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Leonessa, 4 Febbraio
2012 - E’ stata
donata dall’artista
Massimo Bigioni alla
Confraternita dei Frati
Cappuccini di Leonessa
un imponente opera
d’arte che il pittore ha
realizzato in onore del
Santo Patrono della
città. La cerimonia si è
svolta presso il
Santuario di
San Giuseppe nella sera
di venerdì 3 febbraio.
Così nella grande chiesa
che racchiude le spoglie
del Santo, accanto agli
affreschi di Giacinto
Boccanera e
dell’architetto Virginio
Monti, adesso c’è anche
la tela del pittore
leonessano. Un grande ed
indissolubile amore lega
la popolazione locale
alla figura di San
Giuseppe, e Bigioni
figlio della sua terra
ha voluto con questo
lavoro rendere omaggio
al Santo Patrono. Una
pittura di altri tempi
quella di Massimo che
trova il suo punto di
forza proprio nella
rappresentazione
dell’arte sacra. Il
creativo, come gli
artisti di epoche
remote, trae
ispirazione per le
proprie creazioni dalle
pagine più belle della
bibbia e delle vite dei
Santi. Sono tempi
lontani che grazie a
Bigioni tornano a
risplendere su opere
imponenti di grande
valore sia stilistico
che morale. Massimo, da
sempre è animato da una
profonda fede, da valori
genuini che lo portano
con magistrale capacità
ad interpretare temi di
grande valenza
spirituale. Davanti a
lui al suo modo di
lavorare, di
interpretare la pittura
il pensiero corre alle
botteghe d’arte del
cinquecento e del
seicento italiano,
tornano alla mente le
creazioni del Perugino,
di Raffaello, di
Michelangelo. Era
l’epoca in cui l’arte
aveva un valore
spirituale assoluto e
così gli artisti
cantavano il loro amore
per il Signore. Bigioni,
sembra uscito da una di
quelle botteghe,
compagno di avventura di
quei maestri animato
dal desiderio di poter
realizzare lavori che si
accordano alle note
dell’immortalità. Anche
se la sua arte trova
ispirazione nelle opere
di Caravaggio, e del
Murillo, dai quali
riprende la forza,
l’espressività della
figura che tuttavia da
lui viene ingentilita .
Il suo sguardo diventa
lucente ogni volta che
varca la soglia di un
santuario, di una
chiesa, sia che sia una
pieve di campagna o una
grande cattedrale, la
sua mente si perde tra
quei dipinti, in quelle
creazioni come a voler
apprendere qualcosa da
ognuno di loro.Artista
dall’animo puro, di una
impalpabile sensibilità,
un uomo che ha
conosciuto sofferenze e
sconfitte ma alle quali
la vita gli ha regalato
la capacità di
riscattarsi proprio
attraverso l’ arte.
Nasce così l’ultima
fatica di Massimo,
figlia in primis del suo
amore per San Giuseppe
da Leonessa, quel Santo
che già in vita ha fatto
tanti miracoli e
conosciuto anche per le
sue doti taumaturgiche.
Fin dagli esordi nel
campo dell’arte, Bigioni
ha sempre desiderato
realizzare un’ opera che
rappresentasse il
patrono della sua città.
Non era importante per
lui il posto dove fosse
collocata, ma
l’essenziale era che per
i devoti fosse
un’immagine davanti cui
pregare. Osservando
questo lavoro ci torna
alla mente la Madonna
del Parto di Piero della
Francesca, e come il
pittore toscano anche
Bigioni ha visto prima
l’uomo e poi il Santo in
Giuseppe. Massimo ha
voluto rappresentare una
figura rassicurante, in
cui ogni pellegrino,
ogni credente può
trovare conforto. Tra
le calde cromie degli
ocra, dei colori della
terra, si erge la figura
del Santo immortalato
nel momento della sua
liberazione in terra di
Costantinopoli. San
Giuseppe era un
temerario, dopo aver
preso i voti nella
confraternita dei frati
cappuccini, partì per le
missioni arrivando fino
a bussare al palazzo del
re dei turchi, qui venne
fatto prigioniero e per
tre giorni tenuto appeso
con una corda per un
braccio ed una gamba
fino a quando non fu
liberato. |