Fonte "Il Messaggero"  ed. Rieti

Domenica 4 Febbraio 2001
LEONESSA

Campo Stella, è qui la festa
e oggi si attende il pienone

Nevica e fra freddo un po’ ovunque ma suoi stati generali l’inverno sembra li abbia voluti convocare proprio qui a Leonessa. Il quadro della situazione è incoraggiante: neve tra gli acciotolati del paese, neve ai bordi delle strade, neve sui gradini della chiesa e nella campagna circostante, neve soprattutto in montagna. Piste battute, visibile movimento in paese (ieri le piste della stazione sciistica erano chiuse ma oggi funzioneranno regolarmente) e buona affluenza di turisti ieri in serata, turisti, perlopiù romani, che nei paraggi in ogni caso capitano e soggiornano a prescindere dalla neve. Temperatura rigida, finalmente invernale (si consigliano le catene specialmente nelle ore più a rischio, la mattina sul presto e la sera). Ieri a Campo Stella lo strato nevoso ha raggiunto i settanta ottanta centimetri di spessore, dunque una dimesnione assolutamente incoraggiante. In paese alle 15.30 il mercurio è sceso sino a toccare i meno quattro, la qual cosa naturalmente fa ben sperare e induce all’ottimismo. Albergatori e promotori turistici di Leonessa, confortati come i loro colleghi del Terminillo e di Selvarotonda dall’abbondante nevicata della settimana scorsa, sperano nel tutto esaurito di oggi. Le previsioni, il bollettino metereologico spiega che la sostanziale presa di posizione dell’inverno nei confronti delle situazioni climatiche che fino a pochi giorni or sono (la perdurante attività dello scirocco) non avevano permesso alle montagne di vestire gli abiti usuali dovrebbe prolungarsi.

 

Domenica 11 Marzo 2001
Contro il malcostume dell’abusivismo il sindaco di Leonessa, Trancassini , dichiara guerra al lavoro artigiano retribuito in nero

Il Comune di Leonessa dichiara guerra al lavoro artigiano abusivo e retribuito in nero. Le concessioni edilizie verranno comunicate alle organizzazioni sindacali di muratori, falegnami, elettricisti, idraulici e tutti gli altri artigiani, con lo scopo di verificare gli esecutori dei lavori e se essi siano regolarmente inscritti secondo le leggi. «Per la precisione - spiega il sindaco Paolo Trancassini - avvertiremo le confederazioni della Cna, Confartigianato e Casa ogni volta che, rilasciata una qualsiasi autorizzazione edilizia da parte dell'ufficio tecnico, i direttori dei lavori ci comunicheranno l'inizio dei lavori con la dicitura "Economia diretta", una frase che spesso maschera il malcostume di realizzare lavori con personale abusivo che non paga le tasse a danno degli artigiani regolarmente conosciuti da parte del fisco». Non si corre il rischio di sparare nel mucchio? «Non credo - conclude il sindaco - il nostro scopo non è quello di generalizzare, chi è in regola non ha nulla da temere; certamente non tutti quelli che comunicano i lavori in "economia diretta" sono fuorilegge, ma questa dizione nasconde molto spesso lavori in nero. In questo modo intendiamo operare un controllo chiaro contro l'abusivismo, specie in un momento di crisi come l'attuale; le confederazioni sindacali si sono dichiarate molto soddisfatte dell'iniziativa e, una volta ricevuta la nostra segnalazione, la gireranno ai loro rappresentanti locali che potranno andare a controllare i cantieri. Sicuramente è un provvedimento impopolare e che ci farà guadagnare molti nemici, ma gli artigiani regolari devono essere tutelati; spero che anche altre Ammnistrazioni Pubbliche appoggino questa iniziativa». (F.Ch.)


 

 

Mercoledì 21 Marzo 2001
Dialoghi con l’arcivescovo Chiaretti

Torna a "casa" per un pomeriggio monsignor Giuseppe Chiaretti: l’Arcivescovo di Perugia - originario di Leonessa - è infatti il protagonista dei "Dialoghi in Cattedrale" che oggi pomeriggio (orario di inizio le 18) tornano a tenersi a Santa Maria per la Quaresima. Ad accogliere e presentare Chiaretti al pubblico reatino sarà il Vescovo Delio Lucarelli. Tema dell’incontro, "L’ecumenismo, una sfida per tutti". Il prossimo dei "Dialoghi" è in programma il 7 aprile con la biblista Bruna Costacurta.


 

 

Martedì 3 Aprile 2001
MONUMENTI DA SALVARE

S. M. della Pace a Leonessa

di SERGIO SILVA
L’hanno puntellata quindici anni fa, l’hanno chiusa al culto e poi si sono semplicemente dimenticati di lei, come non esistesse, come non fosse mai esistita. tutto ciò non sembra possibile eppure è accaduto. E’ accaduto nonostante l’antichissima chiesa della Madonna della Pace di Leonessa, contrada Casanova, sia indubbiamente una interessante testimonianza della religiosità leonessana. Costruita nel 1375 in un’unica, semplice e incantevole navata, Madonna della Pace era una dipendenza diretta della potentissima chiesa romana dell’Ara Coeli. Nel corso dei secoli la l’antichissima chiesa si è via via arricchita di suppellettili, altari e consolle frutto dell’artigianato e delle committenze locali. Un "pezzo" interessante che la chiesa di Leonessa possedeva fino ai primi anni Cinquanta e che senza dubbio alcuno testimoniava i stretti rapporti che intercorrevano con i potentissimi esponenti della chiesa romana è un bambinello perfettamente identico a quello dell’Ara Coeli. Come quello romano, anche il bambinello di Casanova veniva esposto al pubblico una volta l’anno e dai devoti era considerato miracoloso per il fatto di essere stato scolpito da un tronco d’olivo del giardino di Getsemani il luogo dove ebbe luogo la passione di Cristo.
Ci risulta che gran parte degli arredi, statue lignee, diversi altari e lo stesso bambinello di Casanova siano stati venduti. In ogni caso le preziose testimonianze di Madonna della Pace sono misteriosamente scomparse parecchi decenni fa. Ora, come speigato, la chiesa è chiusa. E’ chiusa non da ieri l’altro ma da ben 15 anni. Il tetto, più di ogni altra cosa, testimonia il degrado. Dentro la chiesa piove. In grave pericolo è anche il soffitto ligneo a cassettoni, ci dicono bellissimo, orginale del ’500 con capriate a vista risalenti alla chiesa originale del XIV secolo. Per evitare il crollo della copertura nel 1985 il tetto è stato puntellato all’interno della navata. A peggiorare le cose è arrivato il terremoto del 1997 che ha lesionato le mura perimetrali per cui è stato necessario mettere in opera un ponteggio esterno e, per impedire alla pioggia di danneggiare del tutto l’interno, allestire una copertura provvisoria che ha risolto solo in parte, il problema. Poi il nulla, dimenticata.

 

 

 

Venerdì 6 Aprile 2001
Leonessa. Da domani le commemorazioni dell’eccidio avvenuto nel venerdì santo del 1944
Non dimenticare le 51 vittime dei nazisti

di FRANCESCO CHIARETTI

"Resisteva con intrepido coraggio allo straniero in armi sul sacro suolo della Patria contribuendo alla causa della Libertà con un alto numero di vite umane", con questa motivazione il Comune di Leonessa ha meritato la decorazione con la Medaglia d’argento al Valor Civile da parte del Presidente della Repubblica. Domani, 7 aprile, Leonessa commemora con "La giornata del Ricordo" l’anniversario degli eccidi per il 57.mo anno consecutivo.
Era il venerdi santo 7 aprile del 1944 quando le truppe naziste trucidarono 51 cittadini inermi e "colpevoli" solo di essere «Ribelli per amore della Libertà», come ha detto di loro lo storico leonessano Monsignor Giuseppe Chiaretti, arcivescovo di Perugia. Alle 3 del pomeriggio venne compiuta la strage nel posto dove oggi sorge un monumento-sacrario da poco tempo sistemato insieme all’annesso piccolo cimitero. Sacrario che sarà domani teatro delle celebrazioni organizzate dal Comune e dall’Anfim (Associazione nazionale famiglie italiane dei martiri caduti per la LIbertà della Patria), con la Provincia ed il patrocinio della Presidenza della Giunta regionale.
La commemorazione inizia alle 9.30 con il raduno in piazza 7 aprile delle autorità e delle associazioni combattentistiche; alle 10, messa in suffragio delle vittime e dei caduti di tutte le guerre nel santuario di San Giuseppe officiata dal parroco padre Cherubino Sabatini. Alle 10.45 corteo fino al monumento dove verranno deposte le corone d’alloro con il picchetto d’onore del Battaglione Trasmissioni "Leonessa" di Civitavecchia. Dopo il saluto del sindaco Paolo Trancassini e la commemorazione dei caduti, partenza per gli altri luoghi degli eccidi: Villa Gizzi, Villa Carmine, Ponte Riovalle e Cumulata.
Lunedi 9 aprile, alle ore 9, ci sarà la commemorazione dei Caduti delle Fosse Reatine, in località Quattro Strade di Rieti, con la messa in suffragio, la deposizione di corone d’alloro e gli onori militari.


 

Martedì 17 Aprile 2001
La ”due giorni” di Pasqua va in archivio con un bilancio rassicurante
Un tranquillo week-end
di freddo, pioggia e pellegrini

di ELIO PIRARI

Dovendolo descrivere, questo strambo week end di sole e pioggia fine, lo si può fare con un semplice sorriso. Fine settimana di Pasqua tranquillo, all’insegna della più assoluta normalità: incidenti zero, nessun pistone bollito fra statali e provinciali, nessuna utilitaria scassata alla fine di un qualsiasi rettilineo, o quasi. Tutto in regola, da Passo Corese a Poggio Mirteto, da Amatrice a Leonessa, da Rieti al Cicolano. Interventi dei vigili del fuoco, zero. O quasi, se in quel quasi vogliamo includere qualche cassonetto fumigante. Ordine pubblico rispettato, carabinieri e poliziotti, per loro fortuna, con le mani in tasca, o quasi. Oltre la normalità, resiste il meno rassicurante, anzi piuttosto datato manierismo che riferisce di e intorno alla voce-turismo nel reatino. Dal Terminillo risponde Mirko, numero uno del Cristallo quando dal Cristallo si eclissa il proprietario Giorgio Bonanni. Essendo rumeno, Mirko ha l’idioma stranito di uno di quegli intellettuali balcanici d’anteguerra, l’insospettabile capacità di allestire uno scenario horror in meno di trenta secondi, e la certezza, visto come vanno le cose, che nella vita forse sarebbe il caso di avere una sola idea trainante: quella di non avere idee. «Il fine settimana? La Pasqua? Perchè ci sono state? Il Cristallo ha cinquanta stanze, la palestra per il fitness e si mangia da dio. Bene, la realtà è che tra domenica e lunedì siamo riusciti ad occuparne cinque di stanze. Piove, c’è la solita nebbia che non si vede a un passo, le piste sono rigorosamente chiuse, Pian de’ Valli è il deserto dei tartari. Diciamo la verità, la solitudine è una scoperta sublime ma totalizzante. Fin quassù la gente sale per trovare altre cose. Cose che il Terminillo, ormai lo sanno anche in Patagonia, non può offrire. Qualche lira l’hanno fatta i ristoranti del Togo e del bar Roma. Per il resto nisba, il gelo esistenziale. Qui non muove foglia». Un po’ meglio le cose sono andate per esempio a Greccio, e più in generale nella Valle Santa. E non solo dal punto vista esistenziale. A Pasqua e pasquetta i quattro ristoranti di Greccio hanno registrato il tutto esaurito. Al santuario di Francesco, bisogna dirlo, si sono poi trascinati i superstiti della pantagruelica abbuffata: «A Pasqua abbiamo visto un bel po’ di persone - dice padre Francesco - oggi (ieri n.d.r.) sono arrivati due pullmann da Firenze e un bel po’ di fedeli da Roma. Statistiche non sono in grado di farne. Non so dire se rispetto allo scorso anno sia arrivata più o meno gente, più o meno fedeli. Quel che posso affermare è che per quanto ci riguarda ci riteniamo ragionevolmente soddisfatti».
Ragionevolmente soddisfatti si dichiarano anche gli albergatori di Amatrice e Leonessa, quelli di Cittareale (l’agriturismo di Selvarotonda ha archiviato il week end con un piccolo boom) e i ristoratori del monte Tancia: grande successo personale, dicono in giro, avrebbero riscosso gli chef di "C’era una volta".


 

 

Martedì 24 Aprile 2001
Leonessa, agricoltore di Villa Berti muore nello scontro fra la sua Fiesta e la jeep del barista Giuseppe Rauco

È morto sul colpo nello scontro fra la sua Fiesta e una Jeep: nulla da fare per Pietro Ciavatta, 46 anni, che ieri verso le 17 stava attraversando la località Compangelo al volante della utilitaria all’innesto fra la statale 471 per Cascia e la strada che porta alla frazione leonessana di Villa Cordisco. Per cause in corso d’accertamento da parte dei carabinieri della stazione di Leonessa, la Fiesta e la Jeep guidata da Giuseppe Rauco, 31 anni, si sono urtate con estrema violenza. Il medico legale Maurizio Palla stabilirà poi che la morte di Ciavatta è stata immediata per lo sfondamento dello sterno da parte del volante. Quando gli operatori dell’ambulanza della postazione di Leonessa del 118 sono giunti a Compangelo, in piedi di fianco alla Fiesta hanno trovato Giuseppe Rauco, in stato di shock dopo aver tentato di soccorrere l’agricoltore. Pietro Ciavatta, coltivatore diretto, lascia la moglie Elisabetta e i figli Mauro e Giovanni: abitava a Villa Berti dov’era diretto ieri pomeriggio, mentre viaggiava in direzione di Leonessa il gestore del pub Der Lowe, locale che si affaccia sulla piazza del paese. Rauco, trasportato al pronto soccorso dell’ospedale De Lellis, se l’è cavata con alcuni contusioni ed è stato subito dimesso dopo essere stato medicato. Nei prossimi giorni sarà sentito dai carabinieri di Leonessa a cui la procura di Rieti ha affidato la ricostruzione dell’incidente. La salma di Ciavatta è ora all’obitorio dell’ospedale del capoluogo. L’incidente, almeno dai primi rilievi, non sembra aver coinvolto altre vetture: del resto il traffico in località Compangelo è sempre assai scarno.

 

 

Martedì 1 Maggio 2001
MONUMENTI DA SALVARE

Madonna della Pace,
chiusa e dimenticata

di SERGIO SILVA
L’hanno puntellata quindici anni fa, chiusa al culto e poi si sono semplicemente dimenticati di lei. L’antichissima chiesa della Madonna della Pace di Leonessa, contrada Casanova, è una interessante testimonianza della religiosità leonessana. Costruita nel 1375 in un’unica e semplice navata, dipendenza diretta della potentissima chiesa romana dell’Ara Coeli, nel corso dei secoli la Madonna della Pace si è arricchita di suppellettili, altari e consolle frutto dell’artigianato e delle committenze locali. Un "pezzo" interessante che la chiesa di Leonessa possedeva fino ai primi anni 50 e che testimoniava i stretti rapporti con la Capitale è un bambinello perfettamente identico a quello dell’Ara Coeli. Come quello romano anche il bambinello di Casanova veniva esposto al pubblico una volta l’anno e dai devoti era considerato miracoloso per il fatto di essere stato scolpito da un tronco d’olivo del giardino di Getsemani dove ebbe luogo la passione di Cristo.
Ci risulta che gran parte degli arredi, statue lignee, diversi altari e lo stesso bambinello di Casanova siano stati venduti o comunque sono scomparsi parecchi decenni fa. Ora la chiesa è chiusa, da 15 anni, come dicevamo sopra, il tetto della chiesa è fatiscente e piove all’interno un po’ ovunque. e’ in grave pericolo il soffitto ligneo a cassettoni, ci dicono bellissimo, orginale del ’500 con capriate a vista risalenti alla chiesa originale del XIV secolo. Per evitare il crollo della copertura nel 1985 il tetto è stato puntellato all’interno della navata. A peggiorare le cose è arrivato il terremoto del 1997 che ha lesionato le mura perimetrali per cui è stato necessario mettere in opera un ponteggio esterno e, per impedire alla pioggia di danneggiare del tutto l’interno, allestire una copertura provvisoria che ha risolto solo in parte, il problema. Poi il nulla, dimenticata.

 

 

 

Venerdì 4 Maggio 2001
Leonessa e Gonesse, gemelle da record
Inseparabili da venti anni,
un filo diretto indistruttibile

Compleanno numero 20 tra Leonessa e Gonesse. Venti di anni di legame per queste due città, che risale al XIII secolo quando, entrambe, furono fondate dal Carlo d'Angiò. Tanto è vero che il primo nome dell'attuale Leonessa fu proprio Gonessa. Un filo diretto che ha fatto conoscere queste due realtà sempre più vicine grazie al lavoro continuo dei due Comitati del gemellaggio appoggiati, oltre che dall'impegno dei singoli, dagli apporti economici ed amministrativi. Due comuni che si sono sempre appoggiati anche nei momenti difficili, offrendosi aiuti e sostegno: due esempi su tutti, il terremoto del ’97 a Leonessa e la tragedia del Concorde precipitato su Gonesse alcuni mesi fa. E per festeggiare, i cerimoniali saranno intensi: da dopodomani al mercoledi successivo la città francesce accoglierà con calore la delegazione italiana composta da ottanta rappresentanti. In programma, una visita a Parigi, esposizioni storiche, gare sportive, concerti e divertimento ad EuroDisney. A settembre il cambio, i cugini francesi arriveranno a Leonessa.


 

Martedì 5 Giugno 2001
MONUMENTI DA SALVARE

Le chiese del Reatino? Vanno in rovina
In provincia almeno un quarto sono diroccate. Dimenticati dalla società laica i luoghi di culto

di SERGIO SILVA

Un quarto delle chiese reatine sono dirute. Lo afferma un recente studio condotto per la diocesi di Rieti. E' un fenomeno drammatico dal punto di vista della perdita culturale poiché sono pezzi di storia ed d'arte che scompaiono per sempre; da interpretare per l'aspetto sociale economico e religioso che esso comporta. Partiamo da alcune considerazioni che i dati pubblicati ci aiutano a compiere. Rieti e dintorni non registrano chiese in rovina ma Piedelpoggio di Leonessa ne conta 8 su 13 aperte regolarmente mentre Cittareale e Antrodoco per 9 aperte altrettante sono diroccate. A Belmonte in Sabina il disavanzo è notevole: 9 chiese aperte, 11 dirute. Di fronte a tanto disastro non mancano situazioni ottimali. E' il caso di Accumoli e Contigliano che conservano 14 chiese aperte e nessuna ridotta a rudere, mentre in cima alla lista delle 'buone comunità' sono Ville del Piano di Leonessa, 17 chiese nessuna diruta, e Amatrice con 19 chiese aperte e nessuna diruta.
Le ragioni che hanno determinato la situazione sopra descritta sono numerose e variegate. Possiamo ricordarne alcune fra le più ricorrenti come l'abbandono della residenza in campagna delle famiglie contadine per il più ospitale limitrofo paese, fenomeno avvenuto a partire dal secondo dopoguerra; l'abbandono del lavoro dei campi per il più remunerativo e meno faticoso 'impiego' in città, evento accaduto a partire dai primi anni '60 in occasione del famigerato boom economico italiano; per giungere poi ai problemi più vicini a noi come la sempre maggiore 'laicizzazione' della società o la crisi delle vocazioni dei preti o il disinteresse, non negli ultimi decenni, degli amministratori e dei politici per le 'cose' artistiche. In ciascuno dei casi sopra descritti le chiese hanno perso la loro ragione d'essere; il tempo, la mancanza di manutenzione e d'interesse ha fatto il resto. Ora che i tempi stanno cambiando e che gli ultimi governi hanno destinato maggiori attenzioni e risorse finanziarie per le nostre chiese e i nostri monumenti pensiamo sia giunta l'ora di guardarci intorno e di dare una mano agli amministratori cominciando a segnalare i problemi che affliggono i luoghi artistici a noi vicino. Per esempio, fra le 169 chiese dirute fin oggi segnalate nella diocesi di Rieti quali e quante chiese già classificate diroccate potrebbero ragionevolmente essere recuperate con un intervento adeguato? Il dibattito è aperto.

 

Martedì 23 Ottobre 2001
IL PROGETTO

Neve,
ma non solo

Innevamento artificiale della pista di fondo di Cinque Confini (un miliardo), raddoppio del palazzo del Turismo (3 miliardi), collegamento dei bacini sciistici di Terminillo e Leonessa (15 miliardi), progetto della Valletta di Pian de’ Valli (17 miliardi). Quindi, strutture sportive, oasi faunistica e giardino botanico all’interno del progetto Appennino Parco d’Europa. Il pacchetto proposto dalla Provincia, denominato "Un futuro per il Terminillo" secondo l’Amministrazione diverrà operativo grazie ai fondi europei, ad un finanziamento diretto e al coinvolgimento di società private. Per il momento, attraverso una convenzione che come ipotesi è già stata approvata all’unanimità dal Consiglio di amministrazione dell’Apt, i terreni di proprietà dell’Azienda di promozione turistica situati all’interno della Valletta verranno trasferiti alla Provincia per consentire l’acquisizione delle autorizzazioni e delle concessioni urbanistiche. «La ricerca di soggetti nuovi - ha spiegato Giosuè Calabrese - è richiesta anche dalle conseguenze negative che ricadono sul turismo per via della complicata situazione internazionale. Da qui, l’occasione per offrire agli sportivi e ai turisti italiani una versione rinnovata e recuperata del Terminillo». In questo senso, come accennato, secondo la Provincia una nuova pagina si potrà scrivere attraverso la collaborazione con l’Apt grazie al passaggio dei terreni della Valletta dove sorgeranno strutture sportive e per il tempo libero. L’assessore Lodovisi ha anche accennato all’oasi faunistica del Terminillo e all’interesse manifestato da nazionali sportive (rugby e canottaggio).


 

 

Venerdì 26 Ottobre 2001
IN BREVE

La Regione ha appaltato lavori per circa tre miliardi e 350 milioni di lire per il recupero e il miglioramento di diversi luoghi di culto colpiti dal sisma. Gli interventi sono stati finanziati con i fondi messi a disposizione dalla Protezione civile a seguito del terremoto del ’97 e seguenti e sono finalizzati quasi esclusivamente al miglioramento degli edifici. La Soprintendenza ha già provveduto a richiedere i finanziamenti per completare questi interventi e quelli in appalto. Gli interventi riguardano luoghi di culto, chiese e parrocchie di Castelnuovo, Contigliano, Fara Sabina, Forano, Leonessa, Pescorocchiano, Petrella salto e Stimigliano.


 

 

Martedì 20 Novembre 2001
«Addio Cardilli, medico dell’altipiano»

«Mi sarebbe piaciuto che qualcuno si fosse ricordato della figura del dottor Domenico Cardilli, morto a Leonessa nella notte di lunedì scorso. Avrei voluto che qualcuno avesse ricordato la sua figura di medico condotto che per cinquant’anni ha operato nell’intero altipiano di Leonessa facendo nascere, quando era normale partorire in casa propria, decine e decine di bambini. Avrei voluto che qualcuno lo avesse ricordato come il più votato alle elezioni politiche amministrative, come consigliere ed amico prima che come medico. Un medico che curava con la parola, non solo con i farmaci, come ha ricordato nella sua omelia monsignor Antonio Conte, che a Leonessa lo conobbe e da vicino apprezzò la sua umanità e la sua professionalità. In assenza di altri vorrei, ancora per una volta, ricordarlo io che fui un suo mutuato. Vorrei ricordarlo io che, in una notte gelida di un ormai lontano febbraio, nonostante in quel periodo ci dividessero ideologia e lotte politiche, ebbi la fortuna di chiamarlo allorchè mio padre venne colto da ictus. Il dottor Cardilli si precipitò a casa e curò il mio anziano genitore come mai avrebbe fatto in ospedale.Ancora una volta, grazie dottore».

Dante Coderoni

 

 

Martedì 4 Dicembre 2001
Uno speciale di 160 pagine dedicato alla montagna: storia e personaggi
Scenari dal Terminillo

«Il grande gigante si è addormentato e questo è il momento di agire». Con queste parole ieri mattina il sindaco Antonio Cicchetti ha presentato nella sala consiliare lo speciale Terminillo curato dalla rivista Scenari. Per la montagna di Roma è stato fatto il massimo: 160 pagine di carta patinata corredate da bellissime fotografie del comprensorio montano. Gli articoli spaziano dalla storia ai pionieri della stazione turistica che sono stati protagonisti assoluti del passato e del presente del Terminillo. Non mancano articoli dedicati all’ambiente e racconti fantastici di diavoli e streghe che fanno parte dell’immaginario collettivo. Numerosi articoli sono dedicati ai borghi e ai castelli del comprensorio del Terminillo. Cittaducale, Micigliano, Cantalice, Rivodutri, Poggio Bustone, Posta, Antrodoco, Castel Sant’Angelo, Borgovelino e Leonessa arricchiscono con le loro attrazioni naturali la pubblicazione.
«Ringrazio l’assessore al Turismo, Marzio Leoncini, che si è lanciato nell’impresa di riscatto del Terminillo con grande entusiasmo» ha detto il sindaco Antonio Cicchetti sottolineando gli eventi che hanno fatto del Terminillo la montagna di Roma, fino ai motivi della crisi, dovuti essenzialmente alla «concorrenza aggressiva di altre stazioni montane». La rivista Scenari, tirata in 40 mila copie, è in vendita nelle edicole a 15mila lire. Il Comune ha acquistato mille di queste copie per un totale di 15 milioni: il resto delle spese dell’iniziativa, spiega il sindaco, è stato coperto dal lavoro volontario di tante persone, tra cui la consulente turistica Rita Giovannelli.

 

Mercoledì 12 Dicembre 2001
Il paese invaso da piloti e tecnici
La Michelin lancia
a Leonessa
i nuovi pneumatici

di FRANCESCO CHIARETTI

La campagna pubblicitaria per il prossimo anno della nota casa di pneumatici Michelin parte da Leonessa. Da ieri, infatti, la cittadina è stata "invasa" da decine e decine di operatori, tecnici, piloti, auto e pneumatici per le riprese degli spot televisivi che andranno in onda nel corso del 2002.
Lo spiegamento di forze è davvero consistente, decine di addetti, camper, pullman, camioncini e perfino un elicottero di una società aeronautica svizzera. Tutti posizionati nel parcheggio comunale che è diventato la base di appoggio di un set televisivo. Veramente spettacolare l'elicottero quadriposto, dotato di telecamera nella parte anteriore, che curerà le riprese di due auto intente a mettere a dura prova i pneumatici Michelin.
Teatro dei film sarà il viadotto su torrente Tascino, alto quasi cento metri. I piloti avranno il compito di saggiare le gomme provandole soprattutto in curva e di controllare la loro reazione su strada in varie condizioni climatiche. A rendere tutto più spettacolare saranno le riprese aeree su un viadotto veramente da brividi. La Michelin non ha certo badato a spese, l'organizzazione è davvero imponente ed ha suscitato la curiosità della gente che, in massa, è andata ad accertarsi di ciò che stava accadendo, soprattutto quando l'elicottero si è posato sulla spianata del parcheggio.
Le riprese leonessane sono la prima tappa della composizione pubblicitaria 2002: a seguire, la troupe composta da italiani e francesi si sposterà a Campo Imperatore, sulla Salaria per Roma, a Genova ed infine in Ungheria. Non è la prima volta che il viadotto leonessano si trasforma in set cinematografico: l'ultima volta era stata nella scena del volo di Paolo Villaggio nel film "Il ritorno di Fantozzi". Il centro storico di Leonessa, invece, era stato il teatro di alcune puntate di una serie televisiva di Canale Cinque.