un collegamento decisivo per Terminillo e per Leonessa, dìestate la nostra economia vive di questo. Non può rimanere chiusa: per questo domani (oggi per chi legge, ndr) farò un sopralluogo con il personale dell'ufficio tecnico e dei vigili urbani, vedremo quello che c'è da fare e siccome insiste sul Comune di Leonessa la riapriremo, salvo addebitare le spese di pulizia e di sistemazione alla Provincia».

Provincia che da mesi è sotto il fuoco di perizie incrociate che rimandano alla estrema pericolosità della strada: La relazione geologica che accompagna il progetto Terminillo stazione montana mette nero su bianco le criticità di quella strada, quale luogo di caduta massi - dice il presidente Giuseppe Rinaldi - Stiamo cercando di capire se tecnicamente si può riaprire ma ho forti resistenze da parte dei tecnici». «La verità è che si sono incartati e la burocrazia ha preso il sopravvento sulla politica - dice Trancassini - La situazione della Vallonina di quest'anno è la stessa degli ultimi 100 anni. In più c'è solo una relazione geologica che parla di zona in frana, mentre la relazione allegata al progetto Tsm parla di caduta massi. Era l'alibi che la Provincia cercava per non assumersi la responsabilità di riaprire la strada. Noi crediamo che con le accortezze che vengono usate ovunque in montagna, quella strada vada riaperta e subito. Faremo di tutto per farlo».

Sono anni che sulla Vallonina va in scena il braccio di ferro tra il Comune e la Provincia: «Avevamo chiesto di darcela in gestione ma non c'è stato verso. Allora abbiamo chiesto di girarci i soldi o il personale dedicato alla strada: serviva qualcuno che si assumesse la responsabilità di aprirla? Il Comune di Leonessa era pronto a farlo, ma anche su questo ci è stato risposto picche e qui ci vedo invece lo zampino della politica. Domani saliamo a fare un sopralluogo e poi decideremo di conseguenza». La Provincia è avvisata.

 

08 luglio 2016

Quadrilatero: inaugurazione giovedì 28 luglio con il Presidente del Consiglio Renzi

(Su Gentile concessione Agenzia Umbra Notizie)

 - Perugia, 8 lug. 016 - Sarà inaugurato il prossimo giovedì 28 luglio il sistema viario della Quadrilatero, alla presenza del Presidente del Consiglio dei Ministri, Matteo Renzi. È quanto annuncia Palazzo Donini, sottolineando la grande rilevanza di questo avvenimento.

  Si tratta di opere molto attese dalle comunità umbre e marchigiane, la cui apertura segnerà il definitivo superamento dell’isolamento decennale della nostra regione dalle grandi direttrici di comunicazione.

  Grazie al nuovo sistema viario delle opere della Quadrilatero l’Umbria sarà collegata direttamente con il corridoio adriatico ed in particolare i due capoluoghi di regione, Perugia ed Ancona, potranno contare su un collegamento diretto.

  A Palazzo Donini si sottolinea, inoltre, come l'inaugurazione di queste opere va accolta con particolare soddisfazione in quanto la  Regione, insieme anche agli enti locali interessati, in questi anni ha perseguito con forza il raggiungimento di questo obiettivo, e che fondamentale, per la conclusione dei lavori, è stata altresì sia l’accelerazione impressa dall’attuale Governo, e dalla nuova “governance” di Anas, ma anche la positiva e intensa collaborazione tra le istituzioni regionali, gli enti locali, il Governo e l'Anas.

  Queste fondamentali infrastrutture viarie renderanno assai più agevole e veloce il collegamento dell’Umbria con le Marche e di ciò beneficeranno non solo le aree interne e più prossime alle due strade, ma più complessivamente le due intere regioni che potranno contare su collegamenti trasversali funzionali e moderni. Il tutto al servizio sia delle popolazioni, che delle imprese, dell’economia in generale e del turismo.

 

07 luglio 2016

07 luglio 2016

Comunicato Stampa

 Dati turistici in Valnerina: incremento medio del 5% su arrivi e presenze. Cascia supera l’8%  

Solo numeri positivi per i primi cinque mesi del 2016, nei quali la Valnerina ha continuato inesorabilmente la sua crescita in termini di dati turistici. Questo rivelano le statistiche del Servizio Turistico della Valnerina, le quali mostrano chiaramente la consistente natura dell’incremento registrato da gennaio a maggio, in tutti i comuni della Valle del Fiume Nera. Rispetto allo stesso periodo del 2015, infatti, il cuore verde più pulsante dell’Umbria ha fatto registrare un 5% complessivo in più, in termini di arrivi e presenze totali. Un trend ottimo che migliora i suoi risultati rispetto all’anno precedente, che pure si era chiuso in deciso aumento. Guardando ai settori delle strutture ricettive, è interessante vedere come le crescite si rivelino soprattutto nell’alberghiero, con dall’altra parte il settore extra alberghiero che si è stabilizzato. I dati mostrano ancora una volta come incida positivamente sul tessuto turistico la formula del turismo organizzato, che, senza tralasciare coppie e famiglie, rappresenta il valore aggiunto di questa parte dell’Umbria. A livello comprensoriale, andando nel dettaglio dei diversi comuni, particolarmente significativa è la crescita di Cascia, la città di Santa Rita che, dopo aver segnato la storia quest’anno con i Festeggiamenti Ritiani i quali hanno richiamato una moltitudine di visitatori, chiude i primi cinque mesi del 2016 con oltre l’8%  in più di presenze turistiche nel settore ricettivo, rispetto allo stesso periodo del 2015. Sulla media del 5% generale Norcia, seguita da Preci e Scheggino, con tutti gli altri comuni, Monteleone di Spoleto, Vallo di Nera, Cerreto di Spoleto, Sant’Anatolia di Narco e Poggiodomo, che confermano il trend positivo registrato già lo scorso anno e in incremento rispetto al 2015. Sempre rilevante anche il dato specifico sulla provenienza dei flussi turistici, che conferma la crescita maggiore per gli stessi turisti italiani. Nel dettaglio, continua ad essere esponenziale la posizione della Regione Lazio che si pone sul podio. Seguono la Puglia, la Campania, la Lombardia, la Sicilia e la Toscana. Ottimo anche il dato di arrivi e presenze dall’Umbria. All’interno del flusso proveniente dall’estero, invece, ai primi posti spiccano Regno Unito, Germania e Francia. Ma i turisti in Valnerina arrivano anche da Polonia, Stati Uniti d’America e Russia. In conclusione, le ottime speranze riposte a fine 2015 sul nuovo anno non sono state disattese e il sostanziale incremento ne è la prova, tanto più se si considera che, soprattutto quest’anno, il flusso non si è interrotto nei mesi invernali, complice l’influsso del Giubileo, l’inverno clemente e il lavoro di promozione portato avanti da tutti i soggetti operanti nella Valle, dai privati al pubblico, passando dalle associazioni.

  

Servizio Turistico Associato

Sede operativa: Via G. da Chiavano, 2 – 06043 Cascia (PG) Tel. 0743/71401 – Fax 0743/76360

Sede Legale: P.zza A. Moro, 1 -  06043 Cascia (PG)

P. Iva 00472360544 – C.F. 84002410540

www.lavalnerina.it    info@lavalnerina.it

 

15 Giugno 2016

Firmato protocollo umbria marche e toscana; cooperazione su sanità, sostegno alle imprese, promozione, ufficio unico Bruxelles

(aun) – Bruxelles, 15 giù. 016 – “Con questo atto diamo avvio ad un percorso comune che, utilizzando le norme di legge già in vigore, ci consentirà come Regioni di lavorare meglio in materie come sanità e welfare, processi di internazionalizzazione delle imprese, occupazione giovanile, e altre ancora, e di promuovere anche un 'brand' che sappia valorizzare ciò che accomuna le nostre tre Regioni”. È quanto ha affermato la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, in occasione della firma del protocollo d'intesa tra le Regioni Umbria, Marche e Toscana - avvenuta quest'oggi a Bruxelles, presso la sede comune delle tre Regioni - con i colleghi presidenti della Marche, Luca Ceriscioli, e della Toscana, Enrico Rossi.

    “Vogliamo metterci all'opera subito - ha aggiunto Marini - anche per ciò che riguarda la nostra pubblica amministrazione per razionalizzare, semplificare e rendere più efficienti i servizi per i cittadini e per le imprese. È questa la sfida che con questo protocollo vogliamo lanciare. Significativa, inoltre, la sede che abbiamo scelto per questa firma: gli uffici comuni che già da anni abbiamo qui a Bruxelles e che presto saranno unificati in un unico servizio. È proprio l'Europa, infatti, l'interlocutore più importante per le politiche di sviluppo e coesione che le Regioni sono chiamate a realizzare grazie alle risorse comunitarie".

     “Un passo in avanti molto importante” ha definito il protocollo d'intesa il presidente della Toscana Rossi, il quale ha ribadito come con questa scelta le tre Regioni “se ci mettiamo insieme possiamo realizzare servizi migliori per i nostri cittadini”. Per Rossi, inoltre, “sono molte le caratteristiche che da secoli accomunano queste tre Regioni”.

     Sulla carica “innovativa” del protocollo si è soffermato il presidente della Marche Ceriscioli, ricordando che la stessa Conferenza delle Regioni italiane “ha avviato un percorso ed un confronto per il ridisegno istituzionale dell'assetto regionalista dello Stato. Con questo atto noi abbiamo voluto mettere in moto un cammino virtuoso per il raggiungimento di obiettivi concreti e immediati, ma che nel suo insieme guarda anche al futuro e a ciò che potrà essere il nuovo assetto dello Stato”.

    Quanto al merito delle scelte contenute nel protocollo d'intesa si va dalla riduzione da tre ad un unico servizio a Bruxelles, alla istituzione di una centrale unica per gli acquisti in sanità (ma anche in altri settori), alla definizione di progetti comuni nel campo delle relazioni e della cooperazione internazionale, si prevedono iniziative comuni di promozione del “brand” delle tre Regioni in relazione ai “comuni e condivisi caratteri distintivi dell’identità regionale”, e si prevedono anche la definizione di “modelli unici” sia per le azioni di incentivazione per le imprese, sia per la promozione ed il sostengo dell’occupazione giovanile. Altro impegno è quello di individuare elementi comuni “transfrontalieri” nell’ambito delle strategie per le “aree interne” e, infine, c’è anche la comune volontà di definire le modalità per la realizzazione congiunta di una o più centrali uniche per l’attuazione del numero unico europeo di emergenza 112.   L’accordo prevede che i tre presidenti si riuniscano, anche insieme ai rispettivi assessori, per concordare linee di azione comuni e progetti di collaborazione, e stabilisce, inoltre, che le Giunte regionali effettueranno incontri periodici a cadenza almeno semestrale per approvare i programmi e monitorarne la realizzazione. Si istituiscono, infine, gruppi tecnici di lavoro interregionali negli ambiti previsti dal “protocollo”.

 

13 Giugno 2016

Provincia di Rieti: Il presidente Rinaldi risponde alla lettera di Gianfranco Paris

 

"In merito alla lettera aperta di Gianfranco Paris, mi preme sottolineare alcune questioni che credo, a causa della necessaria sinteticità del mio intervento al convegno di Accumoli, non sono state da me spiegate a sufficienza.
Come prima cosa non ho mai detto e non penso che basti cambiare il nome da Provincia di Rieti ad Area Vasta per risolvere i nostri annosi problemi. Anzi, mi sono richiamato proprio a quei problemi per dimostrare che ieri Provincia, oggi Area Vasta, le nostre difficoltà permangono ed anzi aumentano. Lungi da me pertanto pensare che un cambio di nome potesse risolvere i tanti problemi che avevamo ieri ed abbiamo ancor di più oggi senza poteri e con le risorse umane ed economiche dimezzate!
Sostengo invece, in tutte le sedi nelle quali intervengo sull'argomento, che oggi il legislatore regionale ha una grande opportunità; quella di ridisegnare l'assetto dei nostri territori, partendo proprio dall'esigenza di rimodulazione delle vecchie Province e dell'Area della Città Metropolitana di Roma. Convinto, infatti, che i nostri problemi di piccola Provincia si siano amplificati oggi alla luce della incompiuta riforma della legge 56 del 2014, ritengo che la Regione, anche in un ottica di confronto e collaborazione con il Governo e le altre Regioni del Centro Italia, abbia la possibilità di svolgere un ruolo costituente, capace di dare un nuovo volto all'assetto istituzionale dei nostri territori. Infatti proprio la nostra Regione, anche alla luce dell'istituzione della Città Metropolitana di Roma ha il difficile ma indispensabile compito di ripensare profondamente il suo assetto. Questo ripensamento, a mio parere, deve passare anche attraverso un nuovo disegno dei confini dell'area metropolitana. E' una vecchia questione questa che implica la disaggregazione dell'ex Provincia di Roma ed il disegno di una nuova area vasta che inglobi tutta la Provincia di Rieti e vi includa anche la Sabina Romana o altri pezzi della Provincia di Roma, già confinanti con i nostri territori.
Quindi nessun totem e men che mai nessuna semplice operazione di cambio di nome. Semmai una profonda ed incisiva azione di ridisegno istituzionale che insieme alla Regione i nostri territori devono costruire. E ben venga che questo discorso rientri in quello più ampio sulla macro regione del centro Italia
Nessuna preclusione da parte mia, ma solo il tentativo di spiegare che con operazioni isolate non si va da nessuna parte.
Non mi sembra che tutto questo denoti contraddizioni e proprio perché, invece, voglio uscire da questo drammatico cul de sac che oggi vivo in prima persona, con responsabilità anche personali e senza più mezzi per rispondere adeguatamente neanche ai compiti di un legislatore nazionale un po' frettoloso, colgo nuovamente l'occasione per lanciare un appello alla Regione Lazio, affinché raccolga l'istanza che proviene dai nostri territori e faccia fino in fondo il suo compito di legislatore, confrontandosi con i Comuni reatini ed anche con le Regioni vicine.
Questo ribadisco oggi in risposta alla lettera dell'avvocato Paris, ma questo ho già detto e verbalizzato in Consiglio Provinciale e nelle competenti commissioni consiliari regionali e nelle altre sedi di confronto istituzionale nelle quali sono stato chiamato a dire la mia , sia come Presidente della Provincia di Rieti che in qualità di Presidente dell'Unione delle Province del Lazio".

Dichiara il presidente della Provincia di Rieti, Giuseppe Rinaldi.

12 Giugno 2016

AREA VASTA E MACROREGIONI

Lettera aperta a Giuseppe Rinaldi, presidente della ex provincia di Rieti

Ho ascoltato con molta attenzione, sempre grazie alla benemerita MEP Radio Organizzazione, l’intervento del collega Giuseppe Rinaldi al convegno di Accumoli sulla politica della montagna. Nel ringraziarlo della benevola citazione della mia modesta persona diretta a rendere manifesta la sua non ostilità nei miei riguardi per quanto vado sostenendo in relazione alla prossima istituzione delle macroregioni, approfitto dell’occasione per precisare ancor meglio il mio pensiero in proposito.

Rinaldi da tempo va sostenendo che la provincia di Rieti, dopo la soppressione dell’ente provincia, deve rimanere unita. Basta cambiare il nome da Provincia ad Area Vasta, come nel caso delle famose insegne dei Sali e Tabacchi.

Egli attraverso i suoi interventi dimostra di avere chiare le idee sul perché, durante i settanta anni della sua vita, la Provincia di Rieti, anziché migliorare le condizioni del suo territorio e dei suoi abitanti, le ha peggiorate.

Lo dice apertamente quando elenca tutti i difetti e le cose che si sarebbero dovute fare, ma che non si sono fatte. Sono tutte cose vere e non capisco come egli possa pensare che oggi, senza un mutamento profondo della gestione amministrativa del nostro territorio ma restando solo uniti, si possa risalire la china, e quando afferma che una provincia, nata per compiacere gli agrari reatini amici del duce nel 1927 mettendo insieme un pezzo di Abruzzo, di Umbria e di ex Patrimonio di San Pietro, non si sia mai realmente amalgamata.

Uno dei motivi principali che hanno impedito lo sviluppo del nostro territorio, specie dopo la nascita della repubblica italiana, è la sua disomogeneità rispetto alle esigenze della metropoli romana. L’appartenenza della provincia di Rieti al Lazio, specie dopo la nascita delle Regioni a statuto ordinario, ha reso ancor più grave questa disomogeneità creando un profondo squilibrio economico. Io c’ero nel 1970 quando nacque la Regione Lazio, ero un dirigente politico regionale del P.R.I. di Ugo La Malfa. 

Pubblicai in quell’epoca una serie di articoli sulla Voce Repubblicana, che possono essere rispolverati dalla collezione in biblioteca, nei quali avvertivo che quella era l’occasione storica che capitava alla nuova classe politica regionale per eliminare quegli squilibri territoriali che si erano già accentuati a causa della politica insufficiente dello stato centrale nei riguardi delle zone periferiche.

La Regione, che avrebbe dovuto essere più vicina ai cittadini, avrebbe sostituito lo Stato lontano e avrebbe dovuto produrre quei benefici effetti che erano mancati finora all’appello.

Questa politica, caro Rinaldi, la Regione Lazio non l’ha mai messa in atto perché hanno prevalso gli interessi della megalopoli romana che ha assorbito quasi tutte le risorse a disposizione dal 1970 ad oggi. E a nulla sono valsi gli sporadici interventi a pioggia distribuiti nel nostro territorio, spesso legati ad esigenze di sottogoverno, che non hanno provocato nessun beneficio concreto, ma solo   arricchito i pochi beneficiati dai relativi progetti e appalti.

Tu queste cose le sai bene perché sei stato sindaco di Poggio Mirteto per dieci anni, assessore alla provincia più o meno per lo stesso tempo ed ora presidente di una provincia che non c’è più da tempo perché non ci sono più le condizioni per la sua esistenza.

Ora Tu pensi che la rinascita possa avvenire solo cambiando le insegne, come nel caso dei Sali e Tabacchi di savoiarda memoria, cioè cambiando il nome dell’ente locale Provincia e chiamandolo Area vasta, alla condizione indispensabile di rimanere uniti nello stesso territorio del 1927, anno della sua istituzione.

Per Te il termine Area vasta è una specie di Totem, un “deus ex machina” risolutore di natura fideististica perché neanche Tu sai che cosa sarà questa Area vasta, come non lo sa nessuno di quelli che hanno scritto questa espressione nel testo di legge di riforma costituzionale.

Un giorno ho ascoltato ad un convegno a Terni una di coloro che hanno collaborato alla stesura di quella legge che non sapeva nemmeno Lei di che si trattasse in realtà, o comunque non lo sapeva spiegare perché ricorreva sempre ad espressioni generiche e possibiliste. 

Il problema, caro Rinaldi, non è quello di tenere in vita il territorio ad ogni costo, ma è quello di riequilibrare il territorio della Sabina in armonia con i territori limitrofi che hanno le stesse caratteristiche economiche e sociali. Diventando Area vasta e dipendendo dall’Area metropolitana di Roma si va esattamente nella direzione opposta. 

Io capisco che i paesi della Bassa Sabina, nelle condizioni odierne, si sentano più attratti da Roma, di cui sono diventati loro malgrado periferia, che da una possibile regione centrale appenninica di cui facciano parte l’attuale Umbria. la Toscana, Viterbo e Rieti.

So anche che la Regione Lazio, se vince il SI al referendum,  pensa a due aggregazioni di comuni per la ex provincia di Rieti. Una per la Bassa Sabina con epicentro Poggio Mirteto ed una per l’Alta Sabina con epicentro Rieti.

Se per la Bassa Sabina entrare a far parte delle borgate romane può essere accettato essendo ormai diventata una zona di residenza che poggia la sua economia sull’Area Metropolitana di Roma, l’Alta Sabina non può accettare di diventare area di borgatari. Tutta la zona appenninica della Sabina non ha niente da spartire con l’economia romana, ha bisogno di essere inserita in una politica di sviluppo omogenea ai territori di nord-ovest che guardano all’Umbria e alla Tuscia e che sono i suoi naturali partner di sviluppo.

Pensarla inserita in un’Area vasta che guarda solo a Roma e da essa dipenda per il suo sviluppo economico significa dare il colpo di grazia definitivo al suo futuro e ridurla a luogo di residenza di pensionati e di benestanti, come purtroppo è già quasi diventata.

C’è nel Tuo pensiero una profonda contraddizione tra quel che dici nei Tuoi interventi e le conclusioni che ne ricavi.

Se riconosci che gli abitanti della ex provincia di Rieti non si sono mai amalgamati, e questo è stato certamente un elemento di grave ostacolo allo sviluppo, non puoi sostenere che dobbiamo rimanere uniti ad ogni costo, pena il cataclisma. Così facendo non usciremo mai dal “cul de sac" nel quale siamo stati infilati da una politica scriteriata.

Con immutata stima.

Avv. Gianfranco Paris

 

8 Giugno 2016

Il Sindaco Stirati : integrazione territoriale Umbria-Marche una grande occasione di ripresa e di sviluppo

Umbria, Marche e Toscana firmano un protocollo d'intesa a Bruxelles

(Acs) Perugia, 8 giugno 2016 - “Mentre la presidente della Giunta regionale, Catiuscia Marini, è a Bruxelles per svendere l'Umbria alla Toscana, il nostro territorio reclama attenzione. La morte annunciata della Polizia provinciale è solo l'ennesimo fallimento in capo alla giunta Marini e si aggiunge alla lunga lista della sanità, dei trasporti e delle
infrastrutture”. Così i consiglieri regionali Lega Nord, Valerio Mancini e Emanuele Fiorini, commentano l'audizione in Prima commissione (http://goo.gl/CQgUF4) dei comandanti della Polizia provinciale di Perugia, Michele Fiscella, e di Terni, Mario Borghi.

“In ottica di macroregione - spiegano i due consiglieri regionali - la prossima settimana a Perugia ci sarà un pranzo di lavoro tra i presidenti delle tre Assemblee regionali. Nel frattempo però a Perugia e a Terni abbiamo una Polizia provinciale sensibilmente ridimensionata nell'organico e nel servizio e a rimetterci sono sempre i cittadini. Il mancato interesse di questa Giunta alla questione è riscontrabile anche nel fatto che l'argomento non è stato affrontato in Aula. Abbiamo sempre sostenuto che la riforma con
la quale Matteo Renzi prometteva di chiudere le Provincie era una bufala, si passa con troppa facilità sopra alle persone: oggi, purtroppo, in Commissione c'è stata esposta una cruda realtà e auspichiamo non sia tardi per intervenire”.

Fiorini e Mancini rimarcano che “quello della Polizia provinciale è un patrimonio da salvaguardare: si tratta di personale altamente qualificato da impiegare in ruoli importanti in termini di sicurezza e controllo, a partire dall'ambiente. Allo stesso modo lasciare senza vigilanza il settore venatorio è una follia che poteva venire in mente solo all'assessore Fernanda Cecchini, perché sono ben 28 mila le licenze di caccia rilasciate. Tanti problemi che si potevano tradurre in un risparmio reale, invece con la riforma Delrio una minore spesa in Provincia diventa una maggiore in Regione.
Continueremo a batterci – concludono - per una Regione forte che non perda la propria identità, che sia a fianco dei cittadini e non succube degli interessi di Renzi e del Pd”.
 

(Su gentile concessione CRUMBRIA- NEWS)

6 Giugno 2016

http://www.umbriadomani.it/l-opinione/dis-corsivo-umbria-la-visione-dei-confini-93209/

http://www.umbriadomani.it/politica-umbria/macroregioni-il-trasimeno-si-organizza-e-studia-le-strategie-per-aggregare-turismo-e-infrastrutture-92485/

29 Maggio 2016

Mercoledì scorso numerosi produttori della “Patata di Leonessa” hanno dato vita all’associazione “Produttori patata di Leonessa” con il fine di ottenere il riconoscimento del marchio IGP, marchio di provenienza inteso come tratto d’istintivo sul mercato. 

Il coordinamento dirigente di Rieti della Confederazione Italiana Agricoltori ritiene questo percorso di strategica importanza e lo supporta sin dalla sua nascita; qualità, valorizzazione del territorio ed aggregazione dell’offerta, sono la chiave di volta affinché l’agricoltura, specie quella di montagna, possa uscire vincente da una congiuntura di mercato che sta mettendo in ginocchio l’intero settore. 

Soddisfazione espressa anche dal Sindaco di Leonessa Paolo Trancassini: «in pochissimo tempo, dopo l’approvazione della DE.CO. un altro importante passo in avanti verso la tutela e la valorizzazione del nostro prodotto. Il lavoro sin qui svolto dalla CIA dal Comune, dalla Proloco di Leonessa, dai coltivatori è solo all’inizio ma ha già permesso di raggiungere risultanti importanti, ieri ritenuti impensabili. Bene così: un bellissimo segnale, bellissimi obiettivi che insieme certamente raggiungeremo». 

Un augurio di buon lavoro al Presidente all’associazione Assunta Vannimartini, ai componenti del Consiglio di amministrazione: Antonio Lucci Cordisco, Ivan Cordisco, Tiziana Aluffi, Otello Santucci ed alla segretaria Roberta Maccaroni. 

(Su gentile concessione della Redazione de "www.ilgiornaledirieti.it")

 

29 Maggio 2016

 

Mercoledi 1 giugno, al termine della recita dei bambini dell'asilo, il sindaco, Paolo Trancassini distribuirà ai ragazzi delle elementari e delle medie due quaderni che recano in copertina l'immagine e la storia di Costantino Palmieri, nostro Concittadino decorato di medaglia d'oro al valor militare durante la Prima guerra mondiale.

La significativa iniziativa, finanziata personalmente dal nostro Sindaco, ha come scopo primario ricordare un Eroe Leonessano che ha sacrificato la sua vita per un bene piu alto.

La Patria.

Grazie di cuore  ad Alberto Palmieri che ci ha donato la copia originale di questo quaderno, alla casa editrice Puntidivista che ha curato nel migliore dei modi la realizzazione dei quaderni.

Nella speranza che l'esempio di Costantino Palmieri serva da monito per i nostri Ragazzi.

Leonessa, Casa Comunale, 29 maggio 2016.

 

26 Maggio 2016

Siamo assolutamente convinti che il Consigliere Regionale Umbro Donatella Porzi sia stata animata solamente dalla proverbiale disponibilità che guida da sempre la stragrande maggioranza dei politici italiani.

Ma essere nello stesso momento in due posti differenti...

La Redazione di www.leonessa.org

 

23 Maggio 2016

riforme: marini, con il futuro senato una fase nuova per regioni ed enti locali

(aun) - Roma, 23 mag. 016 – “Dopo il referendum sulla riforma della Costituzione, che mi auguro abbia un esito positivo, si aprirà una nuova fase nella vita delle autonomie locali e delle Regioni”, lo ha detto Catiuscia Marini, presidente della Regione Umbria, intervenendo al convegno per il centenario di Legautonomie, dove ha portato i saluti del Presidente Stefano Bonaccini e dove è intervenuta in rappresentanza della Conferenza delle Regioni.

“All’orizzonte oggi c’è il tema importante di come affrontare in modo dinamico la dimensione degli interessi da rappresentare, ovvero l’esigenza di coniugare le ragioni territoriali con l’interesse nazionale. Penso ad esempio al servizio sanitario nazionale e ai livelli essenziali di assistenza o alla tutela dell’ambiente e del paesaggio dove troppo spesso si è realizzata una diseguaglianza delle opportunità. Sotto questo profilo – ha ricordato la presidente Marini – il futuro Senato, con i Sindaci e i rappresentanti delle Regioni - potrà rappresentare senz’altro una opportunità ed anche una sfida per una reale integrazione dinamica dei diversi livelli di governo”.

"Rispetto alle riforme degli anni Novanta e Duemila – ha spiegato Marini - se c'era un elemento zoppo era proprio l'assenza di un Senato delle autonomie: un luogo in cui trovasse sede il confronto fra i principi dell’unità e del decentramento. Un ruolo che è stato poi affidato alla Corte Costituzionale perché le leggi delle Regioni e dello Stato sono state oggetto di continui ricorsi.

Si apre invece ora la fase di un nuovo confronto tra Regioni e Comuni sul nuovo titolo V e sul Senato federale. Quest’ultimo dovrà diventare il luogo della politica in cui le Regioni e gli enti locali saranno chiamati non solo a partecipare alla fase legislativa sui provvedimenti che li riguardano, ma in cui dovranno anche valutare l’impatto delle politiche pubbliche nazionali, ed anche europee, sui territori.

Forse in passato abbiamo lavorato troppo ‘divisi’: Comuni con i Comuni, Province con le Province, Regioni con le Regioni. Oggi abbiamo bisogno di condividere un percorso che è quello di una visone comune, di un ‘progetto paese’. E sotto questo profilo sono certa che la Conferenza delle Regioni, come ha già fatto in passato, non mancherà di fornire il proprio contributo propositivo”.

Rispetto poi al futuro assetto delle Regioni, Marini ha sottolineato come, “più che alle dimensioni, occorra puntare sull'aggregazione di competenze e sull’esercizio unitario di alcune funzioni”. Per fare un esempio "le tre Regioni dell'Italia centrale - ha concluso la presidente dell’Umbria - - hanno messo insieme capacità, competenze amministrative e istituzionali per favorire la semplificazione e l'efficienza nei campi della sanità, dell'export, dell'innovazione. Per offrire insomma servizi migliori a imprese e cittadini”.

 

20 Maggio 2016

L'intesa sottoscritta oggi tra il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, e il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, rappresenta un "importante lavoro di squadra", come definito dallo stesso Zingaretti, che in nove mesi ha consentito di sbloccare un miliardo e 407 milioni di euro per opere strategiche, infrastrutture viarie e ferroviarie, risanamento idrico-ambientale e difesa del suolo, edilizia sanitaria e altri interventi nevralgici per migliorare la competitività e la sostenibilità del Lazio.

Il totale dei nuovi investimenti per le opere pubbliche del Lazio è però di 2 miliardi e 230 milioni di euro: 1 miliardo e 407 mln di euro frutto dell'Intesa Governo-Regione e 823 mln di interventi già programmati con altri fondi. I nuovi investimenti per le opere pubbliche del Lazio derivano da quattro fonti principali di finanziamento: Fondo di Sviluppo e coesione, finanziamenti edilizia sanitaria ex art. 20, finanziamenti ministero Infrastrutture più risorse stanziate da RFI, fondi regionali.

Per quanto riguarda le opere strategiche, i fondi saranno così suddivisi: 180 mln per la Ferrovia Roma-Lido con interventi per la modernizzazione della linea; 154 mln per le Ferrovia Roma-Viterbo con interventi per il rifacimento della ferrovia ex concessa; 39 mln per il Nodo ferroviario Pigneto; 485,5 mln per il completamento della Superstrada Orte-Civitavecchia con interventi per il completamento di un'arteria fondamentale per la mobilità delle persone e delle merci dall'Autostrada del Sole, principale arteria di collegamento viario Nord-Sud del Paese, verso il porto di Civitavecchia. Una vera e propria trasversale che consente di evitare ai mezzi su gomma di raggiungere l'A1 da Civitavecchia, e viceversa, passando per il nodo autostradale della Capitale ed in particolare sul GRA; 112 milioni per il proseguimento dei lavori della linea C della Metropolitana di Roma.

Ci sono poi 23 milioni di euro per 96 interventi sulla rete viaria del Lazio gestita da Astral S.p.A. Tra i principali interventi: Provincia di Roma: SR 207 Nettunense - SR 6 Casilina - SR 5 Tiburtina; Provincia di Frosinone: SSV Sora-Cassino - SS 214 Maria e Isola Casamari; Provincia di Latina: SR 148 Pontina - SR 630 Formia-Cassino; Provincia di Rieti: SR 471 Leonessa - SR 578 Salto Cicolana; Provincia di Viterbo: 12 cantieri nei Comuni. Per quanto riguarda le reti territoriali e gli ospedali, l'obiettivo è quello di renderli più moderni ed efficienti con 251 milioni per 87 cantieri.

Tra gli interventi più significativi: Ristrutturazione di tutti i reparti maternità del Lazio; Rifacimento intera rete consultori; Lavori al Policlinico Umberto I; Nuovo Ospedale dei Castelli. Nel campo della cura delle acque e dell'ambiente sono previsti: 16 mln per i Dearsenificatori per i Comuni della Provincia di Viterbo; 16,5 mln per la bonifica della Valle del Sacco; 9,6 mln per la depurazione delle acque Fiumaretta e Civita Castellana; 1,4 mln per il risanamento idrico-ambientale nel Comune di Ardea; 22,8 mln per l'autonomia idrica a Ponza e Ventotene.

Sono previsti anche altri interventi per circa 100 milioni di euro e il potenziamento della rete ferroviaria regionale con fondi stanziati da Rfi: 367 milioni di euro per le tecnologie più rifacimento 81 stazioni più interventi sulla rete ed in particolare sulla linea Ciampino-Albano-Frascati-Velletri, raddoppio della linea Campoleone-Aprilia, completamento del raddoppio della linea Lunghezza-Guidonia, progetto di chiusura dell'anello ferroviario di Roma, progetto del raddoppio della linea da Cesano a Bracciano (Vigna di Valle).

Tra i cantieri già programmati con altri fondi verranno investiti 823 milioni di euro (derivanti da Fondo Sviluppo e Coesione, POR-FESR, PSR-FEASR, fondi regionali), così suddivisi: 21 mln per le Case della Salute; 196 mln per la lotta al rischio idrogeologico; 190 mln per la Banda ultra larga; 59 mln per l'efficientamento energetico degli edifici pubblici; 151 mln per la mobilità sostenibile dell'area metropolitana di Roma; 156 mln per le opere di valorizzazione del patrimonio culturale; 50 mln per le aree produttive ecologicamente attrezzate.

(Su gentile concessione della Redazione www.ilgiornaledirieti.it)

 

19 Maggio 2016

Domani e dopodomani, venerdì 20 e sabato 21 maggio, si terrà a Jesi (An), presso l'Hotel Federico II, la seconda 'Conferenza interregionale sulla sanità', promossa dai presidenti delle commissioni Sanità e Sociale delle Regioni Umbria, Marche e Toscana, rispettivamente Attilio Solinas, Fabrizio Volpini e Stefano Scaramelli. Il tema è: “Strategie assistenziali per la non autosufficienza”.

(Acs) Perugia, 19 maggio 2016 - “Il percorso di collaborazione scientifica e organizzativa in materia di sanità tra Umbria e Marche, con la graditissima e proficua aggiunta della Toscana, prosegue nella seconda 'Conferenza interregionale sulla non autosufficienza', che si terrà domani, venerdì 20 maggio e si concluderà nella mattinata di sabato 21 a Jesi (An)”: lo ricorda il presidente della Commissione Sanità e Servizi sociali dell'Assemblea legislativa dell'Umbria, Attilio Solinas.

“Anche questa volta – spiega Solinas - si confronteranno dirigenti degli assessorati alla sanità, direttori sanitari e di distretto delle Regioni coinvolte, oltre ai rappresentanti delle associazioni di volontariato e del privato sociale, su temi ulteriori rispetto all'incontro di aprile a Perugia, per condividere competenze ed esperienze in un settore del mondo sanitario e sociale nel quale le istanze e i bisogni dei cittadini più deboli e fragili sono sempre più pressanti, oltre che epidemiologicamente consistenti.
L'obiettivo per il futuro è quello di istituire un gruppo di lavoro interregionale per condividere obiettivi e costruire percorsi assistenziali seguendo le linee di indirizzo più moderne ed efficaci nel settore della non autosufficienza, tenendo in debita considerazione la sostenibilità futura dei sistemi assistenziali”.

La conferenza, questa volta incentrata sul tema “Strategie assistenziali per la non autosufficienza”, è promossa e coordinata dai presidenti delle Commissioni consiliari Sanità e Sociale delle tre Regioni: Attilio Solinas per l'Umbria, Fabrizio Volpini per le Marche e Stefano Scaramelli per la Toscana. I lavori inizieranno alle ore 14 di venerdì e termineranno intorno alle ore 12.30 di sabato. PG/


link alla notizia: http://www.consiglio.regione.umbria.it/node/52819
 

18 Maggio 2016

Paolucci: A Roma L’Acqua a Rieti il Contentino

              Accordo Importane ma Insoddisfacente


La Uil di Rieti, sempre in prima linea per la battaglia per il ristorno economico dell’acqua , ritiene importante ma insoddisfacente  tale accordo, con un contributo di  36 milioni in quratto anni  a fronte dei 105 milioni previsti dalla delibera regionale del 2006. Questo è quanto dichiara il segretario della Uil Alberto Paolucci.

 

"Rieti, dà l'acqua a Roma per oltre 500 milioni di euro l'anno e Roma e la Regione Lazio per quasi un secolo  non hanno  restituito niente continua Paolucci della Uil. Nemmeno il "Raddoppio della Salaria" promesso, o la ferrovia diretta o i nuovi treni Rieti-Terni-Roma. Zero assoluto. Anzi, ci tagliano in continuazione i servizi pubblici. Ora Zingaretti, pressato da più parti, propone di chiudere la vertenza ma chiede uno sconto insopportabile del 75%. Ci propongono l'indennizzo "tombale", una sanatoria inaccettabile".

 

Aspettavamo con ansia la nuova convenzione per la gestione dell’interferenza idraulica del sistema acquedotto Peschiera–Le Capore, ma quello che è uscito fuori è un accordo con contentino. Noi reatini dovremmo rinunciare a quasi 80 milioni di euro per fare un piacere alla Regione Lazio e al Comune di Roma? Anche se noi siamo della Uil conclude Paolucci,siamo orgogliosi di aver condotto una battaglia sacrosanta ,anche con il dissenso assoluto di alcuni politici, ci riteniamo insoddisfatti e aspettiamo che  l’autorevolezza dichiarata della classe politica del nostro territorio,trovi con tenacia nell’immediato futuro, soluzione  alle problematiche non più rinviabili dei trasporti, con l’acquisto di almeno 4 coppie di treni per la Rieti-Terni-Roma  e un sufficiente numero di  bus Cotral nuovi .

 La Uil e i cittadini attendono con fiducia.

 

18 Maggio 2016

 

                       COMUNICATO STAMPA

Apprendiamo dell’esultanza della politica reatina per la decisione della Giunta Regionale del Lazio di prevedere 36 milioni di euro per il pregresso e 6 milioni l’anno, a partire dal 2016, quale ristoro ad ATO3 per lo sfruttamento ‘romano’ delle sorgenti Le Capore-Peschiera.

Queste segreterie confederali di CGIL  e CISL  ritengono l’intera operazione semplicemente un bicchiere mezzo vuoto.

La storia, su questo argomento, racconta che dal 1926 il territorio sabino è stato scippato del suo bene più prezioso e che, comunque, si è operato per molti anni nella definizione di scelte che potessero in qualche maniera recare ricadute economiche e strutturali al territorio reatino stesso, mentre, da qualche anno, le cose sono diametralmente mutate, considerata la devastazione economica della provincia di Rieti.

Attesa, quindi, la necessità di un adeguato ristoro economico, vorremmo provare a fare due conti: partendo dal 2006, la Regione Lazio aveva deciso di liquidare al territorio reatino 25 milioni di euro per il ristoro dell’acqua sfruttata per gli anni pregressi e 8 milioni di euro l’anno.

Dunque ad oggi avremmo dovuto percepire un totale di 105 milioni ed invece il saldo è a ZERO.

Proseguiamo nei conti: la Regione Lazio ha deciso ieri di liquidare 36 milioni di euro nei prossimi quattro anni più 6 milioni l’anno a partire dal 2016. Dunque, il totale per i prossimi quattro anni sarebbe di euro 60 milioni; se ci riferissimo soltanto al 2016 il totale sarebbe 15 milioni di euro.

E allora: per che cosa stiamo esultando?

Perché, egregi signori della politica, all’appello, in realtà, mancano 90 milioni di euro se ci riferissimo al 2016 e 45 milioni di euro se guardassimo, invece, al 2020.

Quindi, per le scriventi Segreterie confederali CGIL e CISL  Rieti, il bicchiere è e resta mezzo vuoto e proseguiranno nella loro battaglia per restituire il maltolto al territorio. 

Anche nella considerazione che ad ACEA lo sfruttamento dell’acqua reatina frutta ogni anno circa 600 milioni di euro. 

Cgil Rieti Roma Est Valle dell'Aniene e Cisl Roma Capitale Rieti sono pronte ad aprire un tavolo con la Regione Lazio su una " Vertenza Rieti " in modo concreto e costruttivo senza salti in avanti per visibilità politica o campagna elettorale , affrontando il non piu rinviabile problema dei trasporti e dei pendolari reatini , inoltre affrontare con la Regione il problema delle funzioni e dei servizi ( Agenzia delle entrate , Direzione Provinciale del Lavoro, Tribunale , ecc. della ex Provincia ) come inoltre il tema della Sanità e delle Infrastrutture.

Quella dell’ACQUA e del connesso equo ristoro (nei termini sopra detti) sarà una delle principali rivendicazioni da portare al tavolo regionale che intendiamo aprire per la VERTENZA RIETI, insieme alle altre questioni sul tappeto, Sanità, Trasporti e Infrastrutture in primis.

                      CGIL                                                                             CISL                       

             fto Walter Filippi                                                                fto Paolo Bianchetti          

 

 

16 Maggio 2016

Il Messaggero

Il Corriere di Rieti

 

 

12 Maggio 2016

 

di seguito una dichiarazione del deputato Fabio Melilli in merito alla situazione dell'ufficio periferico reatino di Equitalia:

 
"Non c'è nessun elemento di preoccupazione dalla ristrutturazione in corso delle società e degli uffici di Equitalia. La società sta accorpando le numerose e ridondanti società del gruppo e sta lavorando per migliorare i servizi ai cittadini, aumentando la produttività dei suoi uffici periferici. Non ci sarà nessun accorpamento, nessuna diminuzione delle risorse impegnate e nessuna riduzione dei servizi ai cittadini. Semplicemente gli uffici interni di Rieti esamineranno anche pratiche di Viterbo e viceversa.  A luglio peraltro anche a Rieti partirà un servizio dedicato agli over 65 per consentire risposte più rapide alla popolazione anziana. Sulla vicenda ho ricevuto rassicurazioni dai vertici della società che è impegnata in un difficile lavoro di miglioramento dei rapporti con gli utenti e non certo in una diminuzione della quantità delle prestazioni offerte."
 

12 Maggio 2016

“Rieti, l’Alto Lazio, Leonessa e L’Umbria in visione del riordino degli Enti Locali. Una Macro Regione da costruire a misura di uomo”.

La nostra esigenza, il sentimento che ci ha accomunato ed uniti nella creazione del Comitato Referendario Tutti SiAmo Leonessa, la raccolta delle firme ed il grosso riscontro che abbiamo avuto dai nostri Paesani, ci ha portato a guardarci intorno. Abbiamo visto che non siamo soli. Ci sono ben 13 comuni (Rieti, Labro, Morro Reatino, Colli sul Velino, Cittareale, Accumoli, Greccio, Montebuono, Magliano Sabina, Configni, Cottanello, Vacone e Torri in sabina), oltre al nostro, ad avere vicinanza di confine con l’Umbria. Senza considerare che, prima del 1927, ne facevano praticamente parte.

Oltre a questi Territori, tutta la parte restante del Lazio, una volta che Roma sarà configurata come Città Metropolitana e quindi una Regione a se, sarà “orfana” in cerca della propria “madre” adottiva.

Così, di comune accordo, con gli Amici del “Manifesto di Friozzu” (l’Avv.Gianfranco Paris di Mondo Sabino, Massimo Spadoni di MEP-Radio e Maurizio Terzetti dell’Associazione CIVIUM lo Stato siamo noi), sentiti alcuni Rappresentati di spicco della Politica Umbro-Laziale, abbiamo deciso di unire le forze per fare in modo che  Leonessa, “baluardo di Rivoluzionari”, da sempre terra di confine tra il Papato ed il Regno di Napoli prima ed oggi con Umbria ed Abruzzo, fosse la culla di un nuovo modo di fare politica: per la prima volta nella storia dell’Italia contemporanea,  ci sarà un incontro tra i rappresentanti delle Istituzioni del Lazio e dell’Umbria per confrontarsi sul futuro nostro, dei nostri figli e del nostro territorio, in visione del riordino degli Enti Locali e della ridistribuzione delle specifiche e fondamentali competenze indispensabili alla vita del Cittadino.

Infatti, anche se alcuni sostengono, per motivi troppo personali, che ciò non accadrà mai, la legge Del Rio del 2014 ha Istituito le Città Metropolitane, ha abolito le Provincie ed ha dato il via, anche se ancora sulla carta, all’accorpamento dei Comuni. (In merito il Popolo “sovrano” dirà la sua con il Referendum Costituzionale di Ottobre).  In Parlamento, inoltre, ci sono già delle proposte di legge, tipo la “Ranucci-Morassut”, che porteranno all’accorpamento di alcune Regioni. Ci sono infatti dei grossi sbilanci da riequilibrare tra regioni con 127.500 abitanti e Regioni con 10.000.000 di abitanti, per diminuire ed uniformare la spesa pubblica delle stesse e fare in modo che non ci siano cittadini di serie A e cittadini di serie B. Nel caso nostro Roma, sproporzionata nel numero rispetto alle altre quattro Provincie, sarà città Regione e la parte restante del Lazio starà alla mercé di diktat  di Partito di Palazzo e.

La cosa  talmente è remota, così vorrebbero farci credere,  che in Francia, ad esempio, dal 1° gennaio 2016, le Regioni sono passate da 22 a 13.

Infine, restando in casa nostra, i Governatori dell’Umbria, delle Marche e della Toscana, sono 7 mesi che si incontrano per fare in modo che una riforma così imponente del Territorio, dei confini, degli Enti Locali e dell’attribuzione delle varie funzioni a sostegno del sociale, della cosa pubblica e della popolazione, non caschi dall’alto, con il rischio di schiacciare chi vi resta sotto, inconsapevolmente, passivo ed inerme.

Finalmente l’indifferenza che il Politico reatino a dimostrato fino ad oggi al riguardo, sembra sia da qualche giorno scomparsa, anche se sono mesi che le Dirigenze di molte Istituzioni ed Amministrazioni Pubbliche del Reatino, vengono  spostate a Viterbo senza batter ciglio.  

Il 28 maggio 2016 quindi sarà un giorno che resterà alla storia.  Leonessa avrà il privilegio di ospitare ed essere promotrice del primo Convegno Interregionale della storia. Personaggi di Spicco come La Presidente del Consiglio Umbro Donatella Porzi; l’Assessore Regionale del Lazio Fabio Refrigeri; l’Assessore ai Trasporti della Regione Umbria Giuseppe CHIANELLA; il Consigliere Regionale Umbro Raffaele NEVI; il Consigliere Regione Lazio Daniele Mitolo; Presidente della Provincia di Rieti Giuseppe Rinaldi; il Sindaco del Comune di Terni Leopoldo DI GIROLAMO; il nostro Sindaco Paolo TRANCASSINI e tanti altri Politici ed Amministratori, si incontreranno nella nostra  bellissima Piazza VII Novembre, per trovare insieme un punto di incontro, speriamo, e di iniziare a delineare un percorso comune e di unificazione di territori tanto omogenei e simili, che continuare a tenerli separati sarebbe un oltraggio a chi gli ha donato la vita, per essi, nei millenni passati ed ai posteri, che giudicheranno il nostro operato e ne pagheranno le conseguenze se sbagliato.

 A loro l’ardua sentenza.

 

11 Maggio 2016

COMUNICATO STAMPA

 

LA PROVINCIA DI RIETI PERDE UN ALTRO PEZZO!!!!

 

I RAPPPRESENTANTI DELLE RSA DI EQUITALIA SUD SPA SEDE DI  RIETI,  A  SEGUITO  DELLA  PREVISTA

RIORGANIZZAZIONE     AZIENDALE,   OPERATIVA   DAL   01  LUGLIO 2016,  CHE  PREVEDE  TRA  L’ALTRO

L’ACCORPAMENTO DELLE  SEDI DI RIETI E VITERBO, MANIFESTANO FORTI PREOCCUPAZIONI IN MERITO

AD UN EVENTUALE RIDIMENSIONAMENTO DELLA SEDE PROVINCIALE DI RIETI CHE PORTEREBBE INEVITABILI

RICADUTE E RESTRIZIONI SUI SERVIZI OFFERTI AI CITTADINI.

LE STESSE AUSPICANO UNA GIUSTA RIPARTIZIONE DELLE COMPETENZE AL FINE DI EVITARE ULTERIORI

DISAGI AI RESIDENTI NELLA PROVINCIA DI RIETI GIA’ PESANTEMENTE  PENALIZZATA .

 

RIETI 11/05/2016                                                                            LE RSA EQUITALIA SUD SEDE RIETI

 

 

I SEGRETARI RSA :  FABI -  FIRST CISL – UILCA UIL

DE SANTIS SABINO       FALSARONE CLAUDIO    DESANTIS PIERLUIGI

 

11 Maggio 2016

Archivio Comunicati stampa

 

a cura dell'Ufficio di Staff del Sindaco e dell'Ufficio Stampa del Comune di Terni

 

La rete delle città: il convegno per rilanciare Civiter

 

11.05.2016 - ore 11:37 - Venerdì al Palasì sei professori universitari discuteranno di pianificazione strategica e delle futuro delle Regioni

 

(ufficio stampa) - L’assessorato alla Pianificazione strategica del Comune di Terni organizza, venerdì 13 maggio, al PalaSì, in piazza Europa, alle 15.30,  un incontro sulle politiche territoriali integrate: Fare rete fra città, un confronto multidisciplinare sul rapporto tra diversi livelli di governo, sulla pianificazione territoriale integrata, sulla riforma costituzionale e il futuro delle Regioni. Il seminario potrà essere anche un’importante occasione per riavviare il discorso intorno a Civiter, il progetto di pianificazione integrata tra le quattro amministrazioni di Civitavecchia, Viterbo, Terni e Rieti. Tra gli obiettivi dell’incontro infatti c’è quello di approfondire gli strumenti di governance dell’area vasta che costituiscono la cornice istituzionale di riferimento di un progetto come Civiter, quali e quanti strumenti giuridici cioè possono essere messi in campo per governare progetti simili.
A ragionare su questi temi saranno sei docenti di discipline diverse, di quattro Università: Francesco Clementi, professore di Diritto pubblico comparato presso l'Università degli Studi di Perugia, con un intervento sulla riforma costituzionale e il futuro delle Regioni; Giulio Vesperini, professore di diritto amministrativo dell’Università degli Studi della Tuscia che parlerà del diritto delle città metropolitane; Mario Savino, professore di diritto amministrativo dell’Università degli Studi della Tuscia con un intervento su decentramento amministrativo e federalismo fiscale; Silvia Bolgherini, Università degli Studi di Napoli Federico II, che parlerà di enti intermedi e di sostenibilità istituzionale; Maria Prezioso, che insegna Geografia economica all’Università degli Studi Roma Tor Vergata, con un intervento sulle ipotesi cross border per l’area vasta e la sociologa dell’Università degli Studi di Perugia, Cecilia Cristofori, che parlerà di appartenenza regionale e relazioni con i territori confinanti. 
A coordinare la discussione l’economista della Sapienza Giuseppe Croce.
“Molteplici gli intenti della giornata - dichiara l’assessore alla Pianificazione strategica e alle politiche territoriali di area vasta, Giorgio Armillei -  sviluppare una riflessione sui temi della pianificazione territoriale integrata, analizzare le potenzialità del rapporto con l’area metropolitana romana, approfondire gli strumenti per rendere operativo il progetto Civiter, consolidare l’attenzione di studiosi e ricercatori di più atenei sulle potenzialità del progetto".

SPA - Ufficio Stampa
 
 
08 Maggio 2016
 
 
commento anonimo in prima pagina del Messaggero


Il riassetto istituzionale avanti tra l’indifferenza

Che strana provincia Rieti. La riforma istituzionale «in working progress» minaccia di spazzare quel minimo di identità e unità, faticosamente costruite nei decenni, e nessuno o quasi sembra curarsene, ognuno preoccupato più al proprio orticello che al terreno intorno che sprofonda. E così venerdì in Provincia, all’assemblea dei sindaci convocata proprio per parlare del futuro riassetto, si sono contati solo 37 sui 73 sindaci reatini. E, tra i presenti, molti quelli che hanno salutato con indifferenza il volantinaggio del comitato «Tutti SiAmo Leonessa» che (ri)propone il referendum per passare in Umbria. Si condivida o meno l’iniziativa, a Leonessa vanno avanti e il 28 maggio il comitato, con il patrocinio della Regione Umbria, ha organizzato un convegno sul «riordino degli enti locali». Parteciperanno molti esponenti politici umbri. Quelli di Rieti sono stati invitati e sono attesi. Parteciperanno o resteranno indifferenti?

 

02 Maggio 2016

 

Convocazione Assemblea dei Sindaci

Lettera ai Sindaci

 

17 Aprile 2016

"Il Messaggero" 17-04-2016

 

Ho letto su Il Messaggero di oggi un commento di Massimo Cavoli ad alcune dichiarazioni del collega avvocato umbro Benedetti Valentini, a me ben noto per ragioni anagrafiche e per militanza politica.

Il collega B.V. sostiene che una buona ragione per salvare il Tribunale di Rieti sarebbe quella di chiederne l’inserimento nel distretto della Corte d’appello di Perugia, che con questa aggiunta raggiungerebbe il milione di abitanti necessario per giustificare la esistenza della Corte d’appello oggi situata nel capoluogo umbro. Con ciò diventando il quarto tribunale della stessa. Cavoli ha ben compreso che quello di B.V. è un vero e proprio assist concesso al Foro reatino per la salvezza del nostro Tribunale, che mai e poi mai potrà sperare di essere salvato come tribunale autonomo facente parte della Corte d’appello di Roma.

Ho trascorso la mia intera vita professionale di avvocato, ho iniziato nel 1962, all’interno della Corte d’appello di Roma, iscritto all’Ordine forense di Rieti, e penso di avere qualche esperienza per far conoscere ai giovani colleghi e alla cittadinanza tutta perché ritengo che la tesi del collega B.V., oltre che tener presenti gli interessi umbri, milita a favore di quelli dei reatini.

Il primo argomento è che la Corte d’appello di Roma comprende un distretto che vanta un carico di lavoro tra i più alti d’Italia. Il Tribunale di Rieti è scampato alla mannaia del boia ministeriale qualche anno fa solo perché era ancora capoluogo di provincia. Allo stato attuale Rieti non è più una provincia.

Ormai Viterbo e Roma hanno assorbito la maggior parte degli uffici di importanza provinciale lasciando a Rieti solo degli sportelli per informazioni, in questa situazione con una popolazione di 160mila abitanti nessun Governo riuscirà a tenerlo in piedi, ancor di più perché noi non abbiamo a Roma alcun protettore, come non ne abbiamo avuti nel passato quando i nostri uomini politici erano di ben altro spessore di quelli di oggi e soprattutto perché non si giustifica rispetto agli obiettivi delle riforme renziane in atto.

Chi si illude vive nel mondo dei sogni e non conosce come vanno realmente le cose in Italia. Il secondo argomento riguarda la opportunità e la convenienza. L’Umbria oggi ha bisogno del Tribunale di Rieti per salvare il suo distretto di Corte d’appello, i politici umbri contano molto di più dei nostri nel governo nazionale.

L’Umbria è una regione che potrà essere assorbita in una macroregione dell’Italia centrale, ma non potrà mai essere soppressa, come è accaduto per la provincia di Rieti. Gli umbri pertanto difenderanno con le unghie e con i denti presso il ministero di Grazia e Giustizia la esistenza del Tribunale di Rieti e la sua salvezza spazzerà via per sempre il pericolo della sua soppressione. Il terzo argomento attiene alla logistica. Sembra che molti siano convinti che sarà più difficile recarsi a Perugia che a Roma.

Ciò era vero fino a pochi anni fa. Io ho sofferto per un cinquantennio il tragitto Rieti-Roma, anche dopo la costruzione della autostrada del sole e del suo tratto finale da Fiano Romano al raccordo anulare. Era un vero incubo, dico era perché ormai se ne può fare a meno per molti affari dopo la introduzione del processo telematico. Ma per raggiungere piazzale Clodio, parcheggiare, essere taglieggiati dai percheggiatori abusivi ecc… ho sempre impegnato due ore o due e mezzo.

Oggi si va a Perugia con 1 e 1/2, grazie a 8 km. di gallerie, alle quali si debbono aggiungere altri 4 km. per coloro che vengono dalla Sabina vicina alla Salaria e la sede della Corte d’appello di Perugia è a portata di mano e di parcheggio. Se i giovani avvocati non lo sanno, prima di schierarsi nella impossibile e quindi inutile di fesa del Tribunale di Rieti nel distretto della Corte d’appello di Roma, facciano la prova. Io l’ho fatta varie volte in questi ultimi tempi. Provare per credere! Mai farsi ammaliare da ciò che non si conosce direttamente.

Non ho mai avuto la pretesa di imporre a nessuno le mie idee, sempre frutto di esperienze vissute, e con questo stesso spirito invito i 500 iscritti all’albo forense reatino a documentarsi prima di schierarsi a sostegno di cause perdute che giovano solo a pochi.

(Avv. Gianfranco Paris )

 

16 Aprile 2016

"Il Messaggero" 16-04-2016   

 

 

COMITATO PROVINCIALE PER IL 90° DELLA PROVINCIA DI RIETI
(Prefettura, Camera di Commercio, Archivio di Stato, Provincia, Comune di Rieti, ASS)
ARCHIVIO DI STATO DI RIETI
ASSOCIAZIONE STORICA PER LA SABINA

 

VERSO IL  90°  DELLA PROVINCIA DI RIETI

Per riflettere su ciò che è stato e su ciò che sarà

 28 aprile 2016 alle ore 16,30 presso l’Archivio di Stato di Rieti.


Nel corso dell’iniziativa che apre la campagna di adesione all’Associazione Storica per la Sabina sarà distribuito agli aderenti L’Annuale 2015, e presentati i contenuti di quello 2016.
Durante l’incontro sarà definito il percorso verso il 90° della Provincia di Rieti. Interverranno il Prefetto Vicario Dott. Paolo Grieco, il Presidente della Provincia Dott. Giuseppe Rinaldi, il Sindaco di Rieti, Dott. Simone Petrangeli, il Presidente della Camera di Commercio Dott. Vincenzo Regnini.
Sarà altresì presente il Prof. Renato Covino, Ordinario di Storia Economica all’Università di Perugia.

Roberto Lorenzetti,
Direttore dell’Archivio di Stato di Rieti e Presidente dell’ Ass. Storica per la Sabina

 

12 Aprile 2016

 

di seguito una nota in merito all'incontro tra i presidenti della Provincia di Rieti e dell'Ordine degli Avvocati:

 

Questa pomeriggio il presidente della Provincia di Rieti, Giuseppe Rinaldi, ha incontrato il presidente dell'Ordine degli Avvocati di Rieti, Luca Conti, per discutere delle iniziative e delle azioni da intraprendere per evitare il ridimensionamento del Tribunale di Rieti.

Rinaldi e Conti hanno convenuto di portare la questione all'attenzione dell'Assemblea dei Sindaci inserendola nell'ambito del dibattito aperto in merito al futuro assetto del territorio, all'interno del quale il depotenziamento del Tribunale è uno degli aspetti da monitorare e affrontare con attenzione e sollecitudine.

Il presidente Rinaldi si è perciò impegnato a includere la questione nella prossima Asemblea dei Sindaci dove sarà affrontata e discussa insieme ai rappresentanti in Parlamento, in Regione, e a tutte le istituzioni e associazioni che vorranno dare il loro contributo.

 

10 Aprile 2016

 

 

COMUNICATO STAMPA

Di seguito una dichiarazione del Comitato Referendario “Tutti SiAmo Leonessa”  riguardo la Delibera del Consiglio del Comune di Leonessa ed un commento alla Dichiarazione del Presidente della Provincia Giuseppe Rinaldi:

“Finalmente qualcuno ha iniziato ad aprire gli occhi. O meglio inizia a dire le cose come stanno!!

Nessuno è felice che la Prefettura, le Asl, la Camera di Commercio, la Questura, Il Tribunale, lascino Rieti, ma è un dato di fatto. Tutti i centri dirigenziali vengono spostati in sordina verso Viterbo e nessuno ne parla. I Governatori dell’Umbria, delle Marche e della Toscana sono 6 mesi che si incontrano per fare in modo che il riordino degli Enti locali non sia una cosa che cada dal cielo ed invece nella nostra ex-provincia, che vedrà la sua fine ad ottobre 2016, si pensa di organizzare una festa per i 90 anni, che tra l’altro verranno compiuti nel 2017. Festa che ha più l’aria di un funerale.

 Ed invece con ostinata, caparbia  e cieca determinazione i nostri politici, facendo passare di sottecchi la migrazione verso Viterbo, auspicano e si batteranno come Leoni ( vedere le affermazioni dei mesi passati) per far si che la nostra stupenda terra, che i nostri meravigliosi Paesi, che i cittadini che vi abitano e ci vivono anche da centinaia d’anni, diventi la borgata della borgata ed i borgatari di Roma. Allora si, ben venga la volontà del Presidente Rinaldi di Incontrare i Sindaci, ci saremo anche noi. Ma non basta!!! Iniziamo a farlo per capire cosa il territorio vuole; per vedere cos’è meglio per queste realtà dimenticate da coloro che vogliono far passare come la terra promessa la nostra “Pace Eterna”.

Aspettando che il nostro Consiglio Comunale dia voce alla Volontà del Popolo Leonessano, ritardo dovuto ad un malessere del Segretario Comunale Nicola Tedeschi al quale vanno i nostri migliori auguri di una pronta ripresa, chiediamo alla nostra classe politica di lasciare da parte gli interessi di partito, e di iniziare a considerare quelli del  Popolo della Provincia di Rieti.

Questo si sarebbe un bel modo di Festeggiare i 90 anni di questa Provincia che tra 5 mesi andrà in pensione insieme a tutte le maggiori Istituzioni”.

 

Leonessa lì 10/04/2016                                       Il Comitato

Referente:

Carlo Fornari

Email: comitato.referendum@leonessainumbria.it

Cell. 3382811490

 

 

09 Aprile 2016

di seguito una dichiarazione del presidente della Provincia di Rieti, Giuseppe Rinaldi, in merito alla questione del Tribunale di Rieti:

 

"Il rischio di un ridimensionamento del Tribunale di Rieti è un eventualità inaccettabile. In questi giorni c'è stata una sacrosanta levata di scudi in difesa della autonomia giudiziaria del Reatino da parte di tutti i livelli istituzionali e non solo. Quest'ulteriore allarme per la nostra provincia è l'ennesima conferma della necessità di un riflessione globale sul futuro assetto della nostro territorio: è da anni che Rieti e suoi cittadini lottano, con alterne fortune, per mantenere un adeguato livello di servizi. Nei prossimi mesi l'assetto istituzionale dell'intero Paese sarà modificato e sarà necessario capire se vogliamo che la provincia di Rieti abbia un futuro come un'unica entità oppure assistere alla sua disgregazione a favore dei territori limitrofi, eventualità quest'ultima inevitabile se il capoluogo decidesse di andare in Umbria. In questo anno e mezzo al governo della Provincia ho lavorato per salvaguardare la sua integrità, sto continuando e continuerò a farlo con convinzione, ritengo fondamentale però una presa di coscienza collettiva che consenta di affrontare uniti e compatti i prossimi passaggi, a partire dalla legge regionale di riordino. Nei prossimi giorni convocherò un'assemblea di sindaci per affrontare questi argomenti, alla quale prenderanno parte i nostri rappresentanti in Parlamento e in Regione e anche il presidente dell'Ordine degli avvocati di Rieti, Luca Conti, e mi auguro che questa volta sia più partecipata di quella organizzata per la Prefettura."

08 Aprile 2016

Nei giorni scorsi si è riunito il comitato promotore per le celebrazioni del 90° anniversario della nascita della Provincia di Rieti che ricorrerà il prossimo anno.

Il comitato è composto dal presidente della Provincia di Rieti, Giuseppe Rinaldi, il prefetto vicario Paolo Grieco, il sindaco di Rieti, Simone Petrangeli, il presidente della Camera di Commercio di Rieti, Vincenzo Regnini, e il direttore dell'Archivio di di Stato di Rieti, Roberto Lorenzetti..

Il Comitato ha deciso che questo anniversario potrà essere un'ottima occasione per una riflessione approfondita sulla storia del territorio reatino e sul suo futuro. Per far ciò il Comitato ha convenuto che saranno evitati superflui e inopportuni festeggiamenti ma saranno organizzate una serie di giornate di studio e di convegni, coinvolgendo giuristi ed esperti, che avranno come obiettivo l'approfondimento degli aspetti storici e culturali che hanno caratterizzato la storia della provincia reatina in modo da poter stimolare un proficuo dibattito sulle opportunità che interesseranno la provincia di Rieti nei prossimi anni anche alla luce delle novità amministrative che stanno per essere introdotte.

Il primo incontro in programma sarà per il prossimo 28 aprile alle 16.30 quando presso l'Archivio di Stato di Rieti l'Associazione Storica per la Sabina presenterà l'Annuale 2015 e l'anteprima dell'Annale 2016 “Verso la storia dei 90 anni della Provincia di Rieti”.

08 Aprile 2016

COMUNICATO STAMPA 

Mitolo: "L'aggregazione con l'Umbria continua a essere fuori tema" 

"In merito alla possibile aggregazione di Rieti con l'Umbria continuo a pensare che l'argomento sia 'fuori tema' e che l’Associazione Rieti Virtuosa, evidentemente, non sappia bene dove aggrapparsi visto che possono esserci posizioni differenti dalle proprie. La Regione sta lavorando per rafforzare i presidi territoriali e, ad oggi, nessuno svuotamento di funzioni è stato deciso dalla stessa. Il Governo nazionale intanto sta svolgendo il suo ruolo ad ampio raggio ed è evidente che si debba ragionare in ottica di riforme pensando a come inserirsi in un nuovo quadro generale e non a come scappare per non ottenere comunque alcun risultato. Nessuno si svincola da niente, ma in questo caso l'associazione rischia di non difendere  gli interessi di Rieti che non credo si debbano supportare con le chiacchiere, ma con i fatti. Siamo nella Regione Lazio e non in Umbria e oltre alle intenzioni future che possono o meno piacere si dovrebbe stare dietro ai fatti e in questo caso dietro agli interessi del Reatino. Citare a vanvera istituzioni e partiti non serve a molto se non a perdere tempo e quindi se si vuole fare qualcosa potrebbe essere utile collaborare tenendo presente i limiti della Regione dove viviamo".

 

Lo dichiara in una nota il consigliere regionale del Lazio, Daniele Mitolo (Pd)

 

08 Aprile 2016

Illusorio l’allargamento verso Roma, per Rieti meglio l’Umbria

Tribunale e PD: tardi per stracciarsi le vesti

Quando Rieti Virtuosa preannunciò la sua iniziativa per aggregazione all’Umbria, il consigliere Mitolo (PD) bollò l’iniziativa come “fuori tema”. Oggi è il consigliere stesso a tornare sul tema, anche se la sua preoccupazione di oggi riguardo il Tribunale di Rieti ci pare intempestiva.

E’ intempestiva in quanto era stata anticipato già da oltre due mesi il contenuto della relazione della Commissione Vietti, incaricata dal Ministero di Giustizia (PD). Fu la stampa locale a parlare già allora di “silenzio delle istituzioni”, silenzio che è continuato anche in questi due mesi. Due mesi in cui chi oggi giudica le soluzioni contenute nella proposta come “originali” (ci riferiamo al deputato PD Melilli), non è evidentemente riuscito a modificarle.

La relazione prevede la rimozione del “diritto al Tribunale” per i capoluoghi di Provincia (cosa che riguarda Rieti) e la riduzione delle Corti D’Appello minori (cosa che potrebbe riguardare Perugia) con possibilità di avere competenza su Tribunali extra-regionali (“ridurre, mediante attribuzione di circondari o porzioni di circondari di tribunali appartenenti a distretti limitrofi, il numero delle Corti di Appello esistenti”).

E’ evidente, a chi legga la relazione Vietti, che questo possibile passaggio del Tribunale di Rieti alla Corte di Appello di Perugia NON ha niente a che vedere con la possibile soppressione del Tribunale a Rieti, che invece dipende dalla rimozione dal “diritto al Tribunale” per i capoluoghi di Provincia. Tribunale di Rieti per il quale la espansione del Tribunale di Rieti verso la Sabina Romana è illusoria: se ne parla da decenni e oggi è evidente si sia in una condizione in cui i Tribunali tendono a rafforzarsi, non a cedere territori; e se questo pure fosse possibile, non crediamo che la Sabina Romana, i suoi cittadini, i suoi avvocati sarebbero così lieti di arrampicare ogni giorno su per la Salaria verso Rieti.

L’occasione perché il PD reatino in Regione Lazio si esprimesse non è stata dunque la possibile soppressione del Tribunale – cosa già nell’aria da anni, visto che il “diritto al capoluogo” era legato alla Provincia, che scomparirà ad Ottobre, e comunque confermata due mesi fa -, ma la dichiarazione della presidente PD dell’Umbria di guardare (per la Corte d’Appello) a “Rieti, i cui affari si potrebbero trattare tranquillamente a Perugia o a Terni tornando alla primitiva organizzazione politico-territoriale”. Cosa che non dovrebbe essere così penalizzante (dalla relazione: “la natura del giudizio d’appello ed i servizi erogati dalle Corti e dalle Procure Generali rendono assai meno rilevante il parametro della distanza tra la Corte e l’utenza amministrata [..]. L’ ammodernamento anche telematico dei servizi giudiziari rende sempre meno rilevante la prossimità territoriale del giudice sia per il cittadino sia per l’utenza professionale”).

La nostra opinione è che il PD locale si stia barcamenando in un difficile gioco delle parti, per svincolarsi dalla responsabilità delle ricadute delle riforme volute dal PD nazionale, votate anche dal PD locale, e maldestramente applicate dal PD regionale: ci riferiamo in questo ultimo caso allo svuotamento degli uffici provinciali, applicazione anticipata SOLO nella Provincia di Rieti della riforma istituzionale su cui voteremo in autunno. Svuotamento denunciato un mese fa da Rieti Virtuosa e a cui non è seguita nessuna precisazione o correzione di rotta.

E’ stupefacente, in quest’ottica, leggere che “i presidi locali rimangono perni centrali di una politica che ha visto l’amministrazione Zingaretti in campo per difenderli e valorizzarli” e che “la Regione Lazio rafforzerà il ruolo delle Province”.

Nel quadro di riordino istituzionale e giudiziario che il PD ci sta dando, Rieti invece sa che potrà svilupparsi solo nel dialogo, collaborazione, integrazione con territori simili ed abbandonando rendite di posizione che ormai non ci garantiscono più.
E saprà guardare, quando si potrà esprimere, a favore dei “propri” interessi, mentre la classe politica regionale PD continua a parlare di “a favore di altre Regioni”, come se quella Regione Umbria – quando ad essa ci aggregheremo – non fosse la nostra…

Movimento Civico Rieti Virtuosa
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facebook: https://www.facebook.com/rietivirtuosa

archivio comunicati stampa: http://www.rietivirtuosa.it/informazione/comunicati-stampa/

 

 

08 Aprile 2016

COMUNICATO STAMPA

 Regione Lazio, Refrigeri-Mitolo: “In campo per difendere il Tribunale di Rieti”

 

“Se è vero che la Regione Umbria non può permettersi la soppressione della Corte d’Appello pensando così di alleggerire Roma e il Lazio dal carico di lavoro che è sicuramente imponente, è vero anche che come rappresentanti del territorio ci batteremo per evitare che quanto paventato possa accadere. Non abbiamo mai pensato che le fughe in avanti verso l’Umbria potessero essere una risposta ai problemi della provincia e tantomeno crediamo che lo smembramento del nostro territorio possa essere una soluzione ai problemi di Perugia. Rieti è nel Lazio e la Regione ha dimostrato, nonostante le difficoltà del periodo che viviamo, che i presidi locali rimangono perni centrali di una politica che ha visto l’amministrazione Zingaretti in campo per difenderli e valorizzarli. Gli accorpamenti fatti in regione, pensando magari alle Asl, hanno riguardato la Capitale e stessa cosa può dirsi degli uffici periferici dello Stato che sono stati mantenuti con azioni decise. Con lo stesso spirito e la stessa convinzione la Regione Lazio si muoverà nel tutelare il Tribunale di Rieti e rafforzerà il ruolo delle Province per ribadire che l’unica politica possibile è quella dello sviluppo locale che, inderogabilmente, passa per il mantenimento e la valorizzazione e non certo per il depotenziamento in favore di altre Regioni. In questo caso non si parla di promozione turistica, dove le sinergie e le unioni sono auspicabili, ma si tratta della tutela di ciò che garantisce lo sviluppo e la rappresentanza di un territorio che rimane centrale in un contesto di politiche laziali. In questo senso il Tribunale rimane una priorità e anche per questo diamo il pieno appoggio al Foro provinciale per azioni e incontri tesi ad evitare fughe in avanti che non sarebbero tollerabili”.

 

E’ quanto dichiarano in una nota l’assessore regionale Fabio Refrigeri e il consigliere regionale Daniele Mitolo (Pd)

 

 

06 Aprile 2016

Tribunale unito all'Umbria, il foro pronto a dire no

"Temiamo una polpetta avvelenata, prima rassicurandoci che cambieremo poco, poi trasferendo tutto in Umbria e privando Rieti del suo tribunale". Luca Conti, presidente del consiglio dell'ordine degli avvocati, ha riunito ieri mattina il direttivo allo scopo di reagire all'ipotesi di accorpare il palazzo di Giustizia con quello di Terni, risultando fagocitati dalla Corte di Appello di Perugia che, in questo modo,  supererebbe il bacino di utenza di un milione di abitanti (attualmente sono 884 mila), limite minimo per evitare la soppressione indicata nella relazione sulla revisione della geografia giudiziaria, elaborata dalla commissione Vietti. Documento sul quale si baserà l'esame del disegno di legge delega che il Parlamento dovrà approvare, per affidarne poi l'esecuzione al Governo cos' come già avvenuto nel 2012 in occasione della chiusura delle sedi distaccate.

L'Umbria, con il Presidente della Regione Catiuscia Marini, è stata chiara: "Non possiamo permettere la soppressione della Corte di Appelo0, per questo è opportuno alleggerire Roma e il Lazio del grande carico di lavoro che hanno e di spostare la competenza in Umbria. Un esempio ? Basta guardare Rieti, i cui affari si potrebbero trattare tranquillamnete a Perugia o a Terni tornando alla primitiva organizzazione politico-territoriale". Frasi che non sono piaciute all'ordine forenza che ha deciso di convocare un'assemblea pubblica invitando, oltre ai rappresentanti politici provinciali, anche il GOvernatore della Regione Zingaretti e i vertici dell'Avvocatura regionale. "E' in atto un tentativo che dobbiamo contrastare e la politica deve aiutarci, rincara l'Avv. Conti, Roma non permetterà questo esproprio e l'Umbria non può pensare che il salvataggio della Corte di Appelo0 passi attraverso la chiusura di Rieti".

Battaglia appena iniziata e che già si profila incandescente attorno al destino del tribunale reatino.

(M. Cav. - Su gentile concessione de "Il messaggero")

 

19 marzo 2016

Riforma Delrio: una bufala dagli effetti catastrofici

Il Segretario Teodori: “Sui servizi ai cittadini è caos completo nessuno sa precisamente come e da chi saranno erogati”.

Fin dalla sua presentazione avevamo criticato aspramente la bozza della riforma Delrio che abolisce le Provincie. Quella fatta dal nostro sindacato è stata una critica serrata, ma non è bastata a scongiurare l’applicazione della riforma che, fin da subito, avevamo appellato come una vera e propria bufala. Oggi, a distanza di poco tempo dall’inizio di quel processo che la politica ha utilizzato come spot per caldeggiare questa “rivoluzione” amministrativa, che avrebbe dovuto portare grossi risparmi, i suoi (unici) effetti sono sotto gli occhi di tutti: una sciagura. E a rimetterci sono, come sempre, i territori. Da sempre abbiamo tentato di evidenziare come i tagli del Governo Centrale avrebbero messo in difficoltà i territori di provincia e oggi sono i fatti a dimostrarlo. Con l’inizio della riorganizzazione dicevamo che il peggio doveva  ancora venire e ora siamo proprio nel pieno del caos: una riforma fatta male finisce peggio se  gestita con leggerezza e  noncuranza ed è quanto sta accadendo in regione Lazio, l’unica dove non si è ancora deliberato l'attribuzione delle competenze con la conseguenza che il personale dipendente dell’Ente territoriale  è stato "smistato" presso le varie Direzioni ed enti regionali il tutto a prescindere dalle competenze possedute.

Lo scenario in provincia di Rieti è allarmante: viabilità allo sfascio a causa della mancanza di risorse per gestirle ed anche per scarsità di uomini e mezzi idonei; sicurezza stradale ai limiti con strade che non hanno più i requisiti minimi di sicurezza imposti  dal codice della strada; scuole con risorse economiche non sufficienti  per garantire manutenzione e sicurezza. Lo scenario futuro peggiora: basti pensare  che dai primi di aprile resterà in carica un solo dirigente part time - il dirigente dei servizi finanziari - ed un segretario generale solo il giovedì. Nei  servizi che la Provincia erogava ai cittadini su delega regionale  siamo allo sbando completo: tutte le attività in materia ambientale, di vincolo idrogeologico e urbanistica, ad esempio, oggi sono bloccate e non si rilasciano più nulla osta e autorizzazioni, non si capisce  ancora come si procederà, come saranno svolti e se resteranno a Rieti. E non sarà la Politica a deciderlo, ma i Direttori di Area. Di fronte a questo un’amara riflessione ci porta a tre anni fa, quando Fabio Refrigeri venne nominato Assessore regionale; una nomina che venne accolta da tutti, noi inclusi, come una risorsa positiva per il territorio. Oggi ne constatiamo l'assenza, anche e sopratutto in relazione con la nuova delega agli Enti locali, e assistiamo ad un continuo rimpallo di responsabilità tra la politica provinciale e quella Regionale. Un inaccettabile continuo rimbalzano di responsabilità. Rivendichiamo per i cittadini della provincia di Rieti il diritto a servizi efficienti. E' ora che ognuno si assuma le proprie responsabilità e faccia le sua parte. La Uil fpl non resterà certamente a guardare lo sfascio dei servizi territoriali di questa provincia dove i vertici politici giungono solo per inaugurare quelle che, presto o tardi, diventeranno delle nuove cattedrali del deserto.

Rieti, 19.03.16 

Domenico Teodori - Segretario Uil fpl Rieti

 

13 marzo 2016

Macroregioni, Terni strizza l'occhio a Rieti

"Necessario unire territori omogenei fra loro"

Terni - Toscana o Lazio ? Questo è il dilemma. Se sia più utile avvicinarsi alla terra di Dante o continuare a gettare ponti verso la Sabina. Magari accarezzando così l'idea di diventare più "forti" e giocarsela alla pari con le ambizioni di Perugia.

Il tavolo è quello delle macroregioni, tema ambizioso che "ingombra" l'agenda politica e impegna a più livelli le istituzioni in un percorso che, seppur ancora lungo, appare inarrestabile.

Di questo si è discusso a Terni nei giorni scorsi nel convegno organizzato dalla Associazione Culturale "Il Punto" di Terni. Sul tappeto il tema "Il futuro delle istituzioni ternane nella prospettiva del riassetto delle regioni", relatori l'assessore regionale Giuseppa Chianella, il Sindaco di Terni, Leopoldo Di Girolamo e il Consigliere Regionale di Forza Italia, Raffaele Nevi.

Il punto di partenza sta nell'idea di costruire una macroregione centrale (l'Italia di mezzo) seppure restano da individuare i partners della futura alleanza. Fermo restando il fatto che "è giunto il momento di adeguare il sistema regionale italiano alle esigenze dei nuovi tempi. E' una esigenza avvertita non solo dall'Italia, ha detto Di Girolamo, tanto che sia la Francia che la Germania hanno adeguato il loro sistema di gestione del potere locale mutandone l'assetto dopo le esperienze degli ultimi decenni del secondo millennio".

Il riassetto, o fusione che dir si voglia, non può avvenire con "l'accorpamento puro e semplice delle regioni esistenti". Esso semmai "deve tener conto della realtà territoriale di tutte le zone omogenee esistenti ai confini regionali attuali, come nel caso della confinante Sabina e dell'Etruria viterbese, il cui territorio si presenta come continuità naturale del territorio umbro, costituendo con esso una unità economico-sociale  e politica capace di pesare in una macroregione dell'Italia centrale".

"La Provincia Umbra, e l'analisi di Nevi, nel 1861 fu creata mettendo insieme una parte nord toscana ed una parte sud sabina, il cui spartiacque era il territorio di Acquasparta. E' necessario che il Consiglio Regionale umbro affronti un dibattito serio sulla nuova collocazione dei vari territori omogenei alla provincia di Terni come quelli di Rieti e Viterbo".

"L'economia ternana, ha rimarcato Giuseppe Flamini, presidente della Camera di Commercio, si può salvare solo se inquadrata nella vasta area che parte da Civitavecchia e comprende tutta la fascia appenninica centrale dall'alta Valnerina fino al Gran Sasso, passando per la fascia pedemontana dei mo nti Sibillini e di quelli della Laga, oggi facente parte delle province di Perugia e Rieti".

Segnali di fumo chiari verso un territorio pronto a raccogliere l'invito: a Leonessa hanno già raccolto le firme per indire un referendum per passare dal Lazio all'Umbria.

A Rieti si stanno attrezzando.

Prove tecniche di macroprovincia.

(Articolo di Christian Cinti - Su Gentile Concessione de "Nuovo Corriere Nazionale", 09-03-2106)

11 marzo 2016

Ho letto sul comunicato di Rieti Virtuosa pubblicato in calce a questa nota, un fatto incredibile che la dice lunga sul “grado di degrado” al quale è arrivata la politica reatina. Sembra quasi uno scherzo di cattivo gusto diffuso per calunniare quel poco che c'è rimasto del personale politico e dintorni, ma così non è. Tutti sappiamo che le province sono state abolite per legge. Ma tutti sappiamo anche che quella legge per essere veramente operativa deve passare al vaglio di un referendum che si dovrà fare entro il 2016. Buon senso amministrativo vorrebbe che, finché non sarà esecutiva, si faccia funzionare a pieno regime, anche perché essa espleta ancora funzioni molto importanti per la popolazione che la Regione Lazio non ha trasferite ad altri enti, mentre ciò è accaduto nella maggior parte delle province italiane.

A Rieti invece Rinaldi, Refrigeri, Mitolo e ovviamente Melilli che li coordina, tutti d'accordo, pur mancando il trasferimento delle competenze, hanno privato la Provincia di Rieti di tre dirigenti e diversi funzionari che sono stati trasferiti anzitempo in uffici regionali. La provincia è stata da sempre la fucina per la sistemazione di tutti i funzionari di partito e agit prop della Dc, del PSI e del PCI e dei loro successori odierni, che durante le campagne elettorali diventavano fedeli galoppini elettorali. Funzionari che con il tempo e con delibere apposite, alcuni assunti per esautorare gli impiegati vincitori di concorso che non si sarebbero “prestati”, sono arrivati a percepire stipendi da piccoli nababbi. Alcuni addirittura introdotti in carriera politica diretta per ragioni di fedeltà..

Nel comunicato di Rieti Virtuosa si dice che tre funzionari in carica fino a ieri, ora sono stati trasferiti con la massima rapidità negli uffici regionali, senza che tra l'altro sappiano che tipo di lavoro vanno a fare, e che per legge percepiranno il 20% di stipendio in più.

Se un imprenditore o un cittadino oggi avesse bisogno di uno dei servizi di cui costoro si occupavano, non c'è il responsabile di settore con il potere di firma, e ciò fino a quando? Certo fino a quando i servizi non saranno trasferiti ad altri enti, cosa che la Regione non ha ancora fatto.

E cosa avverrà se gli elettori, come è probabile, bocceranno la riforma con il referendum?

Ciò avviene mentre il presidente della Giunta regionale lo si vede apparire da una passerella all'altra da qualche mese in Sabina per inaugurare lavori che per farli giungere a termine sono stati necessari decenni e mentre tutti insieme si oppongono “ferocemente” all'idea di trasferire il territorio della provincia in Umbria per poi entrare a far parte della costituenda macroregione dell'Italia centrale in sede di riassetto della rete degli enti locali italiani!

Tutti questi sostengono che dobbiamo essere uniti nella cosiddetta “area vasta” che nessuno sa che cosa sarà e di che cosa si occuperà, e non chiedere di andare in Umbria. Ma per fare che? Per mantenere i loro privilegi e quelli dei loro fedeli servitori?

E basta così. Il resto leggetelo qui sotto nel comunicato di Rieti Virtuosa.


Si sbracciano per la provincia, mentre svuotano la Provincia

L’Amministrazione applica la modifica Costituzionale anzi-tempo: chi si occuperà di strade, scuole e ambiente?
 
Strade e scuole abbandonate, impatti ambientali che mettono a rischio la vita e la salute delle persone, imprese a rischio chiusura.
 
E’ questo il quadro catastrofico in cui rischia di trovarsi il nostro territorio provinciale per tramite del riordino istituzionale delle Province attuato con Deliberazione 23 febbraio 2016, n.56 dalla Regione Lazio (BURL N.8 del 03/03/2016), in ottemperanza alla Legge DelRio.
Infatti nonostante questa Deliberazione dovesse attuare unicamente la ricollocazione nelle strutture regionali dei dipendenti provinciali “in soprannumero” e che svolgevano “funzioni non fondamentali”, per quanto riguarda Rieti vengono assegnati alle strutture regionali ben tre Dirigenti e diversi funzionari che svolgevano “funzioni fondamentali” (Ambiente, Scuola e Viabilità) costituzionalmente demandate alla Provincia.
 
Preoccupante è anche che tutto ciò sembrerebbe sia stato studiato a tavolino, visto che nelle altre Regioni il riordino è avvenuto molto prima della fine del 2015. E non può essere un caso che dei 9 Dirigenti ricollocati in mobilità dalle cinque Province nelle strutture della Regione, ben 5 appartengano alla Provincia di Rieti; così, mentre nelle altre quattro Province del Lazio le funzioni fondamentali rimangono presidiate, a Rieti risultano tutte scoperte. E che tutto questo avvenga non appena il sabino Refrigeri diventa assessore agli Enti Locali.
Né si può considerare questo un “incidente”, se si considera che da tempo dirigenti assegnati a queste funzioni fondamentali, vengono invece impegnati in ATO3, una delle “scatole vuote” Provinciali cui la politica provinciale sembra essersi dedicata.
 
La situazione è quindi gravissima e ci sembra ci siano gli estremi per interruzione di pubblico servizio: non c’è personale sufficiente a garantire la manutenzione di strade e scuole (lo sgombero della neve e le cadute di intonaco sono le più evidenti delle criticità emerse), e se un’impresa si dovesse recare all’ufficio ambiente della Provincia per richiedere un’autorizzazione non troverebbe nessuno, con il rischio di non poter più operare.  
 
Quindi la classe politica provinciale, mentre in risposta alla iniziativa di Rieti Virtuosa per l’aggregazione del nostro territorio all’Umbria proclama come priorità il mantenere a tutti i costi unito il territorio provinciale, nel frattempo essa stessa si adopera per smantellare le funzioni della Provincia di Rieti con sette mesi di anticipo rispetto al referendum di ottobre sulla riforma Costituzionale (che non è detto che passi).

Rieti Virtuosa

(Gianfranco Paris "Mondo Sabino ")

8 marzo 2016

Questo è il link dell'archivio TG3 RAI Umbria
Il servizio è all'interno dell'edizione delle ore 19.30 del 6 marzo

http://www.rainews.it/dl/rainews/TGR/basic/PublishingBlock-f8ed8a22-3948-4917-8042-b0b87a6304df-archivio.html?smtarget=tg&item=ContentItem-32a2bf07-c98a-4cfe-b34e-a30135ec98ae#
 


Link articoli iniziativa Terni
 

http://www.umbrialeft.it/notizie/futuro-delle-istituzioni-ternane-nella-prospettiva-del-riassetto-delle-regioni

http://www.ternilife.it/2016/03/07/riassetto-delle-regioni-di-girolamo-e-arrivato-il-momento-di-adeguare-il-sistema-regionale-con-le-esigenze-di-oggi/

http://www.umbriacronaca.it/2016/03/07/il-punto-di-terni-sul-futuro-delle-istituzioni-ternane-nel-riassetto-delle-regioni/


Link articoli consegna firme Leonessa
 

http://www.umbria24.it/battaglia-per-lannessione-di-leonessa-allumbria-raccolte-oltre-mille-firme-palla-al-consiglio/390655.html

http://www.ilgiornaledirieti.it/leggi_articolo_f2.asp?id_news=42097

http://www.ilmessaggero.it/rieti/rieti_leonessa_oltre_1000_cittadini_consegnano_le_firme_referendum_prevede_annessione_umbria-1573209.html

http://tuttoggi.info/leonessa-1016-firme-per-passare-in-umbria-petizione-al-sindaco/321636/

http://www.concaternanaoggi.it/notizie/leonessa-ha-deciso-in-1016-vogliono-annessione-allumbria-11392/

http://rietinvetrina.it/annessione-leonessa-allex-provincia-di-terni-consegnate-firme-per-referendum/

http://www.umbriaon.it/2015/leonessa-con-terni-depositate-le-firme/
 


Link articoli macroregione
 

http://www.umbriajournal.com/politica/nuovo-regionalismo-bocci-lumbria-non-abbia-timore-del-cambiamento-192146/

http://www.umbriaon.it/2015/nuovo-regionalismo-nessuna-paura/

http://wallnews24.it/futura-macroregione-incontro-tra-marche-abruzzotoscana-e-umbria-2/

http://www.ansa.it/marche/notizie/2016/02/17/confindustria-per-marche-umbria-toscana_b38aa964-3c9c-4668-a7fe-fba346c41caf.html
 

 

7 marzo 2016

Organizzata dalla Associazione culturale Il Punto di Terni, si è tenuto nella città umbra nella Sala Rossa di Palazzo Gazzoli, in via del Teatro Romano, l'annunciato convegno avente per tema “Il futuro delle istituzioni ternane nella prospettiva del riassetto delle regioni”. Relatori l'Assessore regionale Giuseppe Chianella, il sindaco di Terni sen. Leopoldo Di Girolamo e il consigliere regionale Raffaele Nevi. Dopo una breve introduzione del presidente della Associazione Il Punto prof. Domenico Cialfi e del vice presidente sen. dott. Gregorio Iannone, il sindaco Di Girolamo ha tracciato una panoramica della parabola regionale umbra dal 1970 ad oggi concludendo che è giunto il momento di adeguare il sistema regionale italiano alle mutate esigenze dei nuovi tempi. E' una esigenza avvertita non solo dall'Italia, tanto che sia la Francia che la Germania hanno adeguato il loro sistema di gestione del potere locale mutandone l'assetto dopo le esperienze degli ultimi decenni del secondo millennio. Di Girolamo ha anche affermato che comunque il riassetto non può  avvenire con l'accorpamento puro e semplice delle regioni esistenti. Esso deve tener conto della realtà territoriale di tutte le zone omogenee esistenti ai confini regionali attuali, come nel caso della  confinante Sabina e dell'Etruria viterbese, il cui territorio si presenta come continuità naturali del territorio umbro, costituendo con esso una unità economica-sociale e politica capace di pesare in una macroregione dell'Italia centrale generando una riassetto del territorio proficuo di risultati concreti.

E' seguita la relazione del consigliere regionale umbro Raffaele Nevi, il quale ha osservato come le regioni a suo tempo furono istituite ricalcando la ripartizione regionale della tradizione geografica, senza un approfondimento delle realtà economiche e sociali. Storicamente parlando la Provincia Umbra nel 1861 fu creata mettendo insieme una parte nord prevalentemente toscana ed una parte sud sabina, il cui spartiacque era il territorio del comune di Acquasparta, come ha giustamente ricordato l'Avv. Bonini di Terni più tardi nel suo intervento. Lo scorporo del 1923/27, fatto da Mussolini con la creazione delle province di Terni e Rieti, rese ancor più evidente questa separazione perché i confini crearono isolamenti e chiusure mentali che dopo la seconda guerra mondiale diedero l'avvio ad un decadimento di entrambi i territori. E' necessario che il consiglio regionale umbro affronti un dibattito serio sulla nuova collocazione dei vari territori cercando di riportare ad unità territori omogenei alla provincia di Terni come quelli di Rieti e Viterbo.

L'Assessore Giuseppe Chianella, pur condividendo la necessità che il consiglio regionale umbro si faccia carico di un approfondimento serio della destinazione del territorio umbro nel suo riassetto compresi i territori limitrofi, si è soffermato in particolare sulla necessità di una presa di coscienza che la programmata soppressione dei piccoli comuni senza la realizzazione di strutture di supporto adeguate renderà il territorio umbro ancor più povero e privo di risorse economiche accentuandone la decadenza.

In sede di interventi, da mettere in evidenza quello del presidente della C.C.I.A.A. di Terni il quale ha sottolineato che la situazione della economia umbra è in grave difficoltà. E' necessario che le forze politiche si rendano conto che l'economia oggi ha bisogno di strategie che prevedano l'utilizzazione delle risorse di vaste zone omogenee. Il territorio della attuale provincia di Terni è asfittico e non sufficiente per elaborare strategie di lunga veduta. L'economia ternana si può salvare solo se inquadrata in tutta la vasta area che parte da Civitavecchia e comprende tutta la fascia appenninica centrale dall'alta Valnerina fino al Gran Sasso, passando per la fascia pedemontana dei monti Sibillini e di quelli della Laga, oggi facente parte delle provincie di Perugia e di Rieti. Territorio che bisogna dotare di infrastrutture viarie e ferroviarie adeguate senza gli intoppi della burocrazia e dei tempi politici, e ciò sarà possibile solo con l'inserimento nella macroregione centrale anche delle provincie di Rieti e Viterbo.

E' intervenuto poi l'avv. Gianfranco Paris, direttore di Mondo Sabino, sottoscrittore del Manifesto di Friozzu insieme a Massino Spadoni direttore di Mep Radio Organizzazione e dell'opinionista umbro Maurizio Terzetti. L'Avv. Paris ha innanzitutto segnalato all'uditorio la presenza nella sala Rossa di rappresentanti del Comitato di Leonessa che di recente hanno raccolto le firme necessarie per indire un referendum in quel comune per il suo trasferimento dalla regione Lazio alla regione Umbria e  del presidente Marco Giordani e di altri aderenti alla Associazione politico culturale reatina RIETI VIRTUOSA, che a breve inizierà la medesima raccolta nella città di Rieti perché anche qui si tenga lo stesso referendum. Ha poi esortato tutti a leggere i dieci punti del manifesto di Friozzu, distribuito in precedenza, sottolineando che l'interesse ad includere l'intero territorio della Sabina nella macroregione centrale è reciproco, interessa cioè ai Sabini e ai Ternani, perché solo così si potranno rilanciare i due territori dal punto di vista economico e sociale con progetti di ampio respiro collocati in ampi spazi con le risorse necessarie.

Con l'incontro del 5 marzo l'Associazione il Punto, che proprio quest'anno celebra dil 20° della sua nascita, ha commemorato nel migliore dei modi il valore delle sue iniziative che sono state sempre di grande spessore e che fanno onore al mondo culturale ternano.  Il presidente prof. Domenico Cialfi,  il vice presidente sen. dott. Gregorio Iannone e tutti i membri del Comitato direttivo hanno dimostrato di essere capaci di continuare questa tradizione e meritano tutta la considerazione dei Ternani e dei Sabini che, attraverso questo incontro, sono in grado di valutare meglio le loro potenzialità.

 

25 Febbraio 2016

“L'Umbria non deve temere il cambiamento ma individuare la strada per esserne protagonista. Non ci sono più le condizioni perché alcune Regioni siano mantenute a statuto speciale. Mettere mano anche al ridimensionamento dei Comuni. C'è ancora tempo per ponderare strategie adeguate, evitando riforme affrettate come quella delle Province”: sono alcune delle tematiche trattate nel pomeriggio di oggi a Palazzo Cesaroni nel corso del convegno organizzato dall'associazione degli ex consiglieri regionali, intitolato: “Nuovo regionalismo, riordino funzionale e territoriale”.

(Acs) Perugia, 25 febbraio 2016 - “La prossima rappresenterà una legislatura costituente per un nuovo regionalismo in Italia. L'Umbria non deve avere timore del cambiamento, semmai ci dobbiamo porre il problema sul come esserne protagonisti, perché disponiamo sia degli strumenti che delle persone giuste per farlo”: lo ha detto oggi pomeriggio il sottosegretario GIANPIERO BOCCI nel corso del convegno organizzato dall'associazione degli ex consiglieri regionali che si è tenuto a Palazzo Cesaroni, sul tema “Nuovo regionalismo, riordino funzionale e territoriale”, che ha avuto quali relatori il professor FABRIZIO FIGORILLI, ordinario di Diritto amministrativo all'Università di Perugia, e l'ex consigliere regionale della Democrazia cristiana PINO SBRENNA. Figorilli ha detto che “con la riforma costituzionale c'è una forte riconduzione di molte competenze al potere centrale dello Stato, è necessario colpire le duplicazioni di competenza che tutt'ora circolano dal 1970”. Per Sbrenna occorre “risolvere il problema
delle Regioni a statuto speciale e del dimensionamento dei Comuni. Prima delle macroregioni, che necessitano di confronti adeguati e tempi lunghi, si possono fare azioni che salvaguardino l'identità territoriale senza toccare la Costituzione”. Introducendo i lavori, il presidente dell'associazione, PIERLUIGI CASTELLANI, ha informato gli ex consiglieri e i numerosi presenti dell'assenza della presidente Marini, impegnata con la Commissione parlamentare d'inchiesta sui rifiuti. A portare il saluto dell'istituzione è stato invece il vicepresidente dell'Assemblea Legislativa, MARCO VINICIO GUASTICCHI, che non si è limitato ai convenevoli ma è entrato nel merito di alcune questioni: “Fino ad oggi – ha detto – abbiamo visto solo riforme raffazzonate, come la riduzione del numero dei consiglieri e lo sbaglio enorme consistente nella volontà di eliminare le province prima ancora di capire come riordinare le molteplici funzioni che questi enti svolgono. La riorganizzazione territoriale delle regioni non è qualcosa che si può fare a tavolino, tracciando linee sulle carte geografiche senza immaginare le giuste strategie. Abbiamo il dovere di guidare le riforme e far capire all'esterno cosa significa riorganizzare un Paese non sui mal di pancia ma con adeguate strategie”. INTERVENTI PINO SBRENNA (ex consigliere regionale della Democrazia cristiana), si è addentrato in una analisi sulle questioni che, a suo parere, sono di grande rilevanza nel processo riformatore: “Prima di porre mano a riforme spezzettate, sarebbe logico definire una cornice di riferimento sostanziale che individui le questioni e riconsideri il livello parlamentare, regionale e comunale: non si può andare avanti a casaccio, facendo azioni scollegate fra loro. In un disegno di riconsiderazione costituzionale, oltre alle tematiche che riguardano gli enti territoriali, occorre considerare anche la magistratura. Non si tratta solo di puntare all'obiettivo di avere processi più celeri. I magistrati devono essere portatori di una unicità di funzione, devono fare solo i magistrati. Per quanto riguarda il riordino degli enti, occorre risolvere il problema delle regioni a statuto speciale e del dimensionamento dei Comuni. Non esistono più le ragioni per cui, settanta anni fa, sono state istituite le regioni a statuto speciale, che ancora oggi continuano a legiferare e distribuire le risorse in piena autonomia e in grande dissonanza con le altre regioni italiane, prendendo decisioni che però pesano su tutti i cittadini italiani. Oggi, forse, solo il Sud Tirolo, principalmente per ragioni linguistiche, può vantare il diritto a una differenziazione. Una riorganizzazione deve riguardare tutti, per evitare casi come quello della Regione Valle d'Aosta, che ha un numero di impiegati lievemente inferiore a quello delle regioni più grandi, nonostante l'esiguo numero di abitanti. Allo stesso modo, non possiamo continuare a mantenere la miriade di amministrazioni comunali: ci sono Comuni con poche decine di abitanti, e 4mila comuni italiani hanno meno di 2mila abitanti. Ciò che noi possiamo fare senza smontare la Costituzione è, per fare un esempio, essere originali protagonisti di una idea diversa, guardare con attenzione a realtà contermini rispetto all'Umbria, per mantenere le identità valoriali dei territori, senza bypassarli completamente: guardiamo alla Tuscia, alla provincia di Rieti, al comune di Leonessa che chiede di essere staccato dal Lazio e suggerisce a Rieti di fare la stessa cosa. Ragioniamo su queste cose con la dovuta prudenza e andiamo avanti nella realizzazione di obiettivi immediati. Il tempo non ci mancherà, perché il ridimensionamento delle istituzioni italiane non è imminente, probabilmente non sarà realizzato nemmeno nella prossima legislatura”. FABRIZIO FIGORILLI (ordinario di
Diritto amministrativo all'Università di Perugia): “L'attualità giornalistica e politica porta all'attenzione degli osservatori il tema delle Macroregioni, ma buttarlo là come si sta facendo, in prossimità della riforma della Costituzione, che non ha minimamente preso in considerazione questo tema, provoca molteplici problemi applicativi. Tutti siamo orientati in un quadro di semplificazione, ad esempio la legge Del Rio ('56/2014' – Riforma delle Province) che punta all'assorbimento di molteplici funzioni attribuite alla Province sulle Città metropolitane, senza capire bene in che modo le Città metropolitane si inseriscono nel disegno che si vuole attuare. Avremo Regioni con Città metropolitane, la parte residuale delle Regioni non sottoposte al regime della Città metropolitana, le Regioni a Statuto speciale, le Province autonome di Trento e Bolzano, le Regioni piccole. Da una rassegna rapida si evince che ci troviamo di fronte a 36 realtà istituzionali distinte. E questo non va nella direzione auspicata. Le soluzioni potrebbero essere: a Costituzione invariata, che potrebbe condurre ad un accordo minimale sviluppando al massimo le intese, gli istituti collaborativi che già la Costituzione prevede, ma che finora non sono mai stati utilizzati, questo sul versante amministrativo; se si vuole andare verso le Macroregioni bisogna invece intervenire di nuovo sulla carta Costituzionale, ma soprattutto avere ben chiaro il rapporto fra Stato e Regioni. La domanda è: che tipo di regionalismo si intende realizzare? Dalla riforma costituzionale c'è una forte riconduzione al potere centrale dello Stato di una serie di competenze, interessando chiaramente anche la struttura dell'organizzazione amministrativa. Bisogna colpire le duplicazioni di competenza che tutt'ora circolano dal 1970. È la solita vecchia storia tra lo Stato che non vuole cedere più di tanto e la Regione che non è riuscita
o non è stata in grado di gestire l'autonomia che sulla carta gli veniva riconosciuta. A livello europeo, la carta per una governance multilivello impone come interlocutori Regioni forti e Città forti. Tutte messe in collegamento tra loro. Quindi diventa necessario lo sforzo, come è stato fatto in Francia, con una tradizione plurisecolare centralista, di ridurre a 13 grosse Regioni, perché è poi l'interlocutore che a livello europeo deve avere una certa dimensione”. GIANPIERO BOCCI (Sottosegretario Ministero dell'Interno): “Viviamo un momento storico, costituente, tra qualche mese ci sarà un referendum che cambierà l'Italia. Una riforma strutturale che pone fine al bicameralismo, ma soprattutto è il risultato di un grande e coraggioso lavoro del Governo e del Parlamento. Dopo decenni di fallimenti, finalmente arriva ad una grande riforma che, sono convinto i cittadini, attraverso il referendum, faranno passare. Dentro questo processo, dopo le Province, le Città metropolitane, con la fine del bicameralismo è chiaro che il quadro complessivo del sistema-Regione è destinato a rappresentare un punto prioritario dell'agenda di lavoro. Seppure non in questa legislatura, a causa della ristrettezza dei tempi, ma la prossima rappresenterà una legislatura costituente per un nuovo regionalismo in Italia. L'Umbria non deve avere timore del cambiamento, semmai ci dobbiamo porre il problema sul come essere protagonisti dentro al cambiamento. Il processo di riforma, in Italia, si è avviato. Al posto delle Province oggi abbiamo le Città metropolitane, vale a dire la riforma più grande sul sistema degli enti locali. A novembre avremo il referendum che con ogni probabilità ratificherà la fine del bicameralismo. È chiaro che questo processo di riforme continuerà e toccherà, nella prossima legislatura, anche le Regioni. L'Umbria dovrà essere protagonista di questo processo. Del resto la stessa presidente della Giunta regionale lo ha avviato, con l'iniziativa insieme ai presidenti della Regioni Toscana e Marche. Noi più di altri abbiamo l'interesse a starci dentro perché la nostra dimensione ed il nostro potere contrattuale, sicuramente inferiore rispetto alla Toscana, al Lazio, a Regioni più grandi, però se riscopriamo quel sano regionalismo legato alle ambizioni degli anni '70 e della classe dirigente di allora, che capiva la trasformazione e che bisognava accompagnarla da 'dentro', penso che l'Umbria riuscirà a creare una dimensioni con maggiori vantaggi per la comunità regionale. La piccola Umbria dovrà guidare questo processo perché dispone sia degli strumenti che delle persone giuste per farlo”. AS/PG
 

http://www.consiglio.regione.umbria.it/node/51655

 

25 Febbraio 2016

COMUNICATO STAMPA

Si Comunica che a Leonessa (RI) il Comitato Referendario: “Tutti SiAmo Leonessa” ha incontrato il giorno 24 Gennaio 2015 alle ore 16.30 presso il Municipio, il Sindaco Paolo Trancassini per consegnare la richiesta di volontà popolare con la quale 1016 residenti ed aventi diritto al voto,  avendola sottoscritta, chiedono al Consiglio Comunale di fare una Deliberare per richiedere al Consiglio dei Ministri, tramite il vaglio della Corte di Cassazione, di indire un referendum di Annessione all’Umbria e più precisamente alla ex-provincia di Terni.

“ Un esperienza appagante ed entusiasmante quella della raccolta firme che ha permesso a noi del Comitato, andando casa per casa, di conoscere a fondo il nostro bellissimo territorio, ed, oltre alla generosa ospitalità dei nostri Compaesani, anche il loro grado di conoscenza del particolare momento storico e dello sconvolgimento che ci sta interessando. Abbiamo così condiviso l’esigenza di fare insieme un passo importantissimo per il bene nostro e dei nostri figli. Aver raccolto 1016 firme su 2057 aventi diritto al voto, di cui 46 all’estero e circa 500 fuori del comune per vari motivi, ci rende soddisfatti. Non per questo la nostra attività si concluderà qui. Abbiamo intenzione infatti di incontrare ed informare i cittadini dei Comuni del reatino che si trovano nella stessa nostra situazione e programmare nel periodo estivo degli incontri per informare chi in inverno non vive a Leonessa. Ringraziamo il Sindaco Paolo Trancassini, i membri della Giunta, il Consiglio Comunale tutto e   tutti coloro che ci hanno ospitato nelle loro case e ci hanno dato la forza di lavorare per questa nobile causa. In particolare un plauso va a tutti i membri del Comitato che si sono prodicati,

 L’unica cosa che ci lascia veramente perplessi è l’assenza di informazione  da parte dei Politici del Reatino ed il totale disinteresse loro e dei Rappresentanti dei vari Comuni vicino all’Umbria, che si troveranno a migrare verso il mare”.

L’Avv. Paolo Trancassini: “Avete fatto un grande lavoro in termini di tempo e di risultato. Raccogliamo in pieno questa volontà popolare ampiamente espressa e ci adopereremo quanto prima per fare il nostro dovere. Ci mettiamo a disposizione in qualsiasi cosa sia utile a portare   a casa il risultato che ci auspichiamo”.

 

Leonessa lì 25/02/2016                                      Il Comitato

Referente:

Carlo Fornari

Email: comitato.referendum@leonessainumbria.it

Cell. 3382811490

 

22 Febbraio 2016

CENTRO TERNANO DI CULTURA

 

Sede: Via Casagrande 22 – 05100 TERNI

 

              c.f. 91022120553   –  Telef. cell. 389-1092155 Presidente Prof. Domenico Cialfi  cell. 349-0689011

 www.ctcilpunto.it  - email: ctcilpunto@gmail.com  

 

  codice iban: IT55U0570414401000080004270

 

 

Cari amici, Continua la nostra attività informativa, culturale e sociale con:  

Sabato 5 marzo 2016 alle ore alle 9,30 presso la Sala Rossa di Palazzo Gazzoli

 Via del Teatro Romano - 05100 Terni (TR)

 incontro partecipativo su:

 

IL FUTURO DELLE ISTITUZIONI TERNANE NELLA PROSPETTIVA DEL RIASSETTO DELLE REGIONI”

 che analizzi le problematiche esistenti sul futuro delle istituzioni nella prospettiva , ormai  concreta, di un riassetto delle regioni e dei comuni, dopo quello delle provincie, e avanzi  delle proposte affinché il territorio e le stesse istituzioni locali non vengano penalizzate.

Si è pensato, pertanto, di richiedere un contributo di analisi e di suggerimenti ad alcuni dei rappresentanti delle istituzioni direttamente coinvolte che ricoprono importanti incarichi politici e/o amministrativi:

  • Giuseppe Chianella (Assessore Regionale)
  • Raffele Nevi (Consigliere Regionale)
  • Leopoldo Di Girolamo (Sindaco di Terni)

Sulla base degli interventi dei relatori sarà poi aperto un confronto a cui saranno invitati a partecipare tutti coloro (forze politiche, sociali, economiche, sindacali, giornalisti (tra i quali l’avv. Gianfranco Paris, direttore di “Mondo Sabino” di Rieti) e comuni cittadini) che intenderanno intervenire.

 

Cordiali Saluti 

Siete tutti invitati e vivamente pregati di non mancare e fate pubblicità all’evento.

  

Terni 19/02/2012

                                                                                                IL Presidente

                                                                                      F.to Prof. Domenico Cialfi

 

 

19 Febbraio 2016

C'è ancora vita a Leonessa ?

Mettendo a confronto la vita leonessana di oggi con quella con quella degli anni passati non si può che dedurre che a Leonessa c'è poco entusiasmo, poca determinazione nel fare le cose e poca speranza nel futuro. Chi vive stabilmente a Leonessa vede con i propri occhi che le presenze dei turisti in questo paese sono ridotte al lumicino e che le poche risorse del settore agricolo e quelle dell'allevamento del bestiame non sono in crescita. Sono tuttavia i pochi agricoltori e i pochi allevatori che contribuiscono allo sviluppo del turismo legato alla buona cucina.

E' necessario tuttavia da parte di governa sostenere il settore agricolo nell'interesse di tutta la collettività. E gli agricoltori e allevatori sono chiamati a rispettare le certificazioni di origine controllata e di qualità. Alcuni produttori locali sono già sulla buona strada. Solo così il turista sarà invogliato a frequentare i nostri luoghi perche' avrà scoperto che il nostro paese sa offrire prodotti locali appetibili  e unici.

Il cammino per conseguire questo obiettivo è in salita perchè manca in questo paese l'unità nella pluralità.

Coloro che detengono il potere nei vari ambiti della vita cittadina non si interrogano sulle loro responsabilità di fronte a certi fallimenti e ritardi. Costoro per non ammettere i propri sbagli si aggrappano a qualche causa oppure cercano di trovare un capro espiatorio. Questo modo di risolvere i problemi offre loro solo l'illusione di salvaguardare unicamente la propria immagine. Abbiamo bisogno di uomini e donne che riescano a percepire le cose in modo reale e sappiano scoprire le cause della crisi, sappiano soprattutto ascoltare le ragioni degli altri per arrivare alla soluzione dei problemi. 

Considerando poi di avere un grande Santo, Giuseppe da Leonessa, è spontaneo fare ora una breve riflessione sul turismo religioso. Nel 1946 Padre Tolmino Zelli stampò un solo numero di un bollettino: "Leonessa e il suo Santo",  c'era un articolo dal titolo: "La tomba di un grande Santo sconosciuta". Padre Zelli offriva ai devoti di S. Giuseppe da Leonessa un'analisi attenta sulla situazione del turismo religioso. Suggeriva alcuni mezzi per far conoscere  il nostro Santo fuori di Leonessa. Da allora si è fatto tanto a Leonessa sia per quanto riguarda la conoscenza del Santo che nella realizzazione di strutture alberghiere e di esercizi commerciali. Dal 1964 si stampa la rivista "Leonessa e il suo Santo", promotrice della conoscenza del Santo e della vita della cittadina. Dal 1989 la parrocchia intitolata "San Giuseppe da Leonessa" è affidata alla comunità dei Frati Cappuccini di Leonessa.

Nonostante queste iniziative S. Giuseppe da Leonessa è ancora poco conosciuto.

Non si è realizzato il grande desiderio di molti devoti di vedere nel Santuario una famiglia religiosa che a tempo pieno ne zeli la devozione, ne curi il decoro. Oggi tale desiderio  si è affievolito non solo negli animi dei fedeli ma anche in quelli delle autorità religiose. Oggi, quanti tra i suoi devoti si danno da fare per promuovere la sua conoscnza e il suo culto ? Ad occuparsi del Santo ci sono solo poche persone della Confraternita, ma queste si occupano soprattutto della manutenzione ordinaria e straordinaria del Santuario: è più facile tuttavia costruire templi di pietra che costruire una comunità cristiana che annuncia, celebra e testimonia il Vangelo !

Le persone del nostro paese sono prettamente anziane ma hanno sempre  visto in San Giuseppe un saldo punto di riferimento: i giovani invece che sono pochi vanno verso altri ideali e altri incontri.

Si può concludere allora che il futuro di Leonessa avrà meno vitalità e che gli operatori del turismo dovranno valutare il potenziale turistico del nostro territorio per ridurre al minimo il rischio in investimenti sbagliati.

(Anavio Pendenza - Su gentile concessione de "Leonessa e il suo Santo ")

 

19 Febbraio 2016

Ridere o Piangere ?

Oggi, 11 Gennaio 2016, è un giorno come tutti gli altri, normale come di abitudine.

Infatti siamo continuamente bersagliati da notizie negative, a volte assurde, e a tal punto che spesso nemmeno le notiamo: purtroppo è diventata normalità.

Quella ricevuta oggi via mail da Leonessa 2016 (è il Comune ?), però è troppo negativa, direi comica, colpisce quanto un pugno diretto al mento.

Nel N° 285, novembre-dicembre 2012 della nostra rivista, facendo riferimento al "clima cambiato e alle nevicate che, anche se violente, sono di breve durata e il manto si scioglie in breve tempo", avevo ipotizzato che non avremmo avuto alcuna garanzia di un utilizzo programmato delle piste per cui "l'investimento sulla neve non porta incremento turistico a Leonessa quindi non c'è ritorno economico a nessun livello".

I 20 milioni di Euro allora erogati ai vari Comuni del Comprensorio dl Terminillo per il rilancio dell'attività sciistica rappresentano uno dei tanti sprechi di denaro pubblico (attenzione alle parole: pubblico significa di noi tutti) che tanto hanno contribuito all'impoverimento sociale dell'Italia, il più delle volte senza una ragione se non quella di propaganda elettorale.

Adesso, dopo che l'apertura delle piste nel weekend, annunciata il martedì, è stata poi quasi sempre disdetta il venerdì, e gli impianti sono rimasti fermi al palo, si chiedono altri soldi per mantenere in vita società fantasma.

Le  cassanate non le fa solo Cassano !! E a noi "non ci resta ch piangere".

(Luigi Risa - Su gentile concessione de "Leonessa d il Suo Santo")

 

5 Febbraio 2016

Messaggero, 5 febbraio 2016

5 Febbraio 2016

http://www.gonews.it/2016/02/05/regioni-enrico-rossi-ipotizza-una-governance-unica-toscana-umbria-marche/

http://www.corriereadriatico.it/marche/marche_umbria_toscana_rossi_ipotesi_di_governance_unica-1531741.html

4 Febbraio 2016

http://www.ilgiornaledirieti.it/leggi_articolo_f2.asp?id_news=41868

4 Febbraio 2016

Rieti-Terni: Mit a Pastorelli (Psi), dopo gara d’appalto consegna lavori in 30 mesi

Roma, 4 febbraio 2016 – Il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, rispondendo all’interrogazione presentata dal deputato Psi Oreste Pastorelli sul mancato completamento della strada statale Rieti-Terni, spiega che “nel corso di un incontro tecnico tenutosi presso il Compartimento della Viabilità dell’Umbria, l’impresa (Tecnis ndr) ha comunicato che, come già rappresentato dal Commissario incaricato ai vertici ANAS, la possibile riattivazione di adeguati flussi finanziari da  parte della stessa, consentirà il riavvio del cantiere e la conclusione dei lavori in ulteriori sei mesi rispetto al tempo contrattuale già scaduto”. Riguardo al tratto stradale reatino, invece, il Mit sottolinea come “il completamento del viadotto Velino, la cui esecuzione risulta attualmente interrotta dall’appaltatore, sarà funzionale al tratto che va dalla galleria Montelungo al confine regionale umbro-laziale. Per tale intervento, che ricade nel territorio laziale, sono state avviate le procedure per la gara di appalto, al termine della quale si procederà alla consegna dei lavori il cui tempo di esecuzione è previsto in 30 mesi”.

La Risposta del Governo
 

4 Febbraio 2016

Dati Turismo Umbria 2015

 

3 Febbraio 2016

Comunicato ai Sindaci

2 Febbraio 2016

I Presidenti delle Giunte regionali di Toscana, Umbria e Marche si incontreranno domani a Roma

http://www.gonews.it/2016/02/02/macroregione-domani-si-incontrano-marche-e-abruzzo-poi-tocchera-alla-toscana/

http://www.umbria24.it/macroregione-dubbi-delle-marche-con-umbria-e-toscana-meno-peso-con-abruzzo-saremmo-leader/387545.html

http://www.ilmessaggero.it/abruzzo/macroregioni_domani_d_alfonso_da_ceriscioli_ma_le_marche_continuano_flirtare_toscana_umbria-1525565.html

http://www.ansa.it/marche/notizie/2016/02/02/incontro-marche-abruzzotoscana-umbria_64f494a8-4040-48ae-9b6d-f3f406b82688.html

http://www.rete8.it/politica/123macroregione-domani-incontro-riservato-abruzzo-marche/

 

2 Febbraio 2016


www.ilmessaggero.it Rieti


IL CASO


L’ultima volta a salvare il tribunale ci pensò il decreto legislativo sulla spending review che soppresse tutte le sezioni distaccate in Italia, riducendo pure il numero degli uffici dei giudici di pace. Nel provvedimento che portò alla chiusura della sezione di Poggio Mirteto (istituita nel 1999 per iniziativa del parlamentare dell’Ulivo Pietro Carotti) e a quella delle sedi onorarie di Amatrice, Cittaducale e Rocca Sinibalda, un articolo sostenuto anche dallo scomparso
senatore Angelo Cicolani, prevedeva il mantenimento dei tribunali che non raggiungevano adeguati livelli produttivi e bacini di utenza sotto la media purchè avesserosede in capoluoghi di provincia.
In questo modo, Rieti fu salva e ogni timore rientrò ma ora torna lo spettro di un ridimensionamento o accorpamento a un altro tribunale più grande.


IL DOCUMENTO


A sollevare gli interrogativi è la relazione tecnica del ministero della Giustizia che prevede «l’ulteriore razionalizzazione della geografia giudiziaria che si propone di portare a compimento il processo sulla distribuzione sul territorio degli uffici giudiziari». Tutto è direttamente collegato alla riduzione delle Corti di Appello
(in Puglia è stata già proposta la chiusura di Lecce, lasciando in funzione solo Bari) - e relative procure generali - per ottenere ulteriori risparmi di spesa. Per raggiungere lo scopo, la relazione ministeriale specifica che «sembra evidente l’opportunità di abbandonare criteri come quelli che non hanno consentito la soppressione dei tribunali con sede nei capoluoghi di provincia, a prescindere dalla conformità agli standard minimi di efficienza».
Il documento precisa poi che «i risultati del monitoraggio consentirà, nel caso, di chiudere i tribunali che, per le ridotte dimensioni del bacino di utenza, non sono in grado di assicurare un adeguato standard di efficienza» e aggiunge che «per garantire una tendenziale omogeneità tra gli uffici, si potrà conferire al legislatore il potere di attribuire circondari di tribunali appartenenti al distretto di una corte di Appello a un distretto limitrofo, pur se appartenenti a una diversa area regionale».. In sostanza, nell’ipotesi di un accorpamento, Rieti (distretto di Roma) potrebbe essere aggregata a Terni (distretto dell’Umbria) e non necessariamente a Tivoli o aViterbo.


L’ALLARME


Tornano d’attualità, quindi, gli (inutili) allarmi che in passato hanno lanciato diversi esponenti dell’avvocatura reatina. A partire dall’ex presidente dell’Ordine forense Antonio Belloni che, proprio a Rieti, negli anni 90, nel corso di un incontro tra gli ordini del Lazio, definì Rieti «la Cenerentola del Lazio), paventando i pericoli che potevano derivare da un sottodimensionamento del circondario sabino.
Come pure, rimase inascoltato l’invito di Pietro Carotti per il quale l’istituzione della sezione distaccata di PoggioMirteto doveva rappresentare
il punto di partenza per allargare la competenza di Rieti ad altre grosse realtà della Sabina romana, come Monterotondo, Mentana, Palombara e Guidonia. Appelli inascoltati dai politici di turno e, ora, si riaffacciano i fantasmi.


MassimoCavoli


 

27 Gennaio 2016

Nota Unitaria ai Parlamentari del Lazio e Comunicato Stampa delle Camere di Commercio del Lazio

Nota Unitaria

Comunicato Stampa

 

27 Gennaio 2016

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

Ministro delle infrastrutture e dei trasporti

 Premesso che:

 il tormentato completamento della superstrada Rieti-Terni, per decenni una sorta di «tela di Penelope» sembra ad un punto di svolta quanto, nel 2014, la Conferenza dei servizi Anas-direzione generale dei lavori, raccolti tutti i pareri necessari aveva dato l'ok per la realizzazione degli ultimi 800 metri ed, in particolare, aveva rilasciato il nulla osta per la costruzione del sistema di rotatorie e svincoli che avrebbero collegato la superstrada a Colli sul Velino e da lì all'intera dorsale dei comuni reatini confinanti con l'Umbria, fino a Leonessa;

 il nulla osta di cui sopra si riferiva agli ultimi 800 metri della superstrada, quelli ancora mancanti che, dalla galleria di Pié di Moggio, avrebbero definitivamente unito Rieti con la provincia di Terni;

da anni oramai gli abitanti del luogo aspettavano la realizzazione dell'uscita per Colli sul Velino senza il quale il territorio a nord-ovest della provincia di Rieti sarebbe uscito «monco» in quanto avrebbe consentito di collegare direttamente tutti i comuni della dorsale reatina, compresi Cantalice e Leonessa, alla superstrada Rieti-Terni con innegabili ricadute turistiche per l'intero territorio ma anche avvantaggiando coloro che, per raggiungere la Valnerina ternana non sarebbero più stati costretti ad attraversare Terni;

la consegna prevista per fine 2015 nella zona ternana, a tutt’oggi, non si è ancora realizzata a causa non solo dei ritardi, nell’esecuzione dei lavori dovuti alla realizzazione  del ponte sul Velino ma soprattutto all’inchiesta che ha investito la Tecnis che ha creato un’interruzione dei lavori che non sono più ripresi;

a tal proposito è opportuno ricordare che la recente indagine sugli appalti dell'Anas ha coinvolto anche i vertici della società Tecnis, considerata un colosso delle costruzioni con 1.200 lavoratori in organico. Alla bufera giudiziaria è seguita l'interdittiva antimafia emessa dal prefetto di Catania a carico dell'azienda che è stata quindi commissariata.  

Si chiede di sapere:  

se il Ministro interrogato sia a conoscenza dell'annosa vicenda che interessa il cantiere in questione e quali iniziative, per quanto di competenza, anche intervenendo presso l’ANAS, intenda adottare per arrivare al completamento di quel tratto di strada  che viene rinviato da troppi anni e la cui ultimazione è di fondamentale importanza per l’intero territorio.

 

                                                                           On. Pastorelli

16 Gennaio 2016

 

http://www.umbriaon.it/2015/leonessa-non-molla-vogliamo-terni/

http://www.concaternanaoggi.it/notizie/tutti-siamo-leonessa-vuole-annessione-allumbria-10546/

http://www.ilgiornaledirieti.it/leggi_articolo_f2.asp?id_news=41682

http://www.sabiniatv.it/leonessa-trancassini-incontra-il-comitato-referendario-23979/

http://rietinvetrina.it/il-comitato-tutti-siamo-leonessa-incontra-trancassini-e-giunta/

http://www.marchenotizie.info/16070/fusione-tra-marche-umbria-e-toscana-i-consigli-verso-la-seduta-comune

http://www.parlamento.toscana.it/node/21204

http://www.corriereadriatico.it/MARCHE/marche_umbria_toscana_italia_mezzo_riforma/notizie/1772966.shtml

http://www.askanews.it/regioni/umbria/umbria-toscana-e-marche-terranno-tre-consigli-regionali-riuniti_711701681.htm

http://www.gonews.it/2016/01/07/italia-di-mezzo-giani-una-macroregione-con-obiettivi-strategici/

http://met.provincia.fi.it/news.aspx?n=210874

13 Gennaio 2016

Caro Gianfranco,

intanto fammi dire che l’aspetto positivo di queste vicende è che finalmente riaprono un dibattito che mancava in totale assenza della politica con la P maiuscola. Detto questo ti ricordo che all’epoca noi lavorammo giustamente nell’ottica di un restringimento dell’area metropolitana ex L. 142/90 e di una riunificazione delle due sabine. Oggi però. Le cose stanno diversamente. Roma è diventata città metropolitana con la sua provincia e quindi è impossibile parlare di ridurne il territorio. Essendo ormai la Provincia non più in grado di auto sostenersi, rimangono quindi in piedi altre soluzioni che vanno per la maggiore quali quelle dell’accorpamento degli uffici statali e parastatali a Viterbo mentre al posto della Provincia ci saranno mini enti di area vasta (Unioni di Comuni o altro). Il tutto mentre si stanno ridisegnando i confini delle Regioni riducendole, sulla scia del modello francese.

In questo quadro noi come ci dovremmo muovere? Secondo me partendo da un assunto: tenere legato comunque il territorio a Rieti; diversamente la città subirebbe un’altra bella batosta sul piano economico ed occupazionale. Ma per arrivare a ciò che dovremmo fare? Cercare di costruire una base programmatica che vada bene a tutti i comuni. E quale è questa base? Non certo mandare in Umbria solo i comuni ad essa confinanti (ammesso che poi l’Umbria non finisca in Toscana, giacché la Bassa Sabina, l’Amatriciano, il Cicolano, il Turano non accetterebbero mai e cercherebbero giustamente altre strade. L’unica soluzione, quindi, secondo me è quella di entrare nella città metropolitana. Ma anche se ce ne volessimo fregare dell’unitarietà della Provincia, una volta fatta la scelta per l’Umbria, i pendolari di Rieti come andranno a lavorare a Roma? Ancora con il Co.Tra.L.? Non credo. E in questi anni che ci vorranno per concretizzare la cosa, quali saranno i nostri rapporti con la Regione? Questi sono i miei dubbi, caro Gianfranco.

Un saluto.

Clemente Dominici

12 Gennaio 2016

Caro Clemente,

ho letto il Tuo comunicato. La Tua proposta perfeziona il disegno dell'ex comunista Walter TOCCI, ex Vice Sindaco di Roma, nativo di Cerdomare, il quale voleva allargare, fin dagli anni '90, l'Area Metropolitana di Roma fino ad Osteria Nuova, quando Tu sostenevi, a buona ragione, il progetto di riordino della CISL di Giorgio ROSSI. Oggi Tu, pur di tenere unito il territorio della ex Provincia di Rieti, ormai accorpata a Viterbo, pensi che per mantenere l'unità bisogna far decidere tutto da Roma. Domande: sei contento di come la Regione Lazio si è occupata di noi dal 1970 ad oggi? Pensi che con l'Area Metropolitana di Roma cambierà le cose? Se saremo marginali  nella macroregione che comprende l'Umbria, cosa saremo nell'Area Metropolitana di Roma? Sei mai andato a vedere come l'Umbria ha trattato zone marginali sabine facenti parte della Provincia di Perugia (Norcia e Cascia)?

Per andare da Norcia o Cascia a Perugia bisognava prima andare a Terni. Ora hanno una superstrada ed una galleria più o meno come quella che è stata realizzata dall'ANAS su pressione dell'Umbria, e non nel  Lazio, costruita per collegare Terni con Rieti e finalmente completare il nostro collegamento al porto di Civitavecchia, cosa che la Regione Lazio avrebbe dovuto fare dal 1970 in poi.

Nel territorio del Lazio ci sono gli ultimi 800 metri di questo collegamento che attendono di completare l'opera, vai a vedere come è la situazione?

Quando saranno completati questi 800 metri e su pressione di chi? Di MELILLI che, nella sua qualità di Segretario regionale del PD, non è stato capace di spiegare a MORASSUT che mettere Rieti con Isernia era una bestialità politico-amministrativa e che ripete sempre che non bisogna preoccuparsi?

O di REFRIGERI e MITOLO che in Regione sono poco più che comparse inascoltate? Per vedere bene che differenza c'è tra le zone marginali delle regioni limitrofe al Lazio, bisogna andarci per vedere le cose come stanno quanto a sviluppo economico e sociale e ascoltare MEP Radio, che è diventata ormai la radio dell'Italia centrale a nord di Roma.

Essere zona periferica dell'Area Metropolitana fa comodo solo a quei politici locali che basano la loro carriera sugli appoggi romani, non è un caso che sono tutti contrari ad ogni soluzione diversa da quella dell'Area Metropolitana di Roma. Anzi, non è arbitrario pensare che l'inserimento fatto dalla proposta MORASSUT del passaggio della Provincia di Rieti nella macroregione Adriatica, anziché in quella Appenninica con l'Umbria-Toscana e Viterbo è stata fatta apposta per preparare il passaggio nell'Area Metropolitana di Roma, come male minore. Se Rieti dal decreto MONTI in poi fa parte della provincia di Viterbo, alla quale è stata ormai accorpata, perché non deve essere inclusa nella macroregione Appenninica? Evidentemente perché non fa comodo a qualcuno, contro gli interessi della cittadinanza. Fatti queste domande e cerca di dargli una risposta per chiariTi le idee, come facevi negli anni '90! E ascolta di più MEP Radio, così conoscerai meglio come stanno realmente le cose.

 Ti voglio sempre bene. Gianfranco

(Avv. Gianfranco Paris - "Mondo Sabino" - Promotore del Manifesto di Friozzu)

12 Gennaio 2016

http://www.umbriadomani.it/politica-umbria/macroregioni-summit-a-macerata-con-i-presidenti-dei-consigli-regionali-70785/

http://www.luccaindiretta.it/in-regione/item/61686-macroregione-del-centro-italia-se-ne-parla-a-macerata.html

http://www.gonews.it/2016/01/07/i-presidenti-dei-consigli-regionali-di-toscana-umbria-e-marche-per-la-creazione-di-una-italia-di-mezzo/

12 Gennaio 2016

COMUNICATO STAMPA RIETI VIRTUOSA

Riordino territoriale (ma anche istituzionale): finalmente se ne parla

Ma non lo si faccia nelle “chiuse stanze”

Grazie alla iniziativa di Rieti Virtuosa, per la prima volta i rappresentanti della polita locale reatino-sabina, ma che dovrebbero contare anche a livelli più alti, sono stati costretti ad esprimersi pubblicamente sul tema del riordino territoriale della provincia di Rieti.

Lo hanno fatto confermando quanto già sapevamo, che il tema è strettamente legato a quello del riassetto istituzionale e che ci sono interessi forti a cui i partiti, ma in primo luogo il PD, devono rispondere; interessi che dettano l’agenda politica del Governo Renzi proprio <<sul futuro assetto istituzionale e amministrativo>> lasciando nell’<<incertezza>> persino un Segretario Regionale e un Presidente PD di una “Area Vasta” che oggi è la Provincia, e domani o sarà più stretta o sarà allargata sotto Viterbo.

E certo che anche in Umbria c'è incertezza sui futuri assetti, ma il PD reatino non avrà difficoltà a verificare come il PD umbro, nelle persone dei suoi rappresentanti istituzionali, ne parli e davanti ai cittadini. Cosa che Rinaldi purtroppo promette di fare in quelle che Catiuscia Marini, PD Presidente della Regione Umbria, ha definito le "chiuse stanze in cui si ridisegna la nuova carta geografica delle Regioni italiane".

Di riassetto istituzionale e territoriale ci sarebbe molto di cui parlare, ma mentre del primo a Rieti se ne parla solo con l’obiettivo di distrarre i cittadini da quanto sta già vergognosamente accadendo a colpi di “Sblocca Italia”, Finanziarie e “Milleproroghe”, del secondo si tace sia per paura di perdere “rendite di posizione” garantite dalla politica romana che per paura di dover arrivare a parlare anche del resto.

Qualcuno teme che in questo modo la Provincia di Rieti scomparirà; Rieti Virtuosa, oltre a raffermare che le istituzioni servono ai cittadini e non il viceversa, ritiene che i cittadini stessi abbiano il diritto di esprimersi su ospedali che chiudono comunque “dissanguati” dai tagli dovuti alla malasanità romana, su trasporti da terzo mondo e su servizi pubblici locali che, molto spesso delegati dai Comuni alla Provincia stessa, peggiorano rapidamente.

E’ in questo contesto che crediamo sia estremamente utile, proprio in questi mesi, porre in discussione al Consiglio Comunale di Rieti e in tutti i Consigli di quella fascia territoriale “naturalmente” vocata all’Umbria (solo i confinanti con l'Umbria sono ben 14) l’opportunità di passare in Umbria tramite referendum vincolante.

Da parte nostra infatti riteniamo che, se non ci si può certo illudere che questa possa essere la soluzione a tutti i problemi del nostro territorio, essa ci metterebbe in “area vasta” con un territorio a noi più omogeneo e, nello spicciolo, in condizione di ottenere maggiori vantaggi almeno nella sanità, nei trasporti e nel turismo.

10 Gennaio 2016

Rieti:Vassalli,Valvassori,Valvassini

Nel Medioevo la società feudale era organizzata rigidamente per caste al servizio del potere imperiale, sistema che ebbe vigore in tutta l'Europa da Carlo Magno in poi fino alla fine del Sacro Romano Impero. Vassalli erano coloro che rispondevano direttamente all'Imperatore, i soli ad essere ammessi al suo cospetto, e avevano il compito di tenere sotto controllo il territorio loro affidato in feudi per servizi resi all'Impero. Benefici in perpetuo che si trasmettevano di padre in figlio. Valvassori erano i beneficiati dai vassalli che avevano il compito di riscuotere i tributi da riversare al potere imperiale dopo avervi fatto una robusta cresta. Valvassini erano l'ultimo gradino della scala sociale del potere, quelli che se la dovevano vedere con il popolo che aveva l'unico scopo di pagare tributi e mantenere con il proprio lavoro tutta questa genia di parassiti. I Vassalli di oggi sono i deputati, i senatori, i ministri, i presidenti, gli assessori e i consiglieri regionali. Sono costoro gli unici ammessi alla “parvenza” di partito dal quale dipendono, egemonizzato ormai da vent'anni da una sola persona, che si chiami BERLUSCONI o RENZI vuol dire poco perché sostanzialmente sono la stessa cosa.

(Avv. Gianfranco Paris - "Mondo Sabino" - Promotore del Manifesto di Friozzu) Qui l'articolo completo

10 Gennaio 2016

“No al passaggio di Rieti in Umbria”. E’ la posizione di Marco Palmerini dell’Ugl di Rieti in merito al riordino del territorio provinciale.

“E’ giusto che Rieti conservi la propria identità – ha dichiarato – per questo sono nettamente sfavorevole al passaggio in Umbria. Avrebbero di certo più senso le macroregioni: Rieti in questo modo si sgancerebbe da Roma che si accaparra tutte le risorse lasciando poco alle altre province. Ma il passaggio in Umbria non è proprio la soluzione giusta”

10 Gennaio 2016

“Rieti in Umbria?. Prima bisogna capire se si parla di Rieti città o di Rieti provincia – ha precisato Paolo Bigliocchi del Comune di Rieti – in ogni caso non mi ritengo favorevole alla divisione del territorio senza capire l’obiettivo e le prospettive di questa modifica. Sono per l’integrità del territorio provinciale. Occorre a mio avviso tener conto del fatto che Rieti, essendo capoluogo di provincia, ha ricevuto nel tempo dei benefici, anche se è una realtà di piccole dimensioni”.

10 Gennaio 2016

Rieti in Umbria? Per il consigliere regionale Daniele Mitolo “è decisamente fuori tema parlare oggi di questa ipotesi. Ritengo che prossimamente sia probabile un accorpamento di territori. Per ciò che concerne la provincia di Rieti, non tutto il territorio gravita sull’Umbria ma anche su Marche e Abruzzo; per questo non tutta la provincia è interessata al passaggio in terra umbra”.

9 Gennaio 2016

Leonessa in Umbria? La risposta, per il primo cittadino Paolo Trancassini è “si”.

“Oggi, come sette anni fa, ci sono le stesse motivazioni che portano a sostenere questa causa – ha dichiarato Trancassini – parlo da sindaco, ma anche da ex presidente del Comitato che sette anni fa è nato per chiedere il passaggio di Leonessa in Umbria. La regione Lazio del resto è romanocentrica e le altre province non ricevono la considerazione che meritano. A breve ci sarà un incontro tra il Comune di Leonessa e il Comitato promotore per cui verranno ribadite le motivazioni e si parlerà delle conseguenze del caso”.


9 Gennaio 2016

IL DESTINO DI RIETI: PERCHE’ L’UMBRIA? MA NON E’ MEGLIO ROMA?

Le recenti iniziative prese dal nuovo comitato leonessano di riproporre un referendum popolare per ottenere il passaggio in Umbria riporta alla ribalta una questione mai sopita riguardo al destino dell’identità della Provincia di Rieti, un destino quanto mai precario soprattutto dopo La lunga serie di decisioni nazionali, vecchie e nuove, di sopprimere o accorpare quegli enti statali o parastatali che identificano la presenza dello Stato su un territorio ben definito dove convivono due poteri o - forse meglio - due competenze: quelle centrali, esercitate da questi enti e quelle locali gestite essenzialmente dalla Provincia e dai Comuni.

Va da sé, quindi, che Prefettura, sul versante statale, e la Provincia, su quello locale, hanno sempre individuato e rappresentato l’unitarietà di un territorio costruito su realtà sociali e territoriali diverse, costituendo anche un valido collante unitario riconosciuto da tutti, al di qualche sporadica iniziativa secessionista.

Tutto questo meccanismo ha retto e funzionato per molti anni, dalla costituzione della provincia di Rieti nel 1927, governata allora dallo Stato centrale con la “sottoprefettura” di Perugia, alle nuove riforme che si profilano all’orizzonte. Riforme che stanno scardinando sia il livello centrale, con le soppressioni di vari uffici statali già realizzate e con quelle annunciate, a cominciare dalla Prefettura, sia il livello periferico: la prossima chiusura della Provincia.

E’ evidente che la nuova situazione crea un serio pericolo per la stessa unitarietà di questo territorio che finora ha retto bene per le ragioni di cui sopra.

La prossima sparizione degli uffici statali più importanti, da un lato, e della Provincia, dall’altro, toglierà però quel collante che ha unificato realtà diverse tra di loro: Rieti città, la Bassa Sabina, il Cicolano, il Turano, l’Amatriciano e da queste zone - tutte intere o in parte - presto partiranno spinte, non secessioniste perché  non esisterà più una realtà unitaria, ma aggregazioniste verso realtà più simili e soprattutto più vicine.

Ed allora, quale sarà il futuro di questo territorio? Domanda che dovrebbe rivolgersi concretamente sin da subito la nostra classe politica, amministrativa, culturale ed economica.

Per fare questo occorre però partire dai dati concreti: ad oggi, a prescindere dai tentativi in atto di unificare il livelli di comando centrale con Viterbo, realtà dalla quale siamo completamente estranei, pende un unico progetto  che, approvata nel prossimo aprile, la riforma costituzionale in discussione, potrebbe andare rapidamente in porto: la creazione delle nuove macro regioni proposte con un disegno di legge costituzionale presentato dai senatori Morassut e Ranucci con il quale:

- la città metropolitana di Roma assumerebbe il rango di Regione;

-la provincia di Rieti verrebbe aggregata alla Regione adriatica;

-la provincia di Viterbo passerebbe con Toscana e Umbria;

-le province di Frosinone e Latina andrebbero con la Campania.

E’ evidente che questo quadro sarebbe poco penalizzante per le altre province laziali, che hanno comunque una popolazione capace di mantenere autonomia concreta sia sul versante delle competenze statali che su quelle locali, ma che per Rieti sarebbe invece devastante.

Devastante sia se mantenesse la sua compattezza territoriale perché non sarebbe in grado di conservare uffici ed enti statali, sempre più compressi nell’ottica della spending review, sia - peggio ancora - se perdesse la sua attuale unità territoriale.

Perché, se questa riforma dovesse prendere corpo, ad alzare la voce non sarà solo Leonessa o, in futuro, l’Amatriciano, il Cicolano o parte del Turano ma soprattutto la Bassa Sabina che, come importanza economica e popolazione, non è certo una realtà irrilevante.

Sarebbe infatti giustificabile che città come Passo Corese, con tutto il Comune di Fara Sabina, distante appena trenta chilometri da Roma, o anche realtà importanti come Poggio Mirteto, venissero aggregate a regioni con capoluogo Ancona o Pescara? Credo certamente di no.  

E allora, a mio modesto parere, da amministratore di “lungo corso” e profondo conoscitore delle varie realtà della Sabina, penso che per Rieti e  provincia ci sia solo una possibilità per rimanere agganciate alle possibilità future di sviluppo e progresso: entrare insieme nella città metropolitana di Roma!  Diversamente saremmo solo sempre pochi e sempre marginali!  

Rieti 9 gennaio 2016                                                      Clemente Dominici

 

9 Gennaio 2016

Il presidente della Provincia, Giuseppe Rinaldi, interviene sull'ipotesi rilanciata da Rieti Virtuosa, ma già sostenuta in passato da altre associazioni e comitati, di indire un referendum per il passaggio di Rieti in Umbria. "E' sbagliato pensare di trovare soluzioni con solitarie fughe in avanti, soprattutto in questo momento in cui la Riforma costituzionale impone un'azione costruttiva dei Sindaci - aggiunge Rinaldi - A breve, sentiti i sindaci, partendo dal Capoluogo, convocheremo una nuova riunione, dopo quelle già fatte con il deputato Melilli, il prefetto vicario Grieco e gli altri, per far sì che il nostro territorio, tutto, si faccia parte diligente per costruire il suo futuro".

Insomma, ormai il dibattito è (ri)partito, proponendosi come un replay di altri già ascoltati in passato, in quei casi per le iniziative di singoli Comuni come Leonessa ed Amatrice.

(www.corrieredirieti.it)

9 Gennaio 2016

Rieti in Umbria? Il presidente della Provincia, Giuseppe Rinaldi dice no.
«Azioni e iniziative isolate non portano da nessuna parte, sbagliato pensare di trovare soluzioni con solitarie fughe in avanti», dichiara all’indomani della mossa di Rieti Virtuosa, una raccolta di firme in città a
sostegno di una proposta di iniziativa popolare da discutere in consiglio comunale per il passaggio in Umbria. Un errore strategico, per Rinaldi, «considerando che anche in quella Regione c’è incertezza sul futuro
assetto istituzionale e amministrativo ».

Peccato che, a fronte di un incertezza che investe   tutte le aree interne, in Umbria, Toscana e Marche l’attenzione sul tema sia massima proprio a partire da consigli regionali e Province.

E’ di ieri l’annuncio del presidente della Provincia di Perugia, Nando Mismetti, di un’iniziativa pubblica nel capoluogo umbro e al quale saranno invitati i presidenti delle Province di Lazio nord, Marche e bassa Toscana. E per il 25 gennaio a Macerata è già convocata una riunione tra i rappresentanti dei consigli regionali di Umbria, Marche e Toscana.


Invece a Rieti (e nel Lazio) il tema è tabù. Rinaldi prova a richiamare in causa i sindaci e in quella che è ancora la loro casa comune, non più la Provincia, ma l’area vasta: «A breve, sentiti loro, a partire da
Petrangeli, convocheremo una nuova riunione dopo quelle già fatte con l’onorevole Melilli e il prefetto vicario Grieco, per far sì che il nostro territorio, tutto, si faccia parte dirigente per costruire il suo futuro».
La speranza è che la reunion abbia un po’ più di successo dell’ultima, quella convocata il 20 ottobre, quando all’appello risposero non più di 28 sindaci (su 73!) con tanto di fuggi fuggi dopo il discorso ecumenico di
Melilli. «La speranza è che tutti gli attori del territorio stavolta rispondano - dichiara Bernardino De Marco, consigliere comunale e provinciale tra i più attenti al tema - se sin dai tagli del governo Monti tutti avessero
percepito il reale pericolo forse ora non ci troveremmo ancora ad inseguire». Ma sul referendum per andare in Umbria, De Marco è tranchant: «Sarebbe come decretare la morte di questa Provincia».
 

(Alessandra Lancia - Su gentile concessione de "Il Messaggero")
 

8 Gennaio 2016

Di seguito una dichiarazione del presidente della provincia di Rieti, Giuseppe Rinaldi, in merito alla volontà di passare in Umbria manifestata da alcune comunità reatine. 

"In relazione al desiderio manifestato da alcuni settori delle nostre comunità di voler passare in Umbria mi sembra opportuno cercare di ricondurre il dibattito alla realtà dei fatti ricordando a tutti che azioni e iniziative isolate, oltre non portare da nessuna parte in generale, in questo momento storico sono assolutamente sbagliate considerando che anche in quella Regione c'è incertezza sul futuro assetto istituzionale e amministrativo.

Comprendo e sento anche il dovere di farmi carico della sensazione di disagio che i nostri concittadini attraverso queste iniziative rappresentano ma è sbagliato pensare di trovare soluzioni a tutto ciò con solitarie fughe in avanti  soprattutto in questo momento in cui la Riforma costituzionale, applicazione regionale della 'Del Rio', impone un’azione costruttiva dei Sindaci proprio all'interno della loro assemblea nell'area vasta. E’ quella la sede in cui i rappresentanti dei cittadini, siano essi istituzioni, siano essi associazioni datoriali,  sindacati o quant'altro, devono confrontarsi e decidere. 

Per questo, a breve, sentiti i sindaci , partendo ovviamente da quello del Comune capoluogo, convocheremo una nuova riunione, dopo quelle già fatte con il deputato Melilli, il prefetto vicario Grieco e gli altri,  per far sì che il nostro territorio, tutto, si faccia parte dirigente per costruire il suo futuro".

7 Gennaio 2016

"L'esempio di Leonessa ha fatto scuola. Con un comunicato fresco fresco Rieti Virtuosa, il movimento politico-culturale che opera da quattro anni a Rieti e in Sabina fuori dagli schemi partitocratici tradizionali, ha raccolto lo stimolo dei leonessani e ha deciso di iniziare una raccolta di firme nella città di Rieti per sostenere una delibera di iniziativa popolare da sottoporre alla approvazione del consiglio comunale della città capoluogo della Sabina..."

(Avv. Gianfranco Paris - "Mondo Sabino" - Promotore del Manifesto di Friozzu) Qui l'articolo completo

07/01/2016

Rieti Virtuosa raccoglierà firme per una delibera di iniziativa popolare per l’aggregazione all’Umbria.

Riordino territoriale: un tabù per la politica reatina

La scorsa settimana dei cittadini di Leonessa, presentando il comitato per la loro aggregazione in Umbria, hanno avuto il merito di porre il tema del riordino territoriale. Da tempo si leggono ipotesi che ci vedono di volta in volta come partner-satellite di Viterbo, o aggregati in una macroregione con l’Umbria (Società Geografica Italiana, 2013), e ultimamente nella macroregione “adriatica” (sic!) con Marche, Abruzzo ed Isernia (Disegno di legge dei PD romani Morassut e Ranucci, 2015); ciò mentre per alcuni servizi ed uffici è in corso un accentramento su Roma, il che fa presagire ad alcuni un futuro da periferia di Roma Capitale.

Ciononostante, anche in questa occasione la “classe dirigente” reatina e sabina è rimasta muta. Questo tema è infatti un vero tabù per i partiti locali, tutti legati per "carriera" alla gerarchia romana. Legame che si fa sentire anche nelle associazioni, incluse quelle sindacali e padronali. 

I rari cittadini che si interrogassero su cosa sta accadendo, vengono quietati facendo credere che sia solo un problema di avere un Vice Prefetto anziché un Prefetto.

Due sono le possibilità: o la politica sta aspettando ordini da Roma; o sta facendo i suoi ragionamenti, ma senza farlo sapere e renderne conto ai cittadini, i diretti interessati.

Preso atto di ciò, Rieti Virtuosa crede necessario portare la discussione anche in città, ed in modo tale che il cittadino ne diventi sia soggetto che oggetto; “soggetto” perché il necessario dibattito lo coinvolga, "oggetto" perché in questo dibattito siano presi in considerazione gli interessi dei cittadini e non quelli delle organizzazioni "intermedie", spesso nemmeno elette.

Per ottenere ciò non basta un articolo sul giornale. Rieti Virtuosa lancia perciò alla città, alla politica, alle associazioni l’idea di un convegno sul tema del riordino territoriale; al contempo si predispone ad iniziare una raccolta firme, magari con altre associazioni e cittadini sensibili al tema, per una proposta di delibera di iniziativa popolare che impegni il Consiglio Comunale a discutere e votare sulla richiesta di aggregazione all’Umbria, opzione che allo stato attuale ci sembra quella più adatta alla salvaguardia dei servizi ma anche allo sviluppo economico del nostro territorio.


 
Movimento Civico Rieti Virtuosa


01/01/2016

http://www.lanazione.it/umbria/l-umbria-si-allarga-leonessa-vuol-cambiare-regione-1.1611472

http://www.umbria24.it/leonessa-ci-riprova-si-costituisce-un-altro-comitato-referendum-per-fonderci-con-lumbria/383205.html

http://www.umbrialeft.it/notizie/comitato-leonessa-spinge-annessione-all%E2%80%99umbria

http://www.umbriajournal.com/politica/leonessa-ufficializza-la-volonta-di-passare-in-umbria-185795/

http://www.umbriaon.it/2015/leonessa-vuole-terni-votiamo/

http://www.concaternanaoggi.it/concaternana/terni/leonessa-ufficializza-la-secessione-e-vuole-annessione-allumbria-10212/

http://www.umbria24.it/macroregioni-leonessa-chiede-annessione-a-terni-umbria-bilancerebbe-forza-della-toscana/383216.html

http://www.ternilife.it/2015/12/28/leonessa-in-umbria-un-comitato-di-cittadini-per-il-referendum/

http://tuttoggi.info/leonessa-nuova-battaglia-per-lannessione-allumbria/312923/

http://www.ternilife.it/2015/12/30/leonessa-in-umbria-il-referendum-che-vuole-cambiare-la-storia-in-onda-su-mep-radio/

http://www.spoletonline.com/?page=articolo&id=153264

http://www.umbriadomani.it/umbria-in-pillole/leonessa-vuole-stare-con-lumbria-parte-la-raccolta-firme-69387/

 

28 Dicembre 2015

"...In tutta la ex Provincia di Rieti ci sono ben quattordici comuni che confinano con l'Umbria, compreso il Comune di Rieti che confina direttamente con il comune di Terni. Si tratta di Rieti, Labro, Morro Reatino, Colli sul Velino, Leonessa, Cittareale, Accumoli, Greccio, Montebuono, Magliano Sabina, Configni, Cottanello, Vacone, Torri in sabina. L'inserimento della Sabina nel territorio della macroregione adriatica o nell'area metropolitana di Roma sarebbe un colpo mortale definitivo per tutti quei comuni che fino al 1927 fecero parte della Provincia Umbra che comprendeva Perugia, Terni e Rieti, istituita nel 1861 al raggiungimento della Unità nazionale. L'Umbria è la nostra destinazione naturale, non Viterbo, né l'Abruzzo e il Molise, e con l'Umbria la macroregione appenninica che comprende tutta la fascia appenninica centrale a nord di Roma. Per evitare tutto questo è necessario che questi quattordici comuni escano dal letargo e chiedano tutti di far parte dell'Umbria, compreso il Comune di Rieti che dista solo venti minuti da Terni, città alla quale è legata da evidenti interessi economici, turistici, culturali e storici..."

(Avv. Gianfranco Paris - "Mondo Sabino" - Promotore del Manifesto di Friozzu) Qui l'articolo completo

27/12/2015
 

"Leonessa si rimette in marcia, destinazione Umbria: è proprio di questi giorni la costituzione del comitato "Tutti SiAmo Leonessa", nato con un obiettivo prioritario: quello di promuovere l'annessione del territorio comunale, attualmente nel Lazio, alla vicinissima Umbria. A guidarlo è Carlo Fornari, affiancato da Francesco Cesaretti, Mario Polia, Antonio Zelli, Giuseppe Rauco, Gabriele Cesarini e Tiziana Boccanera.

E stavolta nessuna recriminazione su impianti, Terminillo, Vallonina e nemmeno un diretto coinvolgimento dell'amministrazione Trancassini: "Siamo un gruppo di cittadini che osservano con attenzione quanto si va preparando nel ridisegno di confini provinciali e regionali e crediamo che la materia sia troppo importante per lasciarla nelle mani diqualche politico o burocrate in chissà quale palazzo di Roma - ragiona Carlo Fornari - Questo non vale solo per Leonessa, anzi: speriamo infatti che il nostro movimento e le nostre istanze trovino eco anche in città, perchè ci sentiamo sicuramente reatini. E' che tutti dovrebbero maturare la consapevolezza che altri stanno decidendo il nostro destino e mai come in questo caso non glielo possiamo consentire".

Il Collegamento

Il riferimento è al disegno di legge Ranucci - Morassut che punta a rivoluzionare la carta geografica del Paese, con macro regioni che ricordano tanto le mappe coloniali dell'Africa di fine Ottocento, con confini tirati pensando a tutto, fuorchè a chi sui territori ci vive e ci lavora."L'Umbria è a tre chilometri da qui e già questo basterebbe a muoverci in questa direzione - dice ancora Fornari - ma non è solo un dato geografico. C' è una attenzione per i territori, una cura del turismo e più in generale una vicinanza che dalla Regione Lazio non abbiamo mai avvertito".

La storia si ripete ? Anche nel 2008 Leonessa indisse un referendum pro-Umbria,poi fallito, accusando la Regione di bloccare lo sviluppo del Terminillo. "Questa è tutta un'altra storia - dice Fornari - E' un altro momento storico e il primo obiettivo è quello di essere artefici del nostro destino di cittadini. Siamo un gruppo trasversale, la politica non c'entra".

La prima uscita pubblica è in programma per martedì 29 dicembre, alle 21:30, al Teatro parrocchiale, per una conferenza stampa. Prima mossa, la raccolta di firme per indire un referendum per l'annessione del Comune di Leonessa alla Regione Umbria. Una Regione che i Leonessani immaginano a tre velocità: Perugia, Terni e Rieti, sulla scia del Manifesto di Friozzu di Gianfranco Paris e Massimo Spadoni, attivissimi da tempo in quanto a contatti con il versante regionale umbro.

"Questi sono temi che a Perugia e Terni sono all'ordine del giorno, anche se i processi potrebbero essere lunghi" conclude Massimo Spadoni "E' a Rieti , che pure sarebbe massacrata dalle macro regioni, che tutto tace, come se il problema non lo riguardasse...".

E così, a rimettersi in marcia, è Leonessa."

(Articolo di Alessandra Lancia - Su gentile concessione de "Il Messaggero")

8 dicembre 2008

A cura dell'Avv. Gianfranco Paris, direttore di "Mondo Sabino"

" Finalmente un evento politico! Il noioso piccolo mondo politico locale è stato finalmente “scosso” da un evento politico. L’epicentro a Leonessa, nel cuore dell’Appennino centrale, a due passi da tutte le vette più alte. Gran maestro d’eruttazione Paolo Trancassini. E chi meglio di Lui che ha respirato fin quasi dalle “fasce” il calore della “fiamma tricolore”! Trancassini, già sindaco di Leonessa da tempo, asfissiato dalla mancanza più totale di qualsiasi fatto che avesse la parvenza di una iniziativa politica, s’è inventato un referendum da sottoporre al giudizio dei leonessani che aveva per oggetto il quesito: Vuoi abbandonare il Lazio e passare con l’Umbria?
A prima vista la cosa poteva apparire come una battuta. Invece non è stato così, essa ben presto si è rivelata una bomba ad orologeria fermata al 30 novembre 2008, ed ha costretto tutti i suoi avversari ad una corsa ad ostacoli per disinnescarla. Dico tutti, perché subito si è capito che la cosa non era gradita né agli avversari della sinistra, né ai “camerati” della destra con i quali milita Trancassini nel consiglio provinciale. Ma Trancassini ha un pregio che in politica oggi è un vizio: ragionare con la propria testa ed agire di conseguenza. Tutti sanno che la provincia di Rieti è abbandonata a se stessa e che alcuni paesi periferici, pur avendone le potenzialità, con questa classe politica non faranno mai un passo avanti.
Leonessa lamenta soprattutto di non poter diventare una stazione sciistica importante dell’Italia centrale nord che gravita sull’Umbria e sulle Marche. Tutti sanno che stando nel Lazio non ci diventerà mai. Il principale ostacolo è che coloro che stanno al potere di volta in volta, invece di pensare al loro territorio dal quale provengono si accontentano di fare la loro piccola carriera di gregari ed obbediscono a direttive politiche che non comprendono l’occuparsi di Leonessa.
Trancassini lo sa perché frequenta da anni le “sacre” botteghe del potere. Ha sopportato fino ad oggi, poi si è stufato. Evidentemente non è uno che si appaga di piccole prebende personali, anche perché, essendo un libero professionista, fprse se lo può permettere. E’ un qualche cosa che ho vissuto anch’io sulla mia pelle negli anni settanta, e lo comprendo a pieno.
Così ha preso Lui l’iniziativa e non ha guardato in faccia a nessuno: amici e avversari, puntando sul popolo dei leonessani, sui suoi concittadini, che del resto lo hanno eletto per due volte sindaco di Leonessa.La cosa ha preso tutti di contropiede. Dapprima hanno sottovalutato, poi hanno cominciato ad aver paura e alla fine è partita una controffensiva senza esclusione di colpi. Una vera e propria guerra per bande!
Alla fine hanno vinto loro, i politici di sinistra e di destra della provincia di Rieti perché, a causa di un meccanismo elettorale reso difficile dal legislatore, sono riusciti ad evitare che la procedura della separazione vada avanti per 220 voti, ma i leonessani hanno dato un solenne schiaffo alla classe politica locale votando in 926 per la separazione e solo 238 per la permanenza nel Lazio. Gli altri non sono andati a votare. Gli avversari di Trancassini diranno che non votando hanno espresso un no, come ha fatto la chiesa di recente per un referendum sui diritti civili, ma questi sono giochetti di parole perché molte persone non sono andate a votare certo anche per impedimento e, data la poca differenza dal quorum, possiamo certo dire che più della metà della popolazione di Leonessa amerebbe andarsene con l’Umbria. Un giudizio certamente non lusinghiero per tipi come Melilli, Giocondi, Cicchetti, Perilli, Massini, ecc…
Ora è chiaro che le cose non potranno essere più come prima. Un motivo di fondo contro il SI è stato quello che per ottenere bisogna chiedere, insistere come questuanti, costringere politicamente la Provincia e soprattutto la Regione Lazio ad occuparsi di Leonessa (e non solo di Leonessa ma di tutta la provincia di Rieti dico io). Giocondi poi ha promesso attraverso una intervista a Mondo Sabino che il problema del bacino sciistico del Terminillo deve considerarsi quasi risolto!
Ora che il pericolo più grosso è scomparso dall’orizzonte politico immediato vedremo se questi signori sapranno avere un sussulto d’orgoglio o si accontenteranno di continuare a riempire solo il loro “grecile”!
Saranno capaci di fare qualcosa di positivo per davvero? Io ci credo poco! Continueranno a fare il piccolo cabotaggio del sottogoverno ed a comprare tizio e caio come fanno da sempre. Trancassini intanto ha capito che una azione politica che tenga conto delle esigenze del territorio non può essere fatta qui da noi né con politici di destra, né con politici di sinistra e subito si è dimesso da AN. Se Melilli &C. cantano vittoria, fanno molto male perché non si accorgono che l’ignavia ha un limite, e qui da noi gli effetti dell’ignavia stanno superando ogni limite consentito. Nel Nord quando l’immobilismo della DC divenne ignavia, nacque la Lega, i cui effetti negativi ci sovrastano tutt’oggi.
Dobbiamo invogliare Trancassini a fondare anche qui da noi una Lega di liberazione? In politica tutto può accadere. A me non piacciono le contestazioni arrabbiate, ma quando ce vo’, ce vo’! A meno che la lezione non sia servita, e allora forse cominceremo a respirare aria nuova "

4 Novembre 2008

RAPPRESENTANZA e SENSO di APPARTENENZA

La distanza geografica e mentale dal nostro territorio rispetto a chi dovrebbe rappresentarci in Regione non garantisce alcuna sintonia per affrontare i problemi dell’isolamento di Leonessa .

In Regione Lazio su 60 sono solo 3 i consiglieri regionali della provincia di Rieti. Allora tutto gira intorno ai grandi numeri di Roma capitale e raramente su quelli di Viterbo, di Frosinone e di Latina.. Rieti non viene mai preso in considerazione . Basta ascoltare il TGR ..Rieti non esiste…. e da anni non ha più neanche l’inviato RAI. Se Rieti non esiste…. figuriamoci quanto si possa RAPPRESENTARE Leonessa .La Provincia di Rieti nasce nel 1927 per le famiglie nobili di Roma e per i signori locali che vollero una montagna vicina a Roma come il Terminillo quale centro di vacanze e salotto politico per Mussolini. Una provincia nata allora senza il consenso ed il coinvolgimento di chi vive nel territorio  nasce ma è inevitabilmente destinata a morire. Il Terminillo è già in agonia da tanti anni e tantissimi comuni, allora “arruolati”, se ne vogliono andare. Leonessa è solo la prima a ribellarsi ma: Amatrice, Borgorose, Magliano, Poggio Bustone ed altri, già si stanno muovendo.Se la provincia non ha una identità storica non può esserci il SENSO di APPARTENENZA.

 LA MONTAGNA i CONFINI e le DIMENSIONI

Ambientalisti “da cattedra” a Roma dettano e fanno promulgare leggi regionali e regolamenti senza neanche conoscere le nostre montagne, il nostro mondo contadino, le nostre attività imprenditoriali il vivere il quotidiano a Leonessa .Noi percorriamo  ancora le stesse strade di quaranta anni fa dove , guarda caso, l’appartenenza allora del nostro territorio al Collegio della Camera dei Deputati di Perugia, Terni, Rieti permise di realizzare quelle che furono le ultime opere pubbliche per Leonessa.Gli allora On. Micheli e Radi, che erano umbri, promossero le ultime opere per la nostra terra di MONTAGNA. Sono passati 40 anni e tutto è rimasto fermo. Di sicuro, se fossimo già Umbria, Leonessa avrebbe fatto sinergia con i vicini comuni di Norcia, Cascia, Polino, Monteleone e con tutti gli altri e sarebbe entrata in un programma che la Regione Umbria  da tempo ha avviato in termini di promozione turistica , di assistenza domiciliale per gli anziani , di attenzione e supporto  alle piccole attività a conduzione familiare, di investimenti per i siti archeologici, di penetrazione di strade adeguate ai territori montani, di regolamenti snelli e partecipati per la caccia, per il taglio dei boschi e le attività imprenditoriali .

I Leonessani che hanno bisogno di ospedalizzazione già da anni vanno in Umbria. (Terni e Cascia).

I commercianti e gli artigiani di Leonessa si riforniscono da sempre su grossisti Umbri riversando di conseguenza, da sempre, in Umbria i ns. soldi . I margini di guadagno e le tasse, frutto di quanto noi spendiamo, vanno in Umbria e, con il federalismo alle porte, quella regione li utilizzerà per i suoi territori. Di fatto non sono mai esistiti tra Leonessa e l’Umbria i CONFINI.

Questa è l’ultima occasione per dimostrarci uniti in quanto cittadini di Leonessa per rivendicare la nostra rappresentatività e dignità di territorio.

Le amministrazioni passano ma i problemi di Leonessa restano . Alle prossime elezione i Leonessani ,se lo vogliono, possono mandare a casa chi li amministra ma i problemi di Leonessa non vanno a casa ; quelli restano tutti.Guai a non andare a votare se si è convinti che è ora di cambiare e di passare in una regione piccola e vicina. Una regione delle dimensioni giuste per confrontarci sullo sviluppo del nostro territorio.Portare programmi di sviluppo economico e sociale per Leonessa  in Umbria  significa porli su un tavolo che rappresenta 600.000 cittadini e non 6.000.000 come nel Lazio  . Di sicuro su quel tavolo potranno essere presi in considerazione.  Su quello di Roma mai saranno oggetto di discussione.

Piccole realtà unite insieme senza una megalopoli a succhiare.

E’ solo un problema di DIMENSIONI .

Bernardino Cesaretti

 

 
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