Margherita d'Austria "utile signora di Leonessa"
di Marcello Berardi

Mi sembra opportuno, anzi doveroso, in considerazione dell'importanza che ha avuto per Leonessa, parlare più diffusamente di Margherita d'Austria, donna famosa non solo per nascita maper la sua straordinaria personalità.

Soleva chiamarsi semplicemente "Madama" ed il suo ricordo rimane nel palazzo Madama, in Roma, palazzo che ha la destinazione altissima e qualificante di sede del Senato e nella antistante piazza Madama, nella villa Madama a Monte Mario, sede tuttora di convegni diplomatici e governativi al più alto livello e nel Castel Madama a Tivoli.

Margherita era nata ad Audernarde, nelle Fiandre, dagli amori dell'Imperatore Carlo V, sotto il cui regno si diceva non tramontasse mai il sole a causa della vastità del suo Impero che spaziava dall'Europa alle Americhe, con Giovanna Van der Gheynst, che era figlia di un lavorante di arazzi. Era stata però legitttimata da Carlo V ed educata come una principessa sotto le cure di un'altra Margherita, figlia di Massimiliano d'Austria, che era all'epoca governatrice dei Paesi Bassi.

Divenne un partito non trascurabile nel vasto giuoco delle alleanze europee. Infatti i Papi Giulio de'  Medici, divenuto Clemente VII, e Alessandro Farnese, salito al soglio pontificio con il nome di Paolo III, riuscirono a legarla alle sorti del papato e delle loro famiglie. Nel 1533 venne promessa sposa ad Alessandro dei Medici, Duca di Firenze, ma essendi ancora troppo giovane, essendo nata nel 1522, dovette attendere qualche tempo per contrarre il matrimonio, matrimonio che non fu felice per il carattere e la sregolatezza del marito ed anche breve, perchè Alessandro venne assassinato nel 1537 dall cugino Lorenzino dei Medici.

Margherita, rimasta vedova, era tornata disponibile e fu un Papa Farnese, Paolo III, ad ottenere il consenso dell'Imperatore per il matrimonio con il nipote Ottavio Farnese. Fu allora, nel 1539, che Carlo V dette in dote a Margherita d'Austria il feudo di Leonessa con quello degli Stati d'Abruzzo. Ma Margherita, allora diciassettenne, dopo essere stata per il suo precedente matrimonio duchessa di Firenze, aspirava a ben altro che a sposare il suo promesso che aveva solo quindici anni ed era, allora, piuttosto timido e "piccinino".

Margherita non amava Ottavio Farnese e non lo riteneva degno dei suoi natali, ricorda il Castiglioni, nonostante che Paolo III accumulasse sul nipote onori, cariche e ricchezze. Comunque, dovendo cedere per ragioni di Stato, ebbe il coraggio di presentarsi a Roma vestita di nero non solo per la vedovanza ma per manifestare quello che sentiva per una tale imposizione. Inoltre cercò in tutti i modi di non consumare il matrimonio.

 

 Scriveva  al padre:" supplico Vostra Maestà non me comanda questo per adesso perch più presto me butterò al mare". Le cancellerie di Europa erano piene di questa favola che vedeva il Papa e l' Imperatore, pur se con ben altre importanti preoccupazioni in quegli anni intricatissimi, impegnati per il buon esito dell'impresa matrimoniale. La discordia tra i due sposi, a dire del Cardinale Lenoncourt, si guardavano come cane e gattto, divenne di pubblico dominio presso i romani " che se ne facevano le beffe allegre".

Ma finalmente Margherita si piegò e dall'unione con Ottavio nacquero due gemelli, battezzati nella parrocchia di Sant'Eustachio, vicino a Palazzo Madama; una grande lapide ricorda l'avvenimento nel colonnato d'accesso alla chiesa. In seguito però, per il coraggio dimostrato da Ottavio nel riconquistare Parma quando l'Imperatore e perfino il Papa erano contro di lui, Margherita prese decisamente posizione a favore in favore della famiglia Farnese di cui portava il nome e con il marito subentrò una intesa amichevole e comprensiva. Intanto era divenuta duchessa di Parma e Piacenza, feudo dei Farnese.

Margherita ebbe poi due volte dal re di Spagna, Filippo II che era il suo fratellastro, l'incarico di governare i Paesi Bassi. Seppe assolvere i suoi compiti di governo in una delicata situazione politica, con mano ferma e mai dura, dimostrando, anche nelle sue lettere, un non comune talento politico e un largo senso di umanità.

Morì in Abruzzo, ad Ortona, all'eta di sessantaquattro anni, il 18 gennaio 1586, e fu sepolta nel suo ducato, a Piacenza.

La sua vita combattiva e combattuta, ma anche intensamente spirituale (suo confessore fu S. Ignazio di Loyola), ha lasciato il ricordo anche per uno dei suoi figli: Carlo morì molto presto, ma l' altro gemello, Alessandro Farnese, divenne uno dei più grandi generali dei suoi tempi.

Suscita quindi una certa emozione che la storia di Leonessa sia collegata ad una così celebre donna, che è nominata nei documenti "utile Signora di Leonessa". Rilevo in proposito che Margherita aveva in Leonessa una sua residenza in un'ala del Chiostro di San Francesco.

La sua memoria rimane perpetuamente legata al nome da lei preferito "Madama", come era affettuosamente chiamata dal popolo romano.

La storia di Leonessa si intreccia però non solo con l'impero dei Papi ma anche con i Re di Spagna e Sicilia. Infatti nelle "Pergamene di Leonessa", depositate nel Regio Archivio di Stato di Napoli vi è la " Conferma di privilegi in favore dell'Università e degli uomini di Leonessa e dei Capitoli già approvati da Ferdinando I d'Aragona.

E con privilegio datato Madrid 31 dicembre 1623, Filippo IV re di Spagna e di Sicilia, ad istanza del Duca di Parma, confermò quanto era stato concesso dai suoi predecessori e particolarmente " tutti statuti e reformanse inserte in lo volume delli statuti della terra di Leonessa...loro antiche consuetudini et privilegi". Inoltre confermò " che gli officiali fossero sindacati: che si riparasse alle ingiustizie del Capitano della Montagna; che si potesse fare la fiera per S. Pietro e Paolo; ecc.".

Il testo è scritto in volgare nelle suppliche, in latino nei Placet  ed in fine in spagnolo.