Corriere di Rieti   2/6/2006

Comune in guerra contro la modifica della legge che consentiva la costruzione di nuove piste

 

“Terminillo, un futuro che sfuma”

 

Costini: la Regione taglia le gambe al turismo invernale

 

RIETI - "Apprendo con profondo disappunto e rabbia - ha dichiarato l'assessore al Terminillo del Comune di Rieti, Felice Costini - la notizia dell'abrogazione, con un emendamento della finanziaria, della legge regionale che permetteva l'apertura di nuovi impianti di risalita sul Terminillo. Il presidente Marrazzo, per l'ennesima volta, viene meno alla sua parola, penalizzando pesantemente la nostra provincia". E' guerra aperta contro la Pisana, che, secondo Costini, mette a rischio lo sviluppo del Terminillo. Era stato infatti lo stesso governatore ad assicurare che i progetti per le nuove piste sarebbero stati mantenuti, proprio per assicurare il rilancio dello sviluppo della montagna reatina. "Ancora una volta - ribadisce Costini - Marrazzo smentisce con i fatti le proprie parole, danneggiando e compromettendo il futuro del nostro territorio: la legge, che era stata promulgata dalla giunta Storace, avrebbe permesso la costruzione di nuove piste, soprattutto sul versante nord del Terminillo, permettendo tra l’altro l’utilizzo di un investimento privato pari a 60 milioni di euro, dando nuovo  impulso al turismo invernale, permettendo l’ammodernamento di una stazione sciistica ferma da 50 anni. Ovviamente l’apertura di nuove piste doveva prevedere il taglio di alcuni alberi ma la legge, come d’altra parte in tutte le regioni d’Italia., prevedeva la ripiantumazione in altro sito, di un numero di piante doppio rispetto a quelle tagliate. Questa legge era uguale a quelle presenti in Trentino, Abruzzo, Valle D'Aosta, cioè in tutte quelle regioni in cui il turismo invernale è considerato strategico nello sviluppo economico dei territori. Invece l'attuale maggioranza di centrosinistra regionale, cedendo ai ricatti degli integralisti verdi, riporta la nostra provincia indietro, tornando ad una cultura vincolistica capace solo di frenare qualsiasi ipotesi di miglioramento e di sguardo verso il futuro". Secondo Costini, la cultura del no a tutti costi, "di coloro che si autoproclamano difensori di territori che non conoscono e che non vivono, rischia di dare il colpo finale alla nostra provincia, chiudendo qualsiasi ipotesi di miglioramento.

Corriere di Rieti   4/6/2006

La Provincia risponde al Comune di Leonessa dopo lo stop della Regione ai nuovi impianti

“Sul Terminillo nessun passo indietro”

LEONESSA - (p. c.) "Il programma integrato degli interventi permetterà di superare le problematiche generate dalle modifiche introdotte dall'ultima finanziaria regionale consentendo comunque uno sviluppo sciistico del monte Terminillo, anche per quanto riguarda il versante leonessano". Roberto Giocondi, vicepresidente della Provincia di Rieti, risponde invitando alla programmazione ed al "fare squadra" a livello territoriale all'allarme lanciato dal Comune di Leonessa con cui si puntava il dito sulla soppressione da parte dell'attuale giunta regionale del Lazio del comma 3bis dell'articolo 8 della leg­ge regionale 24 del 1998 inserito da Storace accusando la Provincia di Rieti di "inerzia". "Non siamo affatto stati inermi di fronte alla  progettualità che riguarda lo sviluppo del Terminillo - precisa Giocondi - e stiamo procedendo confrontandoci con tutti i Comuni del comprensorio e' continuando a mantenere contatti con gli uffici regionali   preposti per redigere un piano integrato degli   interventi che dovrà passare in consiglio provinciale e poi in Regione che permetta al di là delle modifiche legislative che sono state attuate di intervenire sul Terminillo sia per la creazione del parco, sia per i rimboschimenti e sia per i nuovi impianti sciistici" Quanto al progetto di 55milioni di euro della Isic spa di cui il sindaco leonessano Alfredo Rauco, la maggioranza in Comune ed il consigliere provinciale Paolo Trancassini hanno paventato la perdita con le nuove disposizioni regionali annunciando una forte mobilitazione, Giocondi minimizza. "Il progetto iniziale della Isic così come presentato inizialmente non andava bene - ha detto - ma una versione corretta è contemplabile nel piano integrato degli interventi, quindi la cosa più utile da fare in questa fase è evitare le polemiche con le quali di certo non aiutiamo la prosecuzione del progetto. Bisogna invece continuare a lavorare insieme per arrivare in Regione con un piano che sia  comprensivo delle esigenze di tutti i Comuni interessati''. Un atteggiamento giudicato "imbarazzante" da parte del consigliere provinciale Trancassini che invita il presidente della Provincia di Rieti "ad un confronto pubblico sulla vicenda, scelga lui il moderatore ed il luogo della conferenza stampa". "Un presidente - scrive Trancassini - che vede il proprio territorio umiliato da una modifica legislativa da parte del presidente della Regione deve alzare la voce sempre, a prescindere dall'appartenenza politica. Un presidente che non si oppone e non vince la battaglia per la realizzazione di nuovi impianti realizzati con fondi privati deve dimettersi".“Sull`Alcatel - aggiunge spiegando che "realizzare il progetto Isic oggi, contro l'attuale normativa, significherebbe mettere in piedi un'attività in ogni momento a rischio di corso al Tar" - abbiamo combattuto per fendere un'azienda storica che può lasciare la nostra provincia e questo è giusto. Su finanziamenti privati portati dalla Isic ora la politica è chiamata solo a dare risposte costruttive. Ora invece prendiamo atto di una Regione che ostacola lo sviluppo del  Terminillo con la complicità della Provincia

Il Tempo 4/6/2006

 

La Regione boccia la realizzazione di impianti sciistici: insorgono i sindaci contro il presidente della Provincia

 

"Adesso Melilli deve dimettersi "

Tradite le aspettative degli operatori turistici del Terminillo, di Leonessa e Cittareale

 

La Regione Lazio abroga la norma che consente la realizzazione di nuovi impianti sciistici e il centrodestra reatino "insorge" chiedendo le dimissioni del presidente Melilli. Le nuove misure del centrosinistra, di fatto, cancellano le aperture siglate dall'ex giunta Storace e «tradiscono» le aspettative degli operatori turistici del Terminillo, di Leonessa e di Cittareale. L'abrogazione è Avvenuta con un emendamento della finanziaria della legge regionale. I primi a rendersi conto del "siluramento" sono stati il sindaco Rauco di Leonessa e i1 consigliere provinciale Trancassini. Ieri si sono miti al coro i giovani di 'Liberamente Rieti", Giancarlo Turina dell'Udc, il Gruppo consiliare di Forza ltalia in Provincia e il presidente di An Chicco Costini. Oggi è tornato sull'argomento il consigliere Trancassini. «II silenzio assordante dell'Amministrazione Provinciale vuoi dire complicità in questa incredibile scelta della Regione di Marrazzo - ha scritto Trancassini - e allora un presidente Melilli che vede il suo territorio umiliato e non muove un dito deve solo dimettersi. Il centrosinistra non solo non rappresenta questo territorio ma addirittura lo penalizza e allora si torni alle urne». Rincara la dose la federazione provinciale di An. «La politica di Marrazzo penalizza pesantemente la nostra provincia dice Costini - Prima ci ha cancellato l'assessore regionae promesso; poi ha continuato a promettere, e a non mantenere, sul Cotral e sulle politiche sanitarie, ora l'arrogante cancellazione dei nuovi impianti sciistici. Un anno e mezzo fa, in campagna elettorale, era stato infatti lo stesso governatore ad assicurare che i progetti per le nuove piste sarebbero stati mantenuti, proprio per assicurare il rilancio dello sviluppo della montagna reatina. La legge che era stata promulgata dalla giunta Storae avrebbe permesso la costruzione di nuove piste, soprattutto sul versante nord del Terminino, permettendo tra l'altro l'utilizzo di un investimento privato di circa 60 milioni di euro, dando nuovo impulso al turismo invernale, permettendo l'ammodernamento di una stazione sciistica ferma agli anni 50 e facendo occupazione.

L'apertura di nuove piste - ha aggiunto Costini - doveva prevedere il taglio di alcuni alberi, ma la legge, come d'altra parte in tutte le regioni d'Italia, prevedeva

 la ripiantumazione in altro sito di un numero di piante doppio rispetto a quelle tagliate. Questa legge era uguale a quelle presenti in Trentino, Abruzzo, Valle D'Aosta».

 

 

Il Tempo  11 giugno 2006

di PAOLO DI LORENZO
«I LEONESSANI e i reatini che spingono per lo sviluppo del turismo ...
... montano e delle stazioni sciistiche sono stati "traditi" dal presidente Marrazzo e dal presidente Melilli e per questo si accingono a manifestare energicamente martedì mattina, 13 giugno, all'interno della Sala Consiliare di Palazzo d'Oltrevelino». Le parole, durissime, sono del consigliere provinciale Paolo Trancassini, del sindaco di Leonessa Rauco, del sindaco Emili e del presidente di An Chicco Costini. «La Regione Lazio ha voltato le spalle allo sviluppo sciistico del Comprensorio Terminillo-Leonessa - ha detto Emili - ma noi non subiremo passivamente questa scelta vergognosa del centro-sinistra. Da una parte parlano di sviluppo del turismo e della montagna e dall'altra mortificano le nostre famiglie, cedendo ai ricatti della cultura del No di Verdi, comunisti e post-comunisti». Ma riepiloghiamo sul «che cosa» è successo. Nonostante i proclami fatti poco più di un anno fa in campagna elettorale, la Giunta rosso-verde della Pisana ha votato investimenti solo per il litorale romano e ha bloccato qualsiaisi progetto da realizzarsi in montagna; c'è stata, addirittura, l'abrogazione di una legge fatta dall'Udc Ciocchetti e dall'ex presidente Storace circa l'ampliamento e la modernizzazione dei bacini sciistici. «Il Presidente Marrazzo — hanno osservato il sindaco di Leonessa Rauco e il consigliere provinciale Trancassini — con un colpo di spugna ed in modo estremamente subdolo, vista la mancata pubblicità di quanto posto in essere e la collocazione dell'editto all'interno della legge finanziaria per l'esercizio 2006, contrariamente a quanto affermato in campagna elettorale e direttamente ai cittadini di Leonessa nell'incontro avvenuto in un noto albergo locale, ha inferto un duro colpo sulla possibilità di qualsiasi sviluppo del comprensorio sciistico del Monte Terminillo ed in particolare del versante Leonessano. Infatti con propria legge 28 Aprile 2006, n. 4 pubblicata sul B.U.R. del 29 aprile 2006, n. 12, ha soppresso il comma 3 bis dell'art. 8, della L.R. n. 24/1998, inserito dalla Giunta del Presidente Storace, con L.R. n. 18/2004, che prevedeva deroghe per sviluppo ed occupazione nelle nostre montagne. Se il centro-sinistra non torna indietro brucia 55 milioni di euro di investimenti decisi dai privati su Leonessa». Cosa recitava la legge approvata dal centro destra regionale? «Testualmente recitava - ha precisato Costini - Qualora lo sviluppo delle attività sportive comporti la necessità di razionalizzare o integrare bacini sciistici intercomunali anche con taglio di alcuni alberi, l'importante è garantire il rimboschimento compensativo con specie autoctone. In altre parole, difendendo l'ambiente si potevano migliorare piste ed impianti di risalita sulle nostre località sciistiche».

Il Tempo  14 giugno 2006

 
 «UCCIDERE il Terminillo è uccidere lo sviluppo delle nostre montagne».
di PAOLO DI LORENZO
Con questo maxi striscione, magafoni e volantini, ieri mattina, si è aperta la protesta di sindaci montani, operatori turistici, commercianti leonessani e di Pian de' Valli e simpatizanti del centrodestra. Tutti gli slogan, rigorosamente in negativo, sono stati rivolti al presidente della Regione Marrazzo, a quello della Provincia Melilli e all'assessore al Terminillo Giocondi. «La Regione Lazio ha voltato le spalle allo sviluppo sciistico del Comprensorio Terminillo-Leonessa - ha detto il capogruppo di Forza Italia Nicolai - Melilli e il centrosinistra sono prigionieri dei No global, dei Verdi e dei Comunisti. Da una parte parlano di sviluppo del turismo e della montagna e dall'altra mortificano le nostre famiglie, cedendo ai ricatti dei comunisti e postcomunisti. Giocondi, Melilli e i reatini devono sapere che molti romani non scelgono più Leonessa e Terminillo perché gli impianti sono vecchi e così se ne vanno in Abruzzo e in Toscana. La nostra offerta sciistica è ferma al 1970 e boicottare il miglioramento delle piste significa distruggere ogni prospettiva di sviluppo». Dalla Provincia l'assessore Giocondi e il presidente Melilli hanno cercato di difendersi con la frase che nessun progetto di ampliamento è stato rigettato dalla Regione ma il «colpo di spugna» della Giunta Marrazzo è sotto gli occhi di tutti. «Melilli è politicamente complice e Giocondi balbetta – hanno osservato il sindaco di Leonessa Rauco e il consigliere provinciale Trancassini – il colpo di spugna di Marrazzo c'è stato e in modo estremamente subdolo, vista la mancata pubblicità di quanto posto in essere e la collocazione dell'editto all'interno della legge finanziaria per l'esercizio 2006, contrariamente a quanto affermato in campagna elettorale e direttamente ai cittadini di Leonessa nell'incontro avvenuto in un noto albergo locale, ha inferto un duro colpo sulla possibilità di qualsiasi sviluppo del comprensorio sciistico del Monte Terminillo ed in particolare del versante Leonessano. Se il centrosinistra non torna indietro brucia 55 milioni di euro di investimenti decisi dai privati su Leonessa e va in fumo anche ogni possibile (e credibile) ammodernamento delle piste in Vallonina, a Terminillo, Cantalice e Micigliano».

 

di Marco Fuggetta ("Il Tempo" Domenica 5 novembre 2006)

Non c'è pace per il progetto di ampliamento dei bacini sciistici, nonostante pochi giorni  addietro il rendez-vouz romano tra il governatore Piero Marrazzo, i rappresentanti leonessani   guidati dal sindaco Alfredo Rauco e dal consigliere provinciale Paolo Trancassini, il  Presidente della Provincia Fabio Melilli sembrava aver messo tutti d'accordo sulla strada da  percorrere per realizzare quelle tanto desiderate piste da sci sul versante nord del   Terminillo, e cioè l'apertura a breve di un tavolo tecnico in Provincia. E invece è di ieri la   notizia che la sinistra radicale reatina si è messa di traverso. In pratica Verdi,  Rifondazione ed altri dicono che non se ne parla assolutamente di approvare quel progetto. Non  con il loro benestare. E Trancassini torna ad infuriarsi: "I mal di pancia della sinistra sono   la prova del nove che la sinistra è contro lo sviluppo" esordisce " e oltretutto è anche l'ennesima dimostrazione che i leonessani sono stati ascoltati più a Roma che dai nostri  rappresentanti provinciali". Certo è che la presa di posizione dell'ala radicale della  sinistra è sembrata sorprendere tanti, in primis quegli stessi amministratori leonessani che  hanno "marciato" a Roma lo scorso 19 ottobre insieme ai loro concittadini rappresentanti dei   partiti di centrosinistra, compresi di quelli radicali rosso-verdi. «Vorrei chiedere a questi  signori - punzecchia Trancassini - se conoscono l'opinione dei loro elettori leonessani. Se li   contattassero scoprirebbero che esponenti locali dei loro stessi partiti hanno partecipato    
alle nostre iniziative. Oltretutto questa è la dimostrazione che i signori della sinistra  radicale reatina non sanno fare il loro mestiere se è vero, come è vero, che i loro stessi rappresentanti ed elettori leonessani non li seguono. Comunque hanno dimostrato ancora una volta di non conoscere il progetto che, è bene ricordarlo, ha già la valutazione positiva  d'impatto ambientale". Ma l'avvocato ex sindaco di Leonessa è anche un consigliere provinciale  targato AN e allora attacca a testa bassa la sinistra concentrandosi sul dramma del lavoro che  se ne va, dramma che Rieti sta vivendo ancora una volta con il caso BembergCell. "Oggi   l'ennesima azienda reatina chiude. Ed è gravissimo - conclude Trancassini - che da parte di  questa sinistra ci sia la volontà di contrastare un modello di sviluppo, anche occupazionale,  alternativo come lo è il nostro progetto, scegliendo ancora una volta la politica della pacca sulla spalla al lavoratore senza ricercare soluzioni e ricette diverse".                      

 

Il Messaggero  11 Giugno 2006

Durissimo attacco di An dopo che la Giunta regionale ha cancellato legge di Storace

«Marrazzo affossa il Terminillo»

Melilli replica: Lo sviluppo della montagna non dipendeva da quella norma

di ILARIA STRINATI

Una conferenza stampa arrabbiata , per denunciare «l'ennesimo schiaffo inflitto dalla Regione allo sviluppo del Terminillo», per chiamare tutti i reatini «ad una mobilitazione generale in difesa della loro montagna». Si alternano nell'aula consiliare del Comune, i lunghi ed infervorati interventi dell'assessore Chicco Costini , del consigliere provinciale di An Paolo Trancassini , dei sindaci Giuseppe Emili ed Alfredo Rauco , Leonessa. Parte il primo attacco. E' per la Regione che, in sede di approvazione della Finanziaria, «ha cancellato con un colpo di spugna - tuona Costini - e senza coinvolgere i comuni interessati la legge varata dalla Giunta Storace che consentiva di realizzare impianti sciistici sul Terminillo, con particolare riferimento al versante Nord (in deroga al Piano paesistico che bloccava simili interventi sopra ai 1200 metri di altezza). Ora, grazie alla Giunta Marrazzo , lo sviluppo della montagna resta bloccato. Dov'erano i nostri consiglieri regionali (tutti e tre, s'intende, ndr) mentre veniva approvato questo emendamento?». E’ solo l'inizio di una protesta che il centrodestra si prepara a portare un po' ovunque: dal Comune (è pronto un ordine del giorno nel quale si chiede al sindaco Emili di intervenire presso Marrazzo al fine di aprire un tavolo di concertazione), agli uffici della Regione dove addirittura non si escludono forme d'occupazione. Senza dimenticare di passare però per la Provincia di Rieti, con la quale tuttavia era in corso da mesi un comune progetto di rilancio della montagna. Va giù pesante Trancassini, che - mentre vede sfumare il sogno di realizzare il comprensorio sciistico Terminillo-Leonessa, «per il quale erano già pronti 55 milioni di euro d'investimenti da parte di privati che ora stanno seriamente pensando di abbandonare il progetto» - si lancia a testa bassa contro Fabio Melilli, spingendosi a chiederne le dimissioni.
Pacata, ma ferma la replica del presidente: «Non credo che lo sviluppo del Terminillo possa passare attraverso una legge fatta all'ultimo minuto e che, tra l'altro, non teneva conto di aspetti imprescindibili come la valutazione dell'impatto ambientale. Piuttosto, Costini e Trancassini si chiedano cosa sia stato fatto per Leonessa nei cinque anni di Giunta Storace. Praticamente niente». Ed ancora: «Stiamo ultimando il Piano di valorizzazione del Terminillo concordato con i sindaci di tutti i comuni interessati e presto lo sottoporremo all'attenzione della Regione. Mi stupisce che l'assessore Costini parli in tali termini, dal momento che il centrodestra in quindici anni di governo del Comune non è riuscito a fare assolutamente nulla per il Terminillo». Che, intanto, sta lì a guardare.

Il Messaggero  Martedì 13 Giugno 2006

Terminillo, nessuna rinuncia allo sviluppo

Regione e Provincia: «Accuse assurde, i progetti vanno avanti»

Aspettando la marcia su Rieti pro Terminillo minacciata dal consigliere provinciale Paolo Trancassini e dall'assessore comunale Felice Costini, sul tema - rilancio sì, costruzioni no e allora come? - arrivano le reazioni di Regione (il presidente del consiglio Pompili e i consiglieri reatini Perilli e Massimi), Provincia (il vice presidente Giocondi) e Verdi (il presidente Lorenzetti). «La considerazione più facile e scontata è quella di ricordare a chi oggi strilla e urla che sono passati diversi lustri senza che sia stato costruito nulla di concreto per il rilancio della montagna - si legge nella nota della Regione - La Giunta Marrazzo riconferma la piena disponibilità a sostenere le proposte di miglioramento del bacino sciistico del Terminillo che la Provincia sta costruendo con il coinvolgimento degli enti interessati». Proposte, fa sapere la Provincia, che sono state riassunte in un piano di interventi che «non contempla solo una razionalizzazione e ampliamento del bacino sciistico, ma prevede allo stesso tempo la realizzazione del Parco Regionale del Terminillo, nonché importanti interventi sulle caratteristiche ambientali, paesaggistiche, e sulla viabilità d'accesso a pian de Valli». Piano che «verrà approvato entro il 25 giugno visto che le modifiche introdotte dalla finanziaria regionale 2006 non intaccano le procedure amministrative su cui sono stati predisposti gli interventi». E arriviamo alla ratio delle modifiche (della Giunta Storace, 2004) e contro modifiche (della Giunta Marrazzo, 2006) alla legge di tutela ambientale (del Ministro Bottai, 1939) che trovò applicazione con il cosiddetto decreto Galasso (1985) e, su scala regionale, con la legge sui piani paesistici (della Giunta Badaloni, 1998). «Altro che colpo di mano contro Rieti e contro lo sviluppo del Terminillo - scrivono i Verdi - si cancella una legge vergognosa che avrebbe consentito sanatorie degli abusi edilizi ovunque, perfino nelle aree protette, consentito l'edificazione anche in riva al mare, cancellato le zone di rispetto anche per motivi di sicurezza, dei fiumi e una serie di altre nefandezze che suscitarono le ire di chiunque avesse un minimo di buon senso. E' vero, cancellando i contenuti di quella legge si è tornati all'impossibilità di radere al suolo non qualche albero come vorrebbero far credere, ma 50 ettari della più antica e importante faggeta dell'emisfero nord, quella appunto del Terminillo protetta non solo da leggi nazionali, ma anche da precise norme della Comunità Europea. Quindi aldilà delle volontà della Provincia di Rieti, che ci sembra abbia tentato un percorso di mediazione, i deliri privatistici che avrebbero condotto ad una vera e propria svendita del Terminillo di Trancassini&C avevano ben poche possibilità di avere successo». Come non l'ha avuto il tentativo di una parrocchia romana (dei Santi Gioacchino e Anna) di organizzare al Terminillo un ritiro per i suoi 30 catechisti: l'albergo dove era stato prenotato il week end ha prima accettato la prenotazione, poi avvisato il gruppo dell'indisponibilità del gestore. Sarà per un'altra volta, se Dio vuole.
A.L.
 

Il Messaggero Mercoledì 14 Giugno 2006

Terminillo, respinto l’assalto di An

Ma poi il centrosinistra si squaglia quando Forza Italia chiede di sostenere il progetto della ferrovia

di ALESSANDRA LANCIA

Testa coda del centro sinistra in Provincia che nel consiglio "laghi & monti" di ieri prima respinge l'assalto del centro destra per avere un pronunciamento sul Terminillo contro la Giunta Marrazzo , poi, al momento di votare un altro ordine del giorno stavolta per perorare presso il nuovo Governo la causa della ferrovia Passo Corese-Rieti si dilegua lasciando in aula il solo Filippo Lucentini . E mentre lui - alle 4 e mezzo del pomeriggio - fronteggia gli urlacci dei facinorosi - e seguire di Chicco Costini - Paolo Trancassini più goliardicamente tana i capigruppo di Ds e Margherita Bruno Chiarinelli e Vincenzo Lodovisi dietro la porta dell'aula che fanno capoccella . La seduta era cominciata con altri urlacci e assai minor tasso ironico alle 10 del mattino, con lo stesso Costini che guida un manipolo di leonessani e ragazzi della destra alla presa della "piccionaia" e Paolo Trancassini in aula che viene alle parole con Fabio Melilli . Al centro dello scontro il destino del Terminillo e la possibilità di farne «l'industria turistica» del comprensorio attraverso il piano dei privati caldeggiato dall'ex sindaco di Leonessa. Piano che però, al ritorno della calma e all'inizio del dibattito vero e proprio (è ormai la mezza, 'chè prima ci si è accapigliati a dovere sulla questione della navigabilità dei laghi, di cui riferiamo a lato) il presidente della Provincia smonta pezzo a pezzo: «Lo avete sbandierato come fosse cosa fatta, a partire da quei 55 milioni di euro di investimenti dei privati - dice Melilli - peccato che al momento quel piano sia solo materia per architetti e ingegneri, visto che manca chi ci metta i soldi. Un po' come la storia di Ritel con Alcatel...». Prima di lui era stato il vice presidente Roberto Giocondi a ricordare che altro era il piano faticosamente concordato dalla Provincia con i comuni del Terminillo, incluso quello di Leonessa: «Non un compromesso al ribasso ma il faticoso raggiungimento di una sintesi rispettosa di tutte le sensibilità». «Con tutto il rispetto, io me ne frego della sensibilità di chi fa il Verde sulle spalle degli altri - replica Trancassini - chi mi giura che il piano che volete concordare con i comuni e la Regione non sia poi impallinato dal primo accchiappafarfalle che passa con un ricorso al Tar? Noi non vi chiediamo soldi, ma di impegnare l'intero consiglio provinciale in una battaglia contro la Giunta Regionale per evitare che furbate come quella fatta passare sul treno merci della Finaziaria blocchino di nuovo tutto». Niente da fare: sul punto l'opposizione tiene ma anche la maggioranza fa altrettanto votando un documento assai più blando. E questo mentre dal comune il sindaco Emili e l'ex sindaco Cicchetti replicano alle accuse della Provincia di aver latitato 12 anni dal Terminillo: «Alzi gli occhi, presidente: vedrà quel gioiellino del Campo d'altura, la pavimentazione a pian de Valli...» (le fogne no, che stanno, starebbero sotto terra...). E' quando tocca all'ordine del giorno di Michele Nicolai (FI) sulla necessità di sostenere la ferrovia per Roma che il centro sinistra sbanda, arretra e si squaglia: peccato, dopo due anni era la prima, robusta seduta vista in Provincia, governata con perizia dal vice presidente del Consiglio Oreste Pastorelli . «Ci volevamo noi per movimentare un po' la scena» gigioneggia Costini mentre ripiega lo striscione pro Terminillo. Può servire ancora: i giorni del Governo sono alle spalle, ricomincia la lotta. E quella costa.