Il Museo Civico

 di Leonessa

 

 

 

 

 Il Museo Civico della Città di Leonessa è ormai una realtà. Dal mese di agosto del 2003, infatti, funziona regolarmente la Sezione Virtuale del Museo Demoantropologico.

Il Museo Civico si svilupperà nella sua interezza secondo un preciso programma di cui esponiamo qui i tratti essenziali.L’intero complesso architettonico che si articola attorno al chiostro dell’ex-convento di S. Francesco, sito nella via omonima, è stato adibito a sede dei servizi culturali della nostra città e sarà strutturato, d’accordo alle norme regionali vigenti, come Centro di Servizio Polivalente.Il Centro di Servizio comprenderà: il Museo Civico; l’Archivio Storico della Città; una Biblioteca Specializzata.Il Museo Civico, a sua volta, comprenderà queste due aree museali: Museo Demoantropologico (è in funzione la Sezione Virtuale) e Museo Archeologico (non ancora allestito).  

Il Museo Demoantropologico è strutturato in due sezioni:  

Sezione Virtuale (già in funzione), dedicata alla conservazione della memoria della gente dell’altopiano leonessano, raccoglie testimonianze orali, foto e documentari a disposizione dei visitatori. La filosofia che ha presieduto all’allestimento della Sezione Virtuale, e presiede alla sua gestione, è quella che privilegia il dato “immateriale” rispetto all’oggetto. Ossia, la tradizione nelle sue espressioni orali rispetto alle sue manifestazioni materiali. 

Compito precipuo di questa Sezione è, dunque, quello di salvare la tradizione orale trasferendo le fonti non-scritte ad idonei supporti -magnetici, informatici, cartacei- che permettono di salvaguardare questo prezioso patrimonio, il più soggetto ai processi di deculturazione e, dunque, al deterioramento ed all’oblio. Tre punti audio, anch’essi a disposizione del visitatore, raccolgono alcune delle numerose testimonianze raccolte mediante interviste dirette, testimonianze riguardanti la religiosità popolare, le leggende e le fiabe ed i mestieri tradizionali.Contemporaneamente, le espressioni della tradizione, come sono i gesti e le forme, i riti e le cerimonie della religiosità e della liturgia popolare, sono anch’esse opportunamente documentate in questa sezione.Due postazioni di computer permettono di accedere a due archivi fotografici: uno contenente foto d’epoca, suddivise per aree tipologiche, provenienti in massima parte dalle raccolte esistenti presso varie famiglie dell’altopiano leonessano. Secondo le nostre intenzioni, nel Museo Civico di Leonessa dovrebbe essere conservato il più importante archivio d’immagini del territorio. Un archivio del popolo e per il popolo accessibile anche ai visitatori. Il secondo archivio contiene testimonianze fotografiche dedicate alle espressioni della religiosità popolare.

Una terza postazione permette l’accesso ad un programma che illustra la storia di Leonessa; espone un profilo del patrimonio architettonico ed artistico della città ed un profilo dedicato al territorio ed alle sue risorse naturali e paesaggistiche oltre ad introdurre ai cicli di produzione ed alle ricette della gastronomia locale. Un secondo programma, a cura di Massimo Montanari, contiene un’esauriente e dettagliata panoramica della storia dell’alimentazione europea dalla tarda antichità ai nostri giorni. 

Sezione “Tracce, di prossima apertura, alloggiata nella porzione chiusa del piano superiore del chiostro. Questa sezione esporrà, per cicli tematici, gli oggetti usati nei mestieri tipici dell’altopiano (agricoltura, pastorizia, artigianato), quelli usati nella vita di ogni giorno e le testimonianze della cultura religiosa del popolo.  

Per “ciclo tematico” si intende una mostra con una durata di sei mesi o un anno dedicata ad un tema specifico, ad esempio le attività agricole tradizionali dell’altopiano leonessano quali la coltivazione del farro, del grano, della patata, o la produzione del latte e del formaggio; la religiosità tradizionale; l’espressività popolare, ecc. In ogni mostra tematica saranno esposti oggetti-simbolo, opportunamente selezionati in base al loro significato culturale, rappresentativi dell’attività cui la mostra si riferisce.

Attorno ad ogni oggetto sarà ricostruito, mediante idonei pannelli esplicativi, foto e disegni, punti-audio, ecc. l’ambiente ed i modi in cui l’oggetto era usato: per quanto riguarda, ad esempio, gli strumenti per fare il cacio o quelli usati nella panificazione non bisogna dimenticare che, oltre alla tecnica, ruotava attorno a questa delicata e importante operazione tutto un complesso di pratiche tradizionali di carattere magico-religioso come le invocazioni a San Martino per allontanare l’onnipresente e temuta “immidia” (l’invidia) e per propiziare la buona riuscita del lavoro, pratiche che vanno opportunamente documentate.

Nel volume che raccoglie ed espone sistematicamente il primo ciclo delle ricerche etnografiche intraprese dal nostro Museo -volume intitolato “Mio padre mi disse: religione e magia sui monti dell’Alta Sabina” di Mario Polia e Fabiola Chávez (ediz. Il Cerchio, Rimini 2002)- abbiamo fornito un’ampia selezione di tali formule ed un panorama delle antiche usanze vigenti presso il ceto rurale. Secondo i moderni criteri museografici, e le norme regionali che dettano le regole in materia di esposizioni museali, le testimonianze della cultura materiale e quelle della cultura spirituale debbono giustapporsi e integrarsi illuminandosi vicendevolmente. In tal modo, mediante tali testimonianze, sarà possibile comprendere appieno la realtà esposta nelle vetrine del Museo.  

La visita al Museo (a qualunque museo), infatti, deve mettere il visitatore -parliamo ovviamente di visitatori attenti e culturalmente motivati-  in grado di percepire la cultura del luogo in ogni sua espressione. Un museo ben allestito, comunque, dovrebbe essere in grado di attrarre anche l’attenzione dei visitatori meno attenti: è questa una sfida alla quale il nostro Museo non intende sottrarsi.

            Nel frattempo, il Museo Demoantropologico sta compiendo uno dei suoi principali obiettivi, se non il principale, svolgendo in modo metodico una ricerca capillare sul campo per la conoscenza e il salvataggio della memoria e della cultura tradizionale. Il secondo volume sulle tradizioni culturali del popolo leonessano, dedicato alle formule religiose, alle espressioni poetiche ed alla narrativa locale, è ormai pronto e vedrà la luce nei prossimi mesi. Nel 2003 è uscito, per le edizioni del Museo, il volume dello storico Mauro Zelli citato in nota nella scheda storica.

             Colgo qui l’occasione per ringraziare tutti i cittadini che hanno collaborato e collaborano con il Museo permettendoci di intervistarli: tutti costoro hanno compiuto un dovere civico di altissimo merito perché ogni loro informazione, anche la più piccola, unita alla mole di dati che andiamo continuamente raccogliendo, dopo essere stata opportunamente vagliata, comparata ed integrata, ci permette di ricostruire con il dovuto dettaglio e l’indispensabile metodologia scientifica il volto della cultura tradizionale. Ringraziamo anche tutti coloro che ci hanno donato oggetti per le esposizioni museali e ci aspettiamo future collaborazioni. Sono anche gradite foto d’epoca i cui originali, opportunamente riprodotti, resteranno in possesso di quanti ci permetteranno effettuare delle copie-laser. Un doveroso ringraziamento va al “Museo della Nostra Terra” di Ocre che ci ha concesso numerose fotografie già consultabili presso il Museo Demoantropologico. 

            Il Museo Archeologico, a sua volta, occuperà la suggestiva struttura architettonica conventuale sottostante il chiostro e conserverà le testimonianze più antiche della cultura locale rinvenute negli scavi eseguiti e ancora da eseguire sull’altopiano leonessano. Valle Fana, con le sue tombe a camera sabine (I secolo a.C.), è il primo anello di una lunga catena di ritrovamenti decisivi per la ricostruzione della storia più antica del territorio. Gli scavi sono iniziati. La nostra città può e, in virtù della sua lunghissima storia e della sua posizione di terra di confine fra culture diverse, deve giustamente aspettarsi molto dalla ricerca archeologica compiuta sul suo territorio. 

            I fondi per eseguire i lavori di restauro e la ristrutturazione architettonica degli ambienti sono già stati concessi ed i lavori inizieranno al più presto. Inoltre, la Provincia ha recentemente concesso l’acceso ai fondi regionali del 2005 i quali permetteranno di terminare in modo ottimale l’allestimento del Museo Demoantropologico includendo le vetrine della Sezione “Tracce”; ufficio; area di ricevimento del pubblico. 

Per quanto riguarda la futura Biblioteca Specializzata, si tratterà di una raccolta altamente selezionata di opere riguardanti la storia locale; gli studi demoantropologici sul territorio nazionale e i testi classici dell’antropologia, della demoantropologia italiana e dell’antropologia religiosa. A questo riguardo, il Museo ha già ricevuto una sostanziosa donazione di testi e documenti dovuta alla lodevole generosità del nostro concittadino Mauro Zelli cui la ricerca storica locale deve molto. Vogliamo qui ringraziarlo ed additarlo ad esempio.

Gli orari per la visita al Museo Demoantropologico sono i seguenti: ogni venerdì e sabato dalle ore 9 alle 12 e dalle 15 alle 18; la domenica dalle ore 9 alle ore 13. Durante il mese di agosto e fino al 12 di settembre il Museo è aperto dalle ore 9 alle ore 12 ogni giorno.

 

Per prenotare visite guidate fuori degli orari normali, telefonare al Comune di Leonessa:

0746-923212.

 

Mario Polia, Direttore