Rassegna Stampa
  
   
 

 

 

 


 

  28 Dicembre 2007

Approvata la finanziaria è il bilancio di previsione per il 2008 della Regione Lazio si fanno i conti e si pensa agli interessi della nostra provincia. Ad illustrare il quadro economico attuale e futuro della Regione Lazio con le manovre attuate e da attuare a Rieti sono stati i consiglieri Massimi e Perilli, il presidente della provincia Melilli e il vice Giocondi. Interventi per il risanamento delle finanze regionali; rafforzamento delle politiche sociali, contrasto della povertà e sostegno alle fasce sociali più deboli; politiche per lo sviluppo economico, ricerca e innovazione per l'impresa, mobilità e viabilità; attenzione per le problematiche ambientali e dello sviluppo sostenibile saranno i punti chiavi della prossima manovra finanziaria. A risaltare gli investimenti legati all'infrastruttura viaria. Sono stati stanziati 30 milioni di euro per la Rieti - Torano, si continua a lavorare attivamente sui finanziamenti della Salaria e sui progetti e non si è lesinato sul sistema viario interno. È lo stesso Melilli a fare un elenco di interventi come il semaforo di Cotilia sulla Turanense, le migliorie da apportare alla turistica di Leonessa, il collegamento Poggio Mirteto con la 313, la Civitella - Pescorocchiano, la strada degli inglesi, la bretella Passo Corese - Fiano Romano o la Castel di Tora - Valle Cupola. Infrastrutture, ma non solo. Legata poi al turismo la riflessione sul Terminillo e su Leonessa del consigliere Massimi. "Non sono contraria al rilancio come è stato ipotizzato da qualche mio compaesano di Leonessa nei giorni passati. Servono finanziamenti per ristrutturare gli impianti e per fame nuovi. Ma la cosa più importante sarebbe capire come e dove. Chiedo solo una riflessione sulle modalità. In finanziaria sono passati tre emendamenti, di cui ho votato i primi due e mi sono astenuta sul terzo, che riguardano il rilascio dei permessi per fare nuove piste, lo stanziamento di fondi . per la messa a norma degli impianti e l'abolizione del piano paesistico". Concludendo poi di non aver gradito il ricatto in merito ad un cambio di Regione, nel caso la Provincia avesse ostacolato i progetti, il consigliere ha detto di aver ricevuto rassicurazioni da Marrazzo. ( Leonardo Ranalli)

 

  28 Dicembre 2007

Conferenza stampa dei consiglieri Massimi e Perilli  con i vertici dell'Amministrazione d'oltre Velino -   Conferenza stampa a voci unifìcate ieri mattina per Regione e Provincia e se pure Mario Perilli giura che «no, non vuole essere una risposta a nessuno», più che l'illustrazione del bilancio regionale 2008 sembra proprio che siano le critiche pre-natalizie di Cgil,Cisl e Uil a riunire in sala giunta i due consiglieri regionali Perilli e Massimi e con loro presidente e vice presidente della Provincia Melilli e Giocondi. C'è il conto delle promesse, largamente inevase, presentato su infrastrutture e politica industriale dai sindacali prossimi allo sciopero generale e poi c'è quel passaggio di Di Berardino (Cgil) sulla classe dirigente che non c'è, o se c'è poco incide su una realtà che i numeri dipingono rosea mentre la percezione dice nero-seppia. «Noi pensiamo che la classe dirigente ci  sia», dice Melilli  iscrivendovi Provincia, consiglieri regionali e sindaci. «Purché non  si dica che tra Giunta Storace e Giunta Marrazzo non ci sono differenze perché prima d'ora mai la Regione aveva riservato tanta attenzione a Rieti», bacchetta Perilli esibendo, a riprova, i «45 milioni per il completamento della Rieti-Torano, i 60 milioni per la Salaria, i 5 milioni per la 313» e già che c'è anche  i 7,5 milioni di euro per i parcheggi. C'erto, c'è qualche problemino con i progetti; «Per quello della Rieti-Torano la situazione e parecchio complicata - ammette Melilli - tra contenziosi e annullamenti c'è praticamente l'ultimo tratto da riprogettare però intanto a breve riaprirà il cantiere bloccato da anni e lo stesso per la Salaria. Per precorrere i tempi, con l'Anas che ci sta dando una grossa "apertura di credito", stiamo cercando di acquisire tutti i pareri sul tracciato di comuni e soprintendenza in maniera preventiva così da evitare quel che  successo con la ferrovia. I nodi più intricati da sciogliere sono su Ornaro, Osteria Nuova e Passo Corese  ma mentre  si lavora ancora sulla progettazione la Regione ha già messo 60 milioni di Euro di suo e ora ci prepariamo a chiedere al Governo di finanziare l'opera, in tutto e sarebbe una vittoria totale, o almeno in parte». Dunque«proprio non capiamo l'allarme del sindacato: anche sul Patto per Rieti, firmato nel 2006 e ora allo studio con la Regione perché ci metta le risorse, stiamo precorrendo i tempi», si spericola Melilli, pur riconoscendo «il ritardo oggettivo su Rieti 2015». Intanto da Bruxelles è arrivata l'inclusione di 20 comuni del reatino (nucleo industriale compreso) nei fondi Fas (per le aree di sottosviluppo): «Se ci sono imprenditori interessati possono battere un colpo», dice Giocondi, fermo insistendo sui dati del Centro per l'Impiego: «Non stiamo allo sfascio: i 2299 avviati a lavoro a tempo indeterminato nel primo semestre 2007 non sono nè una proiezione statistica ne un giudizio, è la fotografia della situazione così come ce la rimettono giorno per giorno le aziende che assumono e quelle che licenziano». E a proposito di assunzioni quasi giornaliere (nel senso che durano pochi giorni) «sul protocollo Ritel indubbiamente manca all'appello Finmeccanica e noi stiamo premendo perché le commesse promesse arrivino, così come abbiamo qualche certezza sull'avvio delle nuove pro- duzioni (le card elettroniche, ndr) promesse dai proprietari -e qui è Melilli che parla - però col sindacato dobbiamo vigilare che Alcatel non si sganci anzitempo, senza dare a chi gli è subentrato il modo di partire con i suoi prodotti. Il massiccio impiego di interinali i e da così tanti anni mi sembra decisamente anomalo». Non solo a lui e non da adesso. Però in alto i calici: «In Regione dalla fase del risanamento si passa a quella delle riforme-dice Perilli- non ultima quella elettorale» sulla quale detta la linea il segretario del Pd Nicola Zinga-retti. «Purché non si sognino di tagliare la rappresentanza di Rieti» sente il bisogno di precisare Melilli. Roma è cosi, dimentica presto. (Alessandra Lancia).

  28 Dicembre 2007

MASSIMI: «AVANTI CON TERMINILLO» Più che una valanga di polemiche sembra una battaglia a palloccate (considerato il tenore degli emendamenti) quella che si è scatenata negli ultimi giorni in Regione sul Terminillo e più di altri sotto il tiro incrociato c'è finita Anna Maria Massimi. E lei, leonessana di nascita e politica d'adozione, non si sottrae: «Qui nessuno è contrario al rilancio del Terminillo, a stanziare fondi per il recupero delle infrastrutture esistenti e a crearne di nuove. Ma il problema non sono i soldi: il problema è il sistema di vincoli che non si può aggirare o abbattere a colpi di emendamenti. Ne si può dire come fa il comune di Leonessa fateci costruire le piste o ce ne andiamo». Certo è che il piano di sviluppo della Provincia che ingloba anche i contestati impianti in Vallonina è fermo in Regione dal giugno 2006. «Il presidente Marrazzo mi ha assicurato che tra gennaio e febbraio la questione sarà presa in considerazione», dice la Massimi. E Perilli: «Così come stanno le cose, penso ai vincoli delle zps e dei sic, la Regione potrebbe dire solo "no". Se si prende tempo è perché si sta lavorando su quelli».

 
 27 Dicembre 2007

Leonessa - Dopo l'approvazione del primo emendamento proposto dal capogruppo di An Cicchetti, respinto il secondo sulla modifica dei piani paesistici Piste da sci bocciate dalla Sinistra Anche Perilli e Massimi hanno votato contro (qui il verbale di voto del Consiglio Regionale del Lazio del 21 dicembre 2007). Torna l'ipotesi Umbria - Sembrava quasi fatta per gli impianti di risalita sul versante Nord del Terminillo e invece ancora una volta pare che tutto sia saltato e la rabbia a Leonessa e in provincia monta. La settimana scorsa l'approvazione, anche con i voti di qualche consigliere di maggioranza, di un emendamento alla finanziaria regionale in discussione alla Pisana, presentato dal capogruppo di An Antonio Cicchetti e da quello dei Socialisti Riformisti Robilotta, che impegnava al "rilascio di tutte le autorizzazioni necessarie" alla costruzione degli impianti aveva finalmente fatto sperare che il lungo calvario di questo project - financing da circa 50 milioni di euro della società Isic spa stesse per terminare. E invece la doccia fredda è arrivata negli ultimi giorni di discussione della finanziaria, quando un emendamento ancor più specifico, che andava a modificare la legge regionale 24/98 sui piani paesistici, è stato bocciato dal centrosinistra. Tale modifica avrebbe rappresentato la svolta definitiva permettendo finalmente la realizzazione degli impianti. Un regalo di Natale decisamente amaro per tanti che ormai ci speravano, a cominciare dal capogruppo provinciale di An Paolo Trancassini.'"È un fatto gravissimo che dopo l'approvazione del primo emendamento, il secondo, quello decisivo, sia stato bocciato con tanto di voto Massimi. È l'ennesima presa in giro, l'ennesimo schiaffo a Leonessa e la dimostrazione che quando si tratta di sostanza il centrosinistra non c'è. Siamo amareggiati, indignati e delusi". A questo punto sembra inevitabile la convocazione del consiglio comunale di Leonessa il 30 gennaio nel quale verrà approvata una delibera con la richiesta di annessione dello stesso Comune alla Regione Umbria. E in molti starebbero pensando ad azioni di protesta più plateali da attuare nei prossimi giorni. (Marco Fuggetta)
 

 20 Dicembre 2007

 Leonessa  - In molti con il fiato sospeso per sapere se l'emendamento fosse passato o meno Dopo gli impiantì sciistici si aspetta l'ok della Regione sui piani paesistici .Un tam tam di telefonate per sapere cosa stava succedendo in Regione, se finalmente la tanto attesa , modifica alla legge sui piani paesistici fosse passata. È trascorso così il pomeriggio del capogruppo provinciale di An Paolo Trancassini, in continuo contatto con i vertici provinciali e regionali del partito, e degli amministratori di Leonessa in primis il Sindaco Alfredo Rauco. Già perché dopo la notizia di martedì, con l'approvazione .di un emendamento firmato da Antonio Cicchetti e Donato Robilotta che consentiva il «rilascio di tutte le autorizzazioni necessarie» alla realizzazione del progetto della società Isic ,Spa, ieri è stata un'altra giornata vissuta con il fiato sospeso. Infatti, in mattinata, lo. stesso Donato Robilotta del gruppo «Socialisti Riformisti - Giovane Italia», spiegando di aver «raccolto il grido di allarme» degli amministratori di Leonessa, ha annunciato di aver presentato, nell'ambito della discussione in corso alla Pisana sulla finanziaria regionale, l'ulteriore e decisivo «emendamento che prevede la modifica della l.r. 24/98, quella dei piani paesistici, ed ha come obiettivo quello di inserire una norma per rendere possibile l'opera». Tale legge, modificata dalla vecchia Giunta Storace, è proprio quella che permetterebbe la realizzazione del sogno dei leonessani. Con il cambio della guardia al vertice della Regione però quella modifica scomparve e il project-financing di circa 50 milioni di euro rimase solo sulla carta. «Stiamo aspettando anche noi - dichiarava ieri pomeriggio Paolo Trancassini - ieri (martedì per chi legge, ndr) è stato iniziato un percorso ed oggi (ieri, ndr) potrebbe proseguire. Confidiamo nel buonsenso di chi, nel centrosinistra, ha votato il primo emendamento di Robilotta e Cicchetti, tra cui consiglieri reatini del centrosinistra (Perilli e Massimi, ndr)». Ora si attende di conoscere l'esito della votazione su questo importante emendamento.

MEPRADIO.IT   19 Dicembre 2007

Roma: Regione Lazio - PD - impianti sciistici leonessani - le precisazioni dei consiglieri MASSIMI e PERILLI  mercoledì, 19 dicembre 2007 ore 16:39 - di Massimo Spadoni

Riceviamo e pubblichiamo integralmente una dichiarazione dei consiglieri del Partito Democratico MASSIMI e PERILLI:

<< Al fine di evitare letture ed interpretazioni sbagliate su quanto avvenuto in Consiglio regionale nel corso della seduta del 18 scorso, ci preme fare alcune puntualizzazioni. Nel corso della discussione per l'approvazione del Documento di Programmazione per il 2008 è stato approvato, con voto trasversale, un emendamento a firma del collega ROBILOTTA, che prevedeva di inserire tra le questioni da affrontare nel corso del 2008 da parte dell'Assessorato all'Urbanistica, anche quella riguardante ".... il rilascio delle autorizzazioni necessarie per la realizzazione degli impianti nel versante nord del Terminillo al fine di scongiurare l'intenzione del Comune di Leonessa di abbandonare la Regione Lazio per quella dell'Umbria". Si è trattato di fatto di una ulteriore indicazione da parte del Consiglio regionale volta alla definitiva approvazione del progetto integrato intercomunale presentato da tempo dalla Provincia di Rieti. E' nostra convinzione che si potrà arrivare alla positiva conclusione di questa vicenda proseguendo nel paziente lavoro di ricerca di quel punto di equilibrio che coniugherà esigenza di sviluppo, compatibilità ambientale e praticabilità delle norme >>.

 

COMUNICATO STAMPA   18 Dicembre 2007

Donato Robilotta (SR-GI)    Capogruppo Socialisti Riformisti-Giovane Italia

Regione: Robilotta (SR-GI), ho raccolta grido di allarme di Leonessa”

Ho raccolto il grido di allarme lanciato giorni fa dagli amministratori locali di Leonessa (RI), che sentono la Regione come matrigna tanto che potrebbero organizzare un referendum per passare con l’Umbria.

Per questo ho presentato l’emendamento al Dpfr, che “prevede il rilascio delle autorizzazioni necessarie per la realizzazione degli impianti di risalita sciistici sul versante nord del Terminillo ricadente nel comune di leonessa, al fine di scongiurare l’intenzione del comune stesso di abbandonare la Regione Lazio per quella dell’Umbria”.

L’emendamento è stato approvato da una maggioranza trasversale che ha sconfitto quanti si oppongono a questa opera.

Oggi ho presentato in finanziaria un emendamento che prevede la modifica della l.r. 24/98, quella dei piani paesistici, ed ha come obiettivo quello di inserire una norma per rendere possibile l’opera.

 

  19 Dicembre 2007

Impianti, sì della Regione "Per evitare che Leonessa vada con l'Umbria"   LEONESSA - Approvato ieri in Regione un emendamento per gli impianti sciistici di Leonessa. Il Consiglio regionale del Lazio ha dato il benestare sul rilascio delle autorizzazioni, necessarie per la realizzazione degli impianti di risalita sciistici che si trovano sul versante nord del Terminillo ricadente nel comune di Leonessa. La decisione della Regione Lazio è stata ottenuta con il voto dei consiglieri Donato Robilotta e Antonio Cicchetti appoggiati dall'opposizione e da alcuni consiglieri di maggioranza, tra cui Mario Fermi e Anna Maria Massimi. Si legge nell'emendamento, si rende necessario "al fine di scongiurare l'intenzione del comune stesso di abbandonare la Regione Lazio per quella dell'Umbria". Il comune ed i cittadini di Leonessa infatti avevano lanciato un "estremo grido di dolore" come ha commentato lo stesso sindaco Alfredo Rauco, ancora in attesa di una comunicazione ufficiale dopo aver ricevuto una nota dal gruppo regionale di Alleanza Nazionale. Già pronta intanto per il 30 gennaio la convocazione del consiglio per indire il referendum popolare necessario a cambiare provincia anche se, ha tenuto a sottolineato il primo cittadino, "ci sentiamo leonessani, reatini e sabini". Sembra dunque possibile ora l'approvazione del progetto della Provincia di Rieti nel quale è ricompressa l'opera relativa alla costruzione degli impianti che ricadono nel territorio del comune di Leonessa. "Un risultato - ha commentato a caldo Roberto Giocondi, numero due di Palazzo d'Oltre Velino -che nasce dal lavoro e dall'impegno della Provincia di Rieti". Appena pochi giorni fa Giocondi ha partecipato ad un incontro svoltosi a Cantalice per discutere del programma integrato per il Montepiano ossia i progetti integrati per il territorio intercomunale che comprendono anche quello sul Terminillo che è stato ancora una volta riconfermato dall'Ente. Rauco intanto non si pronuncia perché dopo quattro anni; spiega, "se non vedo non credo". Insorgono, al contrario, i Verdi. "L'approvazione di un demagogico emendamento del centrodestra sugli impianti sciistici del Terminillo con il voto favorevole di esponenti di maggioranza - tuona infatti il capogruppo dei Verdi Fontana -rappresenta una brutta pagina di politica regionale. Il Terminillo non ha bisogno di demagogia ma di proposte serie e praticabili". Laura Varone

 

MEPRADIO.IT   18 Dicembre 2007

martedì, 18 dicembre 2007 ore 19:54 - di Massimo Spadoni  (MEP Radio)   Riceviamo e pubblichiamo integralmente un comunicato dell'Ufficio Stampa del Gruppo consiliare regionale di Alleanza Nazionale:  

<< Raccogliendo l’appello del Comune e dei cittadini di Leonessa, fortemente contrariati dall’atteggiamento dilatorio della Regione Lazio, i consiglieri ROBILOTTA e CICCHETTI, con il voto favorevole dell’opposizione e di alcuni consiglieri di maggioranza, tra cui PERILLI e MASSIMI, hanno fatto approvare dal Consiglio regionale del Lazio l’emendamento che segue: "Il rilascio delle autorizzazioni necessarie per la realizzazione degli impianti di risalita sciistici sul versante nord del Terminillo ricadente nel Comune di Leonessa, al fine di scongiurare l’intenzione del comune stesso di abbandonare la Regione Lazio per quella dell’Umbria". A questo punto è possibile l’approvazione del progetto della Provincia di Rieti nel quale è ricompressa l’opera relativa alla realizzazione degli impianti ricadenti nel territorio del Comune di Leonessa >>

 

  11 Dicembre 2007

 

Domani nutrito ordine del giorno in Consiglio: tradì argomenti il terzo scalo aeroportuale Assise straordinaria in Provincia- RIETI - Patto per lo sviluppo, terzo scalo aeroportuale del Lazio e i contributi per le manifestazioni sportive sono alcune delle interrogazioni cui l'amministrazione provinciale dovrà rispondere domani in Consiglio. Il consiglio provinciale è stato infatti convocato , in seduta straordinaria ed urgente alle ore 15,30 per esaminare e discutere un ordine del giorno con sette interrogazioni e quattro delibere. Il consigliere Michele Pasquale Nicolai ha presentato un'interrogazione sul Patto per lo sviluppo di Rieti (relatore assessore Giocondi) e sul Distretto rurale per la montagna (relatore Vassallo), il consigliere Sergio Pirozzi invece sui contributi manifestazioni sportive del 2007 (relatore Vincenzo Rinaldi). Ire invece quelle presentate dal consigliere Paolo Trancassini: una sul terzo aeroporto nel Lazio (relatore Giocondi), una sulla frana nella strada per Leonessa (relatore Battisti) e una sulla piscina di Campoloniano (relatore Vincenzo Rinaldi); II consigliere Emanuele Micarelli ha invece presentato un'interrogazione in merito alla sicurezza cittadini della Sabina (relatore Taddei), Per quanto riguarda le delibere da approvare c'è la modifica della convenzione di cooperazione sulla Forma di gestione del sistema idrico integrato dell'Ato 3 Rieti ( relatore presidente Melilli). Si dovrà anche approvare la variazione al Bilancio di Previsione 2007 per variazioni delle uscite e storno fondi e variazioni al Bilancio d Previsione 2007 per maggiori  entrate  che finanziano maggiori uscite, storno fondi ed applicazione avanzo di amministrazione 2006 (relatore assessore Vassallo). Infine dovrà essere deliberato il riconoscimento di legittimità dei debiti fuori Bilancio (relatore assessore Vincenzo Rinaldi). Inoltre sarà anche discussa la richiesta di riduzione del pedaggio autostradale alla tratta Ponzano Soratte-Fiano Romano, presentata dal consigliere Oreste Pastorelli e la mancanza corrispondente RAI 3. Reference date

 

  8 Dicembre 2007

 Leonessa «umbra»? Colpa dei Verdi -  Marrazzo: «Impianti, un problema politico». Grazie all'emittente romana "Radio Radio" è andato in scena il primo match Trancassini - Marrazzo successivo all'annuncio del referendum per l'annessione all'Umbria da parte di Leonessa. Il Presidente della Regione, giovedì pomeriggio, era in onda con "Dillo a Marrazzo" quando, poco prima delle 20 in diretta, è arrivata la telefonata del radioascoltatore Trancassini che gli ha ricordato la vicenda degli impianti di risalita. "Lei sa che è un problema politico - ha esordito Marrazzo - Abbiamo tentato di comporre la maggioranza ma c'è l'anima ambientalista che ha perplessità e vuole valutare con attenzione". Poi, incalzato dal capogruppo provinciale di An Marrazzo ha aggiunto: "Non credo che il modo migliore sia andare via dal Lazio. Sto lavorando su questo problema con il presidente Melilli. Purtroppo il problema è che chi propone il progetto dice che è compatibile con l'ambiente, dall'altra parte ci sono gli ambientalisti che hanno perplessità sull'impatto ambientale. Mi assumo comunque - ha concluso Marrazzo - la responsabilità di rispondere a breve. Stiamo per dare una risposta complessiva al problema del Terminillo e c'è anche un odg. Comunque mi carico anche questo problema e domani (ieri per chi legge, ndr) o nei prossimi giorni vedrò di convocare un tavolo e magari di presenziare io stesso per dare un segnale". Si resta in attesa.  Marco Fuggetta

 

IL GIORNALE DI RIETI   8 Dicembre 2007

«In questi giorni si assiste all’ennesimo dibattito sullo sviluppo del Terminillo: stessi argomenti, stesse affermazioni e stessi risultati da parte delle forze politiche che sono concentrate, alcune a difendersi dall’accusa di inefficienza e le altre a produrre esternalizzazioni quasi a voler dimostrare l’incapacità (reale) dell’attuale Giunta Regionale di Centro Sinistra».

Interviene nella sempre più accesa diatriba del Terminillo il presidente del Consiglio comunale di Rieti Gianni Turina che intende «riportare l’argomento su una linea di chiarezza e di verità» perché «è bene che si sappia quali sono state le soluzioni adottate (e non sbandierate) dal sottoscritto durante il suo breve mandato amministrativo di consigliere regionale. Per ciò che concerne il funzionamento degli impianti sciistici, con particolare riferimento al progetto del Comune di Leonessa ed a quello dello scavalco dell’amministrazione provinciale di Rieti, la soluzione concreta fu adottata, su mia iniziativa, attraverso la modifica della L.R. n. 24 (pianificazione del vincolo paesistico e tutela dei beni delle aree sottoposte a vincolo paesistico) con la L.R. n. 18 del 09/12/2004 pubblicata sul supplemento ordinario n. 7 del BURL n. 34 del 10.12.2004».

«La modifica passò attraverso l’approvazione di due emendamenti – sostiene Turina - prima in commissione e poi in Consiglio Regionale dopo uno scontro tra il sottoscritto e il consigliere Bonelli che tentò in tutti i modi di ostacolarne l’approvazione. In via definitiva l’art. 6 recitava “…qualora lo sviluppo delle attività sportive , comporti la necessità di razionalizzare o integrare bacini sciistici intercomunali, si fa ricorso ai programmi d’intervento previsti dall’art. 31 bis, anche in deroga a quanto disposto dall’art. 10, comma 8, fermo restando il rimboschimento compensativo con specie autoctone”».

«Inoltre – precisa - di particolare importanza l’art. 24 con il quale viene istituito lo Sportello Unico per il Territorio ed il Paesaggio , finalizzato allo snellimento delle procedure. Tale mia iniziativa, comportò un forte scontro in Consiglio Regionale con l’allora consigliere Bonelli e con il Responsabile locale dei Verdi Lorenzetti attraverso la stampa locale». «Il conseguimento di questa mia iniziativa legislativa, - prosegue il presidente del Consiglio comunale - che apriva finalmente un varco per la realizzazione dei progetti di potenziamento delle piste, fu immediatamente comunicato agli organi territoriale di competenza. Si raccomandò di accelerare le procedure di approvazione dei progetti, per evitare che un eventuale cambio di maggioranza in Regione Lazio, potesse modificare di nuovo la normativa».

Turina ricorda quando «alle elezioni Regionali del 2005, vinse il Centro sinistra e Bonelli assunse l’incarico di Assessore all’ambiente. Con un colpo di mano in Finanziaria regionale, su proposta di Bonelli, il nuovo Consiglio Regionale del Lazio abroga l’art. 6 senza alcun tipo di opposizione da parte di alcuno. Viene così vanificata l’azione legislativa che avrebbe contribuito al rilancio dell’attività sciistica del Terminillo». «Oggi il governo regionale di centro sinistra si deve assumere la responsabilità di aver subito le scelte del verde Bonelli, portatore di una cultura che limita lo sviluppo del territorio, senza aver proposto soluzioni alternative concrete».

«Per evitare che per altri venti anni si continui a fare polemica e propaganda sul Terminillo, - conclude Turina - sarebbe opportuno che qualcuno si facesse carico semplicemente di ripristinare intanto quella norma, oltre a definire un vero e proprio progetto di sviluppo che sia realmente fattibile. È un dato di fatto comunque che gli unici interventi concreti sul Terminillo sono stati realizzati dal governo di Centro destra del Comune di Rieti: nuova pavimentazione , nuovi impianti di illuminazione, completamento rete fognante, campo d’altura, progetti già finanziati per il completamento della pavimentazione ed in particolare il progetto del sottopasso che dal parcheggio Tre Faggi porta a Piazzale Roma, nonché azione di informazione e promozione attraverso un apposito ufficio in loco ed ampi servizi sulla rivista nazionale “Scenari” ed altri mezzi di comunicazione».

 

  8 Dicembre 2007

 Dopo l'esclusione dalla corsa per l'aeroporto Marrazzo compensi il Reatino con scelte a favore del territorio  RIETI -  Compensazione: e il concetto sociale che il capogruppo regionale di An, Antonio Cicchetti, ha proposto alla giunta Marrazzo in cambio di quel terzo aeroporto laziale dal quale Rieti rimane tagliata fuori anche per la tardività della proposta e della mobilitazione che, pur partita tardi, ha suscitato l'attenzione della città e delle categorie sociali. Se, dice Cicchetti, niente terzo aeroporto, "compensate il Reatino con altre scelte a favore del nostro territorio". Per esempio "rendere operativo il progetto avanzato da Leonessa per uno sviluppo del Terminillo attraverso il versante nord con la costruzione di 9 impianti di risaluta, tantopiù che il finanziamento (45 milioni) è di natura, privata". Sulla proposta Cicchetti si è detto d'accordo anche il consigliere regionale Mario Penili.  (A.F.M.)

 

  8 Dicembre 2007

 

Terminillo, dalla Pisana lo stop al suo sviluppo  RIETI - "In questi giorni si assiste all'ennesimo dibattito sullo sviluppo del Terminillo: stessi argomenti, affermazioni e risultati da parte delle forze politiche che sono concentrate alcune a difendersi dall'accusa di inefficienza ed altre a produrre esternalizzazioni quasi a voler dimostrare l'incapacità dell'attuale giunta regionale di centrosinistra". Così il presidente del consiglio comunale, Gianni Turina, che, "per  riportare l'argomento su una linea di chiarezza e di verità", vuole che si sappia quali sono state le soluzioni da lui adottate durante il suo breve mandato di consigliere regionale. Per ciò che concerne gli impianti sciistici, con particolare riferimento al progetto del Comune di  Leonessa e a quello dello scavalco dell'amministrazione provinciale di Rieti, la soluzione concreta, ricorda Turina, "fu adottata, su mia iniziativa; attraverso la modifica 'della legge regionale n. 24 (pianificazione del vincolo paesistico e tutela dei beni delle aree sottoposte a vincolo paesistico) con la n. 18 del 9 dicembre 2004  La modifica passò attraverso l'approvazione di due emendamenti dopo uno scontro tra Turina e il consigliere Bonelli, "che tentò in tutti i modi di ostacolarne l'approvazione". L'articolo 6 recita "... qualora lo sviluppo delle attività sportive comporti la necessità di razionalizzare o integrare bacini sciistici intercomunali si fa ricorso ai programmi d'intervento previsti dall'articolo 31 bis, anche in deroga a quanto disposto dall'articolo 10, comma 8, fermo restando il rimboschimento compensativo con specie autoctone". "Inoltre - aggiunge Turina - di particolare importanza l'articolo 24 con il quale viene istituito lo Sportello unico per il territorio ed il paesaggio, finalizzato allo snellimento delle procedure. Tale mia iniziativa comportò un forte scontro in consiglio regionale con Bonelli e con il responsabile locale dei Verdi, Lorenzetti.A conseguimento di questa mia iniziativa legislativa, che apriva un varco per la realizzazione dei progetti di potenziamento delle piste, fu immediatamente comunicato agli organi territoriali di competenza. Si raccomandò di accelerare le procedure di approvazione dei progetti, per evitare che un eventuale  cambio di maggioranza in Regione potesse modificare la normativa. Alle Regionali del 2005 vinse il centrosinistra e Bonelli assunse l'incarico di assessore all'Ambiente. Con un colpo di mano in Finanziaria regionale, su proposta di Bonelli, il nuovo consiglio regionale abrogò l'articolo 6 senza opposizione da parte di alcuno. Venne così vanificata l'azione legislativa che avrebbe contribuito al rilancio dell'attività sciistica del Terminillo. Per evitare - conclude Turina  che per altri venti anni si continui a fare polemica e propaganda sul Terminillo sarebbe opportuno che qualcuno si facesse carico semplicemente di ripristinare intanto quella norma, oltre a definire un vero e proprio progetto di sviluppo che sia realmente fattibile".

 

  7 Dicembre 2007

PROVINCIA RIETI : Felice Costini, assessore del Comune di Rieti con delega al Terminillo, giustifica l'intenzione del Comune di abbandonare la regione «Leonessa all'Umbria? Condivido» Braccio di ferro con il presidente Marrazzo: vanno realizzati gli impianti di risalita -  Un Comune che abbandona la propria regione per abbracciarne un'altra. Non stiamo parlando delle vicende tra Piemonte e Val d'Aosta, ma dello scenario che potrebbe concretizzarsi qui da noi. Nel caso in cui il Presidente della Regione Piero Marrazzo entro due mesi non darà segnali positivi in merito all'approvazione del progetto degli impianti di risalita sul versante Nord del Terminillo proposto da Leonessa, quale sarà l'iter della minacciata «secessione» nostrana? Il 30 gennaio l'amministrazione comunale potrebbe convocare il consiglio approvando una delibera con la richiesta di indizione del referendum per l'annessione all'Umbria che, tramite la Prefettura, verrebbe girata alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e al titolare del Dicastero dell'Interno. Quindi l'Ufficio centrale per il referendum della Cassazione potrebbe dare il via libera alla consultazione in ottemperanza al secondo comma dell' art.132 della Costituzione. Qualora la metà più uno degli iscritti alle liste elettorali approvasse il quesito per dire addio a Leonessa basterebbe il parere, obbligatorio ma non vincolante, delle terre umbre, salvo ricorsi vari che verrebbero giudicati dalla Corte Costituzionale. Questo è lo scenario mentre cominciano ad arrivare le prime reazioni all'iniziativa di Leonessa. Felice Costini, assessore del Comune di Rieti con delega al Terminillo e tra i promotori del Consorzio tra i Comuni, condivi de la delusione leonessana e spiega che a suo giudizio è «una giustificata provocazione rispetto a una situazione ormai paralizzata da troppo tempo. Si deve arrivare all'approvazione di quel progetto e, più in generale, al rilancio del Terminillo. Continuo a ritenere che il meccanismo del Consorzio permetterebbe di avere più forza anche nei confronti della Regione». E intanto sembra che alcuni finanziatori, stanchi di aspettare un via libera che non arriva mai, avrebbero già trasferito le loro attenzioni sulla zona di Bardonecchia in Piemonte. (Marco Fuggetta)
 

  7 Dicembre 2007

Leonessa scarica Rieti  - II sindaco Rauco: «Stanchi di sentirci sopportati»  - DOPO ANNI d'attesa e soprattutto di promesse mancante, la città di Leonessa e il suo territorio limitrofo sono sempre più intenzionati ad abbandonare la Provincia di Rieti per confluire nella più ospitale Umbria. «Siamo stanchi - ha dichiarato il sindaco Alfredo Rauco - di una provincia che ci sopporta e non ci supporta, di una regione che ai nostri occhi è matrigna e non madre». Casus belli della vicenda è la realizzazione di otto nuovi impianti sciistici da collegare ai tredici già preesistenti, ma di cui solo quattro funzionanti. Un progetto finanziato da privati (cinquanta milioni il costo complessivo) presentato tempo fa e da circa un anno fermo alla Regione. «Nel 2002 - spiega Rauco -il Comune di Leonessa ha approvato una delibera di consiglio con la quale da alla società Isic spa lo sfruttamento del versante nord del Terminillo. La società prepara un progetto per il 2003 che regolarmente approvato dallo stesso consiglio comunale passa all'iter in Regione. Nel 2004 Fallerà Governatore Francesco Storace modificò una norma sui piani paesaggistici con la quale permise di andare in deroga nel caso della realizzazione di impianti sciistici, prevedendo anche il taglio delle piante per la realizzazione dell'impianto. Questa norma - continua il Primo cittadino leonessano -venne di fatto soppressa dalla giunta. Marrazzo nella finanziaria del 2006. Più volto abbiamo chiesto di Soter incontrare il Presi-ente della Regione Lazio e addirittura il 30 ottobre del 2006 siamo andati a Roma con una motoslitta per rappresentare questo nostro diritto «di poter realizzare questi impianti. Per consentirne un rapido esame, - incalza Rauco - abbiamo anche modificato il progetto così come ci era stato chiesto dalla Provincia. Da allora però non ci sono stati più segnali. Solo a fine luglio del 2007, ci fa un ordine del giorno per trovare in tempi brevissimi una soluzione sul "caso Leonessa" alla Pisana indetto dai consiglieri regionali Perilli e Massimi e dal presidente della nostra Provincia Melilli. Ma anche quest'iniziativa non ha portato a nessun frutto». Un simile immobilismo da parte, sia della Regione che della Provincia non è più tollerabile per la città di Leonessa e soprattutto per i suoi Cittadini. «Noi ci sentiamo leonessani, reatini e sabini - conclude il sindaco Rauco - però non vogliamo assolutamente più sentire parlare di una Provincia che ci sopporta. Per questo il 30 gennaio 2008 noi avvieremo la procedura per la scissione dalla provincia di Rieti e dal Lazio per confluire nella regione Umbria. In questi due mesi che ci separano da quella data, noi rimarremo in attesa di segnali ancora della Regione». Sull'esempio di Cortina d'Ampezzo quindi, Leonessa è pronta a indire un referendum popolare per passare sotto la giurisdizione della Provincia di Terni e soprattutto della Regione Umbria. Nonostante l'iter legislativo-burocratico sia dai termini assai lunghi, gli Amministratori comunali di Leonessa sembrano sempre più decisi a percorre la strada scissionista. (F.I.)

 

 

06 dicembre 2007  Ore 19:45    RADIO RADIO

Il Presidente della Regione Lazio, on. Piero Marrazzo, intervenuto allo speciale in onda sull'emittente radiofonica RADIO RADIO ed interpellato dal Consigliere Provinciale Paolo Trancassini in merito alla vicenda degli impianti sciistici  su versante nord del Terminillo, ha riaffermato di essere al corrente da sempre della situazione. il problema - ha aggiunto il Presidente Marrazzo - è di natura strettamente politica (nodo cruciale i vincoli paesaggistici) ma si impegna in prima persona affinchè giunga in tempi brevissimi il parere definitivo della Regione.

 

 

  6 Dicembre 2007

 E' nato il ''Comitato Impianti Campo Stella" - E' nato a Leonessa il "Comitato Impianti Campo Stella" con lo scopo di rilanciare la stazione sciistica costruita negli anni settanta. Ne fanno parte liberi cittadini, imprenditori, operatori commerciali e turistici, artigiani, professionisti, maestri di sci; ma uno degli obiettivi è quello di allargare il giro a tutti i residenti e ai tanti turisti leonessani che hanno la seconda casa e vengono a sciare nel fine settimana. Presidente è stato eletto Massimo Rauco, maestro di sci e direttore del locale ufficio postale. Attualmente, gli impianti di risalita di Campo Stella sono di proprietà del Comune di Leonessa che li ha acquistati qualche anno fa dalla società Vallorgano. Quest'ultima li aveva costruiti e gestiti per poi abbandonarli senza nessun ammodernamento. La prima salvezza della stazione arrivò proprio dal Comune che li acquistò per poi gestirli direttamente fino ad oggi tra mille difficoltà economiche ed organizzative. Un'operazione che permise comunque di riaprire Campo Stella, far parlare ancora di sci a Leonessa e prolungare la vita tecnica degli impianti i quali, però, sono arrivati oggi a due anni dalla scadenza definitiva. E' necessario, quindi un radicale intervento di ammodernamento. «In questo ambito si innesta proprio il nostro Comitato -spiega Rauco - il quale, voglio essere chiaro, è apartitico, apolitico e libero da qualsiasi condizionamento di parte; il nostro scopo è solo quello di rilanciare Campo Stella con proposte concrete di ammodernamento. L'intento è quello di realizzare in questa prima fase un progetto di ricostruzione con tanto di valutazione finanziaria, dopo averlo discusso con il Comune e con gli Enti preposti al rilascio delle autorizzazioni, passeremo alla fase di ricerca di fondi sia nei finanziamenti pubblici, sia coinvolgendo privati e banche, magari anche lanciando una sorta di azionariato popolare. Se tutto andrà bene - prosegue Rauco -si aprirà il capitolo della ricostruzione e del traghettamento verso un consorzio o una società mista pubblico-privato che dovrà anche occuparsi della futura gestione della stazione. Nessuno di noi pensa che tutto questo sarà facile, ma abbiamo l'obbligo di tentare per mantenere in vita lo sci leonessano e lo facciamo inizialmente con i nostri mezzi e le nostre potenzialità, dopo ci aspettiamo che gli Enti locali e la Regione facciano anche essi la loro parte». Il Comitato ha già avuto un incontro con il Comune, in qualità di proprietario e gestore di Campo Stella, che ha accolto con entusiasmo 1 iniziativa dando la disponibilità a qualsiasi tipo di collaborazione che possa portare positivi risvolti sul territorio. Il Comune ha anche comunicato che per questa stagione sciistica gli impianti sono pronti e che la stazione verrà aperta non appena arriverà la prima neve. a stazione verrà aperta non appena arriverà la prima neve. (FRANCESCO CHIARETTI)

 

  6 Dicembre 2007

RIETI - Il Presidente della Provincia Fabio Melilli così risponde alle critiche che vengono rivolte all'Ente: "Primo: io, nelle concretezze e non tanto per dire, sono d'accordo con le ragioni di Leonessa. Secondo: la Provincia è del tutto al di fuori delle decisioni della Regione. Terzo: a dimostrazione delle concretezze dico che nell'incontro intersociale per il "Patto per Rieti" di qualche giorno fa è stato organicamente inserito il progetto per il Terminillo cui quel Comune si riferisce e quindi premendo sulla Regione perchè legiferi nel senso delle ragioni di Leonessa, paese per il quale abbiamo stanziato 1 milione 200 mila euro per la strada per Vallonina ed appaltati i lavori per il nuovo bivio all'entrata del paese. Stiamo lavorando per Leonessa, altro che storie"

 
 
  6 Dicembre 2007

 Leonessa non aspetta più, vuole passare all'Umbria - Via dal Lazio, regione matrigna, e via da Rieti «una provincia che ci sopporta ma non ci supporta»: per Leonessa meglio l'Umbria, Terni o Perugia che sia si vedrà. «Il 30 gennaio il Comune avvierà formalmente la procedura per un referendum consultivo tra la popolazione: non è una provocazione ma un grido di dolore - scandisce il sindaco Alfredo Rauco - l'ultima chiamata al presidente Piero Marrazzo perché ci dia le risposte promesse sul Terminillo». Sono gli impianti e le piste in Vallonina, quel Terminilllo super ski promosso dalla società Isic in tandem col Comune di Leonessa e alla fine fatto proprio dalla Provincia, l'oggetto del contendere: «E badate che noi alla Regione non chiediamo soldi, è un progetto di finanza che si regge da sé con i soldi degli investitori privati - riepiloga Paolo Trancassini -noi chiediamo le autorizzazioni necessarie, che in altre regioni vengono concesse e nel Lazio no. C'era stato un ordine del giorno unanime in tal senso votato nel luglio scorso ma da allora abbiamo registrato solo dichiarazioni ai giornali peraltro piuttosto ambigue ». La questione delle autorizzazioni in realtà non è proprio semplice come la fa Trancassini... Il versante nord del Terminillo e il bosco di Vallonina (investito in pieno dagli impianti e dalle piste del progetto ISIC) per il pregio ambientalistico e l'altissimo valore naturalistico dell'area gode del doppio livello di tutela dell ZPS e dei SIC nonchè della normativa dei piani paesistici. Su questa agì l'allora presidente della Regione Lazio Storace nel 2004 rendendo possibili operazioni in deroga ai vincoli fin quando il successore Marrazzo, con una norma inserita nella finanziaria 2006, azzerò quelle deroghe e ripristinò il sistema di vincoli più restrittivo. In questo quadro normativo il piano ISIC, ormai parte del programma degli interventi proposti della Provincia, non ha nessuna possibilità di essere autorizzato. Cambiare quelle norme allentando le tutele ha un prezzo politico molto elevato e in Regione - stante l'opposizione di Verdi e Rifondazione - non c'è ancora chiarezza sulla linea da seguire. E' su questo che i Leonessani incalzano "Anche noi abbiamo dovuto ingoiare il rospo, vale a dire il Parco pur sapendo di che razza di carrozzone si tratti ma è così che si fa mediazione politica"  ribadisce Trancassini. A Marrazzo la scelta, a Leonessa il cruccio di sapersi bella e impossibile. Impossibile da raggiungere - «la frana sulla provinciale dei giorni scorsi un merito l'ha avuto: ha fatto ricordare alla Provincia di avere una strada» - e impossibile da sviluppare: «Abbiamo già portato la stagione turistica da maggio a ottobre ma vogliamo crescere ancora e si può crescere solo con gli impianti e le piste in Vallonina. Ci hanno dato dei folli, per quel progetto, ci hanno accusato di avere solo scopi elettorali ma è un fatto che ora quanto previsto nel nostro piano è parte integrante della programmazione ufficiale del territorio, sia per il Montepiano che più in generale per la provincia». E' l'altro passaggio che rimarcano sia Rauco che Trancassini, ieri in conferenza stampa in Provincia insieme a mezzo consiglio comunale (con loro Maurizio Rosati, Vito Paciucci, Giuliano Boccanera, Tonino Zelli, Andrea Pasquali e Alessandro Rauco): «Questo non è il progetto di Leonessa: questa è l'unica risposta vera al declino industriale del reatino. Non è un caso che Cgil, Cisl,Uil e Ugl non solo abbiano preso in considerazione il nostro progetto ma si siano impegnati a riguardo per sostenerlo. Tutti dicono che lo sviluppo può venire solo dallo sfruttamento delle risorse che abbiamo, giusto? E' esattamente quello che vogliamo fare, senza chiedere soldi agli enti ma consentendo ai privati che lo vogliono fare di investire.Con un piano così nel cassetto chiunque avrebbe fermato il mondo e si sarebbe messo a tavolino con noi: qui invece solo per farci ricevere da Marrazzo siamo dovuti andare a Roma col battipista e schierare tutto il centro anziani sotto la Regione. Adesso basta».(Alessandra Lancia)

 

  6 Dicembre 2007

Referendum -  Il sindaco Rauco insieme al capogruppo provinciale di An, Trancassini hanno lanciato la provocazione perché dimenticati dalla Regione Lazio -  Cancellato il progetto degli impianti di risalita            LEONESSA Un grido "disperato" da parte di chi, dopo tanto lottare, si sente "sopportato e non supportato" dalla Regione. È questa la motivazione con la quale il Sindaco di Leonessa Alfredo Rauco, insieme alla giunta e al capogruppo di An in Provincia Paolo Trancassini, ha annunciato che "dal 30 gennaio, se non ci saranno segnali concreti, inizierà l'iter per il referendum popolare per l'annessione all' Umbria". Tutto nasce dall'annosa e, a questo punto, triste vicenda degli impianti di risalita da realizzare sul versante Nord del Terminillo. Un project fìnancing di oltre 50 milioni di euro della società Isic spa approvato da Leonessa nel 2003 e reso praticabile da una modifica ai regolamenti sui piani paesaggistici dalla vecchia giunta Storace nel 2004. Modifica "cancellata in una notte con la finanziaria regionale del 2006 da Marrazzo". Da lì inizia il calvario e la concreta possibilità che uno dei pochi privati disposti a mettere soldi su Rieri tolga il disturbo e si rivolga altrove. "Noi rivendichiamo gli stessi di ritti dei cittadini dell'Abruzzo, del Trentino o della Valle d'Aosta dove queste cose si fanno" - ha spiegato Trancassini - "non si può perdere l'unico progetto realistico di rilancio dell'intero territorio provinciale per colpa di 4 misere beghe politiche". "Siamo Sabini e Reatini ma è l'unica arma rimasta per combattere l'indifferenza" - ha aggiunto Rauco - "è l'estremo grido di dolore di una popolazione che vorrebbe dare un futuro ai propri figli". Insomma nonostante le promesse (tra le quali un Odg del luglio scorso alla Pisana) le aspettative, non solo dei leonessani, ne escono ancora una volta mortificate. "Pretendiamo" - hanno concluso Trancassini e Rauco - "che il progetto venga approvato, perché la nostra parte nel cercare una mediazione l'abbiamo fatta accettando anche ciò che non ci piace, come l'ente parco". Forse l'ora di dare a questo territorio la possibilità di svilupparsi (con investimenti per una volta a carico di privati) è veramente giunta. Senza se e senza ma. (Marco Fuggetta)

  6 Dicembre 2007

Leonessa minaccia il referendum -  RIETI - Su la testa!  E Leonessa, attraverso il sindaco Alfredo Rauco (Lista civica) ed il capogruppo provinciale  Paolo  Trancassini (An) dice "Basta alla sindrome dell'emigrante perché noi siamo  cittadini del Reatino con tutti i diritti degli altri e siamo stufi di sentirci quasi sopportati dalla Provincia e dalla Regione". Altrimenti,"se entro il 30 gennaio prossimo la Regione non fornirà una risposta soddisfacenfe all'approvazione dle nostro progetto invernale per jl versante nord del Terminillo, (area di 27 iettari per 8 impianti di risalita, 45  milioni di euro investiti da privati, l'impresa ISIC)J il consiglio comunale (presente alla conferenza stampa) attiverà  le procedure referendarie per lasciare una Provincia ed una Regione matrigne e passare con l'Umbria". E Trancassini precisa come "tutto ciò non  sià 'uno scherzo perchè il referendum é  un sentimento diffuso tra la popolazione della montagna".La risposta della Regione dovrà essere "contenutistica" e non "la solita letterina di Babbo Natale o della Befana". E Trancassini, nel ricordare come" la Provincia deve imparare a saper sfruttare le risorse del territorio" ricorda come " il nostro progetto per la rinascita del Terminillo sia l'unico progetto per la rinascita economica comprensoriale dopo la crisi industriale". Insomma un "basta ad essere presi in giro per i veti che vengono espressi per non dae attuazione al nostro progetto che alla Provincia non costa proprio niente" sintetizza Rauco.Sotto accusa la "Cosa rossa". Infatti soprattutto i Verdi  si oppongono al necessario taglio di 3-4 mila  faggi che vanno sommati alle migliaia di altri faggi già abbattuti per il Piano di assestamento forestale e, precisa Rauco, "il nostro progetto non soltanto è parte del programma provinciale di interventi sul paesaggio ma è tutto al di dentro del rispetto dei vincoli ambientali imposti dalla comunità europea". Relativamente ai Verdi, Trancassini in trasparenza riferendosi alle utlime elezioni nel capoluogo, rimette un fraterno messaggio scaramantico a Roberto Lorenzetti " Non sembra che opporsi al nostro progetto gli porti bene, almeno dal punto di vista elettorale". E fosse soltanto il Terminillo! Perchè rancassini, rivolto alla Provincia, tira in ballo anche lo "stato di viabilità che penalizza ancorpiù Leonessa" e cita quanto è avvenuto soltanto alcuni giorni fa sulla strada 521, una delle tre strade per accedere a Leonessa, dove un masso ha interrotto il passaggio nella prolungata indifferenza della Provincia". E poi il servizio CO.TRA.L. "con i mezzi che ogni tanto interrompono il servizio e tutti a piedi. Non soltanto gli studenti". Insomma "Su la testa!". ( Ajmone Filiberto Milli )

 

Conferenza Stampa della  Giunta di maggioranza Comune di Leonessa e  del Consigliere  Provinciale Paolo Trancassini

Palazzo d'Oltre Velino, 5 dicembre 2007 ore 11

" Buongiorno a tutti.

Ripercorriamo brevemente l'iter del progetto per gli impianti sciistici del versante  Nord del Terminillo:

2002 - Delibera del  Consiglio Comunale a favore della società I.S.I.C. S.p.A. per ill progetto degli impianti sciistici sul versante nord del Terminillo

2003 - Progetto I.S.I.C.

2004 - La Giunta Regionale Storace modifica la norma sui piani paesaggistici (legge 18) con una deroga che consente il disboscamento per la costruzione degli impianti.

2006 - Nella legge finanziaria regionale, la Giunta Marrazzo sopprime la precedente modifica (tutto in una notte...) e blocca di fatto l'iter di sviluppo del progetto impianti. Due righe   appena perse nella centinaia di pagine della legge di bilancio...

2006 ottobre - Siamo costretti, dopo inutili tentativi di incontro con il presidente Marrazzo, a scendere in piazza: dopo una prima manifestazione a Rieti, occupiamo il piazzale antistante la Regione Lazio a Roma insieme a tutta Leonessa, il Centro Anziani ed un nostro mezzo battipista. Solo così riusciamo ad essere ricevuti.

I successivi incontri sono pochi ed inutili. Abbiamo atteso la fine del 2006, l'inizio del 2007: abbiamo modificato il progetto originario su richiesta della Provincia, progetto che è finito dentro il progetto del Parco: abbiamo presentato ad aprile 2007 la richiesta di valutazione impatto ambientale. A luglio 2007 un ordine del giorno dei consiglieri Massimi e Perilli impegnava la Regione ad una risposta in tempi brevissimi

Da allora più nulla.

Sono qui oggi con gli amici della Giunta di maggioranza per fare da cassa di risonanza al grido di allarme della nostra popolazione, orgogliosa gente di montagna. La conservazione e la salvaguardia del nostro patrimonio ambientale è da sempre nel  nostro DNA, ma non per questo dobbiamo ignorare progetti di assoluto sviluppo come quello della I.S.I.C..

Tutti si dimostrano a parole consapevoli delle difficoltà di vita, di lavoro, di socializzazione della nostra gente, ma quando c'è la possibilità di fatti concreti tutto si ferma.

Ed allora il nostro grido di allarme diventa un urlo.

Ribadiamo con forza un concetto fondamentale: ci sentiamo fortemente Leonessani, Reatini, Sabini, ma siamo stanchi di una Provincia che ci sopporta e non ci supporta e di una Regione assolutamente matrigna.

Siamo qui per comunicare che nella riunione del Consiglio Comunale fissata per il 30 gennaio 2008, avvieremo la procedura ex articolo 132 della Costituzione Italiana la quale prevede che, con l'approvazione della maggioranza della popolazione del Comune  di Leonessa espressa mediante referendum e con legge della Repubblica e sentiti i Consigli regionali, si possa consentire il distacco dalla regione Lazio e l'aggregazione del nostro Comune alla regione Umbria.

Auspico fortemente che il tempo rimanente da oggi al 30 gennaio 2008 veda finalmente un impegno serio da parte di Provincia e Regione

Questo è l'estremo grido di dolore di una orgogliosa popolazione che deve e vuole a tutti i costi sfruttare l'irripetibile occasione di sviluppo rappresentata dagli impianti sciistici sul versante nord del Terminillo.E' in gioco il nostro futuro.

Grazie a tutti."

Alfredo Rauco, Sindaco di Leonessa

 

 

"Grazie per aver accettato l'invito.

Una precisazione doverosa va certamente fatta sull'aspetto logistico di questa conferenza stampa , per la quale avevo chiesto l'uso della Sala Consiliare della Provincia. Ma il Presidente Melilli, pur avendo preteso di sapere l'argomento di questo incontro, ha finito per negarci l'autorizzazione.

Questa è una iniziativa importante, sofferta, direttamente derivante  dalla  condizione di disorientamento e sofferenza rispetto ad un nostro grande progetto di sviluppo. Per anni tutti (o quasi tutti) ci hanno preso per dei pazzi visionari, impegnati in una sorta di campagna elettorale perenne. Ma noi credevamo, crediamo e crederemo sempre che l'unica possibilità di rilancio economico di Rieti, di una Rieti devastata dalla chiusura di quasi tutti i nuclei industriali più importanti, passi dalla costruzione degli impianti sciistici sul versante Nord del Terminillo.

Ci aiuta la sensibilità dimostrataci dalle Confederazioni Sindacali CGIL, CISL, UIL; ma ci aiuta molto di più la legislazione italiana che grazie all'ex articolo 132 della Costituzione Italiana ci permette, con la seduta Consiliare del 30 gennaio 2008, di iniziare l'iter per il distacco di Leonessa dalla Regione Lazio. E' l'unica possibilità che abbiamo per reclamare i diritti della nostra popolazione che deve essere assolutamente trattata al pari di altre (vedi Val d'Aosta, vedi Abruzzo) che non hanno nessun problema a costruire nuovi impianti, fatti salvi naturalmente tutti i vincoli di legge.

Non c'è colorazione politica nella nostra iniziativa; c'è solo la gente di Leonessa.

Il progetto dei nuovi impianti sciistici del versante nord del Terminillo si finanzia da solo; vogliamo solo le necessarie autorizzazioni  e, soprattutto, vogliamo sia applicato l'articolo 3 della Costituzione Italiana:

"Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese".

Si diceva che il mancato sviluppo del nostro territorio fosse dovuto all'eccessivo campanilismo, ai troppi interessi personali. Ora il campanilismo  non esiste più: Terminillo vuole gli impianti sul versante Nord, Leonessa vuole gli stessi impianti, unica possibilità di sviluppo. Solo i politici pare non l'abbiano capito.

Ma perchè bisogna occupare  il palazzo della Regione, scendere con tutto il paese, con il centro Anziani e con un battipista per poter avere la soddisfazione di farsi ricevere dal Presidente della Regione? In un paese normale basterebbe la telefonata del Sindaco...

Ma adesso tutti si sono resi conto che il Progetto esiste, si finanzia da solo. Basterebbe, visto che si è in fase di approvazione della Finanziaria Regionale, essere veloci così come lo si è stati qualche hanno fa nell'annullare la modifica ai vincoli paesaggistici che di fatto permetteva la costruzione degli impianti. Stessa velocità.

Abbiamo visto il nostro progetto "infilato" in un parco; a noi il parco non piace, ma l'abbiamo digerito, convinti che questo è il momento di una forte mediazione politica.

La nostra non è solo una provocazione, dietro c'è un diffusissimo sentimento che porta la totalità della popolazione di Leonessa a chiedere il referendum: e un po' la sindrome dell'emigrante, costretto ad abbandonare la propria terra per veder realizzati i propri sacrosanti progetti di sviluppo e di benessere.

E ci fa sorridere chi pensa al Consorzio del Terminillo come ad un consorzio di destra. Pensiamo a tutti i consorzi nati nel nostro Paese a tutela di ogni aspetto rilevante dell'attività imprenditoriale italiana: cosa centra il colore politico ? e Forse allora solo una questione di potere ?

Ed allora, se non cambierà nulla, ce ne andremo da emigranti, certi di un futuro migliore per questa splendida terra che ne ha tutte le possibilità."

Palo Trancassini, Consigliere Provinciale

 

 

  5 Dicembre 2007

Non da un leader comune (vedi Pd), ma da una Carta dei valori comuni. E' questa la strada che porterà la Sinistra ad un processo unitario volto a far nascere più che un nuovo partito una confederazione di partiti. Si comincia sabato e domenica con gli Stati generali convocati a Roma e con le sezioni locali di Verdi, Rc, Comunisti Italiani e Sinistra Democratica che vogliono esserci e contare e che per questo chiamano a raccolta il popolo di Sinistra. Primo obiettivo: riempire i pullman che domenica (ore 7.30) partiranno dalla stazione per raggiungere la Fiera di Roma (informazioni ai numeri 0746271270, 3892764519, 3333924252). Secondo obiettivo: tornare con la carica giusta per «aprire un percorso nuovo anche per la sinistra locale», annuncia Simone Petrangeli (Rc). La via in realtà è già stata segnata dalla richiesta di confronto con la Provincia che ha spinto la Cosa Rossa a chieder conto a Melilli  non solo in termini di quantità (rappresentatività in Giunta) ma anche di qualità: «Maggiore collegialità», ricorda Gianpiero Marroni (Sd). Su gran parte delle questioni cruciali inserite nel programma di fine mandato la convergenza sembra reggere: «Università - riepiloga Arnaldo Marchetti -, lotta alla precarietà, edilizia scolastica, infrastrutture, Parco del Velino, ambiente». Cosa manca all'appello? Il Terminillo, di nuovo al centro di polemiche. «E' la prova - commenta Roberto Lorenzetti (Verdi) - che chi non ha idee chiare sul Terminino è proprio chi immagina grandi trasformazioni possibili solo sulla carta. Ripetiamo: il progetto di Leonessa non si può fare perché la normativa non lo consente. Nessuna pregiudiziale sugli impianti sciistici a patto che siano solo un tassello di un disegno di sviluppo più ampio che vada ben oltre la questione degli impianti». ( ILARIA STRINATI )

 

  3 Dicembre 2007

 Ha ragione Romano Prodi, la politica spettacolo, tanto fantasmagorica quanto inutile, non serve a niente. Ne è  dimostrazione l'ultima alzata di un polverone per far partecipare Rieti alla gara per il terzo aeroporto; del Lazio. Rieti "non era nelle condizioni di ospitare un aeroporto; come ho avuto già  modo di dire, per una grande quantità di impedimenti e se anche lo fosse stata, la scelta dell'ultimo decimo di secondo per tentare l'impossibile e sempre indice di  voglia di ribalta più che di intenti realizzatiyi. O di velleitarismo. Velleitarismo di cui non hanno peccato i creatori di un Comitato viterbese che per anni si è impegnato a favore della causa ora vinta; Nel sito del Comitato si parla delle ricadute  positive sul Reatino. Forse sarebbe opportuno impegnarsi per capire quali sono queste possibili positive ricadute sulla nostra provincia e lavorare con la stessa tempestività ed alacrità con cui si è mosso il "Comitato per l'aeroporto ed opere della Tuscia". Si potrebbe creare, ad esempio, un "Comitato per lo sviluppo del Terminillo ed opere della Sabina", che prema sulla Regione per l'accoglimento  del progettò della Provincia, da tempo avanzato, per la realizzazione del "Parco Naturale Integrato del Terminillo", e che vigili sulla sua corretta attuazione. In base al progetto, da tempo giacente in Regione, con lo strumento del Parco si gestirebbe unitariamente il vasto territorio del Terminillo, oggi frammentato istituzionalmente, anche riguardo all'assetto urbanistico. Come cittadina vivo con disagio immediato la nascita di un nuovo ente pubblico, ma, come sostiene Carlo Ubertini, responsabile nazionale ambiente dello Sdi "la sua istituzione produrrebbe molti effetti positivi. Innanzi tutto per le aree già a protezione ambientale, Zps e Sic. L'ente, infatti, avrebbe l'autorità per operare una riorganizzazione complessiva del territorio al fine di rimodularne i vincoli paesaggistici già in atto, venendo incontro alle esigenze degli operatori economici ed  agricoli, oggi in difficoltà. Inoltre, potrebbe attrarre notevoli finanziamenti pubblici di cui si ha un gran bisogno". Ma cosa vuoi dire "Parco Naturale Integrato"? Vuoi dire riuscire a tenere insieme il rispetto ambientale e lo sviluppo economico. Oggi il vecchio ecologismo, ideologico ed astratto, con una visione del rapporto tra uomo e natura segnato sempre dall'inimicizia è definitivamente superato. I nuovi parchi naturali sono sistemi dinamici e vitali. Vogliono proteggere, sì, flora e fauna, ma in un regime di sviluppo economico e produttivo che sia "sostenibile" per i residenti e che "integri" i bisogni umani con il rispetto ambientale. Perché il vero danno che si fa alla natura è lo spopolamento dei tenitori. In un sistema "integrato"; si vive producendo economia "soft", di cui tante volte si è occupata questa rubrica. Economia "soft", lo ricordo, è una economia d'impresa basata sulla conoscenza, innovazione, cultura, storia e rispetto ambientale. So che l'ex sindaco Trancassini crede che per lo sviluppo di Leonessa sarebbero utili nuovi impianti sportivi. Da ambientalista raziocinante e ostile ai pensieri unici credo che occorrerebbe parlarne con serenità.. Non conosco, invece, i motivi pèr cui il sindaco Falcone sì è convinto della bontà della formula consortile per gestire il Terminillo., Non ci sono ragioni per dubitare delle sue ottime intenzioni, ma mi convince la posizione deli'àssessore Roberto Giocondi; quando sostiene che "Prima di pensare al Consorzio bisogna impegnarsi per spingere la Regione ad accettare il progetto della Provincia sul Terminillo Parco Naturale integrato.Successivamente, si può parlare anche di Consorzio". Serve ora un Comitato. Lo facciamo? ( RosellaVivio)

 

  3 Dicembre 2007

 Terminillo attende il rilancio "Occorre il consorzio" -  Sembrava davvero strano che, come di consueto ad inizio stagione, non si facessero un po' di polemiche a proposito della montagna di Roma. Ma non è stato necessario aspettare a lungo e forse, per compensare la mancanza di neve, le stesse hanno iniziato a fioccare abbondanti. Motivo di tanta tormenta è il Consorzio tra i comuni del comprensorio che sembra aver aizzato lo scontro politico. Non vogliamo soffermarci sulle ragioni dell'una o dell'altra parte ma intendiamo rivolgere le nostre attenzioni verso gli operatori della montagna. "Credo che qualcuno sia fuori di testa - è il 'commento sarcastico di Loris Casadei, proprietario dell'hotel Togo a Pian dè Valli.  La politica - continua l'operatore - non ha ancora capito che bisogna cambiare passo. Fare il consorzio non è una scelta dettata dal capriccio di uno o più politici quanto piuttosto dall'esigenza di tentare di rialzare la testa in una situazione di collasso. Paradossalmente questa situazione incresciosa e difficile costituisce un momento favorevole per fare qualcosa di positivo, per generare ottimismo. Si convincano tutti che la rinascita  del monte Terminillo non può prescindere dalla realizzazione di nuovi impianti sul versante di Leonessa, dove la neve c'è e si mantiene per lunghi periodi. In montagna - continua pacato il Casadei. - non c'è sviluppo che non sia  collegato alla stagione invernale e  quindi alla neve. E questo sviluppo oggi passa attraverso una forte aggregazione tra i comuni del comprensorio. Gli esempi dell'Abetone, di Sestola di Roccaraso insegnano che con la forza di tutti si va avanti,altrimenti si chiude bottega. Oggi il Terminillo si presenta migliorato,rispetto a qualche anno fa. Gli assessori Costini e Perelli sono riusciti a trovare finanziamenti regionali del valore di un milione e trecentomila euro da destinare alla pavimentazione tra piazzale Roma e piazzale Togo. E' stato sistemato il parcheggio sotto i 'Tre Faggi' che può contenere 230 macchine e presto verrà collegato a piazzale Roma con una galleria così che non si debba più attraversare la strada statale. La Provincia ha già sbancato la valletta, costruito i  muri di contenimento per la realizzazione di una straordinaria piscina che sarà pronta l'anno prossimo. Tutto questo crea fermento ma se non si pianificano nuovi impianti come è possibile attirare sciatori? Forse i politici dimenticano che sul monte Terminillo sono rimasti solo tre impianti, considerando che le Carbonaie sono un impianto di ritorno. Allora? E' perentorio - sostiene Casadei - unitamente agli altri operatori del Terminillo, ripartire dall'inizio, fare tutti un passo indietro e cercare di rialzare i vincoli della montagna cercando di fare approvare l'emendamento parco più impianti attraverso il consorzio, un ente che faccia chiarezza, stabilisca le regole ed abbia il ruolo dell'arbitro. Che si proceda dunque a preparare lo statuto in breve tempo. Il sindaco di Cittaducale Giovanni Falcone, l'assessore Felice Costini, l'ex sindaco di Leonessa Paolo Trancassini ed anche pinco pallino, se necessario, si siedano intorno ad un tavolo e si accordino in fretta perché questa montagna non può aspettare oltre. Si porti avanti, in seguito l'idea della realizzazione degli impianti a Leonessa perché un comprensorio montano non può vivere senza di essi. Parco e attività sciistiche possano convivere insieme come avviene in molte zone d'Italia. Perché da noi no?" La "montagna di Roma" ha una grande peculiarità rispetto alle montagne appenniniche: ogni versante, con caratteristiche e vocazioni diverse, offre opportunità di svolgere varie attività del tempo libero, escursionismo, alpinismo, sci alpino, sci di fondo e sci alpinistico. Il Terminillo, inoltre, è spesso meta di turismo scolastico a attira scuole delle aree vicine. Utile sarebbe poter sviluppare questo settore in modo concreto. Su questo versante, intanto c'è l'iniziativa della Provincia. Gli alunni delle classi terze delle scuole medie della provincia di Rieti, infatti, avranno a disposizione, grazie ad una deliberà approvata dalla Regione m collaborazione con l'assessorato alla cultura della Provincia,- un bonus di 25 euro (ad alunno) per il turismo culturale nella regione Lazio. ( Rita Giovannelli )
 

  30 Novembre 2007

Terminillo al bivio, parco o consorzio - Ecco il piano della Provincia e lo statuto dell'ente voluto dai Comuni - Siti web, blog e mail di amministratori locali ribollono di reazioni sull'affaire Terminillo: mentre la realtà rimanda ad una stazione sciistica ormai prossima alla resa, sui giornali i politici si dividono, gli operatori si lagnano e i lettori vacillano tra la pista recentemente imboccata da alcuni Comuni per creare insieme un Consorzio sul modello di quello del Nucleo industriale e quella segnata dalla Provincia sin dal giugno 2006 sotto la voce "Programma degli interventi per il paesaggio nel comprensorio del Terminillo". Tradotto, la creazione di un Parco naturale regionale contestuale al collegamento tra il versante reatino e quello leonessano e il massiccio sfruttamento sciistico di quest'ultimo. Se queste due piste siano in contrapposizione o soltanto in sovrapposizione tra loro o magari rafforzative l'una dell'altra è stato l'oggetto dell'aspra polemica sviluppatasi  in questi giorni tra gli "attori" politici sulla scena. Vale dunque la pena ripassare il contenuto di quel "Programma" e anticipare lo statuto del Consorzio. Nel programma presentato dalla Provincia alla Regione alla fine di giugno del 2006 per la creazione di un parco naturale sono confluiti molti dei progetti di nuove piste e nuovi impianti al Terminillo a cominciare da quello dello "scavalco" tra i due versanti (in itinere dal 1989) e, almeno in parte, quello dell'Isic già presentato in Regione dal comune di Leonessa per lo sfruttamento di Campo Stella e Bosco Vallonina. La Regione deve ancora pronunciarsi in merito, ma la condizione preliminare perché un simile piano passi è la modifica dell'attuale sistema di tutele paesistiche e ambientali: passaggio tutt'altro che indolore sul piano politico e non immediato sotto il profilo legislativo. Cai, Lega Ambiente e WWF, mobilitate dal gennaio scorso contro tale programma, hanno già incassato un parere della Soprintendenza che ricorda che, in base all'attuale sistema vincolistico, i nuovi impianti (21, pari a 11,78 km a servizio di 23,75 km di nuove piste) da realizzare in 43,30 ettari di bosco non possono essere autorizzati. E veniamo al Consorzio: «Solo un contenitore» per Trancassini. In realtà molto di di più a leggerne lo statuto su cui sta lavorando il sindaco di Cittaducale Falcone. Con l'obiettivo di «un miglioramento della qualità e dell'organizzazione delle strutture e dei servizi» il Consorzio non solo si incarica della gestione dei servizi di prossimità (luce, acqua, rifiuti, energia elettrica) ma anche di adottare «un piano turistico che fisserà gli obiettivi di sviluppo, indicherà gli strumenti per realizzarli e ripartirà le risorse necessario per conseguirli». Con «il piano si otterrà un quadro di come si intende promuovere lo sviluppo turistico del Terminillo, delle scelte territoriali, degli obiettivi prioritari, delle risorse da mettere in campo». Insomma, contenuti. Uno dei primi passi dei partner sarà proprio quello di fare uno studio di fattibilità sul sistema turistico locale e «uno specifico studio sull'identità turistica del Terminillo». A coordinare il tutto il Comune di Cittaducale «con il coinvolgimento dei rappresentanti degli enti aderenti». Metà dicembre è il termine che i comuni promotori si erano dati per sottoscrivere un primo protocollo d'intesa. Un anno per passare dal "protocollo" alla costituzione vera e propria.(ALESSANDRA LANCIA)

 

  30 Novembre 2007



Terminillo sempre più in stato dì abbandono -  Sono un ragazzo di trenta anni e vivo e lavoro al Terminillo. Questa mia vuole essere una sorta di lettera aperta rivolta a tutte le istituzioni del Lazio ma in particolare al presidente della provincia di Rieti Fabio Melilli. Ho la fortuna di frequentare il Terminillo da quando sono nato, la mia famiglia è nata e vissuta su questo monte che penso senza dubbio di poter affermare sia unico nel Lazio in, quanto a panorami e bellezza. Nel corso degli anni ho pero potuto, e purtroppo dovuto, constatare un continuo ed evidente degrado, che va aldilà della chiusura del cinema, la chiusura della pista di pattinaggio sotto la funivia, la chiusura dei campi da tennis alla Valletta,la mancanza addirittura di un benzinaio e quant'altro. Tutti voi potrete evidentemente rispondermi che sono in corso i lavori per il recuperò della Valletta, la costruzione di una piscina coperta, ed in ultimo sono previsti lavori di ripavimentazione in porfido a Pian de Valli nonché l'istituzione, anni addietro, di un Campo d'altura ai cinque confini.Bene! M non voglio neanche commentare lo stato, di degrado ed abbandono in cui versa il Terminillo, a partire dal palazzo del turismo, per arrivare ai rulli abbandonati dopo i lavori nella scarpata della Malga e i vari piloni dismessi buttati nei prati ad arrugginire. Mi permetto però di far notare che il Terminillo è una stazione a prevalente indirizzo invernale, e qui abbiamo la nota dolente. Il fondo è. forse l'unica realtà positiva presente. Per quanto riguarda invece lo sci alpino e lo snowboard, non mi permetto ovviamente di dare giudizi sulla gestione degli impianti, non è argomento di mia competenza, mii sembra però di poter asserire, senza ombra di dubbio, che nel corso degli anni abbiamo assistito ad un ridimensionamento a dir poco eccessivo, oltreché "imbarazzante" delle strutture e delle relative piste. L'installazione della quadriposto in luogo dei due skilift gemelli e l'aver sostituito uno skilift con un Tapis-roulant, mi sembra veramente ben poca cosa rispetto alla chiusura della Cardito Nord, della Togo, della Terminilluccio Est, della Colle Fiorito, della non apertura della seggiovia del Conetto.  Mi rendo perfettamente conto di tutte le problematiche che  potreste aver incontrato in  sede progettuale-decisionale,ma chiedo, non credete si sia veramente arrivati al ridicolo? Non sembra che la Giunta provinciale abbia, come dire, messo eccessivi "paletti" al rilancio del Terminillo? ' ' "Programma Integrato di Sviluppo del Montepiano Reatino della Provincia di Rieti", "Progetto ISIC", mi permetto di chiedere al presidente Melilli: che fine hanno fatto? "Scadenza Naturale" delle concessioni per gli impianti, non si poteva" intervenire prima? Ho già inoltrato queste mie perplessità al presidente Marrazzo e ai suoi assessori, ovviamente senza ricevere. alcuna risposta.

 

  12 Agosto 2007

«Al Terminillo solo un Piano parco può aiutare a programmare sviluppo e attività» La soluzione che sto tentando di proporre in merito all'atavico problema dello sviluppo del Terminillo altro non è che il frutto di lunghe riflessioni e di altrettanto lunghe ricerche. Ho 49 anni, sono nato in Umbria e cresciuto nel Leonessano. Raggiunsi il Terminillo nel 1981 da giovane Guardia Forestale e, dal 2001, lasciata la pubblica amministrazione, mi sono reinventato operatore economico (attualmente mi occupo della gestione delle piste di sci nordico dei Cinque Confini). Appena giunto al Terminillo ebbi l'opportunità di assistere ad un importante convegno, denominato emblematicamente "Terminino anno zero", ad indicare il bisogno di una rinascita, di stabilire un nuovo punto di partenza, di ricominciare da zero per salvare una località turistica che già allora viveva dei fasti del passato. Nel frattempo sono trascorsi 26 anni di convegni, promesse di consorzi di sviluppo intercomunali, inserimenti all'ordine del giorno, chiacchiere, ribalte d'estate più o meno improvvisate, effimeri personaggi o sedicenti facoltosi che in due mesi avrebbero colmato ogni lacuna, articoli di giornale, costruzioni di opere pubbliche indubbiamente sotto-utilizzate (campo d'altura, centro per la cura dell'asma). Ciò detto, la situazione rispetto a 26 anni fa altro non è che peggiorata. La cronica assenza di un piano di programmazione nel lungo periodo non pone le condizioni ideali per uscire dalla fase di declino. Con questa lettera vorrei invitare le popolazioni montane e pedemontane, gli operatori commerciali e turistici, le associazioni ambientaliste, gli amministratori pubblici e, non ultimo, il presidente della provincia Fabio Melilli, il quale, in un territorio frazionato tra 8 comuni, 3 comunità montane, amministrazioni separate e beni civici, deve istituzionalmente fungere da collante e da mediatore per mettere tutti d'accordo fino ad imboccare una sola strada che porti fuori da questa fase che ha tutto l'interesse a far si che aumentino le presenze turistiche nella nostra montagna. Molto spesso si pensa che il parco sia un ostacolo allo sviluppo, una foto istantanea dei luoghi dove all'uomo è interdetto un qualsivoglia intervento. In realtà l'Ente Parco va visto come una grossa opportunità e non come un limite, in quanto il suo piano di costituzione è un vero strumento di pianificazione territoriale rivolto alla salvaguardia dell'ambiente ma anche, e soprattutto, allo sviluppo delle attività umane agro-sil-vo-pastorali e turistiche. All'interno di un parco vengono individuate due aree ben distinte: le aree di riserva integrale, dove l'attività dell'uomo è limitata, e le aree di sviluppo dove, viceversa, sono è previsti la costruzione e il recupero di tutte le strutture e infrastrutture necessarie a rendere fruibile il parco stesso. Vi sono inoltre zone di risanamento riguardanti tutte quelle aree che hanno subito danneggiamento paesistico e una fascia di territorio denominata pre-parco, con funzioni di protezione e dove i vincoli sono più leggeri. Un Piano Parco del Terminillo ci permetterebbe dunque di decidere una volta per tutte, ad esempio, dove collocare gli impianti di scavalco per colleare sciisticamente gli impianti di Leonessa a quelli del Terminillo, così come ci metterebbe nelle condizioni di decidere se sfruttare, nel versante cantaliciano, la Valle degli Angeli o quella dell'Inferno, o se potrebbe tornare utile una funicolare in grado di portare gli sciatori da Micigliano a Terminillo. Protezione del territorio da un lato, dunque, ma anche sviluppo dall'altro. Oltre al Terminillo è necessario pensare ai nostri paesi che, se inseriti all'interno di un Parco Naturale, potrebbero tornare a ripopolarsi per via delle grandi opportunità di lavoro che si verrebbero a creare nel settore dell'artigianale locale, in quello dei prodotti tipici e biologici e in quello del turismo sciistico e naturalistico. Con la volontà comune, attraverso l'impegno e sfruttando le risorse economiche messe a disposizione dallo Stato e dalla Comunità Europea per questi progetti, forse la nostra Montagna può ancor farcela.

Settimio Perelli

  11 Agosto 2007

 M .ALDO FABIANI. Lo sviluppo del Terminllo e le opportunità occupazionali che da esso potrebbero derivare per il nostro territorio sono state oggetto di una lettera aperta inviata dai segretari generali di Cgil, Cisl e Uil al  presidente del consiglio regionale ed ai vertici delle istituzioni locali. Positivo per le OO.SS. l'ordine del giorno approvato dal consiglio regionale il 6 agosto, sia per l'ampliamento del bacino sciistico che per la istituzione del parco; ma ora è necessario trasformarlo in legge, magari in occasione dell'approvazione del bilancio regionale 2008, affinchè diventi vincolante. «Questa nostra richiesta - sostengono Claudio Di Berardino, Natale Raccogli e Alberto Paolucci - nasce anche dalla necessità di rideterminare nel territorio reatino una nuova ricaduta occupazionale, tenuto conto che questa realtà è martoriata da tante crisi industriali, da tanta precarietà, da tanta cassa integrazione e mobilità nonché da un elevato tasso reale di disoccupazione. Inoltre siamo convinti che parlare di sviluppo sostenibile non può significare imbalsamare l'ambiente che ci circonda, bensì creare le condizioni per promuovere scelte e progetti compatibili con la qualità della vita, con la possibilità di creare lavoro e di rimettere in moto un' economia anche sul versante del turismo. Per questa ragione - concludono i tre segretari generali - riteniamo che il progetto integrato sul Terminìllo presentato dalla Provincia di Rietì e il progetto predisposto dal Comune di Leonessa possano essere una buona base di partenza». Arriva quindi anche il si del sindacato all'ordine del giorno sul Terminillo che, dopo un lungo ed articolato dibattito ha raccolto il consenso di entrambi gli schieramenti politici. Un'approvazione bipartizan, che ha messo tutti d'accordo, destra e sinistra, ad eccezione di Rifondazione comunista; il segretario provinciale Simone Petrangeli  ha infatti ribadito la sacralità della montagna reatina che non può essere in alcun modo violata da nuovi impianti sciistici. Una posizione, quest'ultima, isolata, perfino rigettata dai Verdi che hanno dato un giudizio positivo sull'odg.

«Aspettiamo da vent'amii Adesso basta» di PAOLO Di LORENZO «Vanno bene gli ordini del giorno ma il Terminillo ha bisogno di atti esecutivi concreti e non di promesse. Per la nostra stazione turistica il tempo delle chiacchiere è finito da almeno vent'anni. La verità è che abbiamo assistito alla frammentazione amministrativa tra più comuni e al lassismo della regione Lazio». Il commento, in estrema sintesi, è dei proprietari dei rèsidences e delle strutture alberghiere varie di Pian de Valli e dintorni. Una ventina di loro si è data appuntamento nella centralissima piazzetta prospiciente il bar Roma proprio per parlare della questione Terminillo. «Diamo atto al Comune di Rieti che a livello di piccole opere pubbliche qualcosa ha fatto per migliorare la nostra montagna ma qui servono lavori più importanti che quindi necessitano dell'unione dei comuni della provincia e della regione Lazio - hanno continuato alcuni operatori turistici - è soprattutto da Roma che devono arrivare investimenti di rilancio per la stazione montana reatina. La regione Abruzzo, per non parlare delle regioni del nord Italia, spendono ben altri danari per il turismo della montagna. Invece qui da noi sia Storace che Marrazzo si sono fermati agli slogan e ai programmi preliminari». Insomma, una nuova fase di sviluppo del Terminillo va riaperta al più presto. Ne va del futuro anche turistico del nostro territorio.

 

  11 Agosto 2007

Che i buoni propositi diventino realtà. E' questo in sostanza il nocciolo della lettera aperta che i segretari provinciali di Cgil, Cisl e Uil hanno inviato alle istituzioni per far sì che l'ordine del giorno sul Terminillo approvato dal Consiglio regionale la scorsa settimana diventi al più presto una legge. Secondo Claudio Di Berardino, Natale Raccogli ed Alberto Paolucci per la  provincia reatina e non solo è necessario "riaprire una nuova fase di sviluppo del Terminillo, non in sostituzione di altri comparti economici  produttivi ( fra l'altro già fortemente compromessi, come quello industriale ), bensì come integrazione e dentro ad un più complesso". Fatta questa premessa le organizzazioni sindacali chiedono che l'odg approvato il 6 agosto (sia in merito al bacino sciistico sia per l'istituzione del Parco) sia trasformato in legge, magari in occasione dell'approvazione del bilancio 2008. "Questa nostra richiesta nasce anche dalla necessità di rideterminare nel territorio reatino una nuova ricaduta occupazionale - continuano i tre segretari - tenuto conto che questa realtà è martoriata da tante crisi industriali, da tanta precarietà, da tanta cassa integrazione e mobilità nonché da un elevato fosso reale di disoccupazione". I sindacati si dicono convinti che  "parlare di sviluppo sostenibile non può significare imbalsamare l'ambiente che ci circonda bensì creare le condizioni per promuovere scelte e progetti compatibili con la qualità della vita, con la possibilità di creare lavoro e di rimettere in moto un'economia, anche sul versante del turismo".

  7 Agosto 2007

 "Sul Terminillo una buona notizia ma ancora troppa confusione e propaganda". Esordisce con queste parole il segretario provinciale di Rifondazione comunista, Simone Petrangeli, in merito all'approvazione di un ordine del giorno da parte del consiglio regionale con cui è stato riconosciuto alla Provincia di Rieti il ruolo di proposta e coordinamento dello sviluppo del Terminillo. "La scelta di istituire sul monte Terminillo un parco regionale per permettere anche la nascita di un organismo unico per decidere e progettare lo sviluppo compatibile della montagna - continua Petrangeli - è sicuramente una novità importante che noi abbiamo sempre sostenuto e proposto ma è assolutamente inaccettabile che il nascente Partito Democratico, per bocca del vice presidente della Provincia (Roberto Giocondi, ndr], in accordo con il centrodestra, voglia con la mano sinistra istituire il Parco e con l'altra mano (la destra,appunto) violentare e distruggere una patrimonio unico come la Vallonina per farci costose ed inutili piste sciistiche". "Noi siamo per il Parco naturale - continua il segretario provinciale di Rifondazione - ma questo è naturalmente incompatibile con l'allargamento sconsiderato del comprensorio sciistico che determinerebbe una pericolosa monocultura dello sci per la nostra Montagna. Il Terminillo è un bene comune e deve servire allo sviluppo ed al benessere di tutta la collettività e non di un pugno di speculatori. Le coalizioni che governano Provincia di Rieti e Regione Lazio sapranno trovare la giusta mediazione - conclude Petrangeli - solo se tutti gli attori in campo e tutte le sensibilità politiche saranno ugualmente rappresentate e legittimate e per questo abbiamo approvato e ritenuto assolutamente m linea con la nostra battaglia sul territorio l'astensione nel votare l'ordine del giorno dei nostri consiglieri regionali".

 

  4 Agosto 2007

Trancassini: "E' un paso avanti verso lo sviluppo"

Sconfitta? No, piuttosto un passo in avanti.Paolo Trancassini, ex sindaco di Leonessa, attuale consigliere provinciale di AN ma soprattutto sostenitore, insieme al presidente di AN Chicco Costini, del progetto di un Consorzio che fonda le radici su un'ampia partecipazione privata e incanala lo sviluppo del Terminillo nell'ampliamento del suo bacino sciistico fino a dialogare con tutti i comuni che insistono nel comprensorio (Leonessa in primis), si dice "soddisfatto perchè nell'ordine del giorno appena votato - spiega -su mia precisa richiesta, avanzata ai consiglieri Perilli e Massimi e sostenuta dal consigliere Cicchetti, sono state inserite tre azioni fondamentali e contestuali. Dove c'è spazio per quello sviluppo degli impianti sciistici che da anni chiediamo a gran voce e per il quale siamo scesi persino in piazza. Pazienza se dovremo pagare il prezzo del Parco se questo sacrificio  servirà a trovare un punto d'incontro. La vera soddisfazione - continua Trancassini - sta nell'essere riusciti a far capire che noi abbiamo sempre parlato di sviluppo. Per troppo tempo invece siamo stati  additati come pazzi, visionari,gente che voleva distruggere il Terminillo. La realtà è diversa ed il fatto che sono stato convocato la scorsa settimana a sedere intorno ad un tavolo per ragionare del futuro del Terminillo ne è la riprova. Ma quello che più conta  è che è stata data attenzione ad un progetto, un finanziamento, e un modello di sviluppo che è stato recepito anche dall'Amministrazione Provinciale. Siamo in grado di disporre non solo del progetto ma anche del finanziamento privato per portarlo a termine. L'iter è concluso, stiamo aspettando le necessarie autorizzazioni. Monica Angelucci

 

  4 Agosto 2007

 

di MARCO FUGGETTA MELILLI ringrazia la Regione e Petrangeli attacca. L'argomento è l'ordine del giorno approvato dalla Pisana qualche giorno fa, e sottoscritto in maniera bipartisan dai nostri consiglieri regionali Mario Perilli Anna Maria Massimi e Antonio Cicchetti, riguardante il Monte Terminillo. L'odg, lo ricordiamo, prevede l'istituzione di un Parco regionale e la nascita di un organismo che progetti lo sviluppo della montagna. Ieri, come dicevamo, sono arrivati i ringraziamenti del presidente della Provincia Fabio Melilli al Presidente del Consiglio Regionale del Lazio, Guido Milana, tramite lettera dove si sottolinea l'importanza dell'ordine del giorno, relativo allo sviluppo del Terminillo, approvato martedì scorso. Melilli ha inteso ringraziare l'intero consiglio regionale che "assumendo questa importante scelta, ha saputo riconoscere alla Provincia di Rieti il ruolo di proposta e coordinamento fin qui svolto" nelle vicende riguardanti la nostra montagna. "L'Amministrazione Provinciale - scrive il Presidente della Provincia nella lettera inviata a Milana -"ha predisposto un piano di ampliamento del bacino sciistico ed è pronta a coordinare l'ipotesi dell'istituzione di un parco, ritenendo il Terminillo il più importante sistema sciistico della Regione". Chi invece qualche dubbio ce l'ha sulla strada che si sta iniziando a percorrere è il segretario provinciale di Rifondazione Comunista, Simone Petrangeli che definisce la scelta del Parco naturale una "novità importante che noi abbiamo sempre sostenuto e proposto" ma al contempo bolla come "assolutamente inaccettabile" il fatto che "il nascente Partito Democratico, per bocca del Vice Presidente della Provincia, in accordo con il centrodestra, voglia con la mano sinistra istituire il Parco e con l'altra mano (la destra, appunto) violentare e distruggere una patrimonio unico come la Vallonina per farci costose ed inutili piste sciistiche". Dunque torna il discorso delle piste da sci, del versante nord del Terminillo e riecheggiano le polemiche andate avanti per anni specialmente tra il centrodestra e i Verdi. "Noi siamo per il Parco naturale ma questo è naturalmente incompatibile con l'allargamento sconsiderato del comprensorio sciistico che determinerebbe una pericolosa monocultura dello sci per la nostra Montagna" - spiega ancora Petrangeli - "il Terminillo è un bene comune e deve servire allo sviluppo ed al benessere di tutta la collettività e non di un pugno di speculatori. Le coalizioni che governano Provincia di Rieti e Regione Lazio sapranno trovare la giusta mediazione solo se tutti gli attori in campo e tutte le sensibilità politiche saranno ugualmente rappresentate e legittimate e per questo abbiamo approvato e ritenuto assolutamente in linea con la nostra battaglia sul territorio l'astensione dei nostri Consiglieri regionali". Quelli di Rifondazione Comunista, intendiamoci.

 

  4 Agosto 2007

Sviluppo del Terminillo, Melilli scrive a Milana

Il presidente Fabio Melilli ha inviato una lettera al presidente del Consiglio Regionale del Lazio, Guido Milana, dove sottolinea l'importanza dell'ordine del giorno, relativo allo sviluppo del Terminillo, approvato dal Consiglio Regionale il 31 luglio scorso. Melilli ha voluto ringraziare così Finterò Consiglio Regionale, tramite il suo nuovo presidente Guido Milana, che, assumendo questa importante scelta, ha saputo riconoscere alla Provincia di Rieti il ruolo di proposta e coordinamento fin qui svolto in tema di sviluppo del Terminillo. . L'Amministrazione provinciale - come sottolinea Melilli nella lettera al presidente del Consiglio Regionale - ha predisposto un piano di ampliamento del bacino sciistico ed è pronta a coordinare l'ipotesi dell'istituzione di un parco, ritenendo il Terminillo il più importante sistema sciistico della Regione. Melilli conclude la lettera auspicando, dopo la ripresa dei lavori, in una ulteriore risposta del Consiglio Regionale a questa esigenza, prioritaria per il territorio reatino, attraverso una iniziativa legislativa che possa concretizzarsi al più presto.

 

  4 Agosto 2007

Stanziati i fondi per i parchi reatini

RIETI - II presidente della Provincia Fabio Melilli ha inviato una lettera al presidente del consiglio regionale del Lazio, Guido Milana, dove sottolinea l'importanza dell'ordine del giorno relativo allo sviluppo del Terminillo, approvato dal consiglio regionale il 31 luglio scorso. Melilli ha voluto ringraziare così l'intero Consiglio, tramite il suo nuovo presidente Milana che, assumendo tale scelta, "ha saputo riconoscere alla Provincia di Rieti il ruolo di proposta e coordinamento fin qui svolto in tema di sviluppo della montagna reatina". "L'amministrazione provinciale - sottolinea Fabio Melilli nella lettera - ha predisposto un piano di ampliamento del bacino sciistico ed è pronta a coordinare l'ipotesi dell'istituzione di un parco, ritenendo il Terminillo il più importante sistema sciistico a livello regionale". Il presidente della Provincia di Rieti conclude la lettera auspicando, dopo la ripresa dei lavori, in una ulteriore risposta del consiglio regionale a questa esigenza, prioritaria per il territorio reatino, attraverso una iniziativa legislativa che possa concretizzarsi al più presto. Chissà che questa volta le basi gettate attraverso l'approvazione dell'ordine del giorno siano foriere di positive e soprattutto concrete azioni per il Terminillo.

 

  2 Agosto 2007

La Regione "scopre" il Terminillo

di Monica Angelucci. Dopo essere finito su centinaia di tavoli valicando più volte i confini della provincia per approdare nelle stanze della Regione, ieri il Terminillo, risorsa e possibilità di questo nostro territorio in crisi,, ha imboccato finalmente la strada (almeno nelle intenzioni) per uscire dal decennale letargo.Una strada che passa per l'approvazione in Consiglio Regionale di un ordine del giorno (sottoscritto anche dal consigliere di An Antonio Cicchetti) che impegna la Giunta Marrazzo a dialogare con l'amministrazione provinciale per individuare strumenti ed iniziative,soprattutto normative, per realizzare un programma di interventi sul comprensorio del Terminillo. Dove l'esigenza di rimettere a nuovo ed implementare gli attuali impianti sciistici si inserisce all'interno di una visione più complessa che vede nell'istituzione di un parco regionale il primo passo da compiere  per valorizzare la montagna reatina assicurandole vitalità e turismo per tutto l'anno. Salvaguardia resta la parola d'ordine ma con l'obiettivo di fare del vincolo uno strumento funzionale la progetto e non uno scoglio sul quale infrangersi per l'incapacità di mediare o la disponibilità ad intervenire sul piano normativo per spianare la strada ad un modello di sviluppo rigorosamente sostenibile. Che parte dall'istituzione di un'area protetta ma prevede anche interventi per risanare l'ambiente e riqualificare il paesaggio. Non disperi però il popolo degli sciatori perchè nel programma integrato sono previste azioni di razionalizzazione, integrazione e sviluppo sostenibile del bacino sciistico che così com'è non solo non regge il confronto con altre stazioni ma non è in grado di rispondere neanche all'utenza "di casa". E il progetto di collegare con 5 seggiovie il bacino del Terminillo con quello di Campostella e il Comprensorio montano di Cantalice, quello per intendersi che era stato messo in cantiere dall'Amministrazione Provinciale cinque anni fa con finanziamenti per 8 milioni di euro, che fine ha fatto ? "Non è andato perduto-spiega il vicepresidente della provincia Roberto Giocondi che avanzò l'idea del Parco Regionale negli anni in cui sedeva alla Pisana- perchè fa parte  del programma integrato ed è inserito quindi in una visione più complessa. Un programma - continua Giocondi- che è stato presentato un anno fa alla Regione ed inserito poi nel Patto per lo sviluppo e che prevedeva l'ampliamento del bacino sciistico verso nord est, parcheggi, interventi di rifacimento e riqualificazione a condizione  però che ciò fosse accompagnato da un'azione di valorizzazione delle qualità ambientali. La Provincia si è sempre battuta per coniugare la salvaguardia del patrimonio ambientale con l'esigenza di rilanciare il Terminillo dotandolo di nuovi impianti e servizi. Oggi (ieri ndr) la decisione della Regione da merito  alla Provincia del grande impegno messo in campo nei mesi scorsi e del lavoro compiuto in modo serio, utile e mediato che permetterà all'Ente regionale di realizzare concretamente uno strumento di programmazione e di rilancio. Dichiarandosi disponibile - conclude Giocondi - ad affrontare la vincolistica, eventualmente con una modifica della normativa stessa". E se i consiglieri regionali Perilli, Massimi e Cicchetti si dicono soddisfatti del prezioso risultato raggiunto in aula, la Federazione reatina dei Verdi esulta perchè "finalmente si fa chiarezza sul Terminillo e cadono definitivamente le accuse di immobilismo lanciate contro i Verdi" che ieri quell'ordine del giorno l'hanno votato."Un ordine del giorno bipartizan - dichiara Lorenzetti - che fissa i paletti ed seprime la volontà di intervenire entro un piano di sviluppo compatibile e secondo un percorso serio e condiviso. Ben lontano dalle scorciatoie declamate da oltre due anni, tutte fondate su percorsi di aggiramento ed elusione di leggi e norme regionali, nazionale ed europee con l'ansia di perdere l'investitore del momento. Come se - conclude Lorenzetti -  un patrimonio ambientale come quello del Terminillo possa essere smerciato a basso costo affrancandolo dal mosaico di tutela ambientale".

  2 Agosto 2007

Via libera della Regione al piano per la montagna reatina

RIETI - Accordo trasversale sul Terminillo, la montagna che unisce Ds e An. Passa l'ordine del giorno in Regione per accelerare tutte le procedure legislative necessarie per l'approvazione del Programma di interventi sul comprensorio del Terminillo. Nella tarda serata di martedì alla Pisana è passato l'ordine del giorno che impegna il presidente della giunta regionale, l'assessore all' urbanistica e l'assessore all'ambiente a concertare con l'amministrazione provinciale di Rieti, nei tempi più rapidi possibili, tutte le iniziative anche di carattere legislativo necessario per la realizzazione del Programma di interventi sul comprensorio del Terminillo. A darne notizia sono i consiglieri reatini Mario Perilli, Anna Maria Massimi e Antonio Cicchetti che, con un proficuo lavoro d'aula, hanno raggiunto un risultato che apre una prospettiva per la definizione di un progetto finalizzato a realizzare uno strumento di programmazione del territorio montano. "L'obiettivo - precisano i consiglieri - ora è quello di trovare all'interno del Piano paesistico regionale, adottato la scorsa settimana dalla giunta e che arriverà in aula presumibilmente a settembre, il riferimento legislativo necessario per la definitiva approvazione del Programma della Provincia di Rieti concertato con i Comuni di Rieti, Leonessa, Cantalice, Cittaducale, Micigliano e Posta. "Finalmente si fa chiarezza sul Terminillo - esulta il presidente dei Vérdi provinciali, Roberto Lo-renzetti - e cadono definitivamente tutte le accuse di immobilismo lanciate contro i Verdi, Quello che il capogruppo dei Verdi Enrico Fontana aveva chiesto è stato ottenuto ed ora è stato stabilito un quadro d'insieme entro il quale dovranno muoversi i percorsi progettuali".

 

  26 Giugno 2007
Rauco scrive a Marrazzo
 di Daniela Caretta . LEONESSA.: "Nonostante le ripetute promesse, rimaste tutte senza seguito alcuno, e le assicurazioni che proprio lei ci aveva dato dicendo che la Regione Lazio non avrebbe perso questa importante occasione di sviluppo, dopo molti mesi abbiamo registrato solo l'ostruzionistico intervento del suo assessorato all'ambiente. Mi vedo dunque costretto a tornare sull'argomento dei nuovi impiantì di risalita, tra l'altro ricompresi nel programma degli interventi approvato dalla Provincia di Rietì". Con queste parole si apre la lettera che il primo cittadino leonessano Alfredo Rauco ha inviato nei giorni scorsi al Presidente della Giunta regionale del Lazio Piero Marrazzo. Si torna a parlare dunque della realizzazione degli impianti di risalita sul versante leonessano del Terminillo con investimento privato su Leonessa di circa 55 milioni di euro. Il Presidente Marrazzo in questi mesi, a fronte di numerosi appelli e proteste di amministratori e cittadini leonessani, ha più volte manifestato la volontà di impegnarsi ad intavolare un tavolo tecnico dichiarandosi pronto a lavorare per Leonessa e per il Terminillo. Ma nulla è stato fatto ed il progetto è lontano dalla realizzazione. Lo stallo, oltre che la popolazione, preoccupa e scoraggia gli investitori. "Ci siamo confrontati, e riteniamo con successo, con tutte le forze politiche e sindacali della Provincia -continua Rauco nella missiva- ed abbiamo avviato una raccolta di firme a sostegno dell'iniziativa che ha dato risultati sorprendenti". Il sindaco di Leonessa chiede un incontro al presidente Marrazzo "al fine di conoscere in modo chiaro e definitivo la posizione della Regione Lazio nella speranza che il tempo trascorso non le abbia fatto cambiare idea". Daniela Caretta

 

  21 Maggio 2007
Il Verde Bonelli parla del Terminillo ed energia ma tralascia le antenne
di MARCO FUGGETTA .La musica di Raffaello Simeoni, ex leader dei Novalia e candidato nella lista dei Verdi al Comune di Rieri, ha aperto l'appuntamento del Sole che ride tenutosi ieri sera in Piazza del Comune. Prima dell'intervento del capogruppo alla Camera Angelo Bonelli è stato il presidente provinciale del partito ad attaccare a testa bassa il centrodestra. "La campagna elettorale sta assumendo toni da sceneggiata napoletana" - ha detto Roberto Lorenzetti - "un atteggiamento indecoroso nei confronti di Gaetano Papalia, un livello cosi basso non si era mai toccato". È tornato poi sull'incendio di qualche giorno fa all'ex Zepa affermando che l'assessore regionale Filiberto Zaratti "visitando il sito ha fatto vedere che i soldi per la bonifica c'erano". La eco del passaggio trionfale di Silvio Berlusconi in città è ancora forte e Lorenzetti definisce la visita del Cavaliere una "sceneggiata" chiudendo poi con un appello: "vi prego, fermiamoli". È stato poi il turno di Bonelli che si è ben guardato dal parlare di elettrosmog e antenne, problema per il quale i cittadini ancora aspettano la famosa legge regionale che avrebbe dovuto regolarne regolarne l'installazione, e preferisce affrontare la questione degli impianti di risalita che i cittadini e il centrodestra vorrebbero veder sorgere sul versante Nord della Montagna di Roma. "Spesso veniamo visti come quelli che rompono, però negli anni quello che dicevamo si è rivelato sempre profetico" - ha esordito Bonelli - "La questione dei cambiamenti climatici ci riguarda tutti. Prima c'erano delle persone che stavano volantinando" - ha raccontato -"ci hanno contestato ma qui si vorrebbe realizzare un progetto che prevede l'abbattimento di 15 mila alberi per costruire degli impianti che massacrerebbero il Terminillo. Ormai queste sono cose che non hanno senso. Noi vogliamo un turismo che duri 12 mesi l'anno e non 3. Quando ero assessore mi spiegarono che li avrebbero ripiantati, ma gli alberi mica sono palette. E poi dopo ci si lamenta che succedono disastri ambientali". Chiuso il capitolo Terminillo Bonelli ha parlato di energia pulita: "In finanziaria abbiamo approvato il bando che consente alle famiglie di acquistare un microimpianto di produzione"


 

  20 Maggio 2007

Trancassini polemico con i Verdi
LEONESSA - Trancassini torna all'attacco sugli impianti di risalita del Terminillo e scende a valanga sul candidato a sindaco a Rieti, Gaetano Papalia, ed uno dei partiti che lo sostiene, i Verdi. "Qualcosa non torma - dichiara il consigliere provinciale di An Paolo Trancassini - Da quando Leonessa, il Terminillo, le forze sociali e numerosi partiti politici hanno preso con decisione posizione sul progetto dei nuovi impianti di risalita sul versante nord della montagna abbiamo registrato un'opposizione durissima da parte degli ambientalisti. Poi d'incanto - continua l'ex .sindaco di Leonessa - la polemica si esaurisce, la 'lotta' ambientalista si affievolisce, i siti internet inneggiano a Papalia, trascurando totalmente l'argomento, anzi, si lascia spazio proprio sul sito ufficiale dei Verdi di Rieti al programma del candidato sindaco nel quale si parla di ambiente ma anche di nuovi impianti per il Terminino senza specificare quali".  Trancassini allora si chiede "Possibile che nel momento in cui il candidato dei Verdi Papalia diventa candidato di tutto il centro sinistra, non sia lui  a  ribadire il no agli impianti? Possibile che su un argomento cosi importante tradisca subito la forza politica che per prima lo ha sostenuto? Perché improvvisa mente scompaiono dai siti internet di riferimento dei Verdi gli appelli angosciati ad una mobilitazione contro i nuovi impianti?" II consigliere di An allora conclude: "Tutto questo succede forse perché 'conviene'. Strategie, convenienze, mezzucci che non si addicono ad una forza politica che dice di avere un forte radicamento ideale. In ogni caso  sarebbe quanto mai opportuno per l'elettorato di sinistra interessato alla problematica dello sviluppo del Terminillo sapere quale è il vero pensiero di Papalia..."

 
 "Il Tempo" 14 marzo 2007
SPETTACOLI TEATRALI NEI BORGHI DEL LAZIO
di MARCO STAFFIERO DA domani e fino a settembre, il Lazio con le sue piccole e grandi strutture si trasformerà in palcoscenico. I piccoli borghi arroccati e decine di comuni, le chiese e le abbazie, le architetture che raccontano secoli di storia e di cultura, gli antichi cammini, i teatri grandi e piccoli, le biblioteche e le librerie ospiteranno centinaia di artisti, narratori, saltimbanchi, poeti, musicisti, danzatori, acrobati, grazie al progetto "Teatro in regione duemilasette", promosso dall'Assessorato alla Cultura della Regione Lazio insieme con l' A.T.C.L ( Associazione Teatrale fra i Comuni del Lazio). Il progetto porterà in scena in 41 comuni del Lazio oltre 200 spettacoli. Cinque i campi di intervento individuati dal progetto: "La rete dei teatri", che offre una programmazione stagionale di teatro di tradizione con i più importanti nomi del palcoscenico italiano."I Sentieri d'ascolto", che percorrono le strade dei linguaggi innovativi con una sezione dedicata alla drammaturgia europea, una alla drammaturgia italiana e una finestra aperta sulle altre regioni italiane. Al pubblico più giovane è dedicata la rassegna "Piccoli sentieri" a cui si affianca un programma di approfondimento sulla "didattica della visione": una serie di incontri e seminari a cura del Centro Teatro Educazione dell'ETI in quindici scuole del Lazio. Nel panorama del Teatro in Regione non manca la musica, che quest'anno viene offerta al pubblico con gli "Assoli" per sassofono, fisarmonica, chitarra e voce di giovani musicisti, ospitati la domenica nelle chiese disseminate "lungo il cammino di Francesco" nella provincia di Rieti, e "lungo la Via del Sale", ossia l'antica Salaria. Da sottolineare, in collaborazione con il Centro Teatro Educazione dell'ETI e con l'Ospedale Pediatrico Bambin Gesù di Roma, l'esperienza di "Teatri in visita", un progetto pilota nato con l'intento di portare il teatro nelle strutture sanitarie che ospitano i bambini, con attività che prendono spunto dal teatro di strada, giocolerie e clownerie. L'iniziativa si concluderà ufficialmente a settembre con un concerto al Teatro dell'Opera di Roma. Nel reatino i comuni che parteciperanno all'evento sono: Magliano Sabina, Stimigliano, Poggio Moiano, Selci, Antrodoco, Città Ducale, Greccio, Labro, Leonessa, Amatrice e nella città di Rieti dove gli pettacoli si svolgeranno nel Cine Teatro Moderno. Nel viterbese i comuni che parteciperanno al progetto sono: Acquapendente, Tuscania, Montalto di Castro, Canino, Cellere e la Città di Viterbo dove gli spettacoli si svolgeranno nel Teatro dell'Unione. Mentre nella città di Civitavecchia gli spettacoli si svolgeranno nel Teatro Traiano.

"Il Tempo" 11 marzo 2007
NEL LAZIO È BOOM DI MUSEI RURALI
di MARCO STAFFIERO NEL 1998 le più importantii guide ai musei rurali italiani rilevavano nel Lazio (esclusa Roma) la presenza di nove musei. A distanza di soli nove anni, le stesse guide ne hanno individuati e descritti oltre cinquanta. Un vero e proprio boom confermato anche dalla presenza giornaliera di migliaia di turisti. Entrare oggi in un museo dell'arte contadina è come entrare in una macchina del tempo che ci conduce nel Lazio del secolo scorso. Collezioni nate dalla passione e dall'impegno di singole persone divengono museo del vissuto e patrimonio di intere comunità. Nel reatino i musei rurali sono sei. Il museo della nostra terra di Ocre a Leonessa: la collezione è composta di oltre mille oggetti che documentano mestieri e cicli lavorativi agro e pastorali. Il museo delle tradizioni popolari di Micigliano della Valle del Velino. Il Museo Civico di Borgo Velino, che nasce dalla volontà di documentare nel modo più completo ed organico la storia del paese. Il Museo della beata Filippa Mareri in località Putrella Salto. Il museo raccoglie testimonianze della vita monastica dal XIII al XX secolo. Oltre ad oggetti di interesse storico ed artistico, sono anche esposti numerosi reperti di carattere etnografico. Il Museo dell'Olio di Castelnuovo di Farfa, che ha sede in alcuni locali del palazzo Perelli dai quali è possibile passare ad un edificio consistente in un mulino a trazione animale del XVIII secolo. Mentre la casa-museo Raniero di Toffia può essere definita una "casa-museo" con funzione di abitazione e spazio espositivo. Sono circa un centinaio gli oggetti che documentano la cultura contadina. Mentre nella provincia di Viterbo i musei rurali sono undici: Il museo della Civiltà Contadina di Procedo che dispone attualmente di circa 1800 oggetti d'epoca e strumenti di lavoro non comuni. Ad Acquapendente si trova il Museo del Fiore. Il museo è stato realizzato in un vecchio casale circondato da estesi boschi con una forte presenza di piante e animali rari. Il Museo Territoriale del Lago di Bolsena dove per ogni mestiere sono esposti all'interno di una ricostruzione dell'ambiente di lavoro tutti gli attrezzi usati. Il Museo della Terra di Latera come segnala il nome, è dedicato al rapporto della comunità locale con il territorio, è il secondo museo di interesse esclusivamente demo-etno-antropologico della provincia di Viterbo. A Bagnoregio si trova la collezione Pietrangeli Papini, dove si trovano gli strumenti di lavoro del calzolaio e del falegname, ed una serie di vecchi giocattoli. A Farnese la collezione Di Carli. I materiali documentano il lavoro contadino. A Viterbo, si trova la collezione Ciorba. La collezione conta oltre 300 oggetti tutti di area strettamente alto laziale. A Canepina c’è il museo delle tradizioni popolari e della civiltà contadina, a Civitacastellana il Museo della ceramica, a Blera il museo civico Gustavo IV di Svezia e a Calcata il museo della civiltà contadina.

 

"Il Tempo" 10 marzo 2007
Trancassini: «Una battuta vergognosa»
 di MARCO FUGGETTA NON è proprio piaciuta la dichiarazione di Giocondi sui "campi di sterminio" al consigliere provinciale di An Paolo Trancassini. Il vicepresidente della provincia, lo ricordiamo, ieri parlando della "delocalizzazione" dei Rom verso la nostra provincia aveva chiesto a Cestini di proporre qualcosa "visto che i campi di sterminio fortunatamente sono chiusi". «È semplicemente vergognoso. In un paese civile Giocondi dopo una battuta del genere avrebbe dovuto dimettersi». E in effetti la battuta rivolta a Cestini - dichiaratesi come tanti altri, sin-daci compresi, contrario alla proposta - aveva poco di "istituzionale" e cosi Trancassini non s'è lasciato sfuggire l'occasione di bacchettare il vicepresidente della provincia "che tra l'altro non ci ha visto giusto neanche nell'invito alla destra reatina a mettersi d'accordo con quella romana" spiega il consigliere An. "La destra reatina e quella romana sono in perfetta sintonia a livello culturale, perché sono decenni che a Roma cerchiamo di far capire alla sinistra che i Rom sono un pericolo che deriva dalla loro stessa cultura che, nella migliore delle ipotesi, è parassitismo". Trancassini, da romano - è stato anche candidato nelle liste di An alle comunali capitoline dello scorso anno - spiega che "dovrebbe essere la sinistra a stupirsi dell'inversione a U a livello culturale del loro Sindaco Veltroni che arriva a dire che i Rom vanno allontanati. La destra romana ha certamente espresso soddisfazione per questa presa di coscienza dei danni che sono stati fatti dalla sinistra ma non ha minimamente espresso soddisfazione per le soluzioni di delocalizzazione che sono state proposte". Trancassini, che con gli altri consiglieri di An ha istantaneamente presentato un'interrogazione urgente al Presidente della Provincia sulla questione si chiede inoltre se "dietro a questa uscita ci sia l'arroganza di Veltroni o di Melili! o di entrambi? Perché se fosse di Veltroni, ancora una volta sarebbe uno schiaffo per la nostra provincia che fa finta di contare e nei fatti non conta assolutamente nulla". In conclusione Trancassini fornisce un'ulteriore chiave di lettura della vicenda: "Questa delocalizzazione dei Rom fa il paio con quella dei rifiuti. Ormai è chiaro come la cultura della sinistra sia pervasa da dispotismo e dalla mancanza di concertazione che fa si che l'ente più grande consideri le proprie esigenze il "verbo" e decida ogni volta di scaricare le proprie problematiche verso chi considera inutile e debole, cioè ancora una volta, noi". i considera inutile e debole, cioè ancora una volta, noi".

(www.romasette.it - 2 marzo 2007)
Tosca: «Porto la romanità a Sanremo»

Nella 57° edizione del Festival, sono ben dieci gli artisti provenienti dalla Capitale dall'inviata a Sanremo Concita De Simone

Sfilano in questi giorni sul palco del teatro Ariston di Sanremo i 34 artisti scelti per contendersi la migliore canzone del 57° Festival della Canzone Italiana. E quest’anno sembra esserci una vera e propria invasione di artisti provenienti dalla Capitale. A cominciare dai promettenti giovani: Pier Cortese, eliminato al primo turno ma già molto amato dalle radio; Romina Falconi di Tor Pignattara, tanto giovane quanto potente con la sua voce soul; Sara Galimberti cresciuta alla prestigiosa scuola di canto St. Louise; Fabrizio Moro, con una significativa canzone a sfondo sociale contro la mafia; Jasmine, figlia della compianta showgirl Stefania Rotolo e figlioccia artistica di Renato Zero.

E poi i campioni romani: Daniele Silvestri con la sua divertente “La paranza”; Simone Cristicchi con “Ti regalerò una rosa”, una delle canzoni più toccanti e meglio riuscite di questa edizione; gli Zero Assoluto, che con “Appena prima di partire” hanno subito spopolato; i Velvet, per i quali è “Tutto da rifare” tranne il loro pop-rock in crescita. E infine Tosca, che ha lasciato tutti a bocca aperta con la sua travolgente “Il terzo fuochista”, brano bandistico dal gusto circense che ha conquistato subito il consenso di pubblico e critica.

Proprio con Tosca, al secolo Tiziana Tosca, proveniente dalla Garbatella – prima partecipazione al festival di Sanremo nel 1992, all’età di 15 anni, tra le Nuove proposte; una vittoria nel ‘96 in coppia con Ron, con “Vorrei incontrarti fra cent`anni”; un’altra presenza l’anno successivo con una canzone firmata da Ron e da Susanna Tamaro, “Nel respiro più grande” – abbiamo parlato del fermento della musica a Roma e, naturalmente, del suo progetto tutto dedicato al recupero delle tradizioni romane.

Durante la tua esibizione sei sembrata particolarmente contenta di questa canzone. Come ti senti a portare queste atmosfere da festa di paese sul palco dell’Ariston?
È vero, mi veniva da ridere perché vedevo le persone in platea stupite nell’ascoltarmi, quasi pensassero: “Ma che sta facendo?”. Ridevo dal piacere della sorpresa.

“Il terzo fuochista” nasce dalla penna del tuo compagno, Massimo Venturiello, e le sue esperienze di feste popolari. Tu, invece, che ricordi hai?
Ricordo che da ragazzina andavo in vacanza a Leonessa, vicino Rieti, fino alla fine di agosto, ma la seconda settimana di settembre tornavamo sempre con trepidazione per la festa di San Giuseppe. C’era sempre un cantante che veniva a fare un concerto…e poi la processione, le offerte. Una grande partecipazione. In particolare però, nella canzone ci sono i ricordi di Massimo che l’ha scritta; lui si è ispirato ala festa dei Santi Cosma e Damiano, nel Cilento. Questo ci fa capire che tutti i paesi hanno le proprie tradizioni, ma tutti ne possiamo condividere gli intenti e le emozioni. L’idea è nata mentre eravamo in tournée con “Gastone” e siamo passati vicino al paese d’origine di Massimo, così ci siamo ricordati delle feste patronali, di quando eravamo ragazzini, di quel mondo che non esiste più. E abbiamo cercato di ricrearlo nella canzone. Io ho aggiunto i fuochi d’artificio. Quando ci sono i fuochi d’artificio è il momento più bello, pieno di meraviglia, ma anche quello più triste perché rappresentano sempre la fine della festa. “Il terzo fuochista” è il personaggio più importante, colui che, durante le feste popolari, accende per ultimo il fuoco d’artificio più bello, per coronare lo spettacolo nel migliore dei modi. Una grande felicità lascia anche un vuoto. Ed ecco la fine dei fuochi.

Hai portato questa ventata di romanità al festival, ma ci sono anche tanti altri artisti provenienti da Roma, siete ben 10. Come vedi questo fermento musicale capitolino?
Finalmente! Non posso che esserne felice. Siamo stati in sordina per troppo tempo. Milanesi, bolognesi erano molto più incuriositi e presenti di noi. Ma adesso ci stiamo riscattando e a questo Festival stiamo ascoltando tante belle cose. Ognuno ha uno stile personale e ci sono delle idee originali, come nel caso di Cristicchi. Mi sono piaciuti anche i Velvet e Pier Cortese, che trovo abbia un modo intelligente di fare musica pop. Ma come tutti i romani siamo un po’ indolenti. Per la serie: “Noi facciamo questa musica: se vi piace bene, se no, pazienza!”.

Il tuo brano sanremese sarà inserito nella nuova edizione del progetto “Romana”, che è anche uno spettacolo teatrale del 2005. Ce ne parli?
Abbiamo debuttato ad Asti e avevo una gran paura, perché lo spettacolo è molto romano! E uno spettacolo sulla cultura romana. Ci sono brani di Petrolini, Strehler, Fellini, Nino Rota, la Magnani, la Masina. La canzone che dà il titolo all’album era molto amata da Gabriella Ferri, cui è dedicato tutto il progetto. Un’artista che ha dato veramente tanto non solo alla tradizione musicale capitolina, ma a tutta la canzone italiana.

 

"Il Tempo" 2 marzo 2007
Giochi Studenteschi Provinciali
La «Basilio Sisti» brilla nello sci alpino
NELLO sci alpino riservato alle scuole medie, brilla la Basilio Sisti con la vittoria della giovanissima atleta Federica Curci nella gara femminile che ha avuto la meglio sulle avversarie Luisa Tigliè ed Alessandra Mummolo. La Basilio Sisti è scesa nella splendida ed accogliente pista di Selvarotonda, teatro anche quest’anno delle finali provinciali di sci alpino delle scuole medie e superiori, senza la punta di diamante Jessica Leoncini ma si è comunque assicurata un posto per le ambite finali regionali. In campo maschile il predominio della Sisti è stato infranto da Marco D’Angeli del comprensivo D’Angeli di Cantalice. Il terzetto della Sisti che succede alla Galilei di Cittaducale, era composto da Giacomo Ponziani, Fabio Tursini e Andrea Colantoni. Queste le scuole classificate per la finale regionale in programma a Campo Catino in provincia di Frosinone venerdì 9 marzo. Settore maschile: Basilio Sisti, Leonessa e Sacchetti Sassetti, settore femminile: Basilio Sisti, Sacchetti Sassetti e Antrodoco. La stazione sciistica di Selvarotonda di Cittareale ha così di nuovo ospitato gli atleti protagonisti delle gare dei giochi sportivi studenteschi evidenziando una grande disponibilità dell’amministrazione comunale. Quest’anno la finale regionale si disputerà a Campo Catino il 9 marzo per la discesa delle scuole medie mentre saranno le piste di Campo Felice una delle località più famose dell'Appennino Centrale, ad ospitare la finale degli istituti superiori. «Una preferenza criticabile visto che con la presenza del Terminillo, Selva Rotonda, Campo Staffi e Campo Catino, la scelta sia caduta sulla stazione sciistica abruzzese – si legge nella nota – ma al monte Terminillo verrà assegnata l’organizzazione della prestigiosa fase laziale di sci nordico». Ila.Far

 

"Il Tempo" 28 febbraio 2007
I Ds dei Comuni del Montepiano Reatino chiedono un progetto di sviluppo per la Riserva
di MARCO FUGGETTA PER la vicenda della Riserva dei Laghi "non si vede uno sbocco" e la V Comunità Montana è preda "dell'immobilismo", così le sezioni dei Ds dei comuni del Montepiano Reatino si sono riunite a Cantalice nei giorni scorsi per analizzare la situazione "critica non solo a livello economico" e per ragionare "su quali ipotesi progettuali" perseguire al fine di "riavviare uno sviluppo, oggi appannaggio solo di altre zone della provincia". E allora visto che i suddetti enti, secondo i Ds di Cantalice, Cittaducale, Contigliano, Greccio, Leonessa, Montenero, Monte San Giovanni, Poggio Bustone, Rivodutri e Colli sul Velino, "non producono null'altro che un'ingiustificabile spreco di risorse di un territorio che invece avrebbe bisogno di un'oculata gestione", ci pensano loro a mettere nero su bianco idee che dovranno avere "il supporto delle forze del centrosinistra". Si parla di "piani di forestazione, miglioramento e sfruttamento dei pascoli montani finalizzati alla produzione di carni di qualità, valorizzazione dei corsi d'acqua e dei laghi Lungo e Ripasottile, turismo nelle sue varie forme, sfruttamento delle capacità energetiche rinnovabili, incremento della risposta in funzione dei servizi sociali", tutti progetti sui quali puntare nell'ottica di una "politica di ampio respiro, che coinvolga non i singoli enti, ma l'intero territorio". La nota dei Ds dei comuni del Montepiano Reatino si conclude con l'auspicio dell'apertura di "un ampio dibattito che partendo dal cuore dei loro territori, dagli amministratori locali e dalla federazione provinciale del partito, finisca per coinvolgere l'intero centrosinistra oltre che Provincia e Regione". Restando in tema di Montepiano Reatino domani ci sarà il consiglio della Comunità Montana del Presidente Sampalmieri nel quale si discuterà ancora una volta della proposta di modifica dello statuto.

     

"Il Tempo" 21 febbraio 2007
ARRIVANO I FONDI PER I CENTRI STORICI
di MARCO STAFFIERO Un intervento concreto per centinaia di comuni sparsi su tutto il territorio regionale. Saranno stanziati dalla regione Lazio oltre 115 milioni di euro che consentiranno a tante piccole amministrazioni di provvedere al recupero e al risanamento di splendide realtà locali. La Regione si conferma al fianco delle esigenze di tutti i cittadini del Lazio che chiedono servizi e miglioramento della qualità della vita e al fianco dei centri e delle piccole comunità che rappresentano un grande patrimonio culturale e turistico. Questo il contenuto della delibera approvata ieri in Giunta per il recupero ed il risanamento delle abitazioni in 299 centri storici. Nella provincia di Rieti andranno circa 20,5 milioni di euro per 68 comuni: Accumoli, Amatrice, Antrodoco, Ascrea, Belmonte in Sabina, Borbona, Borgo Velino, Borgorose, Cantalice, Cantalupo in Sabina, Casaprota, Casperia, Castel Sant'Angelo, Castel di Tora, Castelnuovo di Farfa, Cittaducale, Cittareale ,Collalto Sabino, Colle di Tora, Collegiove ,Collevecchio, Colli sul Velino, Concerviano ,Contigliano ,Cottanello, Fara in Sabina, Fiamignano ,Forano ,Frasso Sabino, Greccio, Labro, Leonessa ,Longone Sabino ,Magliano Sabina, Marcetelli ,Micigliano ,Mompeo ,Montasola, Monte San Giovanni in Sabina ,Montebuono ,Monteleone Sabino, Montenero Sabino ,Montopoli di Sabina ,Morro Reatino, Orvinio ,Paganico Sabino ,Pescorocchiano ,Petrella ,Poggio Bustone ,Poggio Catino ,Poggio Mirteto ,Poggio Moiano ,Poggio Nativo ,Poggio San Lorenzo , ,Pozzaglia Sabina ,Rivodutri ,Rocca Sinibalda ,Roccantica ,Salisano ,Scandriglia ,Selci ,Stimigliano ,Tarano , Torri in Sabina ,Torricella in Sabina ,Turania ,Vacone e Varco Sabino. L'assessore regionale ai Lavori Pubblici Bruno Astorre ha commentato: "Con la deliberazione approvata dalla Giunta regionale abbiamo provveduto alla ripartizione territoriale, un atto importantissimo, per tutti gli amministratori, per i cittadini dei loro centri e per i turisti che visiteranno la nostra regione. Mentre nella provincia di Viterbo andranno oltre 21 milioni di euro per 53 comuni: Acquapendente, Arlena di Castro, Bagnoregio, Barbarano Romano, Bassano Romano, Bassano in Teverina, Blera , Bolsena ,Bomarzo ,Calcata ,Canino, Capodimonte ,Capranica , Caprarola ,Carbognano ,Castel Sant'Elia ,Castiglione in Teverina ,Celleno ,Civita Castellana ,Civitella d'Agliano,Corchiano ,Faleria, Farnese ,Gradoli ,Graffignano ,Grotte di Castro ,Ischia di Castro ,Lubriano ,Marta ,Montalto di Castro,Monte Romano ,Montefiascone ,Monterosi ,Nepi ,Onano ,Oriolo Romano ,Orte ,Piansano ,Proceno ,Ronciglione ,San Lorenzo Nuovo ,Soriano nel Cimino ,Sutri ,Tarquinia,Tessennano ,Tuscania ,Valentano ,Vallerano ,Vejano ,Vetralla ,Vignanello ,Villa San Giovanni in Tuscia, Vitorchiano

"E-POLIS" 19 febbraio 2007
La Provincia di Rieti è pronta a potenziare l'illuminazione e l'innevamento artificiale. Le piste pronte all'ampliamento. E' polemica sul Monte Terminillo. Le associazioni ambientaliste hanno già inviato i primi segnati di guerra per le future opere  Per il Comune di Rieti, la Regione Lazio e gli altri enti locali interessati non sarà infatti così facile portare avanti progetti di ampliamento e miglioramento del comprensorio sciistico del Monte Terminillo e di altri impianti del territorio. Le associazioni ambientaliste hanno già inviato i primi segnali di guerra per future opere da realizzarsi a forte impatto ambientale. Il WWF Lazio, in particolare, ha dato il suo parere negativo al progetto che dovrebbe concretizzarsi sul versante del Comune di Leonessa (Valle Vallonina) tanto da minacciare la richiesta all'Unione europea dell'avvio della procedura d'infrazione per la violazione delle aree d'interesse comunitario. Di tutta risposta, però, la Provincia di Rieti, sembra non voler fare sconti a queste posizioni e non più tardi di due giorni fa, ha annunciato che è pronta a progettare e finanziare il potenziamento dell'illuminazione e dell'innevamento artificiale dei 22 chilometri di piste da fondo di "Cinque Confini" rispondendo così parzialmente alle richieste di rilancio della stazione sciistica. Una strategia questa presa dall'istituzione che in qualche misura vuole essere anche una prima risposta alla crisi economica che sta attanagliando il comprensorio da qualche anno, ma che di certo non combacia, come detto, con le recenti posizioni assunte degli ambientalisti. In sostanza allo stato di crisi per la stagione invernale non buona richiesta dagli operatori, fa da contraltare il pensiero del WWF Lazio su possibili piani di sviluppo non concordati. Soprattutto se pensati su aree naturali come per la Valle Vallonina dove, secondo gli ambientalisti, una società privata avrebbe avanzato progetti per il completamento del comprensorio sciistico Leonessano. Nel dettaglio, il piano di ampliamento prevederebbe 10 impianti di risalita, 15 piste di discesa, 6 piste di collegamento (18 Km) e 3 bacini di raccolta idrica per alimentare gli impianti di innevamento artificiale, un grande parcheggio e 4 rifugi. Un progetto in sostanza per il WWF non fattibile anche perché «rientra nei siti di importanza comunitaria, "Bosco Vallonina" e "Gruppo Monte Terminillo", e nella zona di protezione speciale "Monti Reatini" al cui intemo sono segnalate numerose specie di animali di interesse comunitario». «Per questo - ha detto il presidente degli ambientalisti Raniero Maggini - ci opporremo rivolgendoci all'Unione Europea».
 

"Il Tempo" 15 febbraio 2007
Via ai lavori di sicurezza sull’ex Statale
LEONESSA — L'Astral - Azienda Strade Lazio SpA - informa che sono cominciati i lavori di messa in sicurezza della SR di Leonessa. L'intervento, con un costo stimato di circa 150 mila euro, riguarda il consolidamento della parete rocciosa, interessata da movimenti franosi, che fiancheggia l'arteria nel segmento compreso tra il Km 28+600 al Km 28+900 e cioè nell'ambito territoriale del Comune di Leonessa. Il termine dei lavori è previsto entro la prima metà di aprile. "Esiste un elevato pericolo di caduta massi: si tratta quindi di un intervento si somma urgenza - ha riferito il presidente dell'Astral, Giovan Battista Giorgi - che accrescerà notevolmente il livello di sicurezza per gli utenti". Vista l'estrema delicatezza delle fasi operative, con l'impiego di attrezzature e manodopera specializzata, tra cui rocciatori, non sarà possibile realizzare i lavori in orario notturno e si renderà quindi necessaria la chiusura di metà della carreggiata, ovviamente dal lato adiacente alla scarpata stessa e cioè sul lato sinistro della direzione di marcia tra Leonessa e Posta. "Gli interventi potranno creare disagi - ha aggiunto il vice presidente Stefano Cuzzilla - per questo chiediamo agli utenti grande prudenza e un po' di pazienza. L'azienda adotterà tutti gli accorgimenti opportuni per ridurre gli inconvenienti e contemporaneamente garantire la massima sicurezza, due aspetti che sono la base stessa dell'operato dell'Astral".

"Il Tempo" 13 febbraio 2007
LEONESSA — SOS alle istituzioni per la pista di sci di fondo di Leonessa.
A lanciarlo ancora il maestro di sci Getulio Vesperini che in questi giorni aveva sottolineato come la mancata apertura delle piste nei giorni infrasettimanali provocasse forti disagi ai fruitori e soprattutto pesanti ripercussioni agli operatori turistici della montagna. «Vorremmo rivolgere attraverso i media un appello al presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo, al presidente della Provincia Melilli, agli assessori al Turismo regionali e provinciali e al commissario dell'Apt Tersilio Leggio. Nonostante le ripetute sollecitazioni nei confronti del Comune di Leonessa, la vicenda della preparazione della pista di sci di fondo maresciallo Pietro Tatti non si sblocca. Il Comune non risponde né agli scritti né con fatti concreti: ci rivolgiamo pertanto a tutti quei politici di buona volontà ed intelligenza affinché riescano a farsi dare risposte allo stesso Comune sul perché dell'abbandono della pista da fondo. Alcune foto scattate domenica scorsa indicano le condizioni in cui siamo costretti a lavorare». Ale.Pas.

"Corriere di Rieti" 11 febbraio 2007
 
Impianti,slitta l'incontro in regione  
 
di Daniela Caretta . Leonessa - Altro giro, altra corsa.E' stata fissata una nuova data per la prima riunione del tavolo di discussione del progetto di costruzione di nuovi impianti di risalita sul versante leonessano del Terminillo. Dopo tre rinvii è saltato anche l'appuntamento del 9 febbraio tra la giunta di Leonessa, un delegato del Governatore del Lazio e l'Assessore regionale all'ambiente Filiberto Zaratti, a causa di un problema di saluti di quest'ultimo: "Zaratti ha subito un piccolo intervento e mi ha telefonato giovedì sera per avvertirmi che il suo stato di salute gli avrebbe impedito di essere presente - ha fatto sapere il sindaco Rauco -. Ho ritenuto di non intavolare la discussione in sua assenza e di dover aspettare quindi il suo rientro." Rauco ha colto l'occasione, in nome della sua amministrazione, per augurargli una pronta guarigione nella speranza di "averlo nel pieno delle forze per il 19". Il sit-in è rimandato a lunedì 19 febbraio alle 15 presso la sede romana dell'Assessorato all'Ambiente della Regione Lazio in via del Tintoretto 432. Accanto al sindaco Rauco siederanno gli assessori Vito Paciucci e Andrea Pasquali, il consigliere provinciale Paolo Trancassini, il progettista e socio della società Isic Spa Fabio Orlandi e Dino Pignatelli, direttore d'esercizio di Campostella. Tra i vertici regionali ci saranno il verde Zaratti e funzionari dell'Ambiente. E' attesa la presenza del vicepresidente della giunta regionale e assessore all'urbanistica Massimo Pompili.

("Il Messaggero" 10 febbraio 2007)

Venerdì 16, nell’anniversario delle firma del trattato di Kyoto, ricorre la terza Giornata nazionale del risparmio energetico, iniziativa alla quale possono aderire tutti: enti, istituzioni e privati cittadini. In particolare si tratta per quel giorno di risparmiare quanta più energia elettrica possibile. Quest’anno in prima linea ci saranno i tre Comuni reatini insigniti della ”Bandiera arancione”, cioè il marchio di qualità turistico-ambientale. I tre comuni Leonessa, Labro e Casperia sono stati invitati dall’Associazione ”Bandiere arancioni” ad aderire all’iniziativa spegnendo per quella data le luci sul monumento più importante dei rispettivi paesi. I tre centri dovranno inoltre sensibilizzare cittadini e scuole sul risparmio energetico attraverso una campagna di informazione con incontri, manifesti e volantini sull’argomento.
S.A.

"Il Tempo" 6 febbraio 2007)
Riceviamo e volentieri pubblichiamo Al sindaco Rauco e all’avvocato Trancassini: ...
... voi e qualche vostro lungimirante assessore avete deciso di fare da soli la battitura della pista di sci di fondo, nevica, e dopo cinque giorni due telegrammi una denuncia decidete di aprire la pista ed in sarei un imprenditore incapace? La mia rimostranza non nasce dalla voglia di rivincita o da velleità politiche, la mia è indignazione, quell’indignazione evocata dalle più alte cariche dello stato. Cari amministratori la vostra politica mi ha tolto per cinque giorni la libertà di lavorare, si il diritto al lavoro quello sancito dalla Costituzione, perché avete dimenticato o meglio avete fatto finta di dimenticare che io faccio il maestro di sci di fondo di professione, non mi interessa chi fa funzionare la pista, sono indignato con chi mi toglie il diritto a lavorare. Vi posso garantire che ogni qualvolta voi o chiunque altro mi impedirà con la propria incapacità di lavorare mi troverà qui puntuale a far valere i miei diritti e quelli di chi lavora con me. Vi ringrazio per avermi ricordato che l’anno scorso avete corrisposto alla mia cooperativa un compenso per la battitura della pista, ma avete omesso di dire che dall’inverno 1997/1998 e per quelli successivi ho assolto al compito che mi avete affidato (Amministazione Trancassini) senza percepire alcun compenso, mettendo a disposizione della collettività la mia capacità tecnica e organizzativa gratuitamente, dando dignità ad una struttura sportiva che era impossibile da utilizzare, dando la stessa dignità al mio lavoro di maestro di sci coinvolgendo qualche migliaio di fondisti che in questi anni hanno frequentato Fontenova di Leonessa. Per quanto riguarda la "perfezione” con la quale viene preparata la pista, penso che sia sufficiente venire a Fontenova e inforcare un paio di sci di fondo per apprezzare con quanta superficialità e sufficienza è stata preparata, in alcuni tratti ancora più pericolosa se non fosse stata battuta. Quanto da voi affermato che gli operai incaricati (Operai COSECO non Comunali) costino di meno è naturale la pista viene preparata una volta a settimana se tutto và bene, preciso inoltre nessuno garantisce il soccorso piste in caso di incidente. Impianti di Campo Stella, non c’erano le condizioni per investimenti privati e non ci sono ancora adesso. Questo è il risultato della Vostra politica, il Comune imprenditore non è stato capace in questi anni di produrre un piano di ammodernamento degli impianti, di messa in sicurezza delle piste e di formazione del personale, forse tutto questo avrebbe potuto attirare investitori. In riferimento allo stato attuale degli impianti mi sono limitato a costatare che la presenza della neve il bel tempo e la stagione così particolare, iniziata con grave ritardo poteva consentire l’apertura degli impianti tutti i giorni, se questo pregiudica le casse del Comune dimostra ancora una volta l’incapacità con la quale gestite un bene comune. Permettetemi di concludere dicendole che la mia storia imprenditoriale è sotto gli occhi di tutti ed è sufficiente venire a Fontenova il lunedì e tutti gli altri giorni della settimana per vedere bambini, insegnanti e soprattutto gente che lavora duramente e con impegno. Forse vi è sfuggito l’ultimo nostro investimento che ha creato ulteriori tre posti di lavoro stagionali e portato qualche migliaio di persone a Fontenova. Mi auguro che per il prosieguo dell’inverno vogliate mantenere gli impegni presi, senza ulteriori indugi e senza pregiudicare il mio lavoro. Getulio Vesperini

("Il Messaggero" 6 febbraio 2007)

Fine settimana con pienone di turisti e sciatori a Campo Stella di Leonessa, stazione di proprietà del Comune e gestita da una cooperativa locale. «Un successo che premia i nostri sforzi - comunica l'assessore Vito Paciucci - per diversi giorni, gli operai hanno lavorato per coprire i tratti delle piste scoperte del vento riportando neve dai canali; ringrazio gli operai comunali e la cooperativa e in particolare Vincenzo Zelli e Alberto Palmieri e il direttore Dante Chiaretti». Se lo sci da discesa ride, quello da fondo a Fontenova è fonte di pesanti lamentale da parte del maestro Getulio Vesperini nei confronti del Comune, proprietario della pista data in gestione alla stessa cooperativa. «Al sindaco Rauco e all'avvocato Trancassini - scrive Vesperini - voi e qualche vostro lungimirante assessore avete deciso di battere da soli la pista di sci di fondo: nevica e solo dopo cinque giorni, due telegrammi e una denuncia, decidete di aprire la pista ed io sarei un "imprenditore incapace"? Cari amministratori, la vostra politica mi ha tolto per cinque giorni la libertà e il diritto di lavorare perché avete fatto finta di dimenticare che io faccio il maestro di sci di fondo di professione. L'anno scorso mi avete corrisposto un compenso per la battitura della pista, ma avete omesso di dire che dall'inverno 1997/1998 e per quelli successivi ho assolto gratuitamente al compito che mi avete affidato. Quanto da voi affermato che gli operai incaricati (Operai Coseco e non comunali) costino di meno, è naturale: la pista viene preparata una volta alla settimana se tutto va bene, è battuta con superficialità e nessuno garantisce il soccorso piste in caso di incedente. Per gli impianti di Campo Stella, il Comune imprenditore non è stato capace di produrre un piano di ammodernamento degli impianti, di messa in sicurezza delle piste, di formazione del personale e di apertura degli impianti tutti i giorni: se questo pregiudica le casse del Comune, dimostra ancora una volta l'incapacità con la quale gestite un bene comune».

("Nuovo Rieti Oggi " 3 febbraio 2007)
Leonessa, una stagione col vento in poppa
PARTITA col vento in poppa la stagione sciistica a Leonessa. Impianti aperti e grande afflusso di turisti nello scorso week-end. Ora già da oggi è atteso un nuovo boom. Nei giorni scorsi, e ce ne scusiamo con i diretti interessati, per via di un equivoco la stagione sciistica  di leonessa è stata tacciata di poca efficienza. L'ultimo week-end sul monte Terminillo è stato oggetto di profonde critiche da parte dei sindacati provinciali (Cgil,Cisl e Uil).<<Sono rimasto profondamente indignato dalle affermazioni riportate - ha  detto il Sindaco Alfredo Rauco - a Leonessa ci si  sarebbe "ricordati" di una concessione per il funzionamento dell'impianto solamente dopo l'attesissimo arrivo delle prime nevicate. Dette affermazioni non corrispondono assolutamente alla realtà in quanto l'avvio della richiesta al Ministero dei Trasporti d Roma (ex USTIF) di proroga della vita tecnica degli impianti è iniziata nel mese di agosto 2006 e la relativa autorizzazione dopo aver eseguito tutte le verifiche previste e le manutenzioni necessarie eseguite grazie ad un investimento economico da parte del Comune di Leonessa, è stata rilasciata dalle competenti autorità nel mese di novembre 2006. Non si può, quindi, affermare che il mio Comune è disorganizzato nè tanto meno che siamo stati colti impreparati. E' vero invece che con la pubblicazione di queste notizie non suffragate dai fatti, si arreca un danno economico e d'immagine notevole soprattutto ad un Comune come il mio e che ho l'onore di rappresentare nel quale, grazie ai sacrifici giornalieri dei suoi amministratori, ha sempre cercato di operare prontamente ed incisivamente, come d'altronde dimostrano i lusinghieri obiettivi raggiunti ed a tutti visibili>>. Ora operatori economici e titolari di alberghi e residence attendono l'arrivo di un'altra abbondante nevicata, dopo il sole di questi giorni, per poter "rimpinguare" ulteriormente il mantello bianco delle piste leonessane e far decollare definitivamente una stagione penalizzata e partita in ritardo per via delle condizioni meteo.
 

("Il Tempo" 1 febbraio 2007)
Buon compleanno La bella Marina compie 18 anni
CARA Marina, ora che compi 18 anni apri bene gli occhi ma non smettere mai di sognare. Gli auguri più belli ti giungano da zia Anna e famiglia. È così, Marina Magnifici, di Leonessa, compie oggi i suoi splendidi e radiosi 18 anni. Una data importante, un traguardo raggiunto in una vita che sarà costellata di tante date importanti e tanti traguardi raggiunti. Auguri dalla nostra redazione

 

 

 

("Il Tempo" 31 gennaio 2007)
Celebrazioni solenni in onore di San Giuseppe di Leonessa
ANCHE quest’anno la parrocchia del Sacro Sangue di Gesù a Quattrostrade, si prepara a festeggiare San Giuseppe da Leonessa, patrono dell’omonimo borgo. E invita alla ricorrenza - che cade il 4 febbraio - tutti i leonessani residenti a Rieti. Il programma religioso inizierà domani con una messa alle 16,30. Che verrà poi ripetuta anche venerdì e sabato, e culminerà domenica alle 18 con una celebrazione solenne. San Giuseppe, al secolo Eufranio Desideri, nacque a Leonessa nel 1556 da una famiglia di mercanti. Seguendo l’esempio di San Francesco d’Assisi rinunciò alle ricchezze famigliari e vestì l’abito dei Cappuccini. Per tutta la vita predicò nelle Marche, in Umbria e in Turchia. Si dedicò ai poveri e agli infermi, tanto che Fra Giuseppe era considerato un santo già in vita: famoso è rimasto il miracolo della moltiplicazione delle fave. Morì il 4 febbraio del 1612 ad Amatrice. Gli abitanti di Leonessa, ritenendo più giusto che le spoglie del Santo riposassero nella città d'origine, una notte del 1639 perpetrarono il «sacro furto», trasportandone il corpo nel paese natio. Ancora oggi le sue spoglie sono nella chiesa di San Giuseppe a Leonessa. Luc. Fra.

("Il Tempo" 31 gennaio 2007)
Montagna, gli impianti restano chiusi
di ALESSANDRA PASQUALOTTO Le montagne della discordia. Ad alta quota arriva la benedetta neve che, per ironia della sorte e nonostante l’evento attesissimo, sembra non accontentare proprio tutti. Operatori e fruitori della montagna. Succede a Leonessa e succede pure al Terminillo. Impianti chiusi sul versante Leonessa, tanto da far pensare agli operatori a una vera e propria «mortificazione». A sollevare la protesta è Getulio Vesperini, fondatore del centro di educazione ambientale Fontenova di Leonessa. E operatore economico locale. «Nel tempo ho creato dell’ambiente e dello sviluppo sostenibile con sacrificio e impegno. Un’attività lavorativa per me, la mia famiglia e i miei collaboratori - ha commentato - L’amministrazione comunale di Leonessa nelle ultime settimane ha descritto un paese dove tutto funziona perfettamente e dove la neve avrebbe dovuto spazzare via tutti i problemi. Invece, per tutti i giorni feriali della settimana gli impianti di Campo Stella rimarranno chiusi e nemmeno la pista di sci di fondo è stata adeguatamente preparata. Nonostante i proclami, le dichiarazioni e le intenzioni in questo momento - a stagione inoltrata - ci stiamo trovando in enorme difficoltà nel fornire un servizio idoneo per i turisti e tutti i fruitori della montagna. A questo punto ci si chiede quali siano i motivi e le cause di questi enormi disservizi per i quali attualmente non è possibile utilizzare gli impianti sciistici a Leonessa e quali sono invece le reali motivazioni che si nascondono dietro gli annunci sui presunti enormi investimenti previsti per i nuovi impianti sul Terminillo, quando basterebbe investire molto meno su sicurezza e manutenzione per far funzionare al meglio quelli già esistenti». «Mi stupisco che Vesperini si accorga soltanto ora della chiusura degli impianti durante la settimana – ha precisato l’ex sindaco Paolo Trancassini, consulente legale del primo cittadino di Leonessa – Il fatto che si possa sciare soltanto nel fine settimana da noi è infatti cosa che va avanti da tempo. Del resto per l’Amministrazione comunale è alquanto difficile e soprattutto costoso sostenere economicamente l’apertura continua degli impianti. Un onere eccessivo solo per pochi sciatori. È vero invece che, qualora ci fosse una cordata di imprenditori interessati a investire, si potrebbe pensare di trovare un accordo per l’apertura non solo nel weekend. Per quanto riguarda la pista da fondo rispondo a Vesperini. Il Comune ha trovato altre persone che battono le piste e peraltro alla perfezione, con costi più contenuti rispetto a quelli proposti da lui. Non sarà mica che tutta questa polemica è strumentale?». E se sul fronte leonessano questa è l’aria che tira ad alta quota, spifferi pure al Terminillo, graziato dal finesettimana appena trascorso con neve e sole. Ma se da una parte la manna è arrivata dal cielo, c’è pure chi ha notato disagi sulle piste e per strada. A parte la chiusura della Cardito Nord per il mancato rinnovo della concessione, sembra che turisti e sciatori, da quanto ci hanno segnalato, abbiamo registrato quanche neo sulle altre piste. Non solo. Perché nella giornata di sabato le Carbonaie hanno iniziato a funzionare a inizio giornata. Peggio è andata per la Sud, aperta tardi mentre sugli impianti si procedeva a rilento con stop frequentissimi. Non meno bene il nuovo impianto che ha proceduto a singhiozzo iniziando comunque tardi a lavorare. Domenica è migliorata la situazione per il nuovo impianto partito in orario, con tanta gente in attesa. Situazione sulle Carbonaie dalle 15 in poi con l’impianto che si è «piantato» di botto, la gente appesa ai seggiolini anche per 20 minuti e senza nessuno che avvisasse gli sciatori del disagio. «Cose che possono capitare - risponde dalla Società Funivie Flavio Formichetti - Perché si tratta di impianti elettronici e quando c’è un problema tutto poi riparte automaticamente. Il blocco può sempre avvenire. Piuttosto invece di parlar male sempre del Terminillo, perché non diciamo degli sforzi sovrumani fatti per il nuovo impianto oppure - solo per fare un esempio - del nuovo tappeto al campo Togo per i bambini alle prime armi con lo sci che vengono spinti in alto senza fatica e senza difficoltà». Stress anche sulle strade e nel tentativo di tirarsi fuori dal parcheggio di Pian de’ Valli. L’arrivo, peraltro prevedibilissimo, di tanta gente per la neve, ha consentito il parcheggio selvaggio. Ambulanze in difficoltà per tirarsi fuori dal traffico e automobilisti in attesa di uscire dal parcheggio anche soltanto per un’ora.

  ("Il Messaggero" Martedì 30 Gennaio 2007)

Terminillo: luci ed ombre

di VALENTINO ROSSETTI

Luci ed ombre. Il giorno dopo il primo week-end sulla neve del Terminillo, si tirano le somme di una due giorni in cui la montagna di Rieti è stata letteralmente presa d'assalto dagli sciatori. Le "luci", si sa, non fanno notizia. Così in redazione, ieri mattina, sono giunte una decina di telefonate da parte di sciatori arrabbiati per la mancata apertura della pista Cardito nord. «E' inconcepibile che non sia aperta la pista migliore del Terminillo», hanno detto in molti. In effetti si tratta, oltre che della discesa più bella, anche della pista che mantiene la neve più a lungo, grazie alla sua posizione, dalla quale prende anche il nome. Questa la vicenda. Il vecchio skilift della pista sarebbe dovuto andare in pensione, sostituito da una seggiovia. Ma la concessione per la costruzione del nuovo impianto non è stata rilasciata e la pista è rimasta chiusa. Ma nello specifico la vicenda, come al solito, è ingarbugliata parecchio. «Noi non c'entriamo niente - fanno sapere dalla Provincia - L'impianto progettato dovrà ricadere nel comune di Cantalice, quindi in realtà non è di nostra competenza. Ci siamo tuttavia attivati lo stesso presso il ministero dei Trasporti per far aprire in questa stagione la pista: la risposta è stata negativa perché l'impianto attuale è già in regime di proroga da due anni». In ogni caso sarebbe stata comunque una soluzione provvisoria. Negativa però è anche quella che sarebbe dovuta essere la soluzione definitiva. «Per quanto riguarda la seggiovia della Cardito Nord - spiega Franco Ferriani, socio storico della Società Funivie del Terminillo - La Provincia, quando ha ideato il piano comprensoriale degli impianti per lo scavalcamento su
Leonessa, non ha inserito il nuovo impianto e ora noi ci ritroviamo come degli imbecilli senza la pista. E capisco lo scoramento di chi va su per sciare e trova chiusa la pista. Qui si fanno le cose senza mai sentire chi forse capisce qualcosa di impianti. Abbiamo fatto una petizione, firmata anche dal sindaco di Rieti, indirizzata al ministro dei Trasporti Bianco, al presidente Marrazzo, al presidente Melilli e a tanti altri. Otto pagine di firme, anche di tanti reatini. Niente. Non mi vergogno a dirlo - conclude duramente Ferriani - Sul Terminillo c'è una disorganizzazione che fa paura. Pensiamo solo a quello che è successo domenica con il traffico (vedi box di fianco, ndr). Ogni anno in Prefettura si teneva una riunione per organizzare la stagione invernale: sono tre anni che non si fa più. Siamo tutti responsabili. Anche le istituzioni, tutte, che a volte se ne infischiano».
Ed ecco qualche data: la società Funivie del Terminillo ha chiesto la proroga per il vecchio impianto, per la stagione 2006/2007, nel luglio scorso; ad agosto, l'Ustif (Ufficio trasporti impianti fissi) ha dato parere contrario. Risultato: la Cardito nord non aprirà e per una volta che c'è la possibilità di investire, si creano mille intoppi che non giovano certo al Terminillo. E nemmeno a tutte quelle persone che domenica hanno affollato la montagna.

  ("Il Messaggero" Martedì 30 Gennaio 2007)

di ALESSANDRA LANCIA

La stazione sciistica che fu, la stazione turistica che non è mai stata: Terminillo tra i due poli, quello invernale che deve la sua fortuna esclusivamente alla neve, e quello estivo, che potrebbe far fortuna con sentieri minimamente attrezzati, baite, rifugi aperti e funzionanti e tutta quella serie di piccole accortezze che fanno di un posto di montagna una montagna da vivere tutto l'anno. Di questo si è parlato ieri mattina in Regione con l'assessore al Turismo Raffaele Ranucci, che ha ricevuto presidente e vice presidente della Provincia, Fabio Melilli e Roberto Giocondi, e con loro i consiglieri regionali Mario Perilli e Anna Maria Massimi. Un incontro sul Terminillo verde - quello sul Terminillo "bianco" sollecitato in tutti i modi dal comune di
Leonessa ci sarà la prossima settimana - in cui, incassata la disponibilità di Ranucci a pilotare risorse sull'ormai ex montagna di Roma ha bisogno ora di un seguito tutto reatino per valutare, con i comuni interessati in primis ma anche con le associazioni d'area cosa realizzare in termini di "infrastrutture leggere" a servizio di villeggianti ed escursionisti e come affidarne poi la gestione a privati perché funzionino a dovere. «Pensiamo innanzitutto ad un reticolo di sentieri che dai comuni del Montepiano o della Valle del Velino salgano fin sopra il Terminillo - spiega Roberto Giocondi - e con quelli a baite e rifugi che possano garantire ristoro agli escursionisti. Il pubblico potrebbe fare l'investimento iniziale sulle strutture; i privati, penso a lavoratori socialmente utili oppure a quelli usciti dal circuito lavorativo o perché no, a giovani in cooperativa, si potrebbero impegnare nella gestione». Nella montagna (sic) di studi sul rilancio del Terminillo l'ipotesi di farne una stazione turistica e non solo per lo sci di inverno era di quelle più gettonate. Ma mai che la musica sia cambiata.
 

("Il Tempo" 25 gennaio 2007)
Via alla valorizzazione di Santogna
di VINCENZO COLANDREA LEONESSA - Da poco più di tre lustri la località montana di Santogna, nel territorio del comune di Leonessa, è diventata un enclave di quello dell’Aquila. Un’isola abruzzese in provincia della laziale Rieti, tale diventata dopo un lungo e complesso contenzioso di rivendicazione del possesso al termine del quale ha avuto partita vinta il capoluogo d’Abruzzo. L’amena località si può raggiungere percorrendo la statale 471 da Posta verso Cascia, per poco più di 5 chilometri, dopo aver lasciato la Salaria al km 112 circa. A quota media di circa 1000 metri è una ideale area di alta montagna, circa settecento ettari, aria pulita, di fronte alla quale si staglia l’intera catena del Gran Sasso (nella foto) sì da offrire uno scenario naturale tutto da ammirare. Per posizione geografica, poi, e vastità del verde che la circonda, è oggetto di particolare attenzione da parte del comune dell’Aquila che per avviare un percorso di valorizzazione del sito ha pubblicato un bando nel mese di agosto 2006. Ad aggiudicarsene la gestione è stato il Comitato provinciale dell’Aquila di Alleanza Sportiva Italiana (ASI) del CONI. Il presidente dell’organismo sportivo, Stefano Romano, fa sapere che il contratto, perfezionato con delibera di giunta del 7 dicembre 2006, è novennale ed impegna l’ASI a procedere nell’immediato ad una prima riqualificazione ambientale per poter poi meglio sfruttare le potenzialità della zona. La linea di interventi, indicata dall’amministrazione comunale, è quella di porre cura ad una efficace promozione turistica e sportiva. In ordine alle condizioni ambientali sussiste l’orientamento di ripopolare Santogna con quella fauna della quale in passato è stata riserva. Della stessa sopravvivono soltanto alcuni esemplari di daini, mentre sono scomparsi cervi e fagiani che si pensa di riportare anche per un loro studio nel proprio habitat. Il turismo sociale è un altro obbiettivo che si intende perseguire prevedendo l’utilizzazione di buoni vacanza per soggetti meno abbienti e facilitazioni per nuclei familiari oltre che per la terza età, minori, disabili. Le attività sportive saranno orientate verso agricampeggio, mountain bike, parapendio, trekking, equitazione escursionistica. Ottime prospettive, dunque, di sviluppo di un territorio al quale sono naturalmente interessati, con L’Aquila, il comune di Leonessa, che lo contiene, e quello di Posta con cui confina.

("Il Tempo" 25 gennaio 2007)

 
Leonessa -  Ambientalisti: «Rischio disastro per il Terminillo»
RIETI - di Marco Fuggetta «Siamo allarmati per l'ampliamento del comprensorio sciistico e temiamo un piccolo disastro ambientale». Lo hanno dichiarato in una nota congiunta i rappresentanti di Club Alpino Italiano di Rieti, WWF provinciale, Legambiente Rieti e Mountain Wilderness a proposito del progetto «Terminillo super-ski», già presentato dalla giunta Storace, nel quale rientra anche Leonessa con l’ampliamento degli impianti sciistici. Gli amministratori leonessani convinti del rilancio turistico hanno ottenuto la convocazione di un tavolo tecnico a febbraio in Regione. Un "verde" pochi giorni fa ha fissato il 9 febbraio come data per l'avvio del tavolo tecnico che dovrà risolvere la questione degli impianti sciistici del versante Nord del Terminillo. Per la precisione quel verde è Filiberto Zaratti, assessore regionale all'ambiente. Ma altri Verdi, stavolta la federazione provinciale di Rieti, ieri sono tornati ad attaccare i primi sostenitori del progetto degli impianti di risalita, Alfredo Rauco Sindaco di Leonessa e Paolo Trancassini consigliere provinciale di Alleanza Nazionale. I Verdi hanno definito il progetto leonessano "semplicemente irrealizzabile"? "E allora io rispondo che ancora una volta dimostrano la perfetta ignoranza che hanno sulla questione" sbotta Trancassini "Ricordo che il nostro progetto è stato inserito nel Programma Generale degli interventi della provincia e che il collegamento con l'altro versante del Terminillo è previsto, anche perché solo sfruttando tutte insieme le potenzialità di questa montagna si riesce a creare sviluppo". I Verdi accusano Rauco e Trancassini di voler imporre le proprie idee? "Da che pulpito" ribatte ancora il consigliere provinciale "Usano sempre arroganza e insulti con l'unico scopo di ottenere visibilità. Sono una microscopica minoranza che vuole decidere per tutti. Perché quando si tratta di Tav i Verdi dicono che bisogna rispettare la volontà dei territori della Val di Susa, delle popolazioni e concertare con loro il futuro e quando invece si tratta del nostro progetto non considerano la popolazione titolare del proprio territorio? Hanno un concetto di democrazia che arriva addirittura a giustificare la violenza a patto che il punto di vista dominante sia il loro. Comunque" conclude ironicamente Trancassini "i verdi hanno dichiarato che questo sarà uno dei loro cavalli di battaglia elettorali, gli faccio l'in bocca al lupo". E il Sindaco cosa ne pensa della presa di posizione dei verdi reatini? "Non voglio continuare ad alimentare polemiche" esordisce Rauco "Io sto facendo il mio dovere da Sindaco per un territorio che merita rispetto, vista la grande vocazione turistica che ha. Comunque ai verdi dico: ben venga il tavolo tecnico, noi siamo disponibili. E ben venga anche il Parco del Terminillo a patto che al suo interno ci sia il nostro progetto degli impianti di risalita. Comunque voglio sottolineare come quasi tutti abbiano capito che la nostra battaglia è per tutti i comuni che ricadono nel comprensorio del Terminillo. Nelle nostre manifestazioni non c'era nessuna bandiera di partito perché abbiamo intere popolazione di ogni colore politico che ci seguono nella nostra battaglia. È ora di spegnere queste polemiche" conclude Rauco "e invito i verdi a sedersi ad un tavolo con noi e parlare finalmente in maniera pacata e tranquilla ragionando seriamente sullo sviluppo della nostra provincia".

 

("Il Messaggero" Martedì 23 Gennaio 2007)

  di VALENTINO ROSSETTI

«Presidente, Leonessa
aspetta. Se non verremo ascoltati inizieremo le pratiche per il cambio di regione e Leonessa entrerà a far parte dell'Umbria»: è lo striscione che ieri mattina è stato portato dalla delegazione di Leonessa davanti al palazzo della presidenza regionale. Un altro sit-in, il terzo, che il sindaco di Leonessa Alfredo Rauco, il vice Trancassini e gli assessori Paciucci e Pasquali hanno fatto, per ribadire al presidente regionale Piero Marrazzo, gli impegni presi riguardo gli impianti di risalita sul versante nord del Terminillo. Lo scorso giovedì, la foto della copia del Messaggero del 14 gennaio scattata a Vallonina certificò che sul quel versante, a differenza dell'altro, la neve c'era. «Possiamo solo immaginare quante persone sarebbero venute, già dall'8 dicembre, se solo ci fossero stati gli impianti: tutto in una stagione dove si registra totale assenza di neve», ha commentato il sindaco Rauco, che ha comunque definito positivo l'incontro di ieri in Regione, dove a fare gli onori di casa c'era l'assessore all'ambiente Filiberto Zaratti. «Abbiamo ricevuto rassicurazioni riguardo i ritardi che si sono verificati finora - ha spiegato Rauco - e l'incontro è stato come sempre molto franco e cordiale. La Regione sta lavorando per venire incontro alle nostre proposte e quanto prima ci incontreremo di nuovo». Una decina di giorni e forse se ne saprà di più, riguardo il "Terminillo super ski" che consentirebbe ai finora teorici 52 chilometri di piste (36 con innevamento artificiale) di prendere corpo sul versante di Leonessa. Nei giorni scorsi c'era stata anche la richiesta dello stato di calamità alla Regione per via della mancanza di neve e l'idea da parte dei comuni del comprensorio di unirsi in consorzio; oltre alle lamentele in merito al progetto impantanato a Roma. «C'è un capitale privato pronto per essere investito - ha spiegato Rauco - ma gli investitori, che hanno delle garanzie da parte delle banche, non possono aspettare all'infinito: se si continua così c'è il rischio che si rivolgano altrove. Al nord per esempio, dove verrebbero accolti a braccia aperte». Da parte della delegazione inoltre, sembrerebbe esserci la volontà di accettare il tanto agognato Parco del Terminillo: «Purché si mettano al primo posto gli impianti di risalita, così da sederci intorno ad un tavolo anche con i Verdi», ha concluso Rauco. Perché «siamo solo noi», disse qualche giorno fa Trancassini (e non era la canzone di Vasco Rossi, bensì una frecciatina), i primi ambientalisti perché in questo modo facciamo vivere la montagna».
 

("Il Tempo" 23 gennaio 2007)
Dopo la protesta del sindaco Rauco e dell’ex Trancassini «tavolo» il 9 febbraio in Regione
di MARCO FUGGETTA Ieri mattina si è consumato l'ennesimo capitolo della vicenda riguardante gli impianti sciistici del versante Nord del Terminillo. Intorno alle ore 10 il sindaco di Leonessa Alfredo Rauco, insieme al suo predecessore Paolo Trancassini e agli assessori Andrea Pasquali, Vito Paciucci e Felice Antonio Zelli, è tornato sotto le finestre della sede della Regione Lazio di Via Cristoforo Colombo a Roma ed ha ricordato al presidente Piero Marrazzo come lui, insieme ai suoi concittadini, sia ancora lì in attesa di risposte, determinato come più di due mesi fa, quando capeggiò una manifestazione di protesta con oltre 300 persone. Rauco & co. sono tornati a manifestare nella Capitale poiché, dopo l'impegno assunto da Marrazzo nell'ottobre scorso di convocare in fretta un tavolo tecnico per cercare una soluzione alla vicenda scongiurando così il rischio di perdere oltre 55 milioni di investimenti di privati, questo incontro ancora non c'è stato, nonostante per ben tre volte fosse stato convocato venendo poi puntualmente annullato. E allora, questa volta senza popolo al seguito, gli amministratori leonessani ed il consigliere provinciale hanno srotolato uno striscione con su scritto: "Presidente, Leonessa aspetta". Dopo poco più di un'ora e mezza gli amministratori sono stati ricevuti dall'assessore regionale all'ambiente Filiberto Zaratti e da un delegato del presidente, che si sono subito scusati per l'annullamento degli appuntamenti stabiliti nelle scorse settimane. Oltre alle scuse, il risultato importante ottenuto da questa manifestazione-bis è stata la convocazione "improrogabile" del tavolo tecnico per il 9 febbraio. "Quella di stamattina è stata la risposta più bella a Roberto Giocondi che ci aveva accusato di protagonismi, arroganza e metodi sbagliati - attacca Trancassini, autore di un vivace, er usare un eufemismo, scambio di vedute proprio con il vicepresidente della Provincia nel corso dell'ultimo consiglio a Palazzo d'Oltre Velino - Le nostre manifestazioni sono sempre state normali e senza distruggere nulla, lui invece con i no global ci governa insieme». E Giocondi entra nel mirino anche dell'assessore Paciucci che afferma: «È ora che la smetta di dire che il progetto iniziale era di 180 miliardi di lire ed è stato ridimensionato e cambiato dalla Provincia. Giocondi parla sapendo che quel progetto comprendeva Cantalice e Terminillo tutto. Quello di cui stiamo discutendo attualmente invece è il nostro progetto immutato rispetto all'originale consistente in 110 miliardi di vecchie lire». Tornando alle opinioni del consigliere provinciale di Alleanza Nazionale «l'importante è che l'assessore Zaratti e il delegato di Marrazzo hanno convenuto con noi che questa vicenda necessità di una soluzione in tempi brevi, vista l'importanza che riveste il progetto per tutta la provincia di Rieti e non solo per la città di Leonessa». Trancassini ha anche spiegato come Zaratti sia rimasto colpito dalle foto che gli amministratori leonessani gli hanno mostrato e che testimoniano come, nella zona dove dovrebbero sorgere gli impianti di risalita, vi sia neve perfettamente sciabile anche in queste settimane di grande carenza in tutta Italia. «È l'ennesima dimostrazione, qualora ve ne fosse stato bisogno, che non stiamo raccontando balle - concludono i leonessani - e che il nostro progetto, se realizzato, potrebbe essere una risorsa eccezionale per lo sviluppo economico di Leonessa, del Terminillo e di Rieti».

("Corriere di Rieti"  19 gennaio 2007)

Vertice tra i comuni montani  “Si ad un consorzio regionale” 

LEONESSA. Una indiscutibile unità di intenti è emersa nel corso della riunione che ha visto protagonisti i sindaci dei comuni montani del Lazio. Presenti all’incontro gli amministratori dei comuni delle province di Rieti, Roma e Frosinone, come pure molti operatori della montagna. Tutti concordi nell’adottare una delibera di giunta, il cui testo, unico per le diverse amministrazioni, sarà predisposto nei prossimi giorni. L’obiettivo è quello di avanzare la richiesta dello stato di calamità naturale alla Regione Lazio, tenuto conto delle sostanziali perdite subite dagli operatori del turismo montano a causa della mancanza di neve. Sulla sensibilizzazione dei vertici regionali ai problemi della montagna si è a lungo discusso: “Occorre fare di necessità virtù –ha detto il consigliere provinciale Paolo Trancassini, promotore dell’iniziativa-; la stagione sciistica è ormai compromessa ed è legittimo avanzare la richiesta di indennizzi. Partendo da questo dobbiamo però cogliere la sfida più importante, cioè quella di creare una struttura unitaria, un’associazione o un consorzio che dia più largo respiro alle stazioni sciistiche del Lazio e le rappresenti. Dobbiamo ritagliarci un nostro spazio”. Dal primo cittadino di Leonessa Alfredo Rauco è arrivata la proposta di un abbonamento stagionale e di uno skipass unico per tutte le stazioni sciistiche della regione. L’idea è di avviare un processo consortile con la finalità di accrescere la competitività nel mercato del turismo invernale. L’iniziativa è stata accolta con grande interesse da parte dei presenti, immediatamente pronti a discutere l’approccio operativo.

Si, dunque, ad una forma di aggregazione forte con una comune strategia, un organismo di promozione e valorizzazione che abbia al tempo stesso una valenza politica. Il consorzio dovrà, nel rispetto delle diverse realtà territoriali, farsi portavoce in Regione di una politica unitaria. Si è convenuto di affidare ad un professionista l’incarico di redigerne le linee guida. Il verbale di questa riunione sarà trasformato in comunicato stampa da diffondere nei territori interessati. A breve verrà fissata la data per un nuovo incontro. 

Daniela Caretta

("Il Messaggero"  19 gennaio 2007)

S. Antonio Abate

di SAMUELE ANNIBALDI

Fine settimana all'insegna di una delle feste più sentite in tutta la Sabina, quella in onore di Sant'Antonio Abate che si celebra con le tradizionali processioni dietro la statua del Santo accompagnata dalle Bande musicali alle quali seguiranno la distribuzione delle ciambelle preparate con le più svariate ricette, dolci oppure salate, la tradizionale benedizione degli animali e gli spettacoli pirotecnici finali. Da domani -ma il momento clou della festa è previsto per domenica pomeriggio- le varie confraternite di Sant'Antonio presenti nel Reatino festeggiano a Casperia, Cantalupo, Roccantica, Configni, Castel San Pietro di Poggio Mirteto, Torricella, Torri in Sabina, Poggio Mirteto Scalo fino a Colli sul Velino e Collevecchio. In quest'ultimo paese la festa prevede per domani mattina anche il concerto della banda e una serata danzante.
Passando ad altro tipo di appuntamenti, questa sera alle 21 al Teatro Manlio di Magliano Sabina il concerto "Blade Runner" The Rock Project. Ingresso 5 euro. Domenica pomeriggio alle 17,30 al teatro San Michele di Montopoli, appuntamento da non perdere per gli amanti del teatro in vernacolo con la compagnia Rieti Teatro che porta in scena un classico del teatro dialettale reatino "Prosperu Gioconda e Felice" scritta e diretta da Vincenzo Cenciarelli, due tempi per un'esilarante pièce che nel 1989 fu premiata a livello nazionale come miglior commedia dell'anno e che ha il privilegio di essere annoverata tra i pochissimi lavori che dal dialetto sono stati poi tradotti in lingua italiano. Sempre a Montopoli, al Barone music village stasera la musica dei Gen Mirtilli, la cover band dei Cranberries, domani sera Happy disco con Marcolino dj e domenica sera karaoke. A Casaprota torna per il terzo anno il tradizionale appuntamento con la mostra mercato del prodotto tipico: dalla mattina di domenica fino a sera un viaggio nel gusto che farà da cornice alla sagra della bruschetta preparata col pane di Casaprota abbrustolito sui bracieri e condito con l'olio extravergine di oliva Dop rigorosamente del posto. Ci saranno prodotti tipici e degustazioni con stand che arrivano da moltissimi centri del Reatino, dai vini della Vicosa di Magliano fino alle marmellate e alle mele di Amatrice, le patate di Leonessa le castagne e il miele del Cicolano, le mozzarelle di bufala della Piana reatina, la cicerchia del Turano. Alle 13 il polentone di Castel di Tora e spaghetti all'amatriciana, alle 16 vin brulé, e poi musica con la locale banda "Giuseppe Verdi", balli e musiche popolari al Tendastruttura, mostre fotografiche e degustazioni di vini al teatro comunale con l'Associazione dei Sommelier italiani. Raduno dei cavalieri sabini domenica a Passo Corese, sempre domenica sagra del polentone a Orvinio tradizionale piatto condito con sugo di carne di maiale e festa per San Sebastiano a Monte San Giovanni. Mostra di oreficeria artistica a Colli di Tora. Fiere mensili infine domenica mattina a Forano nella frazione di Gavignano e a Sant'Elpidio di Pescorocchiano dove torna il tradizionale appuntamento con Cicolano in fiera.

("Il Messaggero"  18 gennaio 2007)

RICHIESTA DELLO STATO DI CALAMITA'

di VALENTINO ROSSETTI

Richiesta dello stato di calamità alla Regione. E’ il pensiero unanime scaturito ieri pomeriggio dalla riunione informale tenutasi a Leonessa tra i sindaci dei comuni del comprensorio del Terminillo. Unico assente il primo cittadino di Cittaducale («Non ero a conoscenza della riunione, non lo sapevo», ha commentato Giovanni Falcone). Già da oggi verrà preparata la richiesta dello stato di calamità da presentare nei prossimi giorni alla Regione. Oltre a questo, anche la volontà da parte di tutti, di formare un consorzio per rilanciare l’attività turistica sulla montagna reatina.
Alla riunione erano presenti, oltre al sindaco di Leonessa Alfredo Rauco e al vice Paolo Trancassini, delegato per il Comune di Rieti (il sindaco Emili aveva delegato Costini che a sua volta ha passato la palla a Trancassini), anche i comuni di Cantalice e Micigliano, e per le altre province del Lazio Guarcino, Subiaco, Filettino, Campocatino e Picinisco. «Bisogna fare di necessità virtù - ha commentato Paolo Trancassini, dopo la riunione - La necessità è la richiesta dello stato di calamità; la virtù è la consapevolezza di dover creare un movimento politico che si faccia sentire in Regione. Noi ci sentiamo - ha concluso Trancassini senza risparmiare un pizzico di ironia - i primi ambientalisti perché in questo modo facciamo vivere la montagna». «Entro quindici giorni - ha aggiunto Trancassini - tutti i comuni saranno operativi per qualsiasi richiesta da parte dei gestori di impianti sciistici, entro breve partirà il consorzio ed entro una settimana verrà ufficialmente avanzata la richiesta dello stato di calamità alla Regione».
Negli ultimi anni tra le leggi che riguardano il Terminillo ricordiamo i Piani paesistici della Giunta Badaloni (1998) e le successive modifiche della Giunta Storace nel 2004; infine quelle della Giunta Marrazzo nel 2006.

("Il Messaggero"  18 gennaio 2007)
Gli IMPIANTI SCIISTICI DI LEONESSA
  Terminillo, meglio, Vallonina, insomma versante leonessano: la copia del Messaggero certifica la data, 14 gennaio 2007, il comitato Comprensorio Campo Stella che «il versante leonessano è il più adatto a mantenere l'innevamento per tutto l’inverno». «Ebbene sì, qui c'era gente che sciava», aveva detto in consiglio provinciale l'ex sindaco del paese, Paolo Trancassini per spronare la Provincia sulla via del "Terminillo super ski" impaludato in Regione. In consiglio, invece, nella tarda serata di martedì si è sfiorato lo scontro fisico tra lo stesso Trancassini e il presidente del consiglio Giosué Calabrese, che per tacitare il consigliere di An andato lungo nell'intervento sul bilancio gli ha spento il microfono. Apriti cielo: «Visto che chiarimenti non ne abbiamo avuti in Provincia li chiederemo alla Procura della Repubblica e alla Corte dei Conti». A cominciare dalla manovra di ripianamento dei costi del Palasojourner e dalla transazione in atto con i pescasportivi della Valle del Salto e del Turano, «che costerà all'ente soldi che potevano benissimo essere risparmiati se solo ci avessero dato ascolto». Capitolo (di spesa) a parte, quello dell'Ato: «Spenderemo 464 mila euro (100 mila in più dell'anno scorso) non si sa bene per cosa visto che in assenza di decisioni in merito la struttura è inoperosa e considerato che a domanda nessuno ci ha dato risposte esaurienti. Sappiano allora che il comune di Leonessa non darà la sua quota annua e lo stesso chiederemo di fare agli altri sindaci». E pensare che al mattino con il presidente Fabio Melilli era stato tutto un fiorire di scuse e di buoni propositi; certo, già intorno all'una Sergio "Rambo" Pirozzi aveva questionato a lungo sulla capacità della maggioranza di rispettare i suoi impegni, appunto l'oretta di pausa promessa per il pranzo il che aveva aperto la discussione tra i fautori di un tramezzino in piedi al bar e quelli del brunch servito nell'aula attigua. Non che il tramezzino sia di destra e il brunch invece di sinistra: il problema era quello di tornare in aula e garantire il numero legale per andare avanti, sobri e leggeri. Molto leggeri.


Alessandra Lancia

("Il Tempo"   17 gennaio 2007)
Opere pubbliche e Bilancio: ok in Consiglio
di ALDO FABRIANI Pista ciclabile nella piana reatina, metanizzazione dei comuni sprovvisti di gas, banda larga, investimenti sulle fonti energetiche alternative, quali il fotovoltaico, sono queste le novità più importanti contenute nel bilancio di previsione 2007 della Provincia di Rieti oltre ad un corposo piano di opere pubbliche che prevedono interventi sulla Turanense, sulla Rieti-Torano, sulla strada 313 Ternana, sulla strada degli inglesi. Particolarmente soddisfatto l'assessore Battisti che bolla come ingenerose le accuse provenienti dall'opposizione nei confronti di un piano che ha il merito di intervenire per porre le basi di un riequilibrio del territorio provinciale. I consiglieri del centro destra hanno fortemente criticato gli interventi previsti dal bilancio ritenendolo inadeguato al rilancio ed allo sviluppo della provincia di Rieti. «E' un bilancio che non ha progettualità, non prevede sviluppo ed innovazione sul territorio - ha detto la consigliera di Forza Italia Lidia Nobili - . Ci si limita esclusivamente al quotidiano ed all'ordinaria amministrazione». Una contrarietà che si è manifestata anche nel voto, il bilancio di previsione 2007 è infatti stato approvato con i soli voti della maggioranza di centro sinistra. I consiglieri di centro destra al momento del voto sono usciti dall'aula. In precedenza la discussione si era incentrata sulle interrogazioni di Trancassini e Pirozzi rispettivamente sul Terminillo e la gestione degli impianti sportivi di proprietà della provincia di Rieti. Il consigliere Trancassini ha sottolineato che ancora una volta l'Amministrazione provinciale non ha fornito risposte esaurienti alle legittime aspettative degli operatori turistici interessati allo sviluppo del Terminillo e proprio per questo continuerà la sua battaglia insieme al comune ed ai cittadini di Leonessa. Al termine dell'assemblea consiliare Nicolai di F.I. ha presentato un o.d.g. di protesta contro i manifesti fatti affiggere da Cgil, Cisl e Uil nelle strade cittadine in occasione dell'arrivo di Epifani, Bonanni ed Angeletti che enfatizzano la marginalità della città di Rieti nel contesto economico e sociale del nostro paese. «Ritengo che tale manifesto - ha detto Nicolai - sia offensivo della storia, della socialità, della cultura della città e dell'intera provincia di Rieti».

("Corriere di Rieti"  16 gennaio 2007)

Neve. Domani vertice tra i comuni 

LEONESSA. Alle 15 di domani in municipio si terrà un incontro tra i sindaci dei comuni montani del Lazio. All’ordine del giorno la mancanza di nevicate in montagna con i consequenziali danni per il turismo e le stazioni sciistiche invernali. Lo scopo dell’incontro è il riconoscimento da parte della Regione Lazio dello stato di calamità naturale e dunque la valutazione delle reali perdite e le modalità di richiesta di indennizzi statali. Gli impianti di risalita sono chiusi ovunque e la preoccupazione dei gestori e degli operatori turistici non fa che crescere. E’ troppo caldo per la neve e le piste sono di fatto ancora verdi. I danni appaiono ingenti per quelle economie in cui la pratica dello sci rappresenta una voce importante del bilancio economico. Dopo L’aquila e Cuneo tocca ora al Lazio e ai suoi comuni sollevare il problema e far si che la norma nazionale sullo stato di calamità venga reinterpretata e applicata per la prima volta al settore del turismo montano.

L’iniziativa, partita dal Comune di Leonessa, che ha già visto l’adesione di diverse località turistiche, è indirizzata ai comuni di Guarcino, Filettino, Picinisco e San Donato, nel frusinate, a Subiaco, Micigliano, Cantalice, Cittareale, Cittaducale, Rieti, Campo Catino, Campo Staffi, Monte Livata, Prati di Mezzo Picinisco. Il Sindaco di Leonessa Alfredo Rauco ha inoltre prospettato la possibilità di avviare un processo consortile e/o associativo relativo a tutte le stazioni sciistiche del Lazio, con la finalità di accrescere la competitività nel mercato del turismo invernale.

Daniela Caretta

 

("Il Tempo"   14 gennaio 2007)
Leonessa
Impianti sciistici, il sindaco protesta davanti alla Pisana
LEONESSA — Il sindaco Rauco e gli altri componenti della Giunta e della maggioranza sono pronti ad alternarsi nel piazzale antistante il Palazzo della Presidenza, con tanto di fascia tricolore, per ricordare a Marrazzo gli impegni presi con un territorio che, seppur piccolo, merita rispetto come tutti gli altri. La protesta arriva dopo le mancate promesse sugli impianti sciistici: la regione ha cancellato una norma che avrebbe permesso la realizzazione degli impianti tramite il taglio di parte della vegetazione e il rimpianto degli alberi in altra zona. Erano stati fissati alcuni incontri, tre, per la definizione e per non perdere investimenti per 55 milioni.

("Il Tempo"   14 gennaio 2007)
Impianti sciistici a Leonessa
La Regione dimentica gli impegni, la giunta Rauco torna a Roma a protestare
di MARCO FUGGETTA Sembrava una questione in via di definizione ed invece gli impianti sciistici di Leonessa tornano al centro delle polemiche. La storia recente della vicenda leonessana è fatta di proteste popolari sotto la sede della Regione Lazio - rea di aver cancellato una norma che avrebbe permesso la realizzazione degli impianti tramite il taglio di parte della vegetazione e il rimpianto degli alberi in altra zona, in numero doppio rispetto a quelli eliminati - e di un accordo siglato con l'assessore all'ambiente Zaratti e con il governatore Piero Marrazzo per riunirsi in un tavolo tecnico e dirimere i problemi che impedivano la costruzione dei suddetti impianti. Queste vicende risalgono a più di due mesi fa, ma adesso la questione esplode nuovamente viste le "assenze" contestate alla Regione da parte dei leonessani, in primis del Sindaco Alfredo Rauco e dell'ex Paolo Trancassini. Nel corso degli ultimi due mesi per ben tre volte era stato convocato il "tavolo tecnico" tra le parti per discutere la vicenda, ma in altrettante occasioni l'incontro è evaporato, è proprio il caso di dire, come neve al sole. Sembra che, una volta per l'indisponibilità dell'assessore Zaratti e le altre due per l'impegno dell'intera giunta nell'approvazione della finanziaria regionale e per un'udienza con il Santo Padre, gli incontri sono stati cancellati nell'immediata vigilia del loro svolgimento. Legittime le motivazioni, ma i leonessani cominciano a sentirsi presi in giro e non vogliono aspettare che il progetto naufraghi definitivamente, perdendo quindi oltre 55 milioni di investimenti privati e una grande opportunità di rilancio per l'intera zona del versante Nord del Terminillo. Il primo ad attivarsi per quello che ha definito "un inspiegabile stallo" è stato il primo cittadino Rauco che ha preso carta e penna, scrivendo all'ex conduttore di Mi Manda Raitre. "Su nostra insistente pressione sono state fissate tre date per il primo incontro del tavolo tecnico, tutte, alla vigilia, rinviate e così sono passati altri mesi senza nulla, senza risposte, senza impegni concreti che potessero riempire di contenuto le sue parole di incoraggiamento al nostro progetto" si legge in un passaggio della lettera inviata al Presidente della Regione "Ovviamente questo stallo scoraggia gli investitori e mette gravemente a rischio la possibilità che il progetto si realizzi. A tutto ciò aggiunga che in questa stagione, nella quale si registra la crisi di tutte le stazioni sciistiche del Lazio per assenza totale di neve, se fossero stati realizzati i nuovi impianti di Leonessa si sarebbe potuto sciare negli stessi a partire dall'otto dicembre". Per ora la strategia dei leonessani non prevede un nuovo "esodo" di cittadini sotto le finestre della sede regionale di Via Cristoforo Colombo "ma, dai primi giorni della prossima settimana" spiega ancora il Sindaco "io e gli altri componenti della Giunta e della maggioranza ci alterneremo nel piazzale antistante il Palazzo della Presidenza, con tanto di fascia tricolore, per ricordare a Marrazzo gli impegni presi con un territorio che, seppur piccolo, merita rispetto come tutti gli altri".

("Corriere di Rieti"  13 gennaio 2007)

Manca la neve, chiesto lo stato di calamità alla Regione Lazio 

LEONESSA. Un problema, quello legato alla mancanza di neve, che rischia di compromettere l’intera stagione turistica invernale. Per questo Leonessa si è fatta promotrice di un’iniziativa volta ad ottenere da parte della Regione Lazio il riconoscimento dello stato di calamità naturale. Richieste analoghe sono state avanzate da altri enti locali in tutta Italia, dalla provincia di Cuneo a L’Aquila. Ed è la prima volta che la proposta di tali indennizzi viene pensata per il settore del turismo montano. Quel che è certo è che il danno c’è per chi sulla montagna e sulla neve investe. E’ fissata per mercoledì prossimo alle 15 in municipio a Leonessa una riunione con gli altri comuni montani del Lazio per discutere il problema neve e costituire un comitato all’uopo con Leonessa capofila, al fine di valutare la portata del danno arrecato e le modalità di richiesta di eventuali aiuti statali. “Inoltre –ha aggiunto il primo cittadino Rauco- nostro intendimento è poter realizzare uno skipass comune da utilizzare in tutte le stazioni sciistiche della nostra regione”. All’iniziativa leonessana hanno aderito altre località, in primis Campo Staffi, nel comune di Filettino, in provincia di Frosinone, una delle migliori stazione sciistiche del centro Italia. Piste da sci eccezionalmente chiuse anche nelle stazioni della Ciociaria per quella che viene definita una stagione nera, da dimenticare. Gli operatori turistici, albergatori e commercianti leonessani, sono seriamente preoccupati per la mancanza della coltre bianca. A questa preoccupazione si unisce quella dell’amministrazione comunale e della cooperativa locale Cooseco, che gestisce gli impianti di Campostella: “Quest’anno ci siamo attivati prima proprio per anticipare l’apertura degli impianti –ha dichiarato Rauco-; per il ponte dell’Immacolata tutto era pronto! L’Ustif ha dato il suo benestare per il prolungamento della vita tecnica delle piste da discesa Campo Scuola e Rubbio e gli operai del comune ed il personale della cooperativa, coordinati dall’assessore delegato agli impianti Vito Paciucci, si sono messi all’opera per sistemarle ed effettuare le prove induttive sulle funi nei tempi previsti.”. Ma la neve e il freddo tardano ad arrivare in quest’inverno atipico che, secondo gli esperti, è il più caldo dal 1860.  

Daniela Caretta

("Il Tempo" venerdì 12 gennaio 2007)
 
All’odg del Consiglio Provinciale impianti sciistici, sit-in dei leonessani alla Regione Lazio
di PAOLO DI LORENZO Dopo la delusione la protesta. Una delegazione guidata dal sindaco Rauco ha iniziato il sit-in dei leonessani nel piazzale antistante la Regione Lazio. Per ora si tratta solo della manifestazione di pochi perché si spera, entro breve, che il presidente Marrazzo convochi il tavolo tecnico utile a sbloccare la realizzazione di nuovi impianti sciistici nel versante nord del Terminillo. «La Regione Lazio aveva promesso lo sblocco dei nostri progetti – ha osservato il sindaco di Leonessa Alfredo Rauco – Marrazzo si era preso l’impegno di risolvere, attraverso un tavolo tecnico, tutti gli impedimenti frapposti da Verdi, comunisti ed ambientalisti estremisti al nostro ambizioso progetto di dotare la montagna di moderni impianti di risalita e invece continua il silenzio. Ben tre riunioni sono saltate e gli investimenti sono fermi al palo. Per ora non vogliamo scomodare nuovamente tutti i leonessani a scendere a Roma per protestare; sarà una delegazione della nostra Giunta che stazionerà nel piazzale antistante i suoi uffici in attesa di un incontro operativo con la sua persona e i suoi collaboratori. Ma se saremo costretti la manifestazione potrebbe tornare più massiccia». «Per ora resta bloccato qualsiasi progetto sciistico da realizzarsi sulla nostra montagna – ha sottolineato il consigliere provinciale Trancassini – il centro-sinistra ha fatto passare, colpevolmente, l'abrogazione di una legge fatta dall'Udc Ciocchetti e dall'ex presidente Storace circa l'ampliamento e la modernizzazione dei bacini sciistici. Insomma niente piste nuove, niente cabinovie, niente ammodernamenti, nonostante la proposta parli di riposizionamento di due alberi per ogni eventuale albero abbattuto». E in effetti, proprio il 16 gennaio, si terrà un Consiglio Provinciale straordinario per dare risposte esaustive a Trancassini e ai leonessani. Sulle argomentazioni si pronuncerà il vice presidente Giocondi, che gestisce la delega sull’intero massiccio del Terminillo. Ma nel prossimo Consiglio ci sarà spazio anche per le risposte alle interrogazioni di Pirozzi circa l’utilizzo degli impianti sportivi e per l’approvazione del Bilancio di Previsione 2007.
 
 

("Il Messaggero"  12 gennaio 2007)

E’ l’amianto delle polemiche. E anche dei giorni in cui le accuse di abuso d’ufficio e creazione di una discarica abusiva, ipotizzate dalla procura che ha fatto sequestrare 40 mila metri quadrati dell’ex Bosi, vengono respinte con forza dal sindaco di Leonessa Alfredo Rauco e dal suo predecessore Paolo Trancassini, indagati insieme all’assessore alla Sanità Maurizio Rosati. «Per quanto riguarda la presenza di amianto nell’area dove sono stati abbattuti i capannoni e che è stata poi trasformata in area artigianale, noi abbiamo uno studio realizzato dall’Asa, una società specializzata, secondo il quale la presenza di questo materiale in realtà è superficiale - afferma Trancassini - e l’accertamento fu fatto eseguire subito dopo che apparvero le prime notizie sui giornali. Dunque non capisco cosa abbiamo omesso di fare. In precedenza, per quanto riguarda la vendita dei lotti e le aziende che vi hanno costruito gli edifici e che oggi minacciano cause di risarcimento, posso dire che la concessione viene rilasciata solo in presenza di un perizia geologia favorevole. Ora abbiamo richiesto copia al Genio Civile, ma ogni nostro atto è regolare. Se però ci sono state delle omissioni, allora qualcuno dovrà assumersi le sue responsabilità. Per quanto riguarda i Verdi e le dichiarazioni di Lorenzetti sulla presenza dell’amianto, posso solo dire che capisco la ricerca di visibilità di un partito che va scomparendo, ma la realtà è diversa e le nostre analisi ci confortano».
In sintonia con Trancasini è il sindaco Rauco. «Intanto presenteremo ricorso al tribunale del Riesame con l’avvocato Lerardi per ottenere il dissequestro dell’area, ma voglio ricordare che già nel 2005, dopo i primi allarmi, emisi un’ordinanza di sospensione per le attività artigianali. Quindi chiesi ai titolari una relazione sul tipo di materiali presenti nei loro insediamenti, ma solo uno mi ha risposto. A quel punto - spiega il Sindaco - il comune ha affidato un incarico per l’esecuzione dei sondaggi a una società romana e il risultato è stato confortante perchè non è emerso alcunchè di preoccupante nè in superficie, ne nel sottosuolo. Il poco amianto riscontrato è pericoloso solo se viene polverizzato, altrimenti non provoca danni all’ambiente e alla salute».
Intanto in procura si continuano a esaminare le carte dell’indagine che si fondano su diversi accertamenti condotti dall’Asl e dall’Arpa che contrastano con quelli dell’Asa effettuati per conto del Comune. A questo punto non è neppure escluso l’affidamento di una super perizia a un collegio di esperti.

("Il Tempo" giovedì 11 gennaio 2007)
Impianti sciistici, il sindaco alza la voce: «Tradimento»
IL presidente Marrazzo sta «tradendo» la promessa fatta ai leonessani. Dopo l’impegno solenne a Roma di risolvere il "blocco” delle nuove piste da sci sul versante nord del Terminillo nulla è più successo. E ora gli investitori rischiano di fuggire davanti a tanta incertezza amministrativa e politica. «Siamo davvero amareggiati per il comportamento della Regione Lazio – ha osservato il sindaco di Leonessa Alfredo Rauco – Marrazzo si era preso l’impegno di sbloccare, attraverso un tavolo tecnico, tutti gli impedimenti frapposti da Verdi e comunisti al nostro ambizioso progetto di dotare la montagna di moderni impianti di risalita e invece siamo al solito assordante silenzio. Ben tre riunioni sono saltate e gli investimenti sono fermi al palo. La cosa più grave è che in questa stagione così avara di neve, se ci fossero state le piste sul nostro versante si sarebbe sciato già dall’8 dicembre. Per ora non vogliamo scomodare nuovamente tutti i leonessani a scendere a Roma per protestare; sarà una delegazione della nostra Giunta che stazionerà nel piazzale antistante i suoi uffici in attesa di un incontro operativo con la sua persona e i suoi collaboratori». Naturalmente, sarà della partita anche il consigliere provinciale Paolo Trancassini. «Da una parte parlano di sviluppo del turismo e della montagna e dall'altra mortificano le nostre famiglie, cedendo ai ricatti della cultura del No di Verdi, comunisti e post-comunisti». Ma riepiloghiamo sul «che cosa» è successo. Nonostante i proclami fatti poco più di un anno fa in campagna elettorale, la Giunta rosso-verde della Pisana ha votato investimenti solo per il litorale romano e ha bloccato qualsiaisi progetto da realizzarsi in montagna, attraverso l'abrogazione di una legge fatta dall'Udc Ciocchetti e dall'ex presidente Storace circa l'ampliamento e la modernizzazione dei bacini sciistici. Insomma niente piste nuove, niente cabinovie, niente ammodernamenti, nonostante la proposta dei leonessani parli di riposizionamento di due alberi per ogni eventuale albero abbattuto. Cosa recitava la legge approvata dal centro destra regionale? «Testualmente recitava - ha precisato Costini - Qualora lo sviluppo delle attività sportive comporti la necessità di razionalizzare o integrare bacini sciistici intercomunali si fa ricorso ai programmi di intervento previsti dall'art. 31 bis, anche in deroga a quanto disposto dall'art. 10, comma 8, fermo restando il rimboschimento compensativo con specie autoctone. In altre parole, difendendo l'ambiente si potevano migliorare piste ed impianti di risalita sulle nostre località sciistiche».

("Corriere di Rieti"  11 gennaio 2007)

“Nuovi impianti, per ora solo parole” Il primo cittadino ha scritto al presidente Marrazzo 

LEONESSA. “Nessun tavolo tecnico è stato intavolato e le tre date, fissate su nostra insistente pressione per il primo incontro, sono state tutte, alla vigilia, posticipate”. E’ quanto si legge nella lettera inviata dal primo cittadino Rauco al Presidente della giunta regionale Piero Marrazzo. Una soddisfazione di breve durata, dunque, quella provata dalla delegazione leonessana all’indomani dell’incontro in Regione dello scorso ottobre: “Altri mesi sono passati senza impegni concreti che potessero riempire di contenuto le sue parole di incoraggiamento al nostro progetto”, continua il sindaco.

Oggetto del contendere, ancora una volta, il progetto di realizzazione di nuovi impianti presentato dalla società Isic Spa, che prevede un finanziamento privato su Leonessa di circa 55milioni di euro.

Con legge finanziaria regionale per l’esercizio 2006 veniva soppresso l’art. 3bis della legge regionale 18/2004, introdotto dall’allora presidente Storace (“Qualora lo sviluppo delle attività sportive comporti la necessità di razionalizzare o integrare bacini sciistici intercomunali si fa ricorso ai programmi di intervento anche in deroga a quanto disposto dall’art. 10, comma 8, fermo restando il rimboschimento compensativo con specie autoctone”). La norma avrebbe consentito la realizzazione di nuove piste fermo restando che il taglio di alberi necessario sarebbe stato comunque compensato dalla ripiantumazione del doppio delle piante tagliate. Nei confronti del provvedimento la popolazione di Leonessa manifestò civilmente il suo dissenso e, di fronte alla difficoltà di un incontro con i vertici regionali, il sindaco lanciò una provocazione, minacciando l’annessione del territorio all’Umbria. Proprio queste iniziative sortirono l’effetto desiderato, quello cioè di un incontro diretto con il presidente della regione Lazio Marrazzo. Il tavolo di discussione, che dalla settimana successiva avrebbe dovuto essere intavolato alla presenza del vicepresidente della giunta regionale Pompili e dell’assessore all’ambiente Zaratti, addetti ai lavori, di fatto non è stato mai convocato. Rauco conclude la lettera palesando l’intenzione di tornare nei prossimi giorni alla Pisana “per ricordare gli impegni presi e non mantenuti e il timore di perdere i finanziamenti, ma soprattutto per sottolineare che Leonessa merita rispetto, come ogni altro territorio, piccolo o grande che sia”. 

Daniela Caretta

("Il Tempo" giovedì 11 gennaio 2007)
Paolo Trancassini e Alfredo Rauco in coro: «È la classica tempesta in un bicchier d’acqua»
di MARCO FUGGETTA Scandalo o polverone? Non ha dubbi Paolo Trancassini, indagato insieme con l'attuale sindaco di Leonessa Alfredo Rauco e al vice Maurizio Rosati nell'inchiesta sull'area dell'ex -Bosi, "è solo una tempesta in un bicchier d'acqua". Una tempesta - indagine che prende le mosse dal sottosuolo dell'area, ora artigianale, nella quale sono stati individuati residui di amianto e per la quale, di conseguenza, sono nati problemi per il rilascio di concessioni edilizie a privati che vi hanno insediato la propria attività. L'ex sindaco di Leonessa, ora consigliere provinciale di An, si dice "sereno, tranquillo e sicuro che ne usciremo assolti e totalmente puliti. Anche se" sottolinea "mi piacerebbe ricordare che nella peggiore delle ipotesi, che comunque non si avvererà, noi saremo inquisiti per aver procurato un vantaggio all'amministrazione comunale di Leonessa. Non un'onta di questi tempi" dice sorridendo. Venendo però ai fatti, quale è la versione di Trancassini sull'affaire ex-Bosi? "Voglio ricordare come assolutamente tempestivamente e precedentemente alle comunicazioni della procura il Sindaco ha dato mandato a tecnici altamente professionali di effettuare dei sondaggi e delle verifiche nella zona". Il risultato? "Il risultato è che non c'è quello che è stato rappresentato in questi giorni". Ma come, niente amianto? "L'amianto c'è ma in quantità ridicole, da microscopio. Tra l'altro" prosegue Trancassini "aree del genere possono essere bonificate in diverse maniere e vorrei ricordare anche come in alcuni casi può risultare più dannoso rimuovere l'amianto che non cementificare sopra, trattandosi tra l'altro di aree artigianali e non di scuole o ospedali". Allora adesso cosa farete? "Innanzitutto abbiamo già avviato la procedura per chiedere il dissequestro dell'area". E per quanto riguarda le accuse riguardo le concessioni edilizie? "Vorrei chiedere all'avv. Mattucci cosa c'è scritto nelle relazioni geologiche presentate per le concessioni? Io non faccio il geologo ma facevo il sindaco di Leonessa e l'avv. Mattucci sa che, se le documentazioni sono in regola, l'amministrazione comunale deve, e sottolineo deve, rilasciare le concessioni, altrimenti il privato potrebbe rivolgersi alla Regione. Questo significa che noi, anche in questo caso, ci siamo mossi nell'assoluta legalità". Sin qui la versione dei fatti dell'ex Sindaco di Leonessa. Ma, si sa, la politica invade ogni campo, e allora ai commenti del Verde Lorenzetti non ha voluto far mancare la risposta il consigliere provinciale aennino. "Colgo l'occasione per ricordare come gli unici problemi per i Verdi di Rieti continuino a chiamarsi comune di Leonessa, comune di Rieti e Magliano Sabino. Non riterrò credibile Lorenzetti finché non si occuperà anche di amministrazioni politicamente a lui amiche. Con tutto l'amianto che c'è in giro Lorenzetti è venuto fino a Leonessa per cercare quattro microparticelle?". Ora non resta che attendere che la magistratura stabilisca se sia trattato di scandalo o di tempesta in un bicchier d'acqua. E che, in ogni caso, si provveda ad effettuare le necessarie bonifiche dovunque se ne palesi il bisogno.

("Il Tempo" mercoledì 10 gennaio 2007)
«La verità sull’amianto sta emergendo»
«AVEVAMO denunciato tutto da oltre un anno e ora finalmente la verità sull'amianto nell'area ex Bosi a Leonessa sta emergendo». È il commento di Roberto Lorenzetti, responsabile provinciale dei Verdi di Rieti, sulla vicenda che coinvolge il sindaco in carica di Leonessa, Alfredo Rauco, l'ex primo cittadino Paolo Trancassini, attuale consigliere provinciale di An e l'assessore alla Sanità sempre del comune leonessano, Maurizio Rosati, indagati, secondo quanto riportato da un quotidiano locale, per abuso di ufficio e reati ambientali in merito alla presenza di amianto sui terreni, circa 40 mila metri quadri, su cui sorgevano i capannoni dell'ex azienda Bosi. L'area era stata data in concessione edilizia per costruire insediamenti artigianali, ma, secondo la tesi dell'accusa che ha posto il terreno sotto sequestro, senza che, prima della vendita, si fosse provveduto alla bonifica. «All'atto della nostra denuncia assistemmo a una levata di scudi da parte dell'amministrazione comunale leonessana che smentì con forza le nostre accuse - commenta Lorenzetti - Ora non dovranno più rispondere a noi Verdi, ma alla magistratura. Gli esami dei terreni eseguiti dal dipartimento specializzato sull'amianto della Asl di Viterbo non lasciano dubbi. Il danno ambientale è enorme, e ora la bonifica sarà una operazione costosissima. La questione di Leonessa ripropone il tema delle presenze di amianto in troppe zone della provincia e all'interno della stessa Rieti. I comuni dovrebbero avviare un censimento delle presenze di amianto sul loro territorio e avviare una progressiva bonifica».

 

("Il Messaggero"  10 gennaio 2007)

Se la ricorda, altro che se se la ricorda l’ex Bosi. Se non altro perché gli costò tre processi e una condanna definitiva per abuso d’ufficio che gli impedì, nel 2000, di candidarsi alle elezioni amministrative di Morro in quanto il tribunale lo dichiarò ineleggibile. Oggi di quella vicenda Galafro Conti, ex sindaco di Leonessa, conserva un fastidioso ricordo anche se dopo anni ha ottenuto dalla Corte d’Appello la riabilitazione (il ricorso è stato curato dall’avvocato Giuseppe Casciani) e ora il suo certificato penale risulta di nuovo immacolato. A farlo finire sotto processo, un dibattimento assai combattuto e non privo di colpi di scena, fu la concessione che rilasciò in qualità di sindaco alla società Leonessa srl che voleva realizzare un intervento sull’area dove era stato abbattuto un capannone dell’ex Bosi, il cui terreno ricade nel sequestro disposto adesso dalla procura. Conti fu accusato di abuso d’ufficio perché risultò il progettista del piano di intervento e rilasciò un parere di fattibilità relativo alle opere di riconversione e rifacimento del capannone. Un conflitto di interessi che lui negò sempre, sostenendo che il parere rilasciato era successivo al nulla osta dato alla pratica dalla commissione edilizia comunale e dunque ininfluente ai fini dell’approvazione. Non la pensarono così nel 1993 i giudici di Rieti, quelli di Appello e pure la Cassazione che confermò la condanna riportata dall’ex sindaco. Per quanto riguarda la riconversione, nessun intervento fu mai realizzato, nonostante il parere favorevole espresso dal Commissario liquidatore nominato per il crack dello stabilimento, e questo fece crescere maggiormente le polemiche perché in precedenza il comune aveva respinto l’offerta presentata dall’impresario Marcello Nicoli che avrebbe voluto realizzare su quell’area uno stabilimento per l’imbottigliamento dell’acqua minerale. L’amministrazione preferì bandire una gara pubblica vinta dai fratelli Piva i quali demolirono solo il fabbricato industriale.
M.Cav.

("Il Messaggero"  10 gennaio 2007)

«Finalmente la tragica verità sull’amianto nell’area ex Bosi è venuta alla luce. All’atto della nostra denuncia assistemmo ad una levata di scudi da parte delComune che smentì con forza le nostre accuse. Ora non dovranno più rispondere a noi Verdi, ma alla magistratura, e questo perché quanto noi sostenevamo e denunciammo accompagnando il tutto con una apposita documentazione fotografica, è risultato assolutamente vero. Gli esami dei terreni eseguiti dal dipartimento specializzato sull’amianto della Asl di Viterbo non lasciano dubbi, il danno ambientale è enorme, e ora la bonifica sarà una operazione costosissima, sicuramente molto di più di quanto non lo sarebbe stato se si fosse proceduto alla demolizione dei capannoni ex Bosi a norma di legge. La questione di Leonessa ripropone il tema delle presenze di amianto in troppe zone della provincia e all’interno della stessa Rieti. Ora chi pagherà il danno ambientale della bonifica di Leonessa? Il comune, quindi i cittadini stessi. E chi pagherà il costo sociale del danno ambientale causato? Ancora una volta i cittadini. E cosa risponderanno questa volta gli amministratori di Leonessa ai loro cittadini che hanno vissuto per anni nel potenziale pericolo dell’esposizione alle polveri di amianto che provocano il tumore dei polmoni anche dopo 10-15 anni dall’esposizione?».
Roberto Lorenzetti (I Verdi)

("Il Messaggero"  10 gennaio 2007)

di MASSIMO CAVOLI

Sia detto per inciso e senza ipocrisie: che l’area di 40 mila metri quadrati sulla quale sorgevano i capannoni dell’industria di legname Bosi, nascondesse amianto e altri rifiuti tossici provenienti dalle demolizioni, non era un mistero per nessuno. Tanto più a Leonessa. Quello che invece, ad avviso della procura, appare sconcertante è il fatto che nel 2001 il Comune, quindi durante la gestione Trancassini (indagato per abuso d’ufficio insieme al sindaco Rauco e all’assessore Rosati), era stato avvertito della presenza di materiali pericolosi dai titolari di una carrozzeria (l’atto è allegato al’inchiesta), ma nonostante questo non era stato predisposto alcun intervento di bonifica sull’area trasformata in artigianale con delibera del consiglio comunale. Ora resta da capire fino a che punto se in Comune ”sapevano” e, in caso affermativo, perchè non sono state sospese le licenze edilizie. Resta il fatto che adesso a Leonessa, dove coloro che abitano a ridosso dell’area contaminata appaiono preoccupati per le possibili conseguenze igienico-sanitarie, rischia di innescarsi un lungo contenzioso civile tra l’amministrazione e chi aveva già costruito e poi si è visto sospendere l’attività quando la questione-amianto esplose. E’ il caso della falegnameria Chiaretti e dell’azienda per la lavorazione del marmo di Mariano Zelli che avevano acquistato i lotti per la loro attività. Da un anno, però, sono ferme dopo l’ordinanza emessa dal sindaco Alfredo Rauco all’indomani delle allarmanti relazioni presentate da vigili urbani e tecnici comunali, e adesso la situazione si è ulteriormente complicata.
«Dall’Asl abbiamo però ottenuto un progetto favorevole per il risanamento dei lotti - chiarisce l’avvocato Mauro Mattucci che assiste le due imprese artigiane - con il quale presenterò istanza alla procura per chiedere un dissequestro provvisorio. Una volta bonificate le aree sarà possibile chiedere il dissequestro definitivo in modo da consentire alle ditte di riprendere la produzione. Non si può infatti ignorare come sia la falegnameria che l’azienda di marmi abbiano già riportato danni economici consistenti a causa del fermo dell’attività aperta ricorrendo all’apertura di mutui bancari che devono comunque essere restituiti». Nessuna reazione ufficiale, invece, dal comune di Leonessa che probabilmente ricorrerà al tribunale del Riesame contro il sequestro, se non altro per avere visione degli atti contenuti nel fascicolo del pubblico ministero Lucia De Santis, la cui inchiesta avrebbe ricevuto l’avallo (previsto dalla nuova legge sui poteri del procuratore) anche del capo dell’ufficio Ugo Paolillo. Ma mentre l’inchiesta sull’amianto è giunta a una svolta, altre indagini sono pendenti in procura. Riguardano, manco a dirlo, il rilascio di concessioni edilizie per l’ampliamento di strutture alberghiere e impianti sportivi annessi in aree vincolate, la costruzione di vari edifici in zone agricole e, più in generale, tutti i permessi che abbracciano un periodo che va dal 2000 al 2004. Il tutto partito da esposti presentati da un professionista leonessano, trapiantato a Roma.

("Il Tempo"   28 dicembre 2006)

 
Nel marzo 1944 i partigiani uccisero Assunta Vannozzi a Capo d’Acqua    di SABINA BIRAGHI
 Un po' di ossa, una pallottola e le ombre lunghe di un dopoguerra, quello degli anni 1945 e 1946, scritto solo dai vincitori, con le loro fosse Ardeatine e le innumeri stragi imputate alla Repubblica Sociale, senza che nessuno mai parlasse della strage di Oderzo e dell'eccidio di Codevigo con le loro centinaia di cadaveri o delle infinite vendette personali condotte in nome della Liberazione. Così quelle ossa e quella pallottola, scavate fra Morro Reatino e Leonessa, riportano al periodo buio di quegli anni, tanto buio e tanto dimenticato da giacere, dopo il loro ritrovamento da parte dello storico Pietro Cappellari e dell’archeologo Mario Polia, nelle cantine del Tribunale di Rieti senza che di esse nulla si sia più saputo. Cappellari e Polia non sono due scavatori dilettanti, in vena di eccitanti scoperte: sono due personaggi dall’accertato valore, Polia è un luminare dell’archeologia, Cappellari un ricercatore che insieme allo studioso Enrico Carloni, con la Fondazione Istituto Storico della Rsi di Terranuova Bracciolini (www.istitutostoricorsi.org) tentano da tempo di riportare un minimo di equilibrio storico nelle vicende dell’immediato dopoguerra, quando i regolamenti di conti si intrecciarono alle vicende politiche e spesso le utilizzarono quale comodo schermo. Ma veniamo ai fatti: dopo la regolare denuncia ai carabinieri di Leonessa, l’inquietante cassetta, dal 26 agosto 2004, riposa nel tribunale di Rieti o, meglio, nel "limbo" del tribunale visto che non si sa nemmeno a quale magistrato sia stato affidato il caso, né alcun magistrato ha convocato i due ricercatori per avere qualche informazione in più, almeno capire perché e cosa i due stessero cercando. È quella specie di censura, accompagnata da un denso velo di indifferenza che accompagna tutte le vicende legate al dopoguerra, a quegli anni 45 e 46, che sembrano cristallizzate in un equilibrio che tutti preferiscono non toccare, se non addirittura evitare. Quelle ossa, secondo Cappellari, potrebbero appartenere a due ragazzi della Rsi che furono fucilati insieme ad altri giovani di Poggio Bustone, non dai tedeschi, ma dai partigiani come accadde ad altri, uomini e donne, nel territorio reatino. Il sottotenente Cappellari, infatti, sta conducendo da sei anni una ricerca storica sui crimini dimenticati della guerra civile che infiammò l'Appennino umbro-laziale tra le province di Perugia, Terni e Rieti. Un lavoro non facile. Viene fondato un comitato scientifico, al quale partecipa anche il ricercatore Enrico Carloni, di Napoli, che da 25 anni si occupa di queste vicende e si avvia un'opera di rivisitazione di tutto ciò che accadde su quelle montagne in quegli anni bui. Viene raccolto materiale documentale e si avvia un lavoro di catalogazione mai fatto prima. Nel 2000 la prima scoperta sensazionale, la storia di Assunta Vannozzi, una donna di Capo d’Acqua di Leonessa, assassinata dai partigiani senza alcun apparente motivo. Accadde all’indomani dell'occupazione di Leonessa da parte delle forze "di liberazione", in quel territorio che nell’inverno freddo isola i piccoli centri l’uno dall'altro. Lì agivano gli uomini della "Brigata Gramsci" che operavano in quella terra di nessuno prendendo di mira i paesucoli. Il 15 marzo del 44 le camicie nere della Gnr vengono fatte rientrare, la loro presenza, come quella dei carabinieri ottocenteschi, pochi e male armati, non potevano certo contrastare i partigiani. Ma gli stessi partigiani si limitavano ad azioni dimostrative, con sfilate nei paesi, temendo l’intervento delle truppe tedesche. Il 16 marzo occupano Leonessa, tutto sommato senza troppe violenze, ma dopo poche ore il passaggio di una camionetta tedesca induce i partigiani alla ritirata sulle montagne nel timore di un intervento massiccio dell'esercito germanico. Tuttavia Leonessa, priva anche del presidio della Gnr, restava terra di nessuno, dove in pratica chiunque poteva fare quel che gli pareva. In questo clima, il giorno dell'occupazione, quattro partigiani, riconosciuti come tali nel dopoguerra, prendono e raggiungono Capo d’Acqua, poche case su per la montagna, senza nemmeno una strada. Arrivano, passando per i sentieri, entrano in una casa dove vive Assuntina Vannozzi, una donna di trent'anni con il figlioletto di due. La donna è a letto, malata, le strappano il bambino, poi la buttano dalle scale, uccidendola. Non si sa perché: la donna non aveva contatti con la Rsi, non faceva politica, era vissuta sempre in montagna. La donna, che aveva una piccola terra e qualche animale, veniva utilizzata come "rifornimento viveri" dalle bande partigiana, fino a quando, esasperata, minacciò di andare a Rieti a denunciare le vessazioni. Il figlio Luigi Montini (che peraltro al tempo aveva solo due anni e che oggi vive a Milano) "giustifica" così l'assassinio della madre: «Era vista come un potenziale nemico». Ma per quell’uccisione un vero motivo non c’era, se si escludono quelli personali, molte volte in quei mesi coperti dalla lotta partigiana per arrivare a regolamenti di conti privatissimi. È il primo di una serie di episodi di violenza che portano il marchio delle bande partigiane, che hanno preso coraggio dallo sbarco, a fine gennaio 44, delle truppe americane a Nettuno. Molti partigiani sono uomini renitenti alla leva, disertori o sbandati del regio esercito scappati dalle caserme che non potendo rientrare dove c’era il fronte si univano in bande. Fino a quel momento solo imboscati nelle montagne, sull'Appennino umbro-laziale, occupati in una sorta di guerriglia che esplode dopo la liberazione in episodi cruenti. In questo clima si arriva anche all'uccisione del commissario Francesco Pietramico, abruzzese d'origine, una persona onesta, assassinato non perché fascista, ma in quanto controllore dei movimenti dei bovini e del grano stava andando a denunciare qualche episodio di mercato nero a Rieti. Viene fermata la corriera sulla quale viaggiava, l'uomo trascinato fuori, assassinato e lasciato in mutande nella neve. L'omicidio è rivendicato da una banda comunista, perché la "Gramsci" nascerà solo qualche mese dopo. La situazione precipita e il 10 marzo c’è la strage di Poggio Bustone. Un reparto fascista che viene in paese per prelevare alcuni renitenti alla leva viene attaccato dai partigiani: alcuni riescono a fuggire, ma altri si rifugiano in paese. Vengono catturati dopo che si sono arresi, sono undici, vengono fucilati ed i loro corpi seviziati. Altri due ragazzi vengono trascinati il giorno dopo sulla montagna ed uccisi. I loro corpi mai ritrovati. Cappellari e Polia ritengono che forse, quelle ossa ritrovate insieme al proiettile potrebbero essere proprio di quei giovani. Senza dimenticare Domenico Aquilini, accusato di essere fascista benchè fosse soltanto una guardia forestale, prelevato a Posta, ucciso e seviziato a Leonessa, perché così i partigiani evitarono la rappresaglia. E ancora, Jolanda Dobrilla, sedicenne nata a Capodistria, uccisa a Finocchieto di Stroncone, dai partigiani con una bomba in mano solo perché parlava il tedesco. A Rieti si ignorava quanto stesse accadendo su quei monti coperti di neve e nulla si seppe quando a metà marzo, dopo l'occupazione di Leonessa, Assunta Vannozzi venne "giustiziata". Nelle cronache partigiane non c’è traccia di queste morti, ma nella memoria della gente? «Il clima di quei giorni era di terrore, nessuno fra coloro che avevano avuto parenti in camicia nera pareva volerne conservare il ricordo - spiega lo storico Cappellari - e coloro che non erano stati coinvolti con il regime se ne facevano uno scudo, osservando i primi con nemmeno tanto velato sospetto. I partigiani avevano acquisito un potere notevole, controllando il territorio con una sorta di polizia autonominata che incuteva timore. Così chi non era stato direttamente coinvolto con il fascismo si allineò subito al nuovo ordine, a molti degli altri non restò che andarsene». Alla fine del 1944 i partigiani vengono disarmati dagli inglesi e lo stesso partito comunista li liquida. Quando nel 1949 è ormai chiaro che non c'è possibilità d'insurrezione, i partigiani non esistono più ed Alfredo Filipponi, comandante della brigata Gramsci viene addirittura espulso dal partito Comunista italiano. Restano un numero sterminato di morti, da una parte e dall'altra, la cui storia ancora non è stata scritta. Come nel caso di Assuntina Vannozzi. «Mi capitò per caso - è ancora Cappellari che racconta - che qualcuno mi parlasse di questa donna. Ho casa a Leonessa, mi sono sempre interessate le vicende della gente e così cerco di capire. Ho trovato omertà e silenzi. Finché qualcuno, nella frazione, mi disse: l'hanno ammazzata i tedeschi. Una versione ufficiale, partigiani o tedeschi era lo stesso. Epurata dalla memoria del territorio, nessuno sa che è successo, chi ne ha parlato ne ha infangato la memoria a livello di denuncia penale. Tutte le persone innocenti uccise dai partigiani erano spie e avevano contatti sessuali con i tedeschi, quindi puttana e che faceva la spia». C'è amarezza nelle parole del ricercatore, ricordando come nell'enciclopedia della resistenza non c'è il nome di Assuntina, ma si dice: «Uccisa giustamente dai partigiani prostituta e spia al servizio dei tedeschi». Certo, furono fatti dei processi ad un po' di partigiani arrestati. Processi tutti finiti con il non luogo a procedere perché "si era trattato di azioni di guerra". Quindi tutti amnistiati con il "decreto Togliatti" e tutti a casa. Accanto a quelle famiglie cui avevano ammazzato padri, figli, parenti. Azioni di guerra, anche se quelle azioni, con i tedeschi e con la guerra non c'entravano niente. Pietro Cappellari è un fiume in piena, non ci sta a quella che lui definisce una "mistificazione" della storia degli anni del dopoguerra: «Troppa gente ci ha campato, scrivendo libri e libri che indirizzavano la storia a senso unico, fino a quando si è arrivati a un punto che era impossibile sostenere ancora certe cose. Si è arrivati alle foibe ed allora quegli stessi che le negavano si son buttati sull'argomento, pur di non perdere il monopolio della ricostruzione storica a propria misura. Ma il fatto è che oggi pare non importi a nessuno, che cosa accadde davvero». Quel che oggi scrive Pansa, è il pensiero di Cappellari, lo scrisse quarant'anni fa Pisanò e nessuno gli diede credito, naturalmente, perché era fascista. «Ma la storia d'Italia -afferma lo studioso- è stata costruita a tavolino dai sacerdoti della resistenza e sempre da loro continua ad essere gestita. Ed è difficilissimo spezzare quei circoli, scrivere una storia diversa». La storia che sta scrivendo, insieme con un gruppo di studiosi, dell'Italia dal 1945 al 1949, quella storia molto dimenticata e molto cancellata a cominciare dall'occupazione delle truppe inglesi che non fu tutta caramelle e cioccolatini. Come il vero volto del partito Comunista di allora, che puntava ad un'Italia sul modello stalinista. «Abbiamo quasi concluso il lavoro - annuncia Cappellari- ed è stata una fatica notevole. Il volume su Rieti della "Storia della guerra civile sull’Appennino umbro-laziale" uscirà nel 2007, a quello su Terni manca la revisione documentale è quasi pronto quello su Perugia. Il materiale è vastissimo come è tanto il tempo che occorre per fare le ricerche anche perché non abbiamo neanche potuto beneficiare di quei documenti a disposizione di chi ha sempre gestito quel periodo storico». L’obiettivo del prof. Pietro Cappellari, invece, insieme al prof. Enrico Carloni è di riportare alla luce delitti dimenticati, documenti inediti sulla guerra civile, volti e persone cancellate senza motivo, ma soprattutto raccontare un pezzo di storia tentando di smantellare quella che oggi appare come una costruzione mitologica della resistenza.