IL FARRO

Nome attribuito ad alcune specie di grani vestiti, cioè con grumelle aderenti alle cariossidi, in particolare alla spelta maggiore (triticum spelta) e al Farro piccolo (triticum monococcum), con confusioni terminologiche talora difficili da districare.

Il farro è stato il cereale più diffuso nel mondo antico. Risalgono a 7 - 8 mila anni fa ritrovamenti in Siria e Palestina. La puls (polenta) di farro era uno dei piatti caratteristici della cucina romana arcaica, prima che si diffondessero la coltura del frumento e l'uso di panificare; lo stesso termine farina deriva, come per antonomasia, da far. In febbraio, non oltre il giorno 16, veniva celebrata dai Romani la festa della torrefazione del Farro: tale festa era chiamata Fornacalia, dal nome della dea Fornax, protettrice del forno per la torrefazione. Significativa anche l'espressione Confarreatio, legata alla più antica forma di matrimonio celebrato nel mondo latino: essa nasceva dall'uso di far portare alla futra sposa una torta simbolica fatta con farina di farro.

Anche nel Medioevo il Farro risulta ampiamente coltivato. Oltra che per gli usi alimentari descritti, il cereale veniva impiegato per la fabbricazione della birra e come foraggio per gli animali, soprattutto cavalli.

Attualmente il Farro si cucina preferibilmente dopo averlo lasciato a bagno 12 ore; richiede circa 40-50 minuti di cottura e si presenta piacevolmente consistente. E' prevalentemente utilizzato nelle regioni di produzione, cioè la Garfagnana, in parte del Lazio ed in Umbria: tipica è la minestra di farro laziale, detta farricello. Si può impiegare, però, anche come guarnizione di piatti con salse come, ad esempio, filetti di pesce. E' ottimo bollito, condito con olio d'oliva, erbe aromatiche tritate e servito con verdure sbollentate oppure cucinato con le olive. 

  

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