La Campana da secoli regina delle osterie

di Stefano Clerici

Diceva Cesare Pascarella: "Stanno all'osteria e stanno a fa' bardoria,e invece stanno tutti nella storia!". Se c'è un posto dove questi versi del grandissimo poeta romanesco meritano d'esser detti e ripetuti è proprio qui, in questo locale tra via della Scrofa e piazza Nicosia, le cui origini risalgono ad almeno cinque secoli fa.Se ne trova cenno in documenti del 1518, nel censimento del 1526 e poi in altri documenti del 1622,del 1782,del 1790. 

E nell'inventario del Rufini, del 1854,nel quale si trovano ben 11 locali a Roma con l'insegna della campanella, è registrato, sempre nel medesimo vicolo e allo stesso numero civico di oggi l'Albergo e la Locanda della Campana. Per Livio Jannantoni, giornalista, scrittore e profondo innamorato di Roma (e della sua cucina), questa era, come scrisse in un suo libro del 1972, la regina delle osterie, dove l'imperativo era accogliere e far mangiare i clienti in maniera adeguata, con "una cucina che riesca a dare tutto,genuina,romana,in armonia con una rinomanza che si misura a secoli".

E qual è questa cucina potete facilmente immaginare: giovedì gnocchi e sabato trippa e poi rigatoni alla amatriciana, pasta e broccoli con brodo d'arzilla, riso e indivia, puntarelle (quando si trovano), carciofi alla romana e alla giudia. Ovviamente, col passare del tempo, l'offerta si è arricchita.E di parecchio. A cominciare dai piatti di pesce e di stagione (funghi e tartufi). Ma la famiglia Trancassini, che da generazioni gestisce il locale, ha sempre seguito quel motto che ne aveva segnato la strada ed il successo: nei secoli fedele.

LA CAMPANA

Vicolo della Campana 18,tel. 066867820.Riposo lunedì.Costo:60mila.

 

La ricetta de La Campana

La vignarola

Ingredienti:(per sei persone) 200 gr. di guanciale,cipolla,5 carciofi,500 gr. di fave,300 gr. di piselli,2 piante di lattuga,1 bicchiere di vino bianco,olio,sale ed un'idea di peperoncino.Preparazione:in un tegame far rosolare nell'olio la cipolla  e il guanciale tagliato a listarelle, aggiungere il vino.Una volta evaporato unire i carciofi tagliati a spicchi, poi le fave e infine i piselli.Quasi alla fine della cottura aggiungere la lattuga (preferibilmente le coste esterne).

 

L'idea è quella di raccogliere informazioni ed indicazioni su tutti quei

leonessani che, a Roma, hanno saputo ritagliarsi uno spazio nel campo professionale ed imprenditoriale.

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